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2. Studiare le mascolinità

2.3 L’omosocialità secondo Eve Kosofsky Sedgwick

Eve Kosofsky Sedgwick è considerata una delle pioniere della Teoria Queer, e la sua opera complessiva ha avuto una grande influenza sugli studi gay e lesbici e sugli stu- di di genere; il suo primo saggio, Between Men. English Literature and Male Homosocial Desire (1985) è particolarmente significativo anche per gli studi sulla mascolinità. In esso, la studiosa applica alla letteratura la teoria sociale esposta da Gayle Rubin in The Traffic of Women, e verifica come lo schema da lei delineato trovi riscontro anche nella storia della produzione letteraria inglese nel suo insieme. Sedgwick infatti sce- glie un campione molto ampio di testi, sia in termini cronologici che in termini di genre, e dimostra che non soltanto la letteratura costituiva prima del XX secolo una forma istituzionalizzata di discorso tra uomini e un’attività incentrata sugli uomini e da essi dominata; ma che per di più vi si può rintracciare, anche durante il XX secolo, il riflesso di quel continuum di rapporti socio-politici che strutturano l’economia ses-

suale maschile e femminile. La cifra distintiva di questo fenomeno è ciò che Sedgwick chiama “homosocial desire”, ovvero l’insieme dei legami che, nelle società patriarcali, si formano tra uomini, e producono una gerarchia di potere che li mantiene al vertice opprimendo le donne e nutrendo l’omofobia.

Omosocialità è un concetto preso in prestito dalla sociologia, ambito di studi nel quale viene usato per indicare le relazioni tra persone dello stesso sesso che non hanno carattere romantico o sessuale. Tuttavia, sebbene originariamente il termine possa es- sere applicato tanto a gruppi maschili quanto femminili, in questo caso ne viene presa in considerazione solo la declinazione maschile, per una sua peculiare caratteristica, ovvero la sua opposizione all’omosessualità. Omosocialità maschile e femminile infatti non sono speculari e simmetriche; ciò che le distingue è soprattutto il loro posiziona- mento rispetto all’omosessualità. In particolare, la studiosa ritiene che nelle situazioni di omosocialità femminile contemporanee il lesbismo sia relativamente accettato:

at this particular historical moment, an intelligible continuum of aims, emotions and valuations links lesbianism with other forms of women’s attention to women: the bond of mother and daughter, for instance, the bond of sister and sister, wom- en’s friendship, “networking”, and the active struggles of feminism. […] Thus the adjective “homosocial” as applied to women’s bonds […] need not be pointedly dichotomized as against “homosexual”; it can intelligibly denominate the entire continuum (Sedgwick 1985, pp. 2-3).

L’apparente semplicità nel porre le donne che amano le donne in continuità con quelle che promuovono gli interessi delle donne è in forte contrasto con l’”eterosessualità obbligatoria” che caratterizza gli ambienti maschili che sostengono gli interessi degli uomini.

Accostando dunque al termine omosocialità la parola “desiderio”, Sedgwick ar- ricchisce il concetto sociologico di una nuova dimensione, quella della tensione pro- vocata dal potenziale erotico, e recupera la linea di congiunzione tra omosocialità e omosessualità maschili che ritiene sia stata spezzata dalla tradizione culturale occi- dentale. Le istituzioni patriarcali beneficiano dei solidi legami tra uomini, ma paralle- lamente, come sostiene Rubin, impongono l’eterosessualità obbligatoria: il fenomeno sociale che risponde a queste due necessità è dunque l’omosocialità, la quale sebbene

respinga l’omosessualità, ne cattura e ne cela le pulsioni. Al contempo, l’omosocialità consente di collocare le donne Between Men, tra uomini, nel senso che le trasforma in una sorta di valùta di scambio tra loro. I personaggi femminili in letteratura dunque, sebbene vengano spesso presentati come oggetto di desiderio e contesa, e conseguen- temente romanticizzati o eroticizzati, costituiscono piuttosto i mezzi attraverso i quali gli uomini possono interagire tra loro al di sopra di ogni sospetto di contenuto omo- sessuale od omoerotico.

Sedgwick argomenta questa tesi svelando le dinamiche che si sviluppando all’in- terno di diversi tipi di triangoli erotici tra due uomini e una donna nella letteratura in- glese. Per primo affronta il caso dei sonetti di Shakespeare, già oggetto di controversia per l’interpretazione della natura omoerotica del loro contenuto, e vi individua trian- goli dove il desiderio eterosessuale è espresso da due figure maschili che intrattengono tra loro relazioni di potere attraverso il trait d’union costituito da una donna. In seguito, nello studio di The Country Wife di Wycherley, mette in evidenza come nell’opera la pulsione del protagonista verso una donna sposata non sia rivolta tanto verso la donna in sé, quanto attraverso di lei in direzione del marito. Nei capitoli dedicati al genere del romanzo gotico, Sedgwick introduce il concetto di “panico omosessuale”, l’esperienza di terrore nei confronti dell’omosessualità (innominabile), da parte di uomini che non si identificano con questo orientamento, e lo collega alla crescente importanza assunta dall’omofobia nelle società moderne. Man mano che la studiosa procede cronologica- mente attraverso i testi proponendo adeguati parallelismi con le condizioni storiche coeve, le sue letture divengono più complesse, in parte perché le donne acquisiscono maggiore visibilità fino a evolversi in veri e propri personaggi, e in parte perché lo sviluppo del capitalismo complica il mercato di donne tra uomini. Così, per esempio, interpreta The Princess di Tennyson come un poema sostanzialmente antifemminista, e affronta, nella parte dedicata a Dickens, le interazioni tra omofobia e discriminazione ottocentesca sulla base di razza e classe. Infine, analizza i modi in cui il poeta contem- poraneo Whitman è stato frainteso per mettere in luce le affinità tra le politiche sessuali dell’epoca vittoriana e il panorama angloamericano contemporaneo relativo a omoses- sualità, eterosessualità e omofobia.

ma al contrario lascia emergere la natura mutevole di questo fenomeno, che cambia di pari passo con la sessualità. Genere e classe divengono parametri più evidenti nel XIX secolo, e con essi il numero di manifestazioni dei rapporti tra uomini, con o senza la presenza femminile, aumenta e si complica.

L’opera Between Men contribuisce soprattutto ad aprire un mondo di nuove pos- sibilità per considerare il modo in cui il desiderio si intreccia alle relazioni maschili, un mondo ben più complesso da quello caratterizzato dalla semplice antitesi tra etero- sessualità e omosessualità, intese come assenza contrapposta a presenza del desiderio erotico.

2.4 Il dominio maschile attraverso la lente dell’etnologia