La storia dell’istruzione in Grecia è stata a lungo accompagnata da accese dispute pub- bliche relative alla questione della lingua, le quali hanno a più riprese costituito un ostacolo per l’evoluzione del sistema scolastico, causando il fallimento delle riforme di stampo progressista di cui lo Stato aveva bisogno. Nella sostanza, questo ha signi- ficato che la questione linguistica ha avuto la meglio su problematiche che, nel campo dell’istruzione, ricoprono un ruolo fondamentale, come quelle legate alla pedagogia e all’aggiornamento scientifico del contenuto degli insegnamenti.
Fino a quando le diatribe relative a quale dovesse essere la lingua ufficiale del Pa- ese e quale insegnata a scuola costituirono il nucleo centrale di tutte le polemiche ri- guardanti il sistema educativo, la materia di letteratura neogreca ne costituì un vero e proprio specchio. La storia di questo insegnamento, infatti, dimostra che la letteratura greca contemporanea svolse spesso un ruolo ausiliare all’interno del sistema d’istruzio- ne. Fin dalla sua comparsa a scuola nel 1884, non come materia autonoma bensì all’inter- no dell’insegnamento di greco antico, ebbe come scopo primario l’educazione linguistica degli alunni, e in secondo luogo la loro formazione politica. Non costituì materia d’in- segnamento autonomo fino al 1923, ma anche quando questo avvenne i brani continua- rono a essere scelti non per il loro valore letterario, ma per scopi di istruzione linguistica o politica, come testi complementari per l’insegnamento del greco antico o della storia.
Secondo lo studio di Charis Athanasiadis, la riforma dell’istruzione del 1964 e le polemiche che suscitò dimostrano uno spostamento dell’interesse politico relativo all’istruzione dal piano linguistico, che già negli anni precedenti aveva dato alcuni cenni di indebolimento, a quello più puramente storico-politico. Le forze politiche in campo rimasero le stesse, e le loro posizioni non sembrarono moderarsi; in particolare, l’influenza della Destra e della Chiesa continuò ad avere un effetto diretto sulla politica relativa alla scuola; ma l’attenzione si concentrò ora sui libri di storia, e non tanto più su quelli di letteratura.
Durante il periodo storico immediatamente successivo, quello della Dittatura, l’uso scorretto della katharèvussa da parte dei dittatori e la sua imposizione forzata a tutti i livelli finì per privare di ogni autorevolezza la posizione di chi si opponeva alla lingua demotica; il 1976, anno in cui, dopo il ritorno alla democrazia, il greco demotico diventò lingua ufficiale, può essere considerato come il momento in cui la questione della lingua si risolse definitivamente.
Durante l’ultima fase della questione linguistica, l’intensità della diatriba andò af- fievolendosi, e, dopo la sua fine, si spense definitivamente; tuttavia, il dibattito pubblico riguardo all’istruzione continuò fino a epoca recentissima ad accendersi con particolare violenza, e a concludersi, come accadeva in passato, a favore della parte più conserva- trice con il ritiro dei libri di testo. Riteniamo che uno dei fattori che hanno contribuito a mantenere la discussione relativa all’istruzione sul piano prettamente politico-ideolo- gico anche dopo lo spegnimento del dibattito sulla lingua sia stato il sistema del libro unico, il quale, introdotto per motivi di controllo ideologico dalla dittatura di Metaxàs, non fu mai smantellato da nessuno dei governi successivi. A causa della sua capacità di agire in modo uniforme sull’educazione di tutti i futuri cittadini, il libro di testo rap- presenta (o è rappresentato come) lo specchio degli intenti politici del governo che ne promuove l’edizione; esso è inoltre estremamente accessibile (tutti coloro che hanno un figlio in età scolare hanno la possibilità di sfogliarlo) e apparentemente giudicabile da chiunque (a causa del linguaggio piano e comprensibile); queste caratteristiche lo ren- dono un facile bersaglio di strumentalizzazione demagogica nell’arena pubblica.
