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3. La formazione del rating

3.1 L’analisi di bilancio

- situazione patrimoniale;

- scopertura del ciclo commerciale/produttivo; - autofinanziamento;

- dimensionamento del debito finanziario in essere.

Lo stato patrimoniale viene riclassificato in base al criterio finanziario che posiziona le poste dell’attivo in base al loro grado di liquidabilità e le poste del passivo in base al loro grado di esigibilità, in modo tale da evidenziare le componenti del capitale investito in relazione alla loro capacità di generare flussi monetari in un’ottica funzionale, ed allo stesso tempo evidenziare le componenti del passivo e del patrimonio netto in relazione al loro grado di esigibilità, con riferimento alla scadenza formale degli impegni finanziari dell’impresa.

Il Conto Economico rappresenta il principale documento di bilancio dal quale si ricavano le informazioni alla base dell’analisi della dinamica reddituale (modalità di formazione del reddito prodotto), del grado di efficienza ed economicità della gestione, delle capacità di autofinanziamento.

La riclassificazione del conto economico, sia che si tratti di bilanci redatti secondo la IV direttiva CEE, che di bilanci semplificati mira quindi ad evidenziare le aree della gestione e il relativo contributo (positivo o negativo) di ciascuna area nella determinazione del risultato netto di bilancio, viene pertanto riclassificato mediante lo schema a valore aggiunto.

Il giudizio sullo stato di salute dell’impresa si compone pertanto di varie analisi riguardanti l’aspetto strutturale, le politiche di gestione (derivante dalla valutazione del grado di autofinanziamento, e dalle modalità di copertura dei fabbisogni finanziari), l’aspetto gestionale e il dimensionamento, ovvero l’incidenza dell’indebitamento.

Ogni aspetto è composto da vari indicatori a cui viene attribuito uno score di dettaglio.

L’esame si basa su tecniche di analisi di bilancio mediante l’uso coordinato di indici e flussi utilizzando le informazioni fornite dai dati degli ultimi bilanci dell’impresa, e dalla situazione del settore come elemento di confronto. Anche se per le modalità e soprattutto i tempi con cui viene redatto il bilancio da parte delle imprese le indicazioni che emergono dalla lettura e dalla loro analisi possono apparire poco rappresentative dello stato attuale in cui l’impresa opera, queste informazioni però hanno lo scopo di integrare le altre valutazioni fornendo una visione d’insieme più completa delle dinamiche in atto ed evidenziando le conseguenze che queste possono avere sulle condizioni future di equilibrio o di squilibrio.

Nel dettaglio gli indici analizzati relativamente alle varie aree, tenendo conto del seguente schema:

C.E.% Ricavi Valore Aggiunto M.O.L. M.O.N. Reddito Operativo Oneri Finanziari Utile Corrente Risultato Netto Risultato di Bilancio Passivo % Patrimonio Netto Totale Passività Passività Differite Passività Correnti Attivo % Attività

Immobilizzate Materiali Attività

Attività Immateriali

Attività Finanziarie Attività

Correnti Disponibilità liquide

Liquidità Differite Liquidità Immdiate ROE

ROA Oneri Finanziari/

Totale Passività Totale Passività/ Patrimonio Netto Risultato Netto/ Utile Corrente ROS Ricavi / Totale Attivo Ricavi/ Attività correnti gg scorta gg clienti gg fornitori Analisi di Efficienza Analisi dell’equilibrio finanziario Attività Correnti / Passività Correnti Liquidità Immediate + Liquidità Differite / Passività Correnti Patrimonio Netto+ Passività Differite/ Attività Immobilizzate Patrimonio Netto/Attività Materiali

Le principali aree oggetto di analisi sono quella reddituale e finanziaria; l’obiettivo è esaminare le possibili incrinature nella struttura finanziaria tali da compromettere il funzionamento dell’impresa e la capacità della stessa di generare un ammontare di risorse a titolo di autofinanziamento atte a garantire le condizioni di equilibrio.

Per quanto riguarda la valutazione della struttura gli indici utilizzati possono essere sintetizzati: - capitale netto/ capitale investito

- capitale netto/attività tecniche che valuta il grado di copertura delle attività ovvero il limite entro cui l’impresa può espandere autonomamente i propri investimenti mantenendo una struttura finanziaria e patrimoniale equilibrata;

- capitale netto/ attività tecniche che consente di apprezzare se esiste coerenza tra le forme di raccolta di capitale e quelle di impiego espresso dalle immobilizzazioni materiali, cioè se sono sufficienti a finanziarle. La valutazione migliora al crescere di tale indice.

