3. I Manuali KNL II e KNL
3.1 La rappresentazione dei gener
La prima considerazione che colpisce nell’affrontare i due volumi in un’ottica di gene- re è la grande disparità nella rappresentazione di uomini e donne in tutti i campi: non soltanto nel numero di autori e autrici selezionati, ma anche nei personaggi rappre- sentati, nell’autorialità e nel soggetto delle illustrazioni, nonché nella percentuale di traduttori e traduttrici dei brani stranieri.
Nello specifico, nel manuale KNL II sono antologizzati 107 brani di 56 autori diversi; solamente 4 degli autori antologizzati sono donne. Inoltre, come facilmente si deduce dal rapporto tra numero di autori e numero dei brani, la maggior parte degli autori è rappresentata all’interno dell’antologia con più di un brano; non è così per le autrici, le quali sono tutte e quattro presenti nel manuale con un solo testo. I brani scrit- ti da donne nel manuale, dunque, rappresentano circa il 4% del totale. Si potrebbe es- sere portati ad addurre l’esiguità della percentuale a una corrispondente scarsezza di autrici pubblicate; se si considera però che questo volume comprende brani pubblicati fino agli anni ’60 del Novecento, emerge con maggiore chiarezza come una percentua- le così bassa non corrisponda alla realtà del mercato editoriale dell’epoca coperta dal manuale. Inoltre, una rappresentazione più equa si sarebbe potuta raggiungere anche soltanto antologizzando più di un brano per ciascuna delle autrici. Particolarmente significativa l’assenza di Pinelopi Delta (1874-1941), autrice di grande fama nota per le numerose opere di letteratura per l’infanzia e per giovani adulti. Delta viene nominata nella prima introduzione al volume come una dei maggiori rappresentanti della Nuo- va Scuola di Atene, ma non è antologizzata nel manuale.
Nel KNL III, di 117 brani letterari, solamente 14 (9 poesie e 5 prose) sono di autri- ci, ovvero il 12% del totale, mentre i restanti 103 sono di autori. Si tratta di una dispari- tà di per sé sorprendente, che lascia ancora più stupefatti quando si considera che essa non riflette la realtà editoriale e letteraria del periodo preso in considerazione, e nello specifico ignora la vera e propria proliferazione di letteratura di valore scritta da donne
che la ricerca ha constatato a partire dal periodo tra le due guerre e che ha continuato e continua a crescere ancora oggi (Vitti 2001, Lianopulu 1993, Vassiliadis 2006).
Anche in questo manuale suscita interesse il caso di Pinelòpi Delta, di cui si legge: Η Πηνελόπη Δέλτα (1874-1941) έγραψε βιβλία για παιδιά (Τον καιρό του Βουλ- γαροκτόνου, Μάγκας, Τα μυστικά του Βάλτου, Τρελαντώνης κ.ά.) που γνώρισαν μεγάλη επιτυχία και που διαβάστηκαν και από μεγάλους. Τέτοιο είναι και το Παραμύθι χωρίς όνομα που γράφτηκε το 1910, όταν η Ελλάδα, με νωπή ακόμη την ταπείνωση του ’97, προσπαθούσε να χαράξει μια πορεία αναγέννησης. Το «παραμύθι» της Δέλτα είναι υπαινικτικό. Με σκληρή αλλά καλοπροαίρετη σάτιρα, με πίκρα αλλά και με αισιοδοξία κρίνει την Ελλάδα, τους άρχοντες και το λαό της (KNL III, p. 217).
Pinelòpi Delta (1874-1941) ha scritto libri per ragazzi (Τον καιρό του Βουλγαροκτόνου [Il tempo di Basilio II il Bulgaroctono], Μάγκας [Mangas], Τα μυστικά του Βάλτου [I segreti della Palude], Τρελαντώνης [Il pazzo Antonio] e altri) che hanno avu- to un grande successo e vengono letti anche dagli adulti. Un caso simile è anche quello di Παραμύθι χωρίς όνομα [Favola senza nome], scritto nel 1910, quando la Grecia, ancora fresca dell’umiliazione del ’97, cercava di costruirsi un futuro di rinascita. La «favola» di Delta è allusiva. Con una satira dura ma di buone inten- zioni, con amarezza ma anche con ottimismo, giudica la Grecia, i suoi signori e il suo popolo.