Lo spostamento dell’attenzione pubblica dai manuali di letteratura ai manuali di storia individuato da Athanasiadis nel periodo di decadenza della questione lingui-
stica non fu un cambiamento di tendenza temporaneo; dopo il ’64, i libri di testo di letteratura del liceo non furono coinvolti in nessuna polemica significativa. A questo “periodo di pace” corrisposero anche altri due fenomeni: da una parte, dopo la caduta della Giunta il criterio letterario assunse finalmente un ruolo prioritario nella selezione dei brani da inserire, e dunque l’insegnamento acquisì maggiore autonomia e dignità; dall’altra, il ritmo con il quale i libri di testo di letteratura contemporanea venivano ag- giornati vide un netto rallentamento: dagli anni ’80, periodo in cui vennero pubblicati per la prima volta i manuali vigenti ancora oggi, essi sono stati sottoposti a revisione solo due volte, e in nessuno dei due casi la revisione ha comportato un sostanziale mutamento nel contenuto o nella metodologia pedagogica del manuale. La prima re- visione, immediatamente successiva alla pubblicazione, si concretizzò nell’aggiunta di alcuni brani relativi alla Resistenza o ambientati durante la Guerra Civile; la seconda, nel 2001, determinò soprattutto una redistribuzione del materiale in un diverso ordine cronologico e l’aggiunta di testi più recenti.
Nei circa trentacinque anni intercorsi dalla prima edizione dei manuali per la seconda e la terza liceo, la società greca ha visto succedersi grandi mutamenti nella concezione del genere e dei rapporti tra generi. Tra i motori di questi mutamenti si annoverano progressi istituzionali di enorme portata come la riforma del diritto di famiglia del 1983 (Ν. 1329/1983), che sancì per la prima volta la completa parità legi- slativa tra i sessi grazie all’introduzione di importanti novità come l’abolizione della dote, il matrimonio di rito civile, la parità dei coniugi rispetto alle decisioni riguardanti l’indirizzo della vita familiare e la loro attuazione, la pari potestà genitoriale tra i co- niugi e il riconoscimento del divorzio consensuale. Tre anni più tardi, nel 1986, venne approvato il disegno di legge che legalizzava l’aborto. L’omosessualità, tanto maschile quanto femminile, non era più reato dal 1951, ma solo nella decade del 2010 alcune disposizioni normative hanno portato il Paese concretamente vicino alla parità di di- ritti tra cittadini, a prescindere dall’orientamento sessuale (vi hanno contribuito, nel 2015, l’abolizione dell’articolo 347 del Codice Penale, che prevedeva alcune disposizio- ni discriminatorie nei confronti degli omosessuali; l’introduzione, nello stesso anno, dell’istituto dell’Unione civile; l’approvazione nel 2017 di una legge contro la discri- minazione sulla base dell’orientamento sessuale, e il parziale aumento del diritto di autodeterminazione delle persone transgender a livello legislativo).
Questi grandi cambiamenti nell’ambito del diritto, e in particolar modo quelli più lontani nel tempo, rispondevano a un’esigenza sociale, ma, al contempo, nell’arco del trentennio che è seguito, hanno anche influito fortemente sulla società stessa, sul modo di intendere i generi e i rapporti tra essi. Il sistema di istruzione ha tentato di mettersi al passo con questi mutamenti, anche nell’ambito dell’insegnamento della letteratura al liceo; questo intento è individuabile per esempio nel nuovo programma di studi del 2011 (FEK 1562/2011), che propone per la prima classe del liceo un percorso di ap- profondimento relativo al genere6, oppure nell’introduzione durante l’anno scolastico 2016/2017 della «settimana tematica» dedicata al genere, in cui i docenti possono allon- tanarsi dalle stringenti indicazioni dei programmi scolastici per approfondire la tema- tica in piena libertà, aprendo le porte anche a enti o individui esterni al mondo della scuola. Queste iniziative, sebbene molto apprezzabili, sembrano solo superficialmente in grado di influire sulla percezione del sistema dei generi degli studenti se a esse non corrisponde anche uno sforzo parallelo di aggiornamento dello strumento didattico per eccellenza, il libro di testo.
Nel mese di settembre 2018, infine, il Ministro dell’Istruzione Kostas Gavroglu ha annunciato importanti cambiamenti nel sistema educativo riguardanti soprattutto il liceo, tra cui l’estensione dell’istruzione obbligatoria alla terza liceo, la risoluzione dei problemi relativi al sistema d’ingresso all’Università e alle difficoltà che esso crea al percorso di apprendimento della terza classe del liceo, la preparazione di nuovi programmi. Per il momento non è stato fatto alcun riferimento al rinnovamento dei materiali didattici.