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Segni e sintomi di disturbi gastroenterici

Capitolo 3: Principali patologie dell’apparato gastroenterico

3.2 Segni e sintomi di disturbi gastroenterici

3.2.1 Anoressia

L'anoressia è un sintomo poco specifico in quanto può manifestarsi in seguito a problemi dentari, respiratori (tratto superiore), gastroenterici o urinari. In ogni coniglio anoressico è sempre importante eseguire un esame clinico completo ed accurato, incluso l'esame della cavità buccale. Se il problema è esclusivamente dentario la radiologia può essere molto utile perché ne permette generalmente l’individuazione (Harcourt-Brown, 2014). Altre tecniche di diagnostica per immagini, come per esempio l'ecografia, possono essere utili ad esempio per valutare la motilità intestinale pur mostrando diversi limiti nel caso di meteorismo più o meno marcato, che molto spesso si accompagna alle altre alterazioni gastroenteriche, il quale impedisce la corretta visualizzazione dei visceri addominali (Harcourt-Brown, 2014).

Un coniglio anoressico presenta in linea di massima un quadro di ipomotilità intestinale. Una volta che si ha la riduzione della motilità intestinale, infatti, il cibo e i fluidi non si muovono lungo il tratto gastroenterico, lo stomaco non si svuota e l'anoressia risulta essere la conseguenza dello stato patologico. È da verificare se questa sia la causa primaria del sintomo o sia una conseguenza di un altro problema che, in seguito a dolore e stress, ha portato all’alterazione della motilità intestinale (Varga, 2014). Stabilirlo è molto importante in quanto la terapia del disturbo non può prescindere dalla risoluzione della causa scatenante se non si vogliono avere recidive.

Un coniglio inappetente può esserlo per molteplici ragioni (tabella 1), pertanto è utile non soffermarci ad una prima ipotesi e indagare a fondo il problema che potrebbe anche essere legato a più cause concomitanti (Harcourt-Brown, 2014).

Bisogna poi ricordare che l’anoressia non è compatibile con la normale fisiologia del gastroenterico in questa specie in quanto è necessaria la costante presenza di ingesta da fermentare, altrimenti potrebbero innescarsi degli squilibri importanti. Soprattutto nei soggetti obesi o che hanno maggiori richieste energetiche (fattrici, femmine in lattazione), ad esempio, si possono rapidamente sviluppare chetoacidosi e lipidosi epatica in seguito alla mobilizzazione delle riserve lipidiche (Varga, 2014).

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Tabella 1. Principali cause di anoressia (da Textbook of Rabbit medicine, Molly Varga, 2014).

3.2.2 Aspetto/quantità anomali delle feci

La valutazione della quantità, della dimensione e della consistenza delle feci e/o dei ciecotrofi che sono prodotti è di fondamentale importanza nel momento in cui si raccoglie l'anamnesi di un soggetto portato per sospetta patologia gastroenterica (Quesenberry and Carpenter, 2012). Alcuni proprietari possono descriverle, altri portare dei campioni di feci da analizzare, altri ancora non sono in grado di fornire questo genere di informazioni, soprattutto se il coniglio vive con altri. In quest’ultimo caso può essere utile il ricovero dell'animale per studiarne la produzione fecale e monitorarne lo stato.

L’esame macroscopico delle feci dure e molli (tabella 2) può fornire moltissime informazioni e talvolta indirizzare i sospetti verso un certo quadro patologico piuttosto che un altro. Quello microscopico non è sempre fatto, però può portare informazioni ulteriori. La flottazione mediante utilizzo di una soluzione satura di cloruro di sodio, ad esempio, può essere utilizzata per la ricerca dei parassiti, nonostante questo metodo non fornisca informazioni quantitative è comunque molto comodo e veloce (Harcourt-Brown, 2014).

