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La classificazione sismica degli edific

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2. La classificazione sismica degli edific

La classificazione sismica degli edifici, come finora detto, è una metodologia per definire le classi di rischio sismico degli edifici esistenti. Pertanto, diviene fondamentale ai fini di una comprensione più ampia, approfondire quanto emerge circa la classificazione sismica dei comuni.

Fin dai primi anni del ‘900 i comuni italiani sono stati classificati in “zone sismiche”, a seconda della maggiore o minore probabilità che nel loro territorio si potessero verificare eventi sismici, e della intensità attesa dagli stessi. La classificazione sismica così definita, basata sui confini amministrativi dei comuni, ha assunto nel tempo un crescente livello di dettaglio, passando dalle due zone definite dai primi provvedimenti, a partire dal 1927, alle quattro zone sismiche definite dal 2003, e per ciascuna zona sismica sono state volta per volta definite norme tecniche di progettazione da rispettare. Come precedentemente scritto, aseguito dell’entrata in vigore delle NTC 2008 è stata fatta una suddivisione di tutto il territorio nazionale tramite un reticolo di riferimento basato sulle coordinate geografiche e composto da 10.751 punti (c.d. “capisaldi”). Si tratta di un reticolo di punti con una maglia quadrata di 5 km per lato, indipendentemente dai confini amministrativi comunali, per ciascuno dei quali sono stati definiti i parametri dell’azione sismica da utilizzare a fini progettuali, in funzione della vita nominale dell’opera. In questo modo, a partire dal 2009 (entrata in vigore delle NTC) è stato modificato il ruolo che la precedente classificazione sismica basata sui confini amministrativi dei comuni ha avuto fino a quel momento ai fini progettuali. Quest’ultima è pertanto ora valida solamente ai fini

1 Indelicato D. 2009 T.D.- Valutazione E Riduzione Della Vulnerabilità Sismica Degli Aggregati Edilizi Nei Centri Storici - Il caso di Villa Sant’Angelo.

della definizione degli adempimenti tecnico-amministrativi da porre in essere in relazione agli interventi edilizi da realizzare (richiesta di autorizzazione sismica, deposito del progetto), nonché delle attività di pianificazione e controllo sul territorio delle attività edilizie degli enti preposti. Per una trattazione più approfondita del documento appena citato, si rimanda al sito: Bollettino di legislazione tecnica on line_ “La classificazione sismica di tutti i comuni italiani

dal 1927 a oggi” (a cura di Alfonso Mancini).

Nel mese di marzo 2017, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti pubblica la modifica del decreto n°58/2017 che stabilisce le linee guida per la classificazione di rischio sismico delle costruzioni nonché le modalità per l’attestazione, da parte dei professionisti abilitati, dell’efficacia degli interventi effettuati.

L’articolo 3, comma 1 del decreto, viene quindi modificato dal seguente:

“1. L’efficacia degli interventi finalizzati alla riduzione dl rischio sismico è asseverata dai professionisti incaricati della progettazione strutturale, direzione lavori d ella progettazione strutturale, direzione dei lavori delle strutture e collaudo statico secondo le rispettive competenze professionali, e iscritti ai relativi Ordini o Collegi professionali di appartenenza”:

- l’allegato A è sostanziale del presente decreto;

Da una lettura approfondita e critica dello strumento fornito come allegato al decreto n°58 emerge:

Innanzitutto è utile precisare che i due metodi indicati per la determinazione delle classi di rischio sismico sono abbastanza differenti tra loro rispetto alcune specifiche che elencherò successivamente.

Nel documento si fa riferimento a due parametri, rispettivamente:

• il PAM (la perdita annuale media) che tiene in considerazione le perdite economiche associate ai danni agli elementi strutturali e non, e riferite al CR* (costo di ricostruzione)

dell’edificio privo del suo contenuto;

• il IS-V (indice di sicurezza o indice di rischio) della struttura definito come il rapporto tra l’accelerazione di picco al suolo (PGA) definito come PGA-PGA C, e la PGA che indica la normativa (sito in cui si trova la costruzione definito come PGA-PGAD. L’obiettivo di questa classificazione è quello di ridurre il rischio attraverso interventi sulle costruzioni che consentano il passaggio di classe di rischio al fine di ottenere sgravi fiscali. Nella fattispecie:

- di misura pari al 50 %, se non si effettuano azioni di miglioramento;

- 70 % se il miglioramento avviene abbassando la classe di rischio di 1 punto;

- 80% se il miglioramento avviene abbassando la classe di rischio da 2 o più di 2 classi di rischio.

- Nel caso di edifici condominiali, le detrazioni aumentano dal 75% al 85%. Per l’attribuzione di tale classe di rischio, può avvenire seguendo due metodi:

1. il metodo Convenzionale 2. il metodo Semplificato.

In entrambi i metodi si fa riferimento al parametro economico PAM (costo di riparazione dei danni prodotti dagli eventi sismici che si manifesteranno nel corso della vita della costruzione – da 10 a 100 anni - ed espresso come percentuale del costo di ricostruzione).

L’indice di rischio (IS-V) invece, è determinante per l’assegnazione della Classe di Rischio (in funzione del parametro PAM) solo nel metodo convenzionale. IS-V è un parametro necessario

per modulare i finanziamenti statali per gli interventi volti alla riduzione della vulnerabilità sismica delle costruzioni (OPCM 3362/2004_G.U. n° 165_17/07/2004) entrambi sono indici tabellari.

Successivi passaggi procedurali consentono di:

1. Determinare i valori di accelerazione al suolo di capacità PGAC (SLI) che inducono il raggiungimento degli stati limite (SLC, SLV, SLD, SLO) da normativa;

2. Note le PGAC, determinare il periodo di ritorno (TrC);

3. Per ciascun periodo, determinare il valore della frequenza media annua di superamento

ƛ = 1/ TrC (per calcolare il TRc associato al raggiungimento di SLO e SLD è

necessario assumere il valore minore tra quello ottenuto per tali stati limite e quello valutato per lo stato limite di salvaguardia della vita);

4. Definire lo stato limite di inizio danno (SLID) a cui è associabile una perdita economica nulla se l’evento sismico ha un periodo di ritorno pari a 10 anni ( ƛ = 0,1);

5. Definire lo stato limite di ricostruzione (SLR) assunto se la costruzione è impossibile da ripristinare necessaria demolizione o ricostruzione, con perdita economica pari al 100%;

6. Associare, per ogni SL, un corrispondente ƛ secondo valori tabellari [1.]; 7. Valutare il PAM in percentuale;

8. Individuare la classe PAM (tabellare);

9. Determinare IS-V come rapporto tra (capacità) PGAC /(domanda) PGAD; 10. Individuare IS-V (tabellare);

11. Determinare la Classe di Rischio Sismico della costruzione come la peggiore tra la Classe PAM e la Classe IS-V.[2]

Si può quindi procedere a scegliere gli interventi per il relativo passaggio di classe di rischio, allo scopo di mitigare il rischio con ricadute sia sul parametro PAM sia sull’indice IS-V. Questi,