0 1 2 3 4 5 6 7 8 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005
Corsi di laurea per 100.000 abitanti >17 anni
Corsi di diploma universitario e scuole dirette a fini speciali per 100.000 abitanti >17 anni Corsi di laurea triennale e a ciclo unico per 100.000 abitanti >17 anni
Corsi di laurea specialistica per 100.000 abitanti >20 anni
Fonte: elaborazioni su dati Istat e Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca
LE INFRASTRUTTURE DELL’UNIVERSITÀ
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Friuli-Venezia Giulia e l’Emilia-Romagna sono le regioni che presentano gli incrementi più rilevanti, passando rispettivamente da 9,0 a 12,6 e da 7,8 a 9,8. Le restanti regioni del Nord non superano la media nazionale, pari a 7,4. Tutte le regioni del Centro presentano valori superiori alla media Italia, in particolare l’Umbria che ha, in entrambe gli anni conside-rati, valori pari quasi al doppio della media nazionale (10,0 nel 2002 e 12,5 nel 2005). Diversamente nel Mezzogiorno si ha una situazione meno omogenea: consistenti incrementi sono presenti in Abruzzo, che passa da 8,9 a 10,9, in Molise, da 8,9 a 10,1, e in Sardegna, da 7,0 a 8,8. Le altre regioni hanno, nel 2005, valori inferiori alla media Italia (Tavola 5.3).
L’offerta di corsi di laurea specialistica, nel 2002, è quasi inesistente ma il suo andamento è crescente sino a raggiungere, nel 2005, un valore, in Italia, pari a 2,9 corsi per 100 mila abitanti in età maggiore di 20 anni. Nel Nord il Piemonte con 3,0 corsi, Trento con 4,1, il Friuli-Venezia Giulia, che presenta il valore più elevato in Italia, con 8,1, e l’Emilia Romagna con 3,9 superano il valore Italia. Il Mezzogiorno presenta valo-ri di gran lunga infevalo-riovalo-ri alla media, tranne l’Abruzzo con 4,7. Tutto il Centro supera la media Italia: le regioni che maggiormente si distinguono sono la Toscana, con 5,7 ed il Lazio con 5,1 (Tavola 5.3).
I corsi di laurea specialistica a ciclo unico mostrano, nel 2005, valo-ri supevalo-riovalo-ri valo-rispetto al 2002 in quasi tutte le regioni (escluse Umbvalo-ria e Abruzzo). Sette regioni su dodici del Centro-sud registrano valori che superano la media nazionale pari a 3,7 corsi per un milione di abitanti in età maggiore di 17 anni. La Valle d’Aosta, Bolzano e il Molise non hanno alcun corso attivo. La Campania e la Puglia, pur non superando la media nazionale, registrano un significativo aumento rispetto al 2002, passando da 1,8 a, rispettivamente, 2,9 e 2,4. La Basilicata, priva di offerta nel 2002, conta nel 2005 2,1 corsi (Tavola 5.3).
Si moltiplicano, per numero e tipologia, gli sbocchi formativi post laurea. Gli indicatori utilizzati, che rapportano il numero di master di primo e secondo livello, dottorati e scuole di specializzazione alla relati-va popolazione, mostrano una offerta didattica molto diversificata.
