3.1 L’adolescenza: un fenomeno psico-sociale
3.1.2 L’età dei cambiamenti
Alla luce degli studi sull’adolescenza presentati nei precedenti paragrafi, che rilevano la complessità della materia e la differenziazione di prospettive al suo interno, il quadro di riferimento che verrà di seguito proposto, rispetto ai fattori che influenzano la variabilità della periodizzazione e della durata della fase adolescenziale, oltre che la variabilità delle caratteristiche e dei compiti di sviluppo che la contraddistinguono, è da intendersi come il risultato di una semplificazione e relativo per lo più alla società postmoderna occidentale. Nonostante l’obiettivo sia di rappresentare la complessità sociale, data dalla compresenza di modelli culturali anche molto differenti tra loro, per presentare un modello di riferimento comprensibile è necessario ricorrere a
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semplificazioni. Sarà quindi opportuno osservare il modello in modo critico, per non ricadere in generalizzazioni fuorvianti.
Per una collocazione temporale, si può affermare che il periodo dell’adolescenza si colloca in genere tra gli 11 e i 18 anni209, anche se, come detto precedentemente, la
periodizzazione e la durata potrebbero differenziarsi a livello individuale ed anche a seconda dei diversi microcontesti socio-culturali di riferimento. I fattori che contribuiscono a modificarne la variabilità, interagendo tra loro, sono principalmente di due tipologie: i fattori universali, di natura biologica ed i fattori individuali, di natura psicologica e sociale.
I fattori biologici, definiti “universali” perché tendenzialmente accomunanti tutto il genere umano, consistono nelle modificazioni fisiche e sessuali che avvengono nel corpo dei soggetti nella fase della preadolescenza. L’insieme di questi aspetti ed il loro processo di cambiamento può essere definito con il termine “pubertà”210.
Manifestazioni tipiche della pubertà sono il rapido accrescimento fisico, lo sviluppo degli organi riproduttivi, la crescita dei peli pubici, per le ragazze il menarca e la comparsa del seno e per i ragazzi l’abbassamento della voce e la comparsa di peluria sul volto.
Rispetto all’età di inizio della pubertà le ragazze sono generalmente più precoci dei ragazzi, di un anno e mezzo o due. Ad ogni modo, questa periodizzazione è molto variabile e, rispetto a questa collocazione indicativa, almeno un 10% dei soggetti presenta precocità o tardività. In questi casi il discostamento rispetto alla media potrebbe essere causa di disagio per i soggetti interessati, con conseguenze sul livello
209 Vianello, R. (2004). Psicologia dello sviluppo: infanzia, adolescenza, età adulta, età senile.
Bergamo: Junior
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di autostima, sul grado di accettazione sociale e sull’adattamento psicologico degli individui.
Le ricerche di Speltini (2005)211 rilevano come la maturazione precoce può essere
vissuta dai ragazzi come un fattore positivo e portare all’aumento della fiducia in sé, della responsabilizzazione, dell’assunzione di leadership. Nelle ragazze invece può essere un fattore ambivalente: se da un lato può indurre aumento di sicurezza in sé ed indipendenza, dall’altro può creare un conflitto tra lo stadio di sviluppo fisico e quello psicologico, inducendo comportamenti di tipo antisociale.
Diversamente, la maturazione tardiva nei ragazzi può provocare problemi di adattamento, conseguenti al confronto con i coetanei e dare luogo ad ansie e problemi di autostima. Nelle ragazze, invece, si rileva che il ritardo nello sviluppo fisico e sessuale è correlato ad un buon livello di autostima e di equilibrio psicologico e concede maggiore tempo allo sviluppo intellettuale.
In entrambi i casi, i costi adattivi che possono conseguire alla precocità o alla tardività nello sviluppo fisico e sessuale, possono riflettersi sulle prestazioni scolastiche, sommandosi ad altri eventi stressanti di questo periodo del ciclo di vita.
Le ricerche di Speltini (2005) dimostrano come i cambiamenti fisici e sessuali sopra descritti non si esauriscano da un punto di vista biologico, bensì interagiscano con fattori psicologici e sociali e siano alla base degli stessi.