Questa nota bibliografica è inserita all’interno del paragrafo di presentazione al brano di Iakovos Kambanelis tratto dalla sua opera teatrale Το παραμύθι χωρίς όνομα [La favola senza nome] (KNL III, pp. 217-226), la quale non è che una rivisitazione teatrale dell’omonima opera di Pinelòpi Delta. Tuttavia, nessuna delle opere di Pinelòpi Delta è antologizzata in questo volume, né, come abbiamo visto, in quello relativo alla lette- ratura della prima metà del XX secolo (KNL II), e questo è l’unico punto del manuale KNL III in cui l’autrice viene nominata.
Nell’ultima sezione, dedicata alla letteratura straniera, infine, non è compresa alcuna autrice.
Inoltre, del totale dei brani antologizzati nei due manuali, considerati senza di- stinzione tra poesia e prosa greca o straniera, né tra autrici o autori, solamente nel 9,3%
(10 brani nel KNL II) e nel 14,5% dei casi (17 brani nel KNL III) il personaggio principa- le è di sesso femminile1; nel KNL II il numero dei brani che hanno per protagonista una donna è addirittura di molto inferiore a quello dei testi in cui il protagonista non può essere identificato né come uomo né come donna, perché per esempio si riferisce a una collettività, oppure ha per protagonista un essere umano “universale” (quando cioè viene usata la parola άνθρωπος oppure πρόσωπο, persona), un animale o un oggetto (19 brani, ovvero il 17,7% del totale, quasi il doppio dei brani in cui la protagonista è di sesso femminile); nel KNL III invece le due percentuali sono quasi equivalenti (16 brani, ovvero il 13,6% del totale, contro il 14,5% con protagoniste femminili). In alcuni brani il ruolo principale è condiviso da personaggi di sesso maschile e femminile; sono 11 nel KNL II, ovvero il 10,28% dei casi, e 4 nel KNL III, ovvero nel 3,4% dei casi. In en- trambi i manuali dominano dunque i brani in cui il protagonista è un essere umano di sesso maschile: si tratta di 67 brani su 107 nel KNL II e di 78 su 117 nel KNL III, ovvero rispettivamente il 62,6% e il 66,6% del totale.
Ma la rappresentazione, in entrambi i volumi, è sbilanciata anche sul piano quali- tativo, e non soltanto su quello quantitativo. La maggioranza dei personaggi femminili presenti non ha altra identità che quella di parente del protagonista: si tratta perlopiù di madri, in alcuni casi di sorelle, fidanzate o mogli. Solo in alcuni dei brani inclusi ai personaggi femminili è attribuita anche un’attività, e si tratta quasi sempre un mestiere tradizionalmente riservato alle donne: sarta, insegnante, casalinga, contadina. Le ec- cezioni a questa regola sono pochissime: compaiono, nel KNL II, un’affittacamere, una dama di corte, la passeggera di un autobus e la Madonna; nel KNL III, oltre a diverse poetesse, una scultrice, un’attrice, una truccatrice, un’imprenditrice e una partigiana. È particolarmente significativo il fatto che, nonostante i grandi cambiamenti che hanno investito la Grecia in campo sociale nel corso del XX secolo e il conseguente aumento dei ruoli ricoperti dalle donne nella società, la letteratura scelta per rappresentare que- sto periodo nei manuali trasmetta un’immagine della donna nella sua sostanza immu- 1. Nei casi, perlopiù appartenenti alla sezione poesia, in cui l’opera era in prima persona e il genere del soggetto non era chiaramente deducibile da ulteriori elementi interni al testo lette- rario, abbiamo considerato ai fini di questa analisi come protagonista il soggetto narrante e gli ho attribuito il genere dell’autore o dell’autrice del brano. La stessa scelta è stata fatta, d’altra parte, anche dagli autori del manuale stesso, come si deduce dal genere usato nella sezione
tata e omogenea, da fine Ottocento fino agli anni Duemila. Soprattutto se si considera il manuale che si occupa della letteratura pubblicata tra il 1945 e il 2000, non si può non constatare che l’elemento femminile sembra dipinto in maniera piuttosto anacronistica rispetto alla reale posizione delle donne nella società coeva. Non soltanto, infatti, nel periodo considerato le opere scritte da donne a disposizione dei lettori occupano ben più del 14% del mercato editoriale greco, ma anche la gamma di occupazioni alle quali le donne greche si dedicano in questo lungo lasso temporale è cambiata rispetto alle epoche precedenti, come d’altra parte accade in tutta Europa, ed è ormai ben più ricca rispetto alle poche alternative incarnate dai personaggi ospitati nel libro di testo.
