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Viene qui ripreso il livello delle “pratiche ambientali” presentato nel capitolo 1, relativo alla modalità con cui un’organizzazione implementa e rende visibile il suo orientamento ecologico attraverso le scelte strategiche e la performance.

A partire dagli anni ‘90, i temi della strategia e della performance ambientale hanno trovato ampio spazio nella letteratura economico-gestionale, focalizzata sul tentativo di definire modelli in grado di classificare le aziende in categorie o livelli, sulla base degli obiettivi ecologici perseguiti e della sensibilità ambientale mostrata. Gli approcci teorici ed empirici proposti hanno tuttavia evidenziato una gran varietà nel modo di concepire e misurare sia la strategia che la performance. In particolare, come sottolineato anche recentemente da Walls et al. (2011), sembra permanga una certa difficoltà nel delineare una chiara linea di demarcazione tra strategia ambientale e performance ambientale, due costrutti utilizzati spesso in maniera sovrapposta e confusa (Claver-Cortés, Molina-Azorín, Tarí-Guilló, & López-Gamero, 2005).

Nella mappa presentata nel capitolo 1, il livello delle pratiche ambientali ha distinto “le pratiche che ci si aspetta migliorino la performance” dagli aspetti legati agli outcome, relativi alla “misurazione dei risultati e degli impatti che possono essere attribuiti a miglioramenti nei processi di business dell’azienda” (Fiskel et al., 1999, p.4).

Nella presente ricerca si riprende questa distinzione, differenziando la strategia ambientale, definita come “l’integrazione delle questioni ecologiche all’interno dei piani strategici dell’azienda” (Banerjee, Iyer, & Kashyap 2003, p. 106), dalla performance ambientale,

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relativa agli output dell’impegno ecologico dell’azienda, e definita quindi come “gli effetti dell’attività dell’azienda sull’ambiente naturale” (Klassen & Whybark, 1999).

4.2.2 L’identità organizzativa green

L’identità organizzativa è un insieme di credenze circa ciò che è più centrale, durevole e distintivo di una organizzazione (Albert & Whetten, 1985). Ogni organizzazione ha bisogno di sviluppare una propria identità per poter interagire efficacemente con gli stakeholders, sia interni che esterni (Albert, Ashforth & Dutton, 2000). Rispetto agli stakeholders interni, in particolare, l’identità funziona come un potente schema cognitivo, in grado di aiutare le persone a dare senso a quello che fanno, influenzandone dunque le interpretazioni e le azioni (Dutton & Dukerich, 1991).

Con riferimento alle tematiche ecologiche, l’identità green influenza le interpretazioni collettive rispetto al tema della SA, il commitment dei lavoratori su tale tema e dunque la loro propensione a mettere in atto comportamenti positivi verso l’ambiente (Fernandez et al., 2003; Gioia & Thomas, 1996). L’identità organizzativa green appare dunque un concetto utile per cogliere il grado in cui l’orientamento ecologico dell’azienda viene riconosciuto e legittimato da parte dei membri dell’organizzazione. In aggiunta, tale costrutto può essere inteso come il livello razionale e consapevole della cultura organizzativa, considerando quest’ultima come il “materiale tacito” da cui l’identità origina (Hatch & Schultz, 2002). Nel presente studio, si fa riferimento a Chen (2011) nel definire l’identità organizzativa green come “uno schema interpretativo riguardo la gestione e salvaguardia ambientale che i membri dell’organizzazione costruiscono collettivamente in modo da dare un significato ai loro comportamenti” (p.388).

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4.2.3 Gli atteggiamenti verso la SA e la sua promozione

Secondo Banerjee et al. (2003), per caratterizzare il commitment green delle aziende è importante considerare il modo in cui le questioni ecologiche vengono interpretate da parte di chi è responsabile delle scelte strategiche dell’azienda.

In generale, se si vogliono comprendere le risposte organizzative a una particolare tematica, è importante considerare gli atteggiamenti delle funzioni che esercitano “potere” rispetto alla questione oggetto di interesse (Daft & Weick, 1984).

Nel caso della SA, l’engagement dell’azienda dipende dalle scelte del top management e delle posizioni con funzione strategica rispetto alla gestione ambientale dell’azienda, di solito afferenti alla funzione qualità/ambiente/sostenibilità.

Nel tentativo di caratterizzare l’impegno green delle aziende, è dunque importante considerare come tali ruoli percepiscono la SA e, in particolare, come percepiscono la fattibilità del suo perseguimento da parte dell’azienda per cui lavorano.

Un tale tipo di atteggiamento relativo al rapporto impresa-SA appare poco esplorato in letteratura; quest’ultima si è principalmente focalizzata sul tentativo di caratterizzare l’atteggiamento ecologico in termini di valori ambientali individuali o di individual

environmental concern (e.g. Dietz et al., 1998; Schultz, Oskamp, & Mainieri, 1995; Nordlund

& Garvill, 2002).

Nella presente ricerca, l’atteggiamento verso la SA è stato invece concettualizzato come l’orientamento positivo o negativo verso la fattibilità del perseguimento della SA da parte dell’azienda.

4.2.4 I comportamenti di cittadinanza organizzativa verso l’ambiente

Un ulteriore costrutto considerato nella presente indagine enfatizza il livello della performance ecologica individuale.

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Come è stato sottolineato nella rassegna del capitolo 1, negli ultimi anni alcuni autori hanno rivolto la loro attenzione a forme di comportamento discrezionale e volontario che i lavoratori possono mettere in atto per contribuire in maniera positiva agli sforzi ambientali perseguiti dall’azienda. Nello specifico, il costrutto di “comportamento di cittadinanza organizzativa” è stato esteso al caso della SA, coniando il termine di “comportamento di cittadinanza organizzativa verso l’ambiente” (OCBE) (e.g. Boiral & Paillé, 2012; Daily, Bishop & Govindarajulu, 2009; Jackson & Seo, 2010).

Gli OCBE riflettono l’inclinazione a cooperare con l’azienda nel perseguimento della SA, mettendo in atto dei comportamenti che vanno oltre le mansioni formali e che sono di beneficio per l’ambiente naturale.

Tale concetto sembra dunque particolarmente utile per cogliere come l’orientamento ecologico dell’azienda sia rintracciabile al livello dei comportamenti individuali.

Nel presente lavoro si fa riferimento alla definizione di OCBE come una forma di "comportamenti discrezionali, messi in atto dai membri di una organizzazione, che non sono ricompensati o richiesti e che sono diretti verso miglioramenti ambientali" (Daily et al., 2009, p. 249).