Proposta di musealizzazione
4.1 L’accesso al museo
Per ogni museo è importante essere facilmente riconoscibile e presentare la propria specificità al pubblico. Poiché la struttura ospitante si trova all’interno di un complesso che da sempre fa parte del paesaggio ed è presente nella memoria storica degli abitanti, è maggiormente necessario predisporre una segnaletica che ne renda facile l’individuazione, aumentandone la visibilità.
Uno studio riportato da Claudio Rosati, realizzato nel 2003, ha rivelato che il 40% del pubblico che si era riversato nel museo oggetto di indagine era stato attratto all’interno dalla scritta grande posta in facciata, alcuni addirittura affermavano di aver capito di cosa si trattasse solo grazie alla segnaletica esterna55. Il primo step della progettazione deve quindi essere rivolto proprio a questa.
La collocazione dei cartelli dovrà iniziare nei pressi della vicina uscita dell’autostrada A12 e della contigua stazione ferroviaria, continuare lungo la strada statale via Cisa sud, fino al bivio con via Carlo Vaccari, dove verrà posto un pannello di dimensioni più grandi che risulti particolarmente incisivo, ben riconoscibile dalla strada (Fig.21). Al fine di creare un’immagine esterna unificata, si propone la realizzazione di un logo, da utilizzare sia sulla segnaletica che per qualsiasi altra forma comunicativa cartacea e digitale. Il logo deve essere semplice e facilmente memorizzabile ma allo stesso tempo incuriosire. I colori utilizzati saranno ad alto contrasto in modo che resti
visibile anche nella stampa in bianco e nero. Senz’altro presente sarà il rosso Ponzano che ha sempre caratterizzato le mattonelle della fabbrica Vaccari.
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Un’ipotesi valida potrebbe essere un gioco di parole, adatto a diventare anche uno slogan pubblicitario per promuovere il sito e che sfrutti l’omonimia tra il prodotto ceramica e la località Ceramica di Ponzano: Museo della Ceramica di Ponzano Ceramica. La grafica riproduce la sagoma stilizzata di un capannone al cui interno campeggia il marchio della Vaccari (Fig.22).
Sarebbe opportuno che la collocazione dei cartelli stradali riguardasse anche le vicine località di Ameglia, Sarzana e Lerici, centri turistici molto frequentati per la presenza di stabilimenti balneari.
Figura 22. Proposta di logo dell’autrice.
Figura 21. Santo Stefano di Magra, individuazione delle aree (segnate in rosso) per il posizionamento della segnaletica. ( da Google Maps 2019)
Avendo parlato della visibilità all’interno del tessuto urbano, si sottolinea come un accesso confortevole alle strutture sia già presente, con un’area adibita a parcheggio nei pressi dell’ingresso della struttura mentre all’interno è presente un vasto piazzale che potrebbe funzionare sia da area di sosta e manovra per eventuali pullman, sia come accesso privilegiato per i disabili, essendo uno spazio privo di barriere architettoniche.
4.2 La sede
Per quanto riguarda la sede che dovrà accogliere l’esposizione e parte dei servizi, si propone di utilizzare uno dei capannoni dell’edificio un tempo destinato alle presse ed allo stoccaggio del materiale confezionato che si trova in prossimità dell’ingresso
dell’area Vaccari e che si estende per circa 460 mq56.
Esso può diventare, a pieno titolo, una sede museale convincente. Come si è detto57,
molte sono le realtà museali italiane ed europee che si avvalgono di preesistenti strutture a vocazione industriale o produttiva per creare spazi espositivi volti alla fruizione del materiale archeologico ed artistico.
Ad oggi il capannone necessita di una serie di interventi per la riorganizzazione dello spazio interno, tali da soddisfare i requisisti minimi sugli standard di funzionamento e
sviluppo dei musei ( art. 150 com. 6 D.L. 112/1998) 58.
All’esterno non sono necessari interventi sostanziali, ad eccezione di lavori ordinari; qualsiasi altro intervento modificherebbe il valore storico e simbolico dell’edificio che richiama quel legame tra contenuto e contenitore, che dovrebbe essere alla base delle scelte museografiche: nel nostro caso la produzione laterizia antica e l’opificio per la produzione ceramica moderna ed industriale.
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Cfr. Cap. 2.4. 57 Cfr. Cap. 2.3.
58 Decreto ministeriale 10 maggio 2001 consultato nel mese di dicembre 2018, alla pagina:
Si è preferito, pertanto, mantenere quanto più inalterata la visione esterna d’insieme dell’edificio e concentrare l’attenzione sulla riorganizzazione dello spazio interno, al fine di ottimizzarne la superficie.
Tuttavia poiché l’edificio è inserito in una schiera di immobili di uguale aspetto architettonico, occorre caratterizzarlo con un elemento peculiare che ne permetta un facile ed immediato riconoscimento. Si è pensato quindi di installare all’esterno, in prossimità dell’entrata, un pannello policromo che rechi la denominazione ed il logo del museo. L’insegna sarà realizzata con riproduzioni delle tessere per mosaico Vaccari appositamente assemblate, ad imitazione delle celebri composizioni musive d’arte messe in opera dall’opificio.
La stessa modalità potrà essere presa in considerazione anche per l’allestimento della
segnaletica all’interno del percorso espositivo59.
Sulla porta d’ingresso è necessario sistemare anche un pannello informativo dove siano indicati gli orari di apertura, i costi, il sito internet, i numeri di telefono per la prenotazione delle visite, i servizi e le accessibilità della struttura.
Molto spesso l’allestimento museale in locali storici è vincolato dalla natura stessa
dell’edificio60. Nel nostro caso invece, trattandosi di uno spazio aperto privo di
condizionamenti architettonici preesistenti, sarà sufficiente l’utilizzo di pareti divisorie prefabbricate e modulari, che permetterebbero di ridurre i tempi ed i costi di costruzione e consentirebbero una totale libertà nelle opere di “restyling” e nelle divisioni necessarie alla creazione dei percorsi e degli spazi, sia espositivi che funzionali. Infatti, oltre all’allestimento vero e proprio, ogni museo necessita di una zona per la prima accoglienza ed ambienti adibiti a funzioni direttivo-amministrative e operative per il personale della struttura; dovranno inoltre essere previste zone dove
svolgere attività collegate ai servizi educativi61.
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Cfr. Cap. 4.4.
60 Si pensi al Castello Aragonese che ospita il Museo Archeologico dei Campi Flegrei, composto da una successione di piccole stanze a causa della precedente funzione di caserma e poi di orfanotrofio. Questo ostacolo è stato un vincolo per la musealizzazione, gli architetti hanno agito in chiave purista cercando di preservare muri e pavimenti preesistenti, ma l’allestimento risulta spezzettato. GUGLIELMO E. 2008, pp.7-30. DE CARO S. 2008, pp. 65-73.
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L’ampiezza dell’area a disposizione, oltre 400 mq. senza divisioni interne, lascia una notevole libertà riguardo alla destinazione degli spazi interni.
Si propone di dividere lo spazio in tre macro-aree. La prima area sarà dedicata all’accoglienza e ai servizi connessi, la seconda sarà riservata al percorso espositivo e la terza sarà utilizzata per il laboratorio didattico e per l’area ristoro (Fig.23).
Fi gu ra 23 . Pr o p o sta d i d iv isi o n e d e llo sp azi o in te rn o .