- Grado di copertura delle immobilizzazioni: (Patrimonio netto+ passività differite)/totale attivo immobilizzato

- Grado di copertura delle immobilizzazioni rettificate, ovvero ( patrimonio netto+passività differite) /(totale attivo immobilizzato+quota immobilizzata del magazzino) dove per quota immobilizzata del magazzino abbiamo: magazzino – ( ricavi netti/indice rotazione di magazzino)

Relativamente alla valutazione del ciclo monetario, per cui si intende il periodo di tempo medio che intercorre tra l’uscita monetaria collegata all’acquisto di fattori produttivi e l’entrata monetaria originata dalla vendita di beni o servizi aziendali, gli elementi presi in considerazione riguardano la durata e il trend del ciclo produttivo- commerciale e l’incidenza degli oneri finanziari sul margine operativo lordo. Quest’ultima esprime la capacità non solo di produrre risorse adeguate a coprire gli oneri finanziari ma anche la capacità del management di gestire l’area finanziaria, in quanto l’ammontare degli oneri finanziari è determinato dal costo delle risorse prese a prestito e dell’entità delle risorse finanziarie onerose utilizzate dall’impresa. Il peso con cui la durata del ciclo economico concorre in positivo alla formazione dello score della sua valutazione è ridotto se: è positiva la valutazione della durata del ciclo economico e contestualmente negativa la valutazione degli oneri finanziari sul margine operativo lordo. Ovvero se viene rilevata che l’incidenza degli oneri finanziari risulta essere eccessiva, la valutazione positiva della durata viene ridimensionata nel giudizio finale. Infatti questo equivarrebbe a ritenere che le scelte effettuate sotto il profilo produttivo- commerciale (esempio una minore concessione del credito o un allungamento dei tempi di pagamento ai fornitori) risultano non sufficientemente compensate dalla dinamica dei margini economici.

giorni di dilazione media concessa ai clienti +giorni di scorta media-giorni di dilazione media concessa dai fornitori.

Ovviamente la valutazione peggiora all’aumentare dell’indice. I giorni di dilazione media sono così calcolati:

- (Magazzino medio/ricavi netti)*360

- (crediti commerciali a breve termine / ricavi netti)*360 - (debiti commerciali a breve termine/ricavi netti) *360

Dal loro confronto temporale si traggono informazioni circa le politiche commerciali adottate dall’impresa nel proprio mercato e l’impatto che queste hanno sul correlato fabbisogno finanziario. Proprio per questo motivo viene utilizzato anche questo margine:

gg ciclo monetario anno in corso – gg ciclo monetario anno precedente.

Relativamente alla sfera finanziaria dell’impresa vengono presi in considerazione l’incidenza degli oneri finanziari e la capacità dell’impresa stessa di generare flussi di autofinanziamento. Il giudizio espresso da questa componente assume particolare rilevanza in quanto è l’espressione del ruolo assunto dai debiti commerciali, degli eventuali effetti positivi derivanti da adeguate politiche commerciali e/o di acquisizione. Gli indici utilizzati sono quelli indicati nello schema precedente ovvero:

- Totale passività / totale patrimonio netto - M.O.L. / reddito di esercizio

- ROA= (M.O.L. /totale attivo ) –costo del debito letto in bilancio, che indica la capacità dell’impresa di generare margini sufficienti rispetto al costo del finanziamento.

Un discorso a parte riguarda la valutazione qualitativa circa l’adeguatezza dell’autofinanziamento, inteso come il potenziale flusso di risorse finanziarie generate dalla gestione corrente, grazie sia alla quota dei debiti a medio lungo termine in scadenza sia alla quota di competenza di eventuali nuovi investimenti. Pertanto è dato da:

gestione corrente + saldo proventi diversi+

proventi finanziari – saldo partecipazioni – oneri finanziari netti –

imposte e tasse –

impieghi a riduzione del capitale netto = autofinanziamento netto

L’autofinanziamento viene rettificato dagli effetti della gestione accessoria, finanziaria e fiscale, nonché dell’eventuale riduzione dei mezzi propri, dovuti ad esempio da distribuzione dei dividendi o per la copertura di perdite pregresse. L’analisi si basa sulla valutazione della variazione del capitale circolante netto con particolare riguardo alla presenza o meno di un

avanzo finanziario, all’entità dello stesso, alla modalità di formazione e il ruolo dell’autofinanziamento oltre che alla sua dinamica nel tempo.

L’analisi della valutazione di bilancio si conclude con la valutazione delle politiche di gestione in cui si valuta in che modo e in che misura l’impresa ha contribuito attraverso l’utile alla crescita, alla riduzione o al mantenimento del patrimonio netto, prendendo in esame i seguenti indici:

- (patrimonio netti anno in corso-patrimonio netto anno pre.)/ patrimonio netto anno prec. - Utile di esercizio / (capitale netto- dividendi deliberati) che indica il tasso di

autofinanziamento;

- Tasso di ritenzione degli utili = (C t-1 – K) / C t-1 Dove:

C= Risultato Netto

K= Variazione del risultato netto detratti gli utili