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III. Conversazione illustrata

III. 2. L’edizione con illustrazioni di Renato Guttuso del

Elio Vittorini e Renato Guttuso sono due personalità per certi aspetti molto vicine: entrambi siciliani di nascita, impegnati politicamente e culturalmente tesi a un discorso di avanguardia artistica.

138 G. Lupo, Vittorini Politecnico, cit. , p. 97. 139 Ibidem, p. 98.

Guttuso in effetti è sicuramente un’artista che attraverso la sua opera pittorica ha cercato di conciliare la verità e l’attualità storica, con uno stile prettamente realista e incisivo. Molti lavori rappresentano scene di vita rurali, soprattutto legate alla terra natia, la Sicilia, in un mondo contraddittorio e tormentato. Di conseguenza i personaggi rappresentati sono gente comune delle classi sociali più povere e oppresse, molto spesso sopraffatta dall’ingiustizia.

In un intervista a Mario Farinella, apparsa su <<L’Ora>> di Palermo, così il pittore ricorda Vittorini:

A Milano conobbi Vittorini e abitammo per due stagioni nella stessa pensioncina a Bocca di Magra: lui allora era un corriere del PCI, viaggiava con la valigetta piena di manifesti e di stampa clandestina, correva l’Italia e scriveva Conversazione in Sicilia.

Fu sulla scia di quel libro rivoluzionario e riecheggiandone il titolo, che dipinsi la mia Fucilazione in campagna, dedicata alla morte di Garcìa Lorca, ucciso in quegli anni dai fascisti spagnoli.140

In pratica la lettura di Conversazione influenzò fortemente il pittore siciliano tanto da spingerlo alla composizione del sopracitato quadro e sicuramente stimolò l’idea di una possibile illustrazione del romanzo.

Lo stesso Vittorini giudicava positivamente il modo di Guttuso di illustrate libri come si evince da questo passo del Politecnico in cui fa riferimento all’illustrazione di Addio

alle armi di Hemingway:

Esistono due buoni modi di illustrare un libro: corrispondere al suo linguaggio, al suo stile, o interpretare il fondo con un istinto da rabdomante che trova ciò che lo scrittore stesso non poteva sapere d’aver detto. Nell’illustrare Addio alle armi di Hemingway, Renato Guttuso ha seguito questo secondo modo e il risultato ci sembra bellissimo.141

140 M. Farinella, Intervista a Renato Guttuso, <<L’Ora>>, Palermo, 11 febbraio 1971.

141 E. Vittorini, Frederic Henry e Catherine Barkley. Personaggi di Hemingway e di Guttuso, in <<Il

Tuttavia sebbene i due artisti siciliani si conoscessero personalmente e si stimassero reciprocamente sappiamo che la progettazione di Guttuso, risalente al 1941 e protratta fino al 1943, non andò in porto.

Elio Vittorini si occupò dell’opera stessa del pittore siciliano, prima nella monografia

Disegni di Guttuso del 1942, poi parzialmente ripresa in Diario in pubblico ed infine nel

volume dedicatogli nel 1960.

In ciascuno di questi volumi non c’è assolutamente traccia di queste illustrazioni o di questo progetto per una nuova veste di Conversazione in Sicilia.

I motivi di questo progetto irrealizzato sono tutt’ora sconosciuti sebbene Pautasso riferisce di aver appreso dal pittore stesso che questi aveva consegnato a Vittorini dei disegni, ma che poi non ne seppe più nulla, e li rivide solo in seguito quando degli amici glieli portarono per farli firmare.142

In pratica un incontro con Vittorini, a proposito della possibilità di illustrare il suo romanzo sicuramente c’è stato, ma per alcune ragioni ancora oscure esso non ebbe un esito immediato.