Sintomo Diagnosi differenziale Commenti

Anoressia Alimenti non

appetibili

Stress Dolore, cambiamento di ambiente, vicinanza di un predatore, arrivo di un nuovo coniglio o perdita di un compagno.

Problemi dentari Punte che possono lesionare la lingua, incisivi troppo lunghi che impediscono la normale prensione del cibo, denti rotti che causano dolore.

Ipomotilità gastrointestinale

Ostruzione intestinale (es. tricobezoari)

Secondarie a qualsiasi situazione stressogena, agevolate da un inadeguato apporto di fibra.

Sviluppo acuto.

Associate a dolore addominale.

L’ostruzione è spesso determinata dall’ingestione di pelo o corpi estranei o legata alla presenza di lesioni extramurali quali ascessi, tumori o cisti di vermi piatti (Taenia pisiformis).

Enteropatia mucoide Sviluppo lento.

Associata a dolorabilità addominale e digrignamento dei denti. Riduzione o assenza della produzione fecale o presenza di diarrea mucoide.

Associata a stress.

Colpisce soprattutto i giovani conigli. Ci può essere un cieco palpabile e costipato.

Compressione cecale Idiopatica.

Eccesso di fibra o inadeguato apporto di acqua. Ingestione della lettiera.

Infezioni Pastorellosi, mixomatosi, MEV (malattia emorragica virale), enterotossiemia.

Patologia sistemica Epatopatia, insufficienza renale.

Neoplasia

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Tabella 2. Valutazione della produzione delle feci dure e molli in relazione all’appetito dell’animale (da BSAVA Manual of Rabbit surgery, dentistry and imaging, Françes Harcourt-Brown, 2014).

Appetito Feci dure Ciecotrofi Conclusioni Ragione

Buono

In grandi quantità e di dimensioni normali

Non sono ritrovati nella lettiera

(mangiati) Normale

Non

mangia Di dimensioni normali

Non sono ritrovati nella lettiera (mangiati)

La funzionalità

gastrointestinale è ancora normale

Problema con sviluppo peracuto (ostruzione intestinale, torsione del lobo epatico) Buono Grandi quantità e di dimensioni normali Sono ritrovati a grappoli raggruppati nella lettiera o aggrovigliati tra il pelo nella regione perianale

Il coniglio non mangia i ciecotrofi, ma questi hanno aspetto normale

Obesità, eccessivo apporto di concentrati, anomalie vertebrali, problemi dentari

Non mangia Assenti Visti come un ammasso di feci molli e poltigliose sotto la coda

Il coniglio non mangia i ciecotrofi perché il suo appetito è ridotto, ma non è ancora completamente in blocco intestinale

Ogni condizione che riduce la quantità di alimento assunta (stress, problemi dentari) dopo un periodo di stasi intestinale il fatto che riprenda la produzione di ciecotrofi è segno prognostico positivo

Buono Dimensioni ridotte

Ammassi di feci non conformate spesso attaccate sotto la coda

Lieve alterazione della microflora cecale o insufficiente apporto di fibra per garantire la consistenza normale ai ciecotrofi

Nuovi alimenti, stress, alterazione della normale routine, insufficiente apporto di fibra

Buono Dimensioni ridotte Non sono ritrovati nella lettiera (mangiati)

Insufficiente apporto di fibra lunga

Spesso si vede in conigli con problemi dentari che non vogliono o non possono mangiare alimenti troppo fibrosi, soprattutto il fieno Diminuito Di dimensioni e in quantità

ridotte

Non sono ritrovati nella lettiera (non prodotti)

La motilità e la funzionalità dell’intestino iniziano ad alterarsi

Stadi iniziali di stasi intestinale, potenzialmente fatale se non trattata

Assente Assenti Non sono ritrovati nella lettiera (non prodotti)

Il cibo non passa minimamente lungo l’intestino

Stadi avanzati di stasi intestinale. La motilità intestinale è praticamente bloccata dal dolore e/o dallo stress. Il trattamento è fondamentale Buono o ridotto Più voluminose e di consistenza ridotta Assenti (non vi è separazione tra feci molli e dure)