La maggiore offerta di master di primo livello si ha in alcune regioni La maggiore offerta di corsi
di laurea del nuovo ordinamento si ha nelle regioni del centro Italia
L’OFFERTA DIDATTICA
2002 2005 2002 2005 2002 2005 Piemonte 4,7 5,9 - 3,0 1,6 2,4 Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste 2,9 6,8 - - - -Lombardia 4,6 5,6 - 2,3 1,6 2,3 Trentino-Alto Adige 4,5 4,7 - 2,1 - 1,3 Bolzano/Bozen 1,6 2,1 - - - -Trento 7,2 7,1 - 4,1 - 2,5 Veneto 4,8 5,2 - 3,0 1,8 1,8 Friuli-Venezia Giulia 9,0 12,6 0,1 8,1 4,8 4,8 Liguria 4,1 5,9 - 2,4 2,2 4,3 Emilia-Romagna 7,8 9,8 - 3,9 5,7 6,2 Toscana 6,9 9,2 - 5,7 3,6 4,9 Umbria 10,0 12,5 - 4,5 7,0 6,8 Marche 7,1 11,8 - 3,7 3,2 6,2 Lazio 8,3 10,0 0,1 5,1 3,2 3,4 Abruzzo 8,9 10,9 - 4,7 7,5 7,4 Molise 8,9 10,1 - 1,9 - -Campania 3,7 5,2 .. 1,1 1,8 2,9 Puglia 4,7 6,5 - 0,8 1,8 2,4 Basilicata 4,3 5,1 - 1,5 - 2,1 Calabria 5,8 6,2 - 1,8 3,1 4,3 Sicilia 5,7 7,2 - 0,9 3,5 5,0 Sardegna 7,0 8,8 0,3 2,1 7,2 7,2 Nord-ovest 4,6 5,8 - 2,5 1,6 2,5 Nord-est 6,4 7,7 - 3,8 3,5 3,8 Centro 7,8 10,2 0,1 5,0 3,6 4,5 Sud 5,0 6,4 .. 1,5 2,4 3,3 Isole 6,0 7,7 0,1 1,2 4,5 5,6 ITALIA 5,8 7,4 .. 2,9 2,9 3,7
Corsi di laurea triennale e specialistica a ciclo unico
per 100.000 abitanti in età >17 anni
Corsi di laurea specialistica per 100.000 abitanti
in età >20 anni
Corsi di laurea specialistica a ciclo unico per 1.000.000 abitanti in età >17 anni REGIONI
Tavola 5.3 - Indicatori di dotazione dell'offerta didattica per regione - Anni 2002 e 2005
LE INFRASTRUTTURE DELL’UNIVERSITÀ
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del Centro-nord. La Lombardia ha, nel 2005, 2,3 master attivi ogni 100 mila abitanti con più di 20 anni, il Veneto 2,1, il Friuli-Venezia Giulia 3,2, l’Emilia-Romagna 3,4, la Toscana 3,3, le Marche 3,6 ed infine il Lazio 2,3. L’Abruzzo è la sola regione del Mezzogiorno a superare il valore Italia con 2,3 (Tavola 5.4).
L’offerta di master di secondo livello è maggiore in Emilia-Romagna, Toscana, Lazio e Abruzzo. La Lombardia e il Veneto presentano lo stesso valore dell’Italia, pari a 1,5. Il Lazio è la regione con la maggiore offerta (5,3 master per 100 mila abitanti con più di 22 anni).
L’offerta dei corsi di dottorato e di scuole di specializzazione è mag-giore nel Centro e nelle Isole. Nel Nord-ovest risulta inferiore alla media, mentre nel Nord-est di poco superiore. Le regioni con un maggior numero di corsi di dottorato sono nel Centro l’Umbria con 9,6, il Lazio con 9,3 e la Toscana con 9,4, nel Mezzogiorno la Basilicata e la Sicilia con 7,6 e 8,0. Per le scuole di specializzazione la regione che si evidenzia è l’Abruzzo con 9,9 scuole, valore pari a più del doppio di quello Italia, 4,7. Anche la Sardegna, con 8,3, il Lazio, con 6,2, la Toscana, con 6,0 e l’Umbria, con 7,1, hanno valori maggiori della media nazionale e di rilie-vo rispetto alle restanti regioni. Nel Nord fa eccezione il Friuli-Venezia Giulia, con 7,4 scuole di specializzazione (Tavola 5.4).
