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La componente didattico-omiletica del testo

Il Giorno del Giudizio in Judgement Day

Sommario 1. Introduzione – 2 I motivi legati al Giorno del Giudizio – 3 La componente didat-

3 La componente didattico-omiletica del testo

Shippey (1976, p. 45) ha sottolineato come non sia opportuno ricercare una progressione nella narrazione di Judgement Day I. Infatti, dopo l’intro- duzione in medias res al v. 1a Đæt gelimpan sceal (deve succedere),parti narrative sul Giorno del Giudizio e parti dal tono omiletico si alternano, dando luogo a variazioni, opposizioni e riprese. Il ritorno alla descrizione dell’Apocalisse dopo passi di commento avviene spesso ex abrupto, me- diante espressioni come Sceal se dæg weorþan (Deve venire il giorno) (v. 34b), Hwæþre þæt gegongeđ (Comunque succederà) (v. 98a) e ac hit

þus gelimpan sceal (ma deve succedere dunque) (v. 116a), che insistono

sull’ineluttabilità del Giudizio Universale. Il tema della seconda Venuta di Cristo viene quindi a costituire un’occasione per considerare il rapporto fra l’individuo e il suo destino.

Sebbene Judgement Day I sia un testo poetico, l’alternanza fra ammo- nimenti e brevi passi narrativo-descrittivi sull’Apocalisse ricorda lo stile delle omelie.22 L’elemento didattico, di grande rilievo, assume infatti nel

20 Vedi ad es. Judgement Day II vv. 26-28.

21 Gatch (1965, p. 124) fa notare come questo tema caratterizzi molte delle Blickling Homilies.

22 Vedi questa stessa alternanza nell’omelia The Judgement of the Damned, contenuta nel

Corpus Christi College, Cambridge Ms 201, che interrompe la narrazione dell’Apocalisse con

espressioni dal tono omiletico e didattico come La, hwæt þence we þæt we us ne ondrædađ

þone toweardan dæg þæs micclan domes? (Ecco, cosa pensiamo, di non temere il giorno

imminente del grande Giudizio?), o And utan don swa ic lære (E facciamo come io insegno). Vedi Stanley 1985, pp. 372, 376.

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componimento la forma di esplicite indicazioni (ad esempio vv. 88b-89: Ne

sceal se to sæne beon | ne þissa larna to læt, se þe him wile lifgan mid gode

[Non deve essere troppo passivo né troppo lento rispetto a questi insegna- menti, colui che vuole vivere con Dio]e vv. 49-50a: lifgen on geleafan ond a

lufan dryhtnes | wyrcan in þisse worulde [devono vivere nella fede e essere

sempre la causa dell’amore di Dio in questo mondo]). In particolare, diver- si elementi testuali sembrano concorrere a un’esortazione ben precisa, rivolta ad ogni uomo: quella di agire subito, nel presente, per la propria salvezza. A questa ammonizione concorre, a livello tematico-strutturale, la significativa presenza di tre figure esemplari che hanno la funzione di fornire modelli di condotta in punti diversi del testo. I primi due exempla rappresentano uomini che non potranno redimersi dal peccato: da un la- to, ai vv. 13b-18, il gromhygdig guma (l’uomo duro di cuore, o dalla mente feroce) (v. 14a),23 che finirà all’inferno perché «fa scorta di tesori con vana-

gloria» (gylpe strynađ, v. 14b),24 dall’altro (vv. 68b-80) il symbelgal (lo smo-

dato nei festeggiamenti)(v. 79a).25 Questi, che «troppo spesso disprezza

gli insegnamenti sacri, li mette in ridicolo» ([…] he gehyrweđ ful oft halge

lare, brigdeđ on bysmer vv. 70-71a) e «riflette poco» sul suo destino (Lyt þæt geþenceđ, v. 77b), nel Giorno del Giudizio verrà messo fra i peccatori

nel gruppo di sinistra. Subito dopo il symbelgal, a contrasto, compare un’a- nima che potrà invece accedere alla salvezza: «colui che pensa ora con dolore ai propri peccati» (v. 83: þam þe his synna nu sare geþenceþ), che verrà ricompensato da Dio per essersi pentito delle sue azioni. Quest’u- nico exemplum positivo è messo in particolare rilievo perché il passo in questione è introdotto nel manoscritto da una maiuscola di dimensioni anche maggiori rispetto all’incipit del testo (Wile, al v. 81). Le indicazioni di comportamento fornite da queste figure esemplari contribuiscono a proiettare il tema dell’Apocalisse nella dimensione dell’hic et nunc assie- me ad altri elementi di tipo linguistico, tra cui frequenti deittici temporali e locativi quali nu ([ora], in cinque casi: vv. 13b, 83a, 114a, 119b)26 e gli

23 L’aggettivo gromhygdig sembra sempre connotare figure caratterizzate da una malvagi- tà ‘esemplare’, in quanto in Azarias v. 170a gromhygdig guma indica Nabucodonosor quando questi butta i giovani nella fornace, in The Ascension v. 295a gromhydigne identifica Satana, in Andreas v. 1694a gastes gramhydiges si riferisce a uno spirito malvagio. Per Azarias si è utilizzata l’edizione Muir 20062, mentre per Andreas Krapp 1969.

