• Non ci sono risultati.

Strumenti e strategie per la valutazione e gestione del portafoglio crediti

La valutazione del rischio è un’attività che caratterizza tutte le gestioni dei rischi finalizzata ad apprezzare la gravità dei fenomeni rischiosi.

precedentemente identificati in modo tale da renderli comparabili e definire quindi le priorità di intervento. La capacità di identificare, valutare e gestire il rischio è spesso indicativa di un’organizzazione di rispondere e adattarsi al cambiamento.

La valutazione del rischio, pertanto, aiuta le organizzazioni a riconoscere rapidamente potenziali eventi avversi, essere più proattivi e lungimiranti, e stabilire adeguate risposte ai rischi, riducendo così le sorprese ed i costi o le perdite associate.

È importante impostare efficaci procedure di early warning ossia la rilevazione precoce del rischio che si concentra su cambiamenti a breve termine. Mentre la gestione del portafoglio esamina il rischio a livello aggregato, l'analisi di rilevamento precoce si concentra sulla singola esposizione. Gli indicatori utilizzati nella diagnosi precoce del rischio sono oggetto di continuo mutamento. Impostando valori di soglia, questi fattori di rischio possono diventare indicatori efficaci il cui sviluppo può essere continuamente monitorato.

Pertanto l'attenzione deve essere rivolta nella fase di definizione dei valori di soglia in modo che rifletta la propensione al rischio dell’azienda. Dati patrimoniali del business partner rappresentano spesso le fonti di informazione più importanti ma l'esperienza ha dimostrato, però, che questi generano svantaggi notevoli per una procedura di rilevazione di rischio precoce di successo. Le informazioni sul bilancio e le sue valutazioni si riferiscono al passato. Inoltre, solitamente, diventano disponibili dopo che è trascorso molto tempo, durante il quale la situazione è spesso cambiata significativamente. Simulazioni di indicatori di rilevazione di rischio precoce modificati e scenari di stress possono anche essere simulati per investigare circa l'efficacia dell'indicatore esistente in condizioni estreme.

In pratica, non è il valore assoluto ma la variazione relativa che è importante per la early warning. Velocità e capacità di adattamento, in particolare del set di indicatori, sono di vitale importanza nello sviluppo e nella gestione di un tale sistema.

Le modifiche a Basilea II aumentano l'importanza del costante monitoraggio del rischio, mentre la tempestiva disponibilità delle informazioni è chiaramente necessaria se si vuole gestire i rischi in modo proattivo. Dopo aver assegnato un rating alle nostre aziende creditrici sui parametri indicati precedentemente, aver valutato se idonei o meno ad usufruire di un fido commerciale e l’importo di tale fido, occorre andare a capire se l’azienda opera entro un limite di rischio di credito accettabile o meno, ed effettuare scelte strategiche in merito.

Le analisi indicate nel precedente paragrafo utilizzate per definire la griglia della valutazione dei clienti e quindi, dell’intero portafoglio crediti dell’azienda, sono alla base per poter capire il livello di rischio di credito, ma anche del possibile rischio di liquidità, cui l’azienda può essere esposta sia nel breve che nel medio periodo.

Una volta accertato tale livello e determinato se supera o meno il risk appetite determinato dalla strategia aziendale occorre prendere delle decisioni, o per ricondurlo ad un livello accettabile se superiore, oppure per mantenere i risultati raggiunti.

Il rischio complessivo di portafoglio occorre relazionarlo a livello di clienti o gruppi di clienti, e una volta determinato il rischio viene delimitato o trasferito attraverso la definizione del livello massimo di esposizione possibile, delle modalità e dei termini di pagamento piuttosto che delle garanzie e clausole contrattuali che permettano l’espansione delle vendite senza compromettere, ed anzi migliorando, la redditività nel suo complesso.

Come tutte le scelte di risk response dopo aver calcolato l’esposizione al rischio e stabilito se minore o maggiore del risk appetite occorre determinare le alternative possibili in termini di costi/benefici, valutazione del rischio residuo e decidere entro quale direzione muoversi.

Riprendendo la matrice di rischio utilizzata per calcolare il fido massimo applicabile ad ogni cliente, e considerando che il rating interno corrisponde ad un determinata perdita attesa stabilita in base alle serie storiche dei dati dell’azienda e delle altre aziende operanti nel settore, possiamo utilizzarla anche per capire le possibili strategie da adottare:

Matrice limiti di rischio Retail Small Business Fatturato fino a 5mln € Middle Corporate Fatturato tra 5e 50mln € Large Corporate Fatturato superiore a 5mln € Rating A — Rating B — Rating C — Rating D — Rating E

Le strategie possibili che il credit manager avrà a disposizione per poter gestire in modo ottimale l’area crediti saranno essenzialmente:

- accettare il rischio; - evitare il rischio; - ridurre il rischio; - trasferire il rischio.