Il colon non funziona adeguatamente, non separa correttamente le particelle più grandi da quelle più piccole così che il cieco non può funzionare

correttamente

Megacolon negli adulti, coccidiosi nei giovani

Ridotto o

assente Liquide

Assenti (non vi è separazione tra feci molli e dure)

Grave alterazione della

funzionalità intestinale Enterite, è più comune nei giovani e può essere fatale

Assente Liquide ed emorragiche Assenti (non vi è separazione tra feci molli e dure)

Grave alterazione della funzionalità intestinale e segni di grave

infiammazione

Spesso fatale. Enterotossiemia o grave coccidiosi nei giovani

Ridotto o assente Assenti o miste a muco, talvolta vi è solo muco Assenti (non prodotti)

Alterata funzionalità del grosso intestino e stimolazione della produzione di muco

Enteropatia mucoide. Talvolta correlata a fenomeni di ipomotilità intestinale

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3.2.3 Dolore addominale

Il coniglio è una preda, pertanto tende a nascondere il più possibile il dolore. Per questo motivo i soggetti che sono portati dal veterinario in chiaro atteggiamento antalgico sono già in uno stato di compromissione notevole e l’intervento molto spesso risulta essere inefficace perché tardivo (Meredith, 2006).

È importante quindi educare i proprietari affinché siano in grado di cogliere i primi segnali di malessere dell’animale e non li sottovalutino, dato che la tempestività è la chiave del successo di molti interventi in questa specie (Harcourt-Brown, 2007a). Se il coniglio inizia a nascondersi, magari mostrando comunque qualche segno di malessere e discomfort addominale, come il fatto di rannicchiarsi o stendersi per terra comprimendo lo stomaco al suolo, deve essere portato immediatamente dal veterinario per essere sottoposto ad un'indagine più accurata. Sintomatici di dolorabilità sono anche i movimenti di mola con i denti, atto che produce un suono piuttosto caratteristico (Harcourt-Brown, 2014).

Se tutti questi sintomi sono trascurati la presenza di un problema addominale serio, ma magari trattabile, può portare a rapido decadimento delle condizioni generali dell'animale fino a che non si giunge allo shock, all'ipotermia, all'atassia e alla morte (Varga, 2014).

Qualsiasi forma di dolore rilevato durante la palpazione addominale è significativa. Quest’ultima va eseguita con attenzione e delicatezza per non rischiare di indurre la rottura, con conseguente peritonite, degli organi addominali che molto spesso in questi casi sono iperdistesi, soprattutto in corso di un fenomeno ostruttivo (Harcourt-Brown, 2007a). Segni localizzati di dolore possono essere correlati a danni d'organo, come torsione di lobo epatico o idronefrosi, mentre una dolorabilità più diffusa si associa a problemi gastroenterici generali soprattutto nel caso in cui ampi tratti si presentino distesi o dilatati. La dilatazione gastrica è facilmente rilevabile con la palpazione addominale e lo stomaco può essere palpato come una massa dura e balloniforme posta a sinistra nello spazio retrocostale. Questa condizione si associa ad intenso dolore e possibile compromissione dell’apparato cardio-respiratorio, fatto che quindi obbliga ad una certa rapidità d’intervento (Harcourt-Brown, 2014).

3.2.4 Alterazioni emato-biochimiche

A seguito di disordini digestivi si possono avere delle alterazioni degli esami ematologici e biochimici. Un profilo completo può quindi essere utile per valutare lo stato

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Tabella 3. Da Textbook of Rabbit medicine, Molly Varga, 2014.