Interessante è il pensiero di Enzo Papa che ripensando ai due amici siciliani parla di una sorta di tacito accordo, di reciproco silenzio, quasi una rimozione del progetto.143

In ogni caso restano le prove materiali di questa volontà da parte di Guttuso d’illustrare

Conversazione ossia sedici disegni, prima portati a conoscenza del pubblico con una

mostra itinerante in Italia e all’estero, e poi col volume illustrato di Conversazione in

Sicilia edito nel 1986 a Milano da Rizzoli, con la collaborazione del Comitato di

gestione del Premio Letterario Viareggio e con il permesso alla stampa dei disegni inediti da parte dello stesso pittore.

Le illustrazioni, in bianco e nero, sono suddivise in ordine tematico come scrive G. Lupo:

La prima è dedicata a quel passo del prologo in cui si allude <<ai manifesti di giornali squillanti e ai massacri sui manifesti dei

142 S. Pautasso, Nota a conversazione in Sicilia, op. cit., p. 120.

giornali>>, la successive cinque si ispirano al viaggio in traghetto e in treno, le restanti dieci riguardano l’incontro di Silvestro con la madre.144

In pratica il lavoro illustrativo di Guttuso mira a ridurre il romanzo ai suoi aspetti nucleari, individuando i momenti fondamentali che scandiscono il romanzo vittoriniano e perciò insistendo sulla parte del viaggio verso casa e nell’incontro con Concezione. Sergio Pautasso nell’introduzione al volume sottolinea come Guttuso, scegliendo alcuni temi rispetto ad altri, abbia voluto dare maggior risalto alle situazioni realistiche rispetto a quelle allegoriche pittoriche.145

Le illustrazioni fanno riferimento soltanto alle prime parti del romanzo, in cui in effetti il livello simbolico – lirico ha una portata minore e pertanto l’impostazione realistica dell’immagine risulta in sintonia col testo stesso.

Inoltre dobbiamo ricordare che il lavoro di Guttuso non è stato affatto influenzato dalle fotografie dell’edizione del 1953 dato che esse sono databili posteriormente a questa edizione con la collaborazione del Crocenzi.

La chiave di lettura nelle due edizioni illustrate è diversa, sebbene in ogni caso abbia alcuni punti di contatto, poiché Guttuso insiste principalmente su un tipo di illustrazione pittorica che svolge la funzione di racconto per immagini mentre l’uso della fotografia di Vittorini svolge la funzione del racconto filmico.

In ogni caso, come detto, vi sono alcuni aspetti in parallelo nelle immagine delle due edizioni illustrate:

La seconda delle sedici, che cita il frammento del capitolo III sulla coppia di sposi, trova riscontro, per esempio, nelle foto dei due viaggiatori – un uomo e una donna – fotografati sul traghetto da Villa San Giovanni a Messina. La quarta rappresenta l’interno di uno scompartimento ferroviario con un finestrino che affaccia sui fichidindia: questo particolare non è presente nella didascalia di testo cui si rifà il disegno ma è comune alla foto che Vittorini colloca a conclusione del capitolo V.146

144 G. Lupo, Vittorini politecnico, op. cit., p.101.

145 S. Pautasso, Nota a conversazione in Sicilia, op. cit., p. 122. 146 G. Lupo, Vittorini politecnico, op. cit., p.102.

In altri casi invece la differenza è netta come per esempio la visione del nonno di Silvestro. Vittorini rappresenta questo personaggio emblematico con una fotografia di una statua, precisamente l’eroe Napoleone Colajanni, mentre Guttuso sviluppa il tema della sessualità mettendo in scena una coppia che si allontana, con l’intenzione di appartarsi, in campagna.

