Capitolo 1 I problemi ambientali del Giappone e le leggi per affrontarli
1. I Big four
1.2 La sindrome itai-itai
La sindrome itai-itai è un avvelenamento da cadmio che causa forti dolori alle ossa e alle articolazioni (da qui la sua denominazione: in giapponese, itai significa doloroso). In alcuni casi, può condurre ad osteomalacia, fratture multiple e alla morte16.
1.2.1 Cause
Il primo caso di sindrome itai-itai fu registrato nel 1912, presso la prefettura di Toyama17. Negli anni ’40, i residenti presso l’area del fiume Jinzū iniziarono a presentare i sintomi della malattia. Allo stesso tempo, i pesci che popolavano il corso d’acqua iniziavano a morire. Il corso d’acqua veniva utilizzato per irrigare i campi, ma anche per attività ittiche, per dissetarsi e per lavare i vestiti. Gli abitanti ritenevano la Mitsui Mining and Smelting, compagnia mineraria operante presso il sito di Kamioka, responsabile di quanto stesse accadendo. Tuttavia, fino al 1946 le cause della malattia rimasero sconosciute. Fu nel 1955 che il dottor Hagino Noboru, titolare di una clinica privata nella zona, pensò che la malattia era dovuta al cadmio, scaricato nel Jinzū e nei suoi affluenti dalle attività della Mitsui. Questo elemento provocava l’avvelenamento dei pesci, e impediva ai campi irrigati con acqua contaminata di fornire un raccolto proficuo. Secondo il dottor Hagino, il cadmio era l'unica spiegazione per la limitata proliferazione della malattia in un’area così circoscritta18. L’incremento della quantità di cadmio nelle acque del fiume era, a sua volta, dovuto
14Cfr. nota 2 15Cfr. nota 3
16Itai-itai disease, al linkhttp://www.kanazawa-med.ac.jp/~pubhealt/cadmium2/itaiitai-e/itai01.html 17Itai-itai disease, al link
http://web.archive.org/web/20080215072853/http://www.icett.or.jp/lpca_jp.nsf/a21a0d8b94740fbd492567ca000d5879/b30e2e489f4b4ff1492567ca00 11ff90?OpenDocument
18Fani KOSTANTINIDOU, Malattia Itai-itai, Anno Accademico 2014-2015,
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all’intensificarsi delle attività estrattive seguite allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Nel 1961, la prefettura di Toyama avviò delle indagini. Esse confermarono le deduzioni di Hagino, e stabilirono che l’area più colpita fosse a 30 km a valle dalla miniera19. Nel 1968, il
Governo giapponese riconobbe la malattia itai-itai come la prima malattia da inquinamento20.
1.2.2 Diffusione della malattia
Come intuito dal dottor Hagino, c’è una stretta correlazione tra la presenza del cadmio e la diffusione della malattia itai-itai. In particolare, quest’ultima è stata studiata considerando la percentuale di donne oltre i cinquant’anni contaminate o sospettate di essere state contaminate (vedi figura 7).
Figura 7: a sinistra la diffusione del cadmio nell'area contaminata, a destra la percentuale di donne sopra i 50 anni
contaminate o sospettate di esserlo. Fonte: http://www.kanazawa-med.ac.jp/~pubhealt/cadmium2/itaiitai-e/itai01.html
Dal 1946 non si sono più verificati decessi legati alla malattia itai-itai. Nonostante l’area di contaminazione fosse piuttosto ristretta, sono stati riscontrati casi in altre cinque prefetture21.
19Cfr. nota 17
20Fani KOSTANTINIDOU, Malattia itai-itai, 2015, http://www.isavemyplanet.org/disastri%20ecologici/Kostantinidou-%20Malattia%20itai-
itai%20ok.pdf
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1.2.3 I sintomi della malattia
La sindrome itai-itai è considerata una sindrome di Fanconi22 acquisita, che causa disfunzioni renali e osteomalacia. I soggetti più colpiti sono donne di mezza età o anziane, che hanno avuto frequenti gravidanze e che hanno vissuto per più di trent’anni nelle aree contaminate. La disfunzione renale porta a un’atrofizzazione dell’organo, con il peso del rene che può scendere fino ai 30 grammi. In particolare, la malattia itai-itai porta alla distruzione del DNA dei mitocondri presenti all’interno dei tubuli renali (vedi figura 8)23.
Figura 8: rene atrofizzato dalla malattia itai-itai. Fonte: http://www.kanazawa-med.ac.jp/~pubhealt/cadmium2/itaiitai- e/itai02.html
Questo è l’evento preliminare alla comparsa dell’altro sintomo della malattia: l’osteomalacia, un indebolimento delle ossa e delle articolazioni, che si verifica specialmente nelle zone del bacino e della colonna vertebrale. Di conseguenza, le fratture si verificano con frequenza maggiore. Se esaminate tramite radiografie, le ossa affette da osteomalacia presentano uno strato di rimodellamento denominato
22Sindrome renale metabolica
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zona di Looser. I problemi al tessuto osseo sono risolvibili tramite trattamenti alla vitamina D2 o D3 (vedi figura 9)24.
Figura 9: evidenza delle zone di Looser tramite radiografia. Fonte: http://www.kanazawa- med.ac.jp/~pubhealt/cadmium2/itaiitai-e/itai03.html
1.2.4 Il risarcimento alle vittime
All’indomani del riconoscimento della sindrome itai-itai come malattia da
inquinamento, la Mitsui Mining and Smelting venne citata in giudizio. Nel 1971, fu dichiarata colpevole e condannata a risarcire le vittime. Pur impugnando la sentenza presentando ricorso in appello, esso fu respinto nel 1972. Non rimaneva che
accettare il verdetto. L’azienda si fece dunque carico delle cure ai malati e riconobbe loro un risarcimento di 743 milioni di yen, oltre a finanziare i controlli ambientali25.
1.2.5 I numeri della malattia
Dal 1967 sono state identificate 184 vittime, di cui 54 nel periodo 1980-2000. Oltre a esse, sono state individuate 388 vittime, le quali non furono però mai esaminate. Per essere ritenuto vittima, l’individuo deve soddisfare i seguenti parametri: avere vissuto in aree contaminate, presentare disfunzioni renali, presentare indebolimenti ossei senza però avere problemi cardiaci correlati26.
1.2.6 I costi della malattia
Come nel caso di Minamata, anche per la malattia itai-itai è stato necessario ripulire le aree contaminate. Tra il 1977 e il 1992 furono ripuliti e ripristinati 1100 ettari di terreno agricolo, per un danno pari a 2.518 miliardi di yen. La pulizia del fiume è costata invece 620 milioni di yen. I lavori di sostituzione del
24http://www.kanazawa-med.ac.jp/~pubhealt/cadmium2/itaiitai-e/itai03.html 25Cfr. nota 17
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terriccio delle aree vicine al bacino del fiume sono andati avanti dal 1979 al 2012, per un costo totale di 40,7 miliardi di yen27.