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L’ostruzione intestinale

Capitolo 4: La sindrome gastroenterica del coniglio

4.2 L’ostruzione intestinale

La dilatazione gastrica è l’aspetto più evidente in corso di ostruzione (Harcourt-Brown, 2007a). Nei conigli, lo stomaco spesso contiene cibo e ciecotrofi, i quali molto spesso fermentano velocemente dato l’alto contenuto di batteri. L’impossibilità di vomitare, dato il forte sfintere cardiale, costringe le ingesta ad un andamento unidirezionale e consente lo svuotamento gastrico solo attraverso il piloro verso il piccolo intestino. Se questa via è ostruita non vi è alcuna via di uscita né per i liquidi né per i gas e lo stomaco, non potendosi svuotare, si riempie e dilata molto velocemente. Esso diviene una palla timpanica e dura, facilmente palpabile posteriormente le ultime coste, leggermente spostata sul lato sinistro dell’addome.

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Come mostra la figura 3 se la situazione non viene gestita in tempo è possibile arrivare alla rottura dell’organo con fuoriuscita del suo contenuto in addome e conseguente peritonite che porta a morte l’animale in modo acuto (Meredith, 2006).

Tutti i conigli con un’ostruzione intestinale sviluppano per forza di cose anche una dilatazione gastrica, ma non tutti i conigli con dilatazione gastrica hanno necessariamente un’ostruzione che può essere indotta, ad esempio, anche da un’enteropatia mucoide (Harcourt-Brown, 2007b). Per questo motivo è fondamentale non soffermarci ad una valutazione sommaria del soggetto, ma considerare attentamente tutti gli aspetti del quadro come il grado di dilatazione gastrica, la natura del contenuto gastrico o il fatto che siano distese anche le anse intestinali o no.

Lo stomaco e l’intestino prossimale all’ostruzione si distendono via via che si accumulano i gas e i liquidi che non riescono a proseguire lungo il tratto gastroenterico (figura 4). La gravità del quadro dipende dal sito di ostruzione: più questo è prossimale allo stomaco più la sintomatologia è grave. La maggior parte dei casi si hanno a livello duodenale o della valvola ileo-cieco-colica (Harcourt-Brown, 2007a). In quest’ultimo caso l’anomalia radiografica più comune è la presenza di gas e liquidi nel piccolo intestino, il decorso della patologia è più protratto e i segni clinici sono meno drammatici di quanto

Figura 3. Radiografia in latero-laterale di un coniglio ormai moribondo in cui si evidenzia gas

in addome il quale fa da contrasto evidenziando il margine ventrale dello stomaco. In sede chirurgica è stata evidenziata una perforazione gastrica. Il soggetto è stato sottoposto ad eutanasia (da BSAVA Manual of Rabbit surgery, dentistry and

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non sia nell’ostruzione duodenale. A grandi linee il corpo estraneo può bloccarsi in qualsiasi tratto del tenue e sono stati descritti casi di ostruzioni multiple (Capello, 2008). L’ostruzione a livello gastrico, intendendo in questo caso a livello pilorico, è teoricamente possibile, ma non è stata vista nella pratica clinica probabilmente perché comunque anche se si può avere un primo blocco in questa sede poi si ha progressione del corpo estraneo e, quando il coniglio viene portato all’attenzione clinica, questo è bloccato a livello intestinale (Harcourt-Brown, 2014). Il colon difficilmente si ostruisce se non a livello del

fusus coli.

In ogni caso l’ostruzione può essere completa o parziale, ma molto spesso la distinzione tra una e l’altra al solo esame clinico è difficile e la certezza si può avere solo in sede chirurgica (Quesenberry and Lennox, 2010). Se l’ostruzione è parziale è possibile che il corpo estraneo riesca a muoversi, magari incentivato dalla terapia medica. La possibilità di trovarci davanti ad un corpo estraneo potenzialmente mobile è ciò che fa spesso optare, anche in caso di ostruzione, per un primo approccio medico piuttosto che chirurgico, nonostante questo possa comportare il rischio di perdere tempo prezioso (Harcourt-Brown, 2007a).

Un’ostruzione completa del piccolo intestino risulta essere rapidamente fatale, a meno che non si riesca farmacologicamente a far progredire il corpo estraneo fino oltre la valvola ileo-cieco-colica o, nel caso in cui questo sia troppo grande e/o completamente

Figura 4. Radiografia in latero-laterale di coniglio con ostruzione intestinale. Oltre alla dilatazione

gastrica è possibile notare la presenza di anse sovradistese per l’eccessivo accumulo di gas a monte del sito di ostruzione (da BSAVA Manual of Rabbit surgery, dentistry and imaging, Françes Harcourt-Brown, 2014)

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bloccato in situ, non venga velocemente rimosso per via chirurgica (Harcourt-Brown, 2014).

