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Capitolo IV: IL CONTESTO DI RIFERIMENTO E I CASI DI STUDIO

4.1 LUCIANO BARACHINI

4.1.1 L‟azienda e la storia

Luciano Barachini nel 1973 fonda a Vicopisano la Luna s.r.l. con un obiettivo ben preciso: produrre scarpe da donna di fascia alta ma a prezzi non eccesivi. Negli anni l‟azienda, oltre che nelle calzature, si è specializzata anche nella produzione dei relativi accessori. Fino al 2003 la produzione è stata 100% made in Italy, esternalizzando (esattamente dal 1989 al 2003) la parte relativa alla tomaia, suola e tacchi, che veniva fatta in cinque diverse fabbriche che erano state nel frattempo aperte in Ungheria, per un totale di 1100 dipendenti. Iniziò così una produzione “mista”, dove da un lato vi era il reperimento e la spedizione delle materie prime dall‟Italia all‟Ungheria, e dall‟altro vi era la lavorazione nelle fabbriche ungheresi e il ritorno del semilavorato in Italia, dove veniva montato e rifinito per ottenere il prodotto finale. Attraverso l‟esternalizzazione di una parte del processo produttivo l‟azienda è riuscita ad ottenere dei benefici di costo, ma continuando a mantenere il riconoscimento del Made in Italy. Questa parentesi si chiude nel 2003 con l‟ingresso dell‟Ungheria nell‟UE, che ha comportato un innalzamento generale dei costi legati alla produzione, dunque la scelta strategica della delocalizzazione ungherese non risultava più conveniente. Il 2003 fu dunque il primo anno di svolta: con i primi segnali di crisi Barachini decise di affacciarsi sui mercati orientali, affidando la produzione ad un‟impresa da loro già conosciuta, avendo così il passaggio ad un‟azienda commerciale a pieno titolo. Il secondo anno di svolta è rappresentato dal 2007, anno del passaggio generazionale, in cui il figlio Marco fa il suo ingresso nell‟azienda di famiglia. Il problema iniziale è stato relazionarsi in modo giusto con il padre Luciano, personaggio forte e carismatico, avendo inconsciamente paura del confronto e di arrivare in azienda e non saper fare. La decisione di Marco di entrare in azienda è stata in qualche modo indotta dal padre perché, se non fosse entrato il figlio, avrebbe smesso di lavorare in azienda. Questo pensiero ha sicuramente influenzato il figlio, portandolo ad assumere il controllo dell‟azienda. Sotto questo punto di vista il

passaggio generazionale è stato praticamente automatico, in quanto per i primi due anni Marco ha sviluppato una parte che in azienda non c‟era, la parte marketing e quella commerciale, mentre il padre ha continuato ad occuparsi della parte legata all‟industria. Mancava la parte legata al marketing e alla commerciale perché l‟azienda ha sempre vissuto sul rapporto qualità-prezzo e sulla conoscenza del marchio nel settore, soprattutto dal punto di vista del negoziante. Con l‟ingresso del figlio Marco in azienda si è operata una suddivisione dei compiti del tutto naturale: il figlio si occupava della parte commerciale e del marketing, mentre il padre continuava a curare il campionario e si occupava dello stile, senza curare il lavoro dal punto di vista tecnico. “Lui era il creativo, il frontman dell‟azienda, aveva quel qualcosa in più dal punto di vista stilistico”(Marco Barachini).

Grazie ai suoi studi e alla sua volontà di innovare l‟azienda, Marco Barachini ha cercato fin da subito di arricchire e perfezionare gli articoli che venivano prodotti, creando delle calzature che fossero ancora più fashion e ricercate. È in questo momento che nasce l‟idea della scarpa gioiello, che ancora oggi simboleggia la Luciano Barachini. Prima difatti non curavano questo tipo di produzione, ma grazie a questa scarpa sono diventati un‟azienda riconoscibile dal top product studiato accuratamente dal padre, che ha reso il sandalo gioiello una scarpa calzabile e confortevole al massimo. Questo articolo può essere considerato come l‟eredità del punto di passaggio, in quanto il padre Luciano attraverso questa scarpa ha fornito al figlio lo strumento per poter comunicare il nuovo volto del marchio, dando la possibilità di investire in qualcosa di diverso rispetto a prima. Il padre Luciano, al momento del subentro del figlio Marco, gli ha lasciato un margine di operatività estremamente alto. In questo senso il rapporto con il padre è fondamentale in quanto, nonostante l‟estrema discrezionalità lasciata a Marco, si confrontano continuamente facendo leva soprattutto sull‟esperienza del padre. Dal punto di vista manageriale e contabile, invece, si appoggia alla madre. Data la piccola dimensione dell‟azienda, si sono creati dei rapporti fiduciari molto importanti, non tanto basati sulla qualificazione del personale ma sull‟essere multitasking, in modo tale da saper fare bene quante più cose possibili. Sotto tutti i punti di vista si tratta di un‟azienda che negli anni si è rivoluzionata tanto, però adesso è un po‟ tornata a quello che era. A questo proposito Marco Barachini afferma: “L‟ho evoluta e l‟ho dopo involuta perché oggi credo che la visione giusta dell‟azienda sia quella della flessibilità”. Durante il passaggio generazionale sia il padre che i dipendenti che già