Tabella 4.Da Textbook of Rabbit medicine, Molly Varga, 2014.

generale dell'animale e l'eventuale coinvolgimento dei vari organi (ad esempio può secondariamente svilupparsi un’insufficienza renale o una lipidosi epatica). Parametri importanti da valutare in un coniglio fortemente abbattuto e dolorante sono la glicemia, l'ematocrito (HCT), le proteine totali e l’aspetto del siero ematico. Se non si dispone di tempo o grandi macchinari possono essere valutati con un glucometro, una centrifuga e uno spettrometro e aiutano a formulare diagnosi differenziali ed eventualmente emettere una prognosi (Harcourt-Brown, 2014).

Nelle tabelle 3 e 4 sono riportati i principali parametri ematobiochimici fisiologici di questa specie.

La misurazione della glicemia è un’operazione molto utile che può essere di fondamentale importanza per distinguere tra casi medici e chirurgici e può essere un indicatore prognostico (Harcourt-Brown, 2012). Va tenuto presente che esso è un

Parametro Range Parametro Range Parametro Range

Eritrociti 4-7 x 1012/L MCHC 34.5 g/dL Neutrofili 30-50%

HCT 31-40% Reticolociti 2-4% Linfociti 30-60%

Emoglobina 10-15 g/dL Piastrine 250-600 x 10-3/L Eosinofili 0-5%

MCV 60-75 µm3 Globuli bianchi 5-12 x 10-3/L Basofili 0-8%

MCH 19-23 pg Monociti 2-10%

Parametro Range Parametro Range Parametro Range

Albumina 27-50 g/L Acidi biliari <40 µmol/L Creatinina 44.2-229 µmol/L

Gamma GT 0-7.0 IU/L Glucosio 4.7-7.8 mmol/L Proteine totali 54-75 g/L Fosfatasi alcalina 10-70 IU/L Calcio totale 3-4.2 mmol/L Globuline 15-27 g/L

ALT 25-65 IU/L Calcio ione 1.71-1.82 mmol/L Urea 6.14-8.38 mmol/L

AST 10-98 IU/L Trigliceridi 1.4-1.76 mmol/L Fosfati 1.28-1.92 mmol/L

Amilasi 200-500 U/L Colesterolo 0.3-3.00 mmol/L Potassio 3.5-7 mmol/L

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parametro dinamico che può alzarsi ed abbassarsi molto rapidamente così che spesso è richiesto un nuovo prelievo per un monitoraggio nel tempo della situazione.

C'è un piccolo lasso di tempo tra la comparsa della patologia clinica e la variazione dei livelli di glucosio. Verosimilmente si può affermare che la glicemia ci metta 15-20min ad abbassarsi e a rientrare nei range se è risolto il problema che ne ha causato l’innalzamento (Harcourt-Brown, 2012). Lo scenario più classico a questo proposito è dato da un corpo estraneo intestinale che si muove attraverso la valvola ileo-ceco-colica permettendo quindi la progressione di gas e fluidi dallo stomaco e dal piccolo intestino verso il grosso intestino e quindi l'evoluzione della patologia. Durante i fenomeni ostruttivi la glicemia si alza oltre i 15 mmol/L e questa è solitamente indice della necessità di operare il soggetto (Harcourt-Brown, 2007a). Se però dalle lastre risulta che vi sia aria in tutto il tratto intestinale, colon compreso, e sia ragionevole pensare che l’ostruzione sia in via di risoluzione, una glicemia così alta si spiega con il fatto che la progressione del corpo estraneo attraverso la valvola ileo-cieco-colica si è appena realizzata, pertanto sarà necessario ripetere il prelievo ematico e la misurazione a distanza di 20-30 min e a questo punto si denoterà un suo abbassamento.

Un rialzo dell’ematocrito può indicare disidratazione se correlato alla valutazione delle proteine totali. Un'anemia acuta può essere significativa di torsione del lobo epatico. Una valutazione macroscopica del siero può mostrare ittero o lipemia, quest'ultima è un segno di lipidosi epatica che può altrimenti passare inosservata al mero esame clinico (Varga, 2014).

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