In diagnosi differenziale con un caso di sindrome gastroenterica con ostruzione va sicuramente messo uno con ipomotilità intestinale, soprattutto nei primi stadi di ostruzione nei quali magari lo stomaco si presenta sì disteso, ma non ancora particolarmente dilatato. Altre diagnosi differenziali includono la torsione di un lobo epatico, l’ostruzione uretrale, l’enterotossiemia, la peritonite, la pancreatite, tutte condizioni che portano ad anoressia e forte dolorabilità addominale (Harcourt-Brown, 2014).

4.2.1 Cause di ostruzione

Corpi estranei tipici includono tricobezoari, porzioni di tessuti rosicchiati in giro per casa (vestiti, copri divano, tappeti) o altri piccoli oggetti. Questi ultimi vengono riscontrati molto di rado, mentre i primi sono i responsabili di quasi la totalità delle RGIS con fenomeni ostruttivi (Varga, 2014). Solitamente questi si bloccano nel piccolo intestino (in qualsiasi tratto fino ad arrivare alla valvola ileo-cieco-colica), nonostante comunque sia teoricamente possibile anche l’ostruzione già a livello pilorico.

Un tempo i semi di carruba potevano essere una causa comune di ostruzione intestinale e questo ha fatto sì che questi semi venissero vietati nella formulazione dei mangimi per conigli, riducendo quindi notevolmente l’incidenza del fenomeno (Varga, 2014).

Esemplari con problemi dentari sono poi più propensi ad ingoiare il mangime intero o comunque non masticato a sufficienza, condizione che ovviamente predispone all’ostruzione (Harcourt-Brown, 1995).

Può anche capitare che i conigli ingeriscano le feci dei compagni. Questo non è comunque un problema se queste sono abbastanza piccole da passare attraverso il piccolo intestino, ma se così non è, ad esempio perché il compagno è di dimensioni maggiori, finiscono per occluderlo più o meno completamente (Ebino et al., 1993).

Anomalie intestinali (ipertrofia della parete intestinale o diverticoli) o diete con scarso apporto di fibra indigeribile possono contribuire allo sviluppo della patologia perché determinano rispettivamente ristringimento del lume e rallentamento della motilità intestinale (Capello and Lennox, 2008).

Lesioni infiammatorie o tumori nella parete intestinale possono portare ad ostruzione del lume intestinale in qualsiasi sito dell’apparato gastroenterico, colon incluso. Lesioni extramurali, come tumori, aderenze, ascessi o cisti di vermi piatti nell’omento (in primis

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Taenia pisiformis), possono anch’esse causare la patologia. Il linfoma intestinale è stato

più volte visto svilupparsi a livello della valvola ileo-cieco-colica, determinando lo sviluppo di ostruzione o di una intussuscepzione del colon nel cieco (Quesenberry and Carpenter, 2010).

Le ostruzioni a livello del grosso intestino non sono causate dall’ingestione di corpi estranei, dato che il lume in questo tratto è molto più ampio, ma da tumori, ascessi, adesioni e, soprattutto, da materiale compattato e disidratato di provenienza cecale (ad esempio per ipomotilità di questo tratto) (Harcourt-Brown, 2014).

I tricobezoari

Meritano un approfondimento in quanto sono sicuramente la causa più frequente di ostruzione (Lichtenberger and Lennox, 2010).

I conigli dedicano moltissimo tempo alla pulizia quotidiana (Varga, 2014). In queste occasioni tendono ad ingerire grandi quantità di pelo il quale, di norma, passa lungo il tratto digerente senza dare problemi. Se però è in quantità eccessiva, ad esempio nei soggetti a pelo lungo (Angora, Testa di leone), o vi è una predisposizione individuale (anatomica o vi è un rallentamento della motilità) questo può accumularsi e formare vere e proprie matasse che possono dare ostruzione (Capello and Lennox, 2008). Durante la muta il rischio del fenomeno è ovviamente maggiore. I proprietari dovrebbero essere quindi sempre avvisati della cosa e deve essere consigliato loro di spazzolare regolarmente l’animale, indipendentemente dalla lunghezza del pelo del soggetto, asportando eventualmente a mano il pelo in eccesso dato che qualsiasi coniglio può potenzialmente essere colpito dalla patologia.