lavoravano in azienda hanno supportato e aiutato il figlio Marco ad inserirsi, seguendolo su piani diversi. Da un lato il padre per il punto di vista creativo, dall‟altro i dipendenti che lo hanno supportato dal punto di vista operativo.

Adesso che l‟azienda è completamente nelle mani del figlio Marco, nonostante vi sia ancora la presenza del padre a seguirlo, i modelli non vengono disegnati da lui; la sua capacità consiste nel creare delle collezioni captando quelle che sono le esigenze del mercato, affidandosi poi agli stilisti che disegnano. A partire dal 2012 Marco Barachini ha iniziato a seguire le aziende che producevano per loro in Cina, operandovi una riorganizzazione per rendere l‟azienda ancora più commerciale, modificando l‟approccio utilizzato dal padre, proprio della fabbrica. La spinta commerciale data da Marco è dovuta alla decisione di produrre in tutto il mondo in base al tipo di scarpa che si deve fare; cioè in base alla scarpa che intendono produrre si sceglie il Paese economicamente più conveniente, senza rinunciare ai livelli qualitativi. Oggi l‟azienda è ancora più snella perché è stato diminuito il personale tecnico, delegando questi compiti alle fabbriche. Dal punto di vista qualitativo non vi è stata nessuna conseguenza, si tratta solo di un approccio totalmente diverso rispetto al precedente.

Gli elementi di successo dell‟azienda sono cambiati durante il passaggio generazionale, ma in realtà il cambiamento è stato operato dal fondatore Luciano e non, come si potrebbe pensare, dal figlio Marco. Il successo è stato da sempre dettato dall‟ottimo rapporto qualità-prezzo e da articoli “veloci”, cioè pratici, che non avevano bisogno di tempi lunghi per essere capiti e apprezzati dalla clientela. Altri fattori di successo sono riscontrabili nel fatto che si parla di un‟azienda seria e riconosciuta, con una conoscenza del marchio da parte del negoziante, che è sinonimo di qualità. Negli anni è stato comunque il fondatore che si è voluto evolvere e cambiare: fino al „94/‟95 l‟azienda era conosciuta con il marchio Fior di Luna, ma da quel momento il fondatore lo ha voluto spostare sul suo nome, Luciano Barachini, perché l‟esigenza dettata dal mercato era quella. Insieme al nome del marchio ha cambiato un po‟ anche la linea di prodotto, cercando di offrire articoli più fashion. Quindi, in sostanza, da solo è riuscito ad operare un riposizionamento del prodotto riuscendo ad arrivare alle vetrine più importanti delle grandi città, obiettivo desiderato da sempre. Altro punto di forza, data la piccola dimensione e l‟elevata flessibilità, sta nel non proiettarsi e cercarsi di vedere tra dieci anni ma, vivere l‟azienda giorno per giorno. Questo potrebbe sembrare paradossale, però effettuare una programmazione per dieci anni in un contesto mutevole, con

strategie in continuo cambiamento e tecnologie che migliorano di anno in anno, potrebbe rivelarsi non così giusta come si crede. La flessibilità che è stata più volte richiamata come punto di forza, è stata in qualche modo indotta naturalmente in quanto i dipendenti che hanno lavorato in Barachini fin dall‟inizio, nel momento in cui sono arrivati all‟età pensionabile, non sono stati riassunti; si è deciso quindi di non licenziarli, ma le figure che non servivano più all‟interno dell‟azienda, nel momento in cui sono andate in pensione, non sono state più riassunte.

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