Offerta dei serviz
5.4. I servizi alla comunità locale
È fondamentale che un museo di questo tipo dia anche ampio spazio alla comunità locale, sia uno strumento di sviluppo del territorio, luogo principale di conservazione della propria identità e luogo della memoria. È necessaria una partecipazione attiva, effettiva e consapevole della comunità che si riappropria così di una parte fondamentale che le era stata tolta, viveva ormai solo nella memoria di pochi e che col tempo rischia di perdersi per sempre.
Purtroppo i macromusei, per esigenze di marketing sono ormai costretti a rinunciare alla propria funzione civile per lavorare sui progetti a breve termine e di grande visibilità. È compito quindi dei micromusei farsi promotori di proposte diverse ed alternative. Nascendo dal basso sono spesso contenitori dove il contemporaneo dialoga con l’antico e l’antico si intreccia con il moderno. Fortemente radicati nelle realtà locali queste esperienze sono fondamentali per la costruzione di una determinata comunità e del territorio di cui fanno parte. Luoghi in cui il piacere si coniuga con l’imparare. Non luoghi di intrattenimento di massa ma spazi di formazione dove recarsi più volte all’anno, versatili ma indipendenti ed autorevoli, non obbedienti alle leggi del mercato98.
98
Conclusioni
Rimirando alla definizione della finalità del museo data dall’ICOM: “esporre delle opere a fini di studio, di educazione e di diletto” si può osservare come la sequenza proposta non sia casuale: il diletto non può prescindere dallo studio. Pensare di visitare un museo e provare diletto senza sapere per cosa e perché è un’illusione, come dice Jean Claire: “Credere di provar piacere per un’opera di cui non si è in grado di capire il senso è come scorrere con gli occhi un testo in lingua straniera, un susseguirsi di segni
di cui non si comprende nulla99.”
Bisogna inoltre considerare che la museologia contemporanea è sempre più orientata a riflettere sulla missione e sul ruolo dell’istituto museale in rapporto al territorio. Il documento ministeriale sugli standard museali dedica l’VIII ambito proprio a questo tema, riconoscendo il territorio come matrice dell’identità dei luoghi, sistema culturale, risultato di processi stratificati nel tempo ed opportunità creativa per nuove interpretazioni. In questo nuovo contesto il museo diventa “attivo” cioè un contenitore che racconta quel luogo con la sua storia e le sue peculiarità, il trait d’union tra la tradizione dei luoghi e la conoscenza degli stessi, snodo centrale del processo di valorizzazione dei beni culturali e delle altre risorse del territorio, dai beni ambientali alle manifestazioni culturali, dai prodotti della cultura materiale ed immateriale del territorio ai servizi per il tempo libero. Un museo nuovo che può svolgere ulteriori funzioni riguardanti non solo le proprie collezioni ma l’intero territorio circostante. Nel nostro caso, oltre che auspicabile, la nascita di un nuovo museo legato al territorio, è anche realmente fattibile, essendo soddisfatti i prerequisiti fondamentali, quali il luogo adatto, il materiale di interesse archeologico, un bacino d’utenza e non ultimo il supporto economico previsto dal bando del progetto Nova, di cui si è ampiamente parlato.
Per quanto concerne il luogo, i capannoni rappresentano la miglior sede possibile proprio in virtù delle moderne linee guida che prevedono il riutilizzo di edifici già inseriti nel contesto paesaggistico.
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Si pensi, a questo proposito, che nella già citata area archeologica dell’antica città di Luni, il museo ha sede in una palazzina di recente costruzione, che insiste direttamente sullo scavo archeologico, eretta sconsideratamente negli anni ‘70. Oggi, con le nuove tendenze museologiche, si progetta di eliminarla, spostando la sede espositiva ed illustrativa in quei casali agricoli che già fanno parte del percorso perché, nella lettura diacronica di questa parte del territorio, rappresentano gli ultimi manufatti costruiti ed usati, determinando insieme agli altri segni naturali e storici, la valenza del paesaggio lunense, anch’esso patrimonio culturale.
Per quanto riguarda i materiali a disposizione, questi offrono la possibilità di optare per una soluzione museografica interessante, innovativa ed originale grazie al suggestivo contrasto tra il mondo antico e quello moderno, permettendo di realizzare una struttura museale organizzata in maniera da soddisfare e suscitare la domanda di cultura del pubblico, stimolandone il coinvolgimento in processi multidirezionali. Il punto di forza del museo è proprio l’originalità dell’ accostamento di materiali archeologici del mondo antico con i materiali della Collezione Vaccari. Questi ultimi meritano una considerazione particolare per la loro capacità di richiamare l’attenzione della comunità locale che riconosce in essi un suo patrimonio, avvicinando alla ceramica antica anche un pubblico più ampio rispetto all’utenza tipica del museo. In effetti il bacino d’utenza risulterebbe essere ampio e variegato, considerando che, oltre alla fruizione locale, esiste una potenzialità esponenziale data dal turismo in fase di notevole espansione, soprattutto dopo che il porto di La Spezia è stato inserito in un programma di scali crocieristici internazionali, che prevede l’approdo di almeno due navi alla settimana per tutto l’arco dell’anno.
Le conclusioni sembrano dunque portare verso una direzione propositiva, ma una progettazione di qualità e una valorizzazione degli oggetti contenuti è raggiungibile solo attraverso una stretta collaborazione tra chi conosce le collezioni e chi, in genere un architetto, riesce a tradurre in un sistema espositivo adeguato il
messaggio di storia e simbolismo che gli oggetti possono trasmettere al pubblico 100,
sarà quindi imprescindibile la collaborazione di diverse figure professionali.
100
In questo progetto ci si è limitati a considerazioni preliminari di fattibilità che, senza l’impiego di straordinarie risorse finanziarie e professionali, conducano ad una soddisfacente presentazione museale. Tali scelte potranno essere confermate e/o implementate in un progetto più avanzato, fermo restando che la decisione di far nascere un museo della ceramica in un luogo, Ponzano Ceramica, che ne è stato teatro di produzione così a lungo da conservarne traccia nello stesso toponimo, può essere la giusta scelta.
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