Anche i conigli con problemi dentari sembrano essere particolarmente suscettibili allo sviluppo di ostruzione intestinale. Questo perché non sono in grado di pulirsi adeguatamente ed è più frequente la formazione di grandi matasse di pelo che di norma dovrebbero essere prontamente rimosse prima che possano essere ingerite durante il grooming (Varga, 2014).

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Il tricobezoario responsabile poi del fenomeno ostruttivo è simile, sia come dimensioni che come aspetto, alle feci dure, ma è composto da materiale fortemente compattato ed annodato e non da composti vegetali (figura 5). Come mai questo si formi non è ancora chiaro.

La spiegazione più plausibile del fenomeno è che i tricobezoari si formino nel momento della compressione dei peli ingeriti attraverso la valvola ileo-cieco-colica, soprattutto se le quantità sono notevoli, come avviene durante la muta. Il pelo non è attaccato dagli enzimi digestivi pertanto viene semplicemente compresso in pellets per azione meccanica di schiacciamento dovuta ai movimenti peristaltici (Harcourt-Brown, 2014). Nei casi meno gravi si ha l’eliminazione di feci dure unite a catenelle da ciuffi di pelo. Queste rappresentano il primo campanello d’allarme per il proprietario perché vuol dire che il coniglio sta ingerendo troppo pelo e che può essere a rischio di ostruzione.

4.2.2 Decorso della patologia

La sequenza degli eventi che seguono l’ostruzione intestinale può essere così rapida da portare a morte un coniglio, inizialmente vivace e sano, in 6-8h (Harcourt-Brown 2014). Nei casi in cui non si abbia un decorso tanto acuto si può invece notare uno stato di malessere generale dell’animale, anoressia e blocco della defecazione, questo permette di accorgersi del problema e da la possibilità di effettuare un tentativo di recupero dell’animale (Varga, 2014).

Figura 5. Tricobezoario rimosso dall'intestino di un coniglio ostruito (da

BSAVA Manual of Rabbit surgery, dentistry and imaging, Françes Harcourt-Brown, 2014).

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La velocità di progressione degli eventi dipende dalla natura e dalle dimensioni del corpo estraneo che determina ostruzione, dal sito di ostruzione, dalla sensibilità del soggetto, dalla sua capacità di resistere allo stress e dalla presenza o meno di altre patologie concomitanti (Harcourt-Brown, 2007b).

Una volta che l’intestino è ostruito, il tratto gastrointestinale a monte dell’ostruzione inizia a riempirsi di liquidi (saliva e bile vengono prodotte in continuazione), ingesta e gas di fermentazione. Più l’ostruzione è prossimale più è acuto l’andamento della patologia, dato che lo stomaco si gonfia e dilata più rapidamente andando così a comprimere il diaframma, compromettendo più in fretta le funzioni cardio-respiratorie (Lichtenberger and Lennox, 2010).

Il dolore addominale, associato alla distensione delle pareti dello stomaco e delle anse intestinali, porta immediatamente ad anoressia. Questa può essere intermittente se la causa dell’ostruzione è un corpo estraneo che è in grado di muoversi spontaneamente lungo le anse intestinali. Se questo riesce a passare nel colon è seguito da tutti i gas e liquidi accumulati, la distensione degli organi si risolve rapidamente, il dolore scompare e il coniglio può riprendere piano piano a mangiare indipendentemente che venga o no sottoposto a terapia (Harcourt-Brown, 2014).

Più il lume intestinale resta occluso, più si ha un aumento del volume di stomaco ed intestino con compressione degli altri visceri addominali e trazione sulle pareti sovradistese con aumento degli stimoli dolorifici. Essi sono anche attribuibili ai fenomeni infiammatori che si hanno soprattutto nel tratto intestinale coinvolto dall’ostruzione (Lichtenberger and Lennox, 2010).

Con il passare delle ore (o dei giorni se l’ostruzione è più distale) lo stomaco diviene una palla timpanica estremamente dura che preme sul diaframma compromettendo le capacità respiratorie del soggetto. A questo va aggiunto l’ostacolo del ritorno venoso, quindi anche la compromissione dell’apparato circolatorio, e la possibilità di rottura d’organo (per le eccessive pressioni o per risultato della necrosi ischemica intestinale) con sviluppo di una peritonite (Harcourt-Brown, 2014).

Negli stadi terminali il coniglio va in contro a shock e muore spesso dopo un’ora dall’instaurarsi di uno stato comatoso o dalla manifestazione di episodi convulsivi (Harcourt-Brown, 2014).

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