La critica si è divisa a proposito di questa edizione con illustrazioni di Renato Guttuso. Innanzitutto, a mio parere, questa edizione ha un alto valore artistico e culturale poiché l’incontro creativo, creato tuttavia a posteriori, tra Vittorini e Guttuso, ha prodotto un ottimo risultato e mi trovo concorde con Sergio Pautasso che sostiene che tale edizione:

Proprio per la presenza di un illustratore d’eccezione come Guttuso – la personalità emergente della pittura italiana in quegli anni – il quale era calato ben addentro alla materia vivente del romanzo per affinità di carattere e temperamento con il suo autore e per ragioni ideali e morali con il tema trattato.147

Ovviamente alcune riserve da fare a tale edizione concernono la volontà o meno di Vittorini di approvare una veste editoriale con queste illustrazioni. Tuttavia dato che non abbiamo chiari i motivi per cui il progetto non andò in porto fin dal principio, non possiamo ipotizzare un suo consenso o meno a posteriori.

Come già detto è indubbia la stima reciproca fra i due artisti e Vittorini, sia elogiando Guttuso sul Politecnico, sia dedicandogli delle monografie conferma di conoscere e apprezzare l’opera del pittore conterraneo.

I critici si sono espressi in maniera molto diversa per quanto concerne il valore delle illustrazioni di Guttuso in rapporto al testo del romanzo.

Il più favorevole, come già annunciato, è Sergio Pautasso che sempre nella famosa nota così si esprime:

Anche dove la pagina vittoriniana si fa tesa per l’addensarsi dei simboli, Guttuso ha saputo sfoderarla dalla carica allusiva per

riproporre con la rappresentazione disegnativa la realistica essenza originaria. Il tratto del suo disegnare, come possiamo vedere, non risulta affatto impoverito rispetto al tono alto della scrittura vittoriniana, è la densità che è diversa.148

In pratica viene lodata la straordinaria capacità di rappresentazione di Guttuso a livello tematico. Il pittore si allontana dalla carica allusiva perché per lui il romanzo è, a differenza della famosa nota cautelativa, veramente uno spaccato della Sicilia.

La Sicilia di Guttuso non è un luogo mitico-archetipico, non è la scena universale dove si svolge il dramma umano, ma è la sua terra, una terra che è prevalentemente solo Sicilia, con i contadini malati, le case buie ed essenziali, i fichi d’india in mezzo a paesaggi desolati.

Ecco allora una realtà cara a Guttuso, siciliano di nascita e pittore di quel mondo rurale, che ha visto nel romanzo la possibilità di illustrare quel mondo oppresso e desolato attraverso momenti di grande intensità poetica.

Di tutt’altra opinione invece è Giovanni Falaschi che considera le illustrazioni di troppo e semplificate poiché:

Il disegno di Guttuso si rivela banale e molto più realistico ( neorealistico ) della fotografia: manca il gioco delle sfumature di grigio, il contrasto ombra – luce e nero – bianco; il pittore subordina ad esso [ il testo ] la propria invenzione grafica col risultato di renderla superflua.149

Io mi trovo più concorde con una visione positiva e di sintesi di questa edizione del 1986 poiché riprendendo le parole di Natale Tedesco:

Se figure e luoghi di Vittorini sono simbolici e quelli di Guttuso affondano in una terrestrità più radicata, la rappresentazione di

148 S. Pautasso, Nota a conversazione in Sicilia, op. cit., p. 122-123. 149 G.Falaschi, Introduzione a Conversazione in Sicilia, op. cit., p.12.

ambedue mira a configurarsi con quell’ “in più”, che vittorinamente e guttusianamente la renda “due volte reale”.150

Inoltre la stampa del 1986 ha sicuramente un valore simbolico, è da considerarsi un omaggio a Elio Vittorini, morto vent’anni prima e soprattutto ha permesso il recupero di opere di Guttuso che altrimenti sarebbero rimaste ignorate.

A livello di impostazione editoriale la scelta è stata quella di una distinzione fra romanzo scritto e illustrazioni che occupano un proprio spazio autonomo e separato ma che sono “collegate” al testo tramite i richiami in calce nella pagina destra.

Questa scelta è probabilmente motivata dall’intenzione dell’editore di non sovrapporsi, con proprie iniziative autonome, ai due autori di cui uno solamente vivente.

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