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Il caso dell’Azienda Ulss n

3.1 L’Azienda Ulss

In questo primo paragrafo riporto sinteticamente alcune informazioni sulla storia e organizzazione dell’Azienda oggetto di studio perché ritengo opportuno descrivere il quadro generale entro cui si realizzano i processi presi in esame senza soffermarmi, d’altronde, su un’eventuale dialettica tra le due dimensioni. A tal fine ho consultato l’ultimo atto aziendale disponibile tra i documenti accessibili al pubblico tramite il sito ufficiale; la fonte è quindi interessante perché restituisce il punto di vista di chi ricopre un ruolo di massima responsabilità:

La filosofia del cambiamento consiste principalmente nel disegnare il futuro in modo coerente, integrare le professionalità e le strutture, stimolare la programmazione regionale. La direzione da seguire, per governare un sistema complesso, consiste nel definire gli obiettivi e nel condividere le strategie e consente di lavorare oggi per porre le basi dei risultati di domani.

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Sempre nell’introduzione, si fa riferimento all’evoluzione del paradigma biomedico ed agli sforzi nel progetto di concentrare i servizi sanitari in una stessa area mettendo in stretta relazione strutture ospedaliere e territoriali così da aprire le porte, si afferma, ad un’integrazione più ampia con il territorio da un lato ed il luogo deputato alla cura e la salvaguardia della salute dall’altro, come unica trama dello stesso tessuto culturale e sociale:

Come non esiste un limite netto tra salute e malattia, così non esiste un limite netto tra prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione e non esiste un limite netto tra vita normale e vita da ammalato. Entrambe necessitano degli stessi riferimenti familiari, sociali, affettivi e in alcuni casi anche lavorativi. Il contesto in cui si vive è sempre lo stesso: quello sociale e ambientale in cui la persona è identificata con il proprio nome, con la propria dignità, con le proprie relazioni e la propria storia. E’ su questa certezza che pone le basi il progetto Cittadella della Salute: luogo che prima ancora di essere l’insieme aggregato di tutte le strutture che forniscono servizi sanitari, è la continuità dei riferimenti che si hanno nel contesto della vita quotidiana.

Scritto in neretto sull’Atto, il Progetto Cittadella della Salute ha però suscitato i malumori di parte della cittadinanza che denuncia un certo autoritarismo e una scarsa trasparenza nelle scelte soprattutto in merito all’operazione tecnica di finanziamento, altrimenti chiamata “project financing”. A questo poi si aggiunge il fatto che sullo sfondo della Cittadella sanitaria c’è anche l’indagine sulle tangenti per il Mose. Tra gli altri è finito agli arresti anche Roberto Menuguzzo, già amministratore delegato di Palladio Finanziaria e alla testa del gruppo finanziario che si era aggiudicato l’appalto della Cittadella.

Dopo queste premesse, il documento illustra alcuni dati essenziali per presentare l’Azienda: il territorio comprende 37 Comuni, una popolazione di oltre 420 mila abitanti che formano quasi la metà dei residenti nella Marca trevigiana, un bacino di utenza provinciale e sopra provinciale.

L’organizzazione aziendale contempla l’esistenza delle tre strutture tecnico-funzionali sanitarie e sociali: l’Ospedale, il Distretto Socio Sanitario, il Dipartimento di Prevenzione.

L’Ospedale si articola in due Presidi ospedalieri: Treviso, dotato di circa 1000 posti letto, classificato come Ospedale hub, a valenza provinciale per la provincia di Treviso e, per specialità non presenti, anche per la provincia di Belluno, punto di attrazione riconosciuto per numerose discipline e centro di riferimento generale per altre; Oderzo con circa 180 posti letto, classificato come Ospedale nodo di rete, con funzioni per acuti, anche sede di verifica di modelli organizzativi da estendere all’intero quadro aziendale. Completa l’offerta ospedaliera pubblica l’Ospedale di Motta di Livenza158

, riconosciuto come Ospedale di rete monospecialistico riabilitativo di riferimento regionale, con 150 posti letto.

158 Durante un’intervista, un delegato della Cgil si soffermò sull’Ospedale di Motta di Livenza, a suo dire un caso da

approfondire: L’Ospedale di Motta di Livenza era un ospedale dell’Ulss, poi c’è stata tutta una serie di normative che

prevedevano la chiusura di alcuni ospedali ed uno di questi era quello di Motta. Invece di chiuderlo è stato trasformato in un centro riabilitativo; praticamente è diventata una società mista, quindi Ulss-Comune-Privato, con percentuali che nel tempo sono cambiate e lì è stato assunto un bel po’ di personale privato!

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Poi troviamo la Struttura tecnico-funzionale Distretto articolata in quattro Distretti socio-sanitari, ora ridisegnata in due Distretti (Nord e Sud) che interessano le seguenti aree territoriali: Treviso, Paese-Villorba, Mogliano Veneto e Oderzo.

Il distretto socio-sanitario è l’articolazione dell’Azienda quale organizzazione che opera nel campo della solidarietà sociale, dell’assistenza e della riabilitazione, finalizzata a realizzare l’integrazione tra i servizi sanitari, socio-sanitari e socio-assistenziali, in modo da assicurare una risposta coordinata e continua ai bisogni socio-sanitari della popolazione. L’integrazione si intende riferita anche agli ambiti istituzionali (es. i Comuni), agli ambiti professionali (es. team multi professionali) e tra la dimensioni sociale e sanitario con particolare riferimento alle aree ad elevata integrazione quali: anziani, disabili, salute mentale, dipendenza, area materno-infantile.

Completa il quadro delle strutture tecnico-funzionali sanitarie e sociali, il Dipartimento di Prevenzione che si caratterizza per una funzione specifica (promozione della salute, prevenzione degli stati morbosi, miglioramento della qualità della vita), mentre non di rado condivide con l’attività distrettuale spazi e risorse e si trova a fare i conti con nuove sensibilità espresse dalla comunità, specie in tema di salute collettiva, sicurezza sul lavoro e ambientale.

Alle strutture appena descritte si affianca l’area amministrativa comprendente i Servizi Tecnico Amministrativi, in un contesto – si legge – paritario di ripartizione delle responsabilità e di sostegno nell’andamento complessivo dell’Azienda, sulla base delle competenze professionali.