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Capitolo 3 Oltre il programma Eco-Town

2. Le emissioni di gas serra

2.3 L’iniziativa cool-biz

Nel giugno 2005 il Governo guidato da Koizumi Jun’ichirō ha inaugurato

un’iniziativa denominata cool-biz. In inglese, cool significa “fresco”, mentre biz è l’abbreviazione di business. Essa consisteva nell’invitare le aziende ad abbassare a 28°C la temperatura dell’aria condizionata. Per lavorare in maniera efficiente a tale temperatura, ai lavoratori veniva consigliato di indossare abiti comodi e freschi, evitando giacche e cravatte. Da un sondaggio condotto dal MoE il 30 settembre 2005, risultò che, su un campione di circa 1200 persone intervistate, il 95,8% era a conoscenza di cool-biz. Su 562 persone, il 32,7% dichiarò che la temperatura dell’aria condizionata sul luogo di lavoro era più alta rispetto agli anni precedenti. Basandosi su questi risultati, il MoE calcolò che si sarebbero risparmiati 460.000 tonnellate di CO2, l’equivalente di quanto emesso da un milione di famiglie in un mese, e di proseguire con l’iniziativa33. Il 10 novembre 2006 il MoE pubblicò i

risultati di un nuovo sondaggio. Il 96,1% degli interpellati dichiarò di conoscere cool-biz. Secondo il 29,9% la temperatura dell’aria condizionata era aumentata a partire dall’anno precedente, mentre il 13,3% sosteneva che era aumentata a partire dall’anno corrente. Rispetto all’inizio della campagna cool-biz, l’emissione di CO2 era diminuita di 1.140.000 tonnellate. L’abbassamento di un grado dell’aria

condizionata aveva portato a una diminuzione di 1,85 volte delle emissioni di CO2 e al risparmio di 16,33 kWh di energia. Considerando anche la diminuzione di

emissioni nelle case, si arrivò a risparmiare 30,24 kWh34. Dal 28 maggio al 7 giugno 2009 fu effettuato un altro sondaggio riguardante l’iniziativa cool-biz. Su 2054

32Ibidem, p. 12

33

Pubblicazione del MoE, al link http://www.env.go.jp/en/press/2005/1028a.html

34Honnendō no “Cool biz” no Seika ni tsuite, 本年度の「COOL BIZ」の成果について

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persone intervistate in tutto il Paese, il 12,2% conosceva l’iniziativa nei dettagli, il 61,3% la conosceva in maniera generica ed il 18,2% l’aveva sentita nominare. In più, il 57% rispondeva che continuava a essere implementata sul luogo di lavoro35. Se cool-biz è un’iniziativa che può portare benefici all’ambiente, può provocare dei disagi al corpo umano. Per esempio, Jack Sayed, manager americano dipendente di un’azienda giapponese, ha dichiarato di essersi sentito come colpito da un’onda di calore quando è entrato nel suo ufficio a Tōkyō. Hirata Kozo, professore di fisiologia all’Università femminile di Kobe, ha studiato l’interazione tra pelle e vestiti. È giunto alla conclusione che 28°C possono essere una temperatura sopportabile solo quando si è nudi, fermi e se si è magri. Anche il più leggero dei vestiti può intralciare il meccanismo di raffreddamento naturale della pelle. Ogni tipo di attività fisica provoca un innalzamento della temperatura corporea. Essendo il grasso un isolante, un solo centimetro sottocutaneo può rappresentare un problema. Per le persone sovrappeso, 28°C sono una temperatura insostenibile. Tuttavia, è aumentata la pressione sociale per mantenere l’aria condizionata a basse temperature. La città di Shizuoka, per esempio, ha inaugurato un’attività di “spionaggio” per monitorare casi sospetti di eccessivo raffreddamento nelle aziende. Nonostante le “spie” non

esercitino autorità sulle aziende, molte di esse hanno abbassato la temperatura dei loro condizionatori dopo essere venute a conoscenza di questa attività. Un altro problema creato dall’iniziativa cool-biz è che i dipendenti delle aziende potrebbero non sentirsi a proprio agio quando si relazionano coi clienti. È il caso di Nishimura Masaki, dipendente di un’azienda di risorse umane di Tōkyō. Egli ha raccontato di non essersi tolto giacca e cravatta di fronte a dei clienti, nonostante fossero stati proprio questi a invitarlo a spogliarsene, a causa delle convenzioni sociali

giapponesi. Anche se le persone dovessero abituarsi a una temperatura pari a 28°C, potrebbe non essere sufficiente. Degli studi del METI hanno dimostrato che lo spegnimento temporaneo di un reattore nucleare porterebbe a un aumento della domanda di energia elettrica. Nel periodo estivo, attività come fabbriche di metalli sarebbero costrette ad interrompere la produzione36. Una soluzione a questi problemi è rappresentata dai kuchofuku, commercializzati dall’azienda Meadownics. Si tratta di abiti che incorporano due ventilatori, i quali permettono la circolazione dell’aria all’interno del vestiario. I ventilatori favoriscono il meccanismo di sudorazione accelerando l’evaporazione del sudore. Questi ventilatori presentano un diametro di dieci centimetri e sono alimentati da batterie ricaricabili fabbricate con metalli non tossici (vedi figura 5). E la Meadownics non si è fermata qui. Ha infatti esteso la sua produzione a imbottiture per i letti e cuscini per le sedie37. Tra gli effetti di cool-biz

si annovera anche una diminuzione nella vendita di cravatte. Nel 2009, la vendita di cravatte è diminuita del 34% rispetto al 2004. Il 13 gennaio 2010, il Sindacato

35http://ids.itmedia.jp/print/executive/articles/0907/13/news042.html?fp=e4c818465367269ff6828489c73adc7602ce2ffaa374eb736e9916e86a50555e

&ac=e8cb9106baa7e37eb9feb877b9f0a27ddaf48b95ba02da49cbb3a8247ee7fec4&bpc=7438ba0398cf0cc0c19e281447c88893f58721bdb403c3c5be1 96d8171f03461

36 Sebastian MOFFET, Japan sweats it out as it wages war on air conditioning, 18 settembre 2007, al link http://yaleglobal.yale.edu/content/japan-

sweats-it-out-it-wages-war-air-conditioning

37 Erin Marie WILLIAMS, Company attempts air conditioning clothing, 2 ottobre 2007, al link

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Giapponese delle Cravatte ha recapitato al MoE una petizione per ottenere il ritiro di cool-biz38.

Figura 6: uno dei vestiti creati dalla Meadownics. Fonte: Erin Marie WILLIAMS, Company attempts air conditioning clothing, 2 ottobre 2007

2.3.1 Super cool-biz

Il primo giugno 2011 il governo giapponese inaugurò la campagna super cool- biz39. A causa dell’incidente occorso nella centrale nucleare di Fukushima in seguito al maremoto dell’11 marzo, si verificò una mancanza di energia. Il governo, dunque, decise di ridurre il consumo di energia elettrica del 15%. L’iniziativa super cool-biz è molto più restrittiva rispetto alla precedente. Essa ha portato cambiamenti molto significativi nella vita dei Giapponesi40. Oltre il

limite dei 28°C, alle aziende fu imposto di mantenere le finestre aperte, di oscurare le luci qualora usate al massimo e di spegnere gli ascensori. Inoltre, i lavoratori furono incentivati a presentarsi sul posto di lavoro con camicie

hawaiane, pantaloni corti e sandali41. Le imprese automobilistiche accettarono di lavorare anche il sabato e la domenica per limitare il consumo di energia senza interrompere la produzione42.