L’offerta di formazione post universitaria nel Nord si caratterizza per l’ampia scelta di master, spesso attivati con l’appoggio di enti pubblici e realtà produttive private; nel Mezzogiorno le opportunità formative post laurea sono invece principalmente costituite dai canali tradizionali rappre-sentati dai dottorati, che indirizzano all’attività professionale di ricerca nel-l’ambito universitario, o dalle scuole di specializzazione; il Centro si carat-terizza per un’offerta post laurea composta in modo più eterogeneo. La maggiore offerta di master
si ha in Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Lazio e Abruzzo
L’OFFERTA DIDATTICA
2003 2005 2003 2005 2002 2005 2002 2005 Piemonte 0,7 1,5 0,3 0,8 3,7 3,5 2,9 2,5 Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste - 1,0 - - - - 3,1 5,1 Lombardia 1,8 2,3 1,0 1,5 4,4 3,8 4,2 4,2 Trentino-Alto Adige 0,4 0,3 - 0,3 3,3 3,8 0,4 0,4 Bolzano/Bozen - - - - - 0,6 0,3 0,3 Trento 0,8 0,5 - 0,5 6,4 6,8 0,5 0,5 Veneto 0,8 2,1 1,0 1,5 4,1 5,4 3,5 3,4 Friuli-Venezia Giulia 2,0 3,2 0,2 1,0 9,0 6,8 6,5 7,4 Liguria 0,1 1,0 - 0,6 6,5 4,2 5,2 4,8 Emilia-Romagna 2,2 3,4 1,6 2,6 8,1 7,9 6,5 6,5 Toscana 2,0 3,3 0,9 1,6 11,9 9,4 6,0 6,0 Umbria 0,6 1,7 - 0,9 8,4 9,6 6,6 7,1 Marche 2,4 3,6 0,3 0,8 7,7 7,5 3,2 3,8 Lazio 0,9 2,3 1,8 5,3 3,9 9,3 5,4 6,2 Abruzzo 1,2 2,3 1,0 1,9 7,1 9,6 8,6 9,9 Molise - - - - - - - -Campania 0,2 0,6 0,3 0,9 7,7 5,9 4,3 3,6 Puglia 0,6 0,8 0,3 0,4 6,0 5,8 3,0 3,6 Basilicata - 1,1 - 1,1 5,6 7,6 1,1 1,1 Calabria 0,5 0,8 0,3 0,7 2,8 4,6 3,6 3,5 Sicilia 0,1 0,3 0,7 0,5 6,8 8,0 5,4 4,9 Sardegna 0,2 0,8 0,3 1,0 4,0 4,5 7,6 8,3 Nord-ovest 1,3 1,9 0,7 1,2 4,4 3,7 3,9 3,8 Nord-est 1,4 2,5 1,0 1,7 6,1 6,4 4,7 4,8 Centro 1,4 2,8 1,2 3,2 7,4 9,1 5,4 5,9 Sud 0,4 0,8 0,4 0,8 6,2 6,0 4,0 4,0 Isole 0,1 0,4 0,6 0,6 6,1 7,1 6,0 5,8 ITALIA 1,0 1,8 0,8 1,5 5,9 6,2 4,6 4,7
Scuole di specializzazione per 100.000 abitanti in età >22 anni REGIONI
Master 1° livello per 100.000 abitanti in età >20 anni
Master 2° livello per 100.000 abitanti in età >22 anni
Corsi di dottorato per 100.000 abitanti in età >22 anni
Tavola 5.4 - Indicatori di dotazione dell'offerta didattica post laurea per regione - Anni 2002, 2003 e 2005
LE INFRASTRUTTURE DELL’UNIVERSITÀ
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G
li indicatori di funzionalità del sistema universitario, che consentono anche in parte di valutare gli effetti della riforma e la sua efficacia rispetto al vecchio ordinamento, sono di due tipi: i primi sono indicatori di rendimento, calcolati rapportando gli iscritti fuori corso al relativo tota-le di iscritti (per i corsi di laurea triennatota-le, specialistica e per il totatota-le dei corsi di laurea); i secondi sono tassi di ricambio calcolati mediante il rap-porto tra il numero di laureati e quello di immatricolati (per i corsi di lau-rea triennale e per il totale dei corsi di laulau-rea).4L’indicatore relativo alla percentuale di studenti iscritti fuori corso calcolato per tutti i corsi di laurea (vecchio e nuovo ordinamento) mostra tra il 2001, anno precedente alla riforma universitaria, e il 2005 un deciso miglioramento in numerose regioni (Figura 5.4). Il valore nazionale passa da 43,1 a 40,5 per cento. Nelle regioni del Nord si osserva il migliora-mento più evidente. I valori relativi alla Valle d’Aosta e al Trentino-Alto Adige sono spiegati dal fatto che nel 2001 gli atenei di Aosta e Bolzano sono da poco nati.5In Liguria si ha il decremento più consistente, si passa infatti da 49,4 a 32,8 per cento. I dati relativi alle regioni del Centro indi-cano una realtà piuttosto simile a quella antecedente la riforma, fa ecce-zione il Lazio che vede diminuire il numero di studenti fuori corso rag-giungendo valori al di sotto della media, diversamente dal 2001, anno in cui, con 44,2 superava la soglia Italia. L’Umbria, al contrario, presenta un andamento in controtendenza con un valore pari a 42,7 che supera la media nazionale, mentre nel 2001 ne era al di sotto. Le regioni del Mezzogiorno emergono per la maggiore presenza di iscritti fuori corso, in particolare la Sardegna, il Molise e la Puglia sono le regioni che più si discostano dalla media nazionale. L’Abruzzo è l’unica regione del