Per quei crediti che si ritiene siano ritenuti accettabili, ovvero successivamente all’analisi di cui sopra si ritiene siano in linea con la strategia aziendale, ovvero nel caso dei crediti si tratta di clienti con un buon margine di profittabilità, con uno scaduto in essere fisiologico e non patologico, con buone prospettive derivanti dall’analisi del mercato di riferimento il credit manager dovrà accettare il rischio, in quanto rientra nel risk appetite stabilito a livello strategico, e procedere a monitorarli.

R at in g in te rn o Dimensione / tipologia cliente Accettare Evitare Ridurre Trasferire

La strategia di riduzione, invece, può essere ottenuta mediante una buona selezione in primis della clientela che si decide di affidare ed in inoltre del fido massimo accordabile, in base ad elementi certi, precisi ed oggettivi circa la loro solvibilità.

La solvibilità della clientela risulta essere determinante anche per la tipologia di tempi e metodi di pagamento che si sceglie di mettere loro a disposizione, in modo tale da ridurre il periodo di esposizione al rischio e il grado dello stesso.

Uno strumento sempre di riduzione del rischio di credito riguarda la capacità del credit manager di monitorare la customer satisfaction e di ridurre la possibilità che si verifichino ritardi relativamente all’emissione della fattura di vendita e delle relative scritture contabili.

Molto spesso, infatti, si assiste a dei ritardi da parte dei clienti non per loro diretta volontà ma dovuti a disguidi nella merce ordinata, ad un servizio reso insoddisfacente come anche al mancato ricevimento della fattura di acquisto, oppure la mancata contabilizzazione di un incasso già ricevuto.

Rivedere il processo di gestione del cliente, assieme al post vendita e al responsabile amministrativo per rimuovere tutte le possibili cause che possono portare ad un allungamento non fisiologico dei tempi d’incasso, rientra nella sfera di riduzione del rischio di credito.

Di supporto alla scelta di riduzione del rischio di credito, anziché procedere al suo trasferimento, sono un adeguato sistema di indicatori e reporting, affinché l’azienda percepisca ed abbia una pronta reattività ai segnali di dissesto emessi dalle aziende debitrici.

Anche il ricorso ad agenzie specializzate al recupero del credito, soprattutto se questo è molto parcellizzato, è una forma di riduzione del rischio. Perché il rischio non si può eliminare completamente, per cui nonostante le procedure di identificazione, gestione e monitoraggio del credito è comunque fisiologico che una percentuale di esso possa entrare a far parte dei cosiddetti non performing loans. In tal caso è opportuno continuare a gestire in modo ottimale tale situazione, o all’interno dell’azienda o in outsourcing. Ciò dipenderà dalla tipologia di crediti che l’azienda ha in portafoglio, dal loro importo medio per singolo debitore, dal tipo di prodotto/servizio offerto dal mercato in cui opera, e dal tipo si struttura organizzativa che negli anni si è sviluppata. Ovviamente ciò non significa che non possa con il tempo essere implementata una struttura che in anni passati non fosse presente.

Ridurre il rischio significa anche stabilire all’interno della credit policy dei limiti dei credito da concedere ai cliente in relazione al rating e al tipo di fatturato, diversificando in questo modo gli impieghi, oltre a individuare, non solo a fine anno, ma periodicamente che l’importo accantonato al fondo svalutazione crediti sia coerente e il linea con il rischio di credito dell’intero portafoglio aziendale. Tutto ciò è possibile verificarlo, sulla falsa riga di quello che accade all’interno degli istituti di credito, attraverso analisi di scenario o stess testing in modo da verificare la nostra copertura o meno al variare ad esempio delle condizioni economiche e quindi dei DSO dei nostri clienti, ad un calo del fatturato, ecc.

Per quanto concerne il trasferimento del rischio questo può avvenire attraverso la richiesta di garanzie, oppure attraverso l’utilizzo di strumenti che il sistema finanziario mette a disposizione tra cui il factoring nella forma del pro-soluto, l’assicurazione del credito, la vendita tramite leasing, derivati come credit default swap, e per le aziende di maggiori dimensioni è possibile procedere anche attraverso la cartolarizzazione dei crediti in bonis.