I personaggi femminili dei manuali, in sostanza, sembrano ricalcare le caratte- ristiche di quella versione al femminile della cittadinanza basata sull’identificazione tra la donna e il suo ruolo di madre (Avdela 2006) che ha contribuito a tenere le donne lontane dalla politica, greca e non solo, molto a lungo.
I personaggi maschili, invece, offrono uno spettro molto più ampio e variegato di ruoli e attività. Nel KNL II, gli uomini non sono soltanto padri, figli, fratelli e generi, ma anche artisti (scrittori, poeti, scultori) e lavoratori della cultura (insegnanti, studenti, giornalisti); uomini di potere sia nella Grecia rurale (re, pascià, proprietari terrieri) che in quella marittima (capitani di nave); professionisti rispettati (dentisti, industriali, arma- tori, banchieri) e figure comuni della quotidianità urbana (viaggiatori, operai, muratori, falegnami, gendarmi, giardinieri, passeggeri di autobus, avventori di bar, clienti, preti e truffatori), ed extraurbana (marinai e soldati). Nel KNL III, invece, il ruolo in assoluto più rappresentato è quello del combattente (soldato o partigiano, soprattutto durante l’Occupazione o la Guerra Civile) ma alto è anche il numero di personaggi che svolge mestieri dell’artigianato tradizionale greco (conciatore, manifattore del tabacco, falegna- me) o della realtà urbana moderna (operai, conducenti, meccanici, barbieri, baristi); al- cuni, pochi, rappresentanti della borghesia (magistrati, industriali, ingegneri) e poi preti, arcivescovi, giocatori d’azzardo, traffichini, criminali, viaggiatori, poeti e studenti.
I personaggi maschili che compaiono nel singolo brano, a differenza di quelli femminili, sono spesso più di uno, e interagiscono tra loro. In molti casi compaiono vere e proprie collettività di uomini all’interno delle quali si sviluppano le dinamiche che, nella sostanza, alimentano l’intreccio.
Anche tra gli artisti visuali le donne sono sottorappresentate: delle 82 illustrazio- ni totali comprese nel KNL II, l’autore è dichiarato solo in 26 casi, e in nessuno di essi è una donna. Nel KNL III la situazione migliora, ma di poco: di 64 illustrazioni, 51 (il 79%) sono di artisti uomini, 9 sono anonime (si tratta perlopiù di fotografie della coper- tina dell’opera o di un manoscritto, 14%) e solamente 4 (il 7%) sono di artiste. Inoltre, tra le illustrazioni, la maggior parte (50 su 82 nel KNL II e 29 su 64 nel KNL III) ritrae uno o più soggetti di sesso maschile, e numerose altre (22 nel KNL II e 31 nel KNL III) raffigurano un soggetto che possiamo definire neutro, perché costituito da oggetti, paesaggi, animali etc. Del totale delle illustrazioni, solo 8 nel KNL II e 14 nel KNL III presentano soggetti di sesso femminile, e di queste solo in 3 nel KNL II e in 4 nel KN III al o ai soggetti femminili non si affiancano anche uno o più soggetti maschili. Curioso il caso dell’illustrazione posta a p. 170 del KNL II, che raffigura un dettaglio del dipinto Orfeo ed Euridice del poeta e pittore surrealista Nikos Engonopulos, tagliata in modo che sia visibile soltanto Orfeo.
Una situazione simile si riscontra anche tra le traduzioni: i brani di letteratura straniera posti in chiusura di volume sono 7 nel KNL II e 16 nel KNL III. Nel primo manuale, il nome del traduttore è dichiarato solo in 5 casi su 7, e si tratta di 4 uomini e una donna; nel KNL III, 4 brani sono tradotti da donne e 12 da uomini. Entrambi i volumi presentano come autori stranieri solamente uomini.