Rispetto ai fattori psicologici in gioco, Piaget (1955)212 sottolinea l’importanza, nella
fase adolescenziale, del processo di sviluppo cognitivo, che in questa fase della vita
211 Speltini, G. (2005). Adolescenza, cambiamento e ricerca di sé. In G. (. Speltini, Minori, disagio e
aiuto psicosociale (p. 47-88). Bologna: Il Mulino
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è caratterizzato dalla strutturazione del pensiero formale. Il pensiero formale permette di condurre ragionamenti logicamente corretti, senza ricorrere necessariamente ad un dato riferito alla propria esperienza personale. Secondo Piaget (1955)213 questa
competenza si rivela fondamentale rispetto agli obiettivi adolescenziali di inserimento sociale, nella misura in cui permette ai soggetti di produrre riflessioni che prescindano dalla dimensione della realtà e del presente, ma si espandano ad un livello anche astratto, filosofico e di produzione di teorie sociali.
In relazione allo sviluppo cognitivo degli adolescenti, Buday (2010)214 riprende
Fonagy (2001)215 parlando di sviluppo della funzione riflessiva, individuando in essa
la capacità dei soggetti di rappresentazione del sé che pensa e che sente, oltre alla possibilità di comprensione delle caratteristiche psicologiche degli altri soggetti. In questo senso la funzione riflessiva permette ai soggetti di distinguere la realtà interna da quella esterna, sviluppando le competenze di autoriflessione e di relazione interpersonale.
La funzione riflessiva, che si esprime nel “pensiero riflessivo”, permette inoltre di sviluppare la competenza meta-cognitiva, ovvero la capacità di riflettere sulle stesse modalità personali di ragionamento, di divenire consapevoli rispetto alle stesse e di giungere a determinare una modalità propria di pensiero.
Ne consegue che lo sviluppo del pensiero riflessivo, nei soggetti adolescenti, riguarda anche la capacità argomentativa formale e fornisce quindi la possibilità, come nel caso del pensiero formale, di raggiungere un importante obiettivo di inserimento
213 Piaget J., I. B. (1955). De la logique de l'enfant à la logique de l'adolescente. Paris: P.U.F 214 Buday, E. (2010). Imparare a pensare. Funzione riflessiva e relazioni in adolescenza. Milano:
FrancoAngeli
215 Fonagy,P., Target,M. (2001), Attaccamento e Funzione Riflessiva: Selected papers of Peter
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sociale: quello di poter sostenere una conversazione anche con soggetti adulti, come i genitori, argomentando le proprie idee e i propri punti di vista ed essendo così legittimati come interlocutori “alla pari”.
In relazione al processo di sviluppo cognitivo, come osserva Vianello (2004)216, si
può affermare che, in generale, lo sviluppo del pensiero riflessivo sia fondamentale per le/gli adolescenti rispetto allo svolgimento di alcuni fondamentali compiti di sviluppo (che sono presentati nel paragrafo successivo), quali il porsi su un piano di uguaglianza con gli adulti, l’elaborazione di un programma di vita futura, la modificazione e ridefinizione di alcuni aspetti sociali ritenuti inadeguati, che permetta l’inserimento attivo e non conformistico all’interno della società.
Dopo aver presentato i principali fattori biologici e psico-sociali che influenzano la variabilità della periodizzazione e della durata della fase adolescenziale ed aver evidenziato alcune interazioni tra questi fattori, come ad esempio i riflessi psicologici delle modificazioni fisiche e sessuali, e le differenze di genere nelle reazioni rispetto al manifestarsi precoce o tardivo delle stesse, nel paragrafo successivo verranno presentati alcuni dei principali compiti di sviluppo che caratterizzano la fase dell’adolescenza e le relative problematicità che essi comportano nel processo di sviluppo dei soggetti. La conoscenza di queste problematicità permetterà di meglio comprendere quali possano essere i bisogni più sentiti dai soggetti adolescenti, in modo da poter individuare, in un’ottica di pedagogia di genere, gli obiettivi più adeguati da prefissarsi in un percorso di educazione ai generi.
216 Vianello, R. (2004). Psicologia dello sviluppo: infanzia, adolescenza, età adulta, età senile.
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