24 Vedi la traduzione di Bosworth-Toller (1972, p. 928) dell’espressione Guman gylpe strinađ (Men proudly lay up treasure).

25 Questa figura esemplare può essere confrontata con quella del vanaglorioso in Vain-

glory vv. 23b-44a (Muir 20062), in particolare ai vv. 37b-41: læteđ inwitflan | brecan þone

burgweal, þe him bebead meotud | þæt he þæt wigsteal wergan scealde, | siteþ symbelwlonc, searwum læteđ | wine gewæged word ut faran ([egli] lascia che uno sleale inganno trapassi

il muro di cinta, il bastione che il Signore gli ha comandato di proteggere. Siede esultante nei festeggiamenti, obnubilato dal vino, maliziosamente lascia uscire fuori le parole).

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avverbi hider e her ([qui], in due casi: vv. 5a e 45a).27 Da questo focus narra-

tivo, scarsamente incentrato sul futuro Giudizio Universale e fortemente orientato sul presente, emerge una forte esortazione non solo a pentirsi ora prendendo coscienza dei propri peccati, ma allo stesso tempo anche ad agire subito in favore del proprio destino.

Il concetto di accessibilità della salvezza sembra essere sottolineato anche da alcune immagini incluse nelle parti omiletiche di Judgement

Day I, tra cui quella della Croce, quella di Dio e il tema della ricompensa.

La Croce è di per sé motivo ricorrente nella letteratura escatologica per il legame anagogico fra Pasqua e Giorno del Giudizio28 (che si giustifica

alla luce del passo del Vangelo di Matteo 24:30).29 Nei testi escatologici

essa è rappresentata spesso come uno dei segni che precedono il Giudi- zio (come in Christ in Judgement),30 e in quanto tale è fonte di terrore per

l’uomo (vedi Dominica Pascha).31 Invece in Judgement Day I la Croce ap-

pare chiaramente collegata alla possibilità di salvezza all’interno di una breve digressione dove si ricordano il sacrificio di Cristo e la grazia divina (vv. 64-67a: Hyht wæs a in heofonum, siþþan user hælend wæs, | middan-

geardes meotud, þurh þa mæstan gesceaft | on ful blacne beam bunden fæste | cearian clomme [C’è sempre stata speranza in paradiso, da quando

il nostro Salvatore il Signore del mondo, in base al disegno più nobile fu legato saldamente a un albero completamente nero (o: splendente) con dolorosa catena]).32 Insolita appare anche la rappresentazione del Signo-

cuore); vv. 83-84: þam þe his synna nu sare geþenceþ, | modbysgunge micle dreogeđ (per colui che ora pensa con dolore ai suoi peccati, soffre una grande ansia); v. 114a Oncweþ nu

þisne cwide (ripeti ora questo discorso); v. 119: welan ah in wuldre se nu wel þenceđ (colui

che ora pensa bene avrà prosperità in paradiso).

27 V. 5 Hafađ him geþinged hider þeoden user (Nostro Signore ha stabilito di venire qui); v. 45a: Ne tytaþ her tungul (nessuna stella si vedrà [più] qui).

28 Nella Blickling Homily VII Dominica Pascha 1-5 il giorno del Giudizio avviene a Pasqua:

seo wyrd on þas ondweardan tid geweorþan sceal (l’evento avrà luogo in questa presente

stagione) (Kelly 2003, p. 58), ove «stagione» si riferisce a þis eartorlice geryno (questo mistero pasquale), che compare poco prima.

29 Matteo 24:30: et tunc parebit signum Filii hominis in caelo et tunc plangent omnes tribus

terrae et videbunt Filium hominis venientem in nubibus caeli cum virtute multa et maiestate.

30 Christ in Judgement vv. 198b-199: ond seo hea rod | ryht aræred rices to beacne (e l’alta

Croce, innalzata dritta come segno di potere). Vedi anche e il componimento antico alto tedesco Muspilli vv. 101-101: uuirdit denne furi kitragan, dazfrono chruci, | dar der heligo

Christ ana arhangan uuard, (verrà allora presentata la Croce del Signore, alla quale il santo

Cristo venne appeso) (Braune, Helm 194911, p. 76).

31 Dominica Pascha 130-135: Ond seo rod ures Drihtnes biđ aræred […], seo nu on middan- gearde awergde gastas flemeþ (E la Croce di nostro Signore sarà innalzata […], quella che

ora sulla terra costringe le anime dannate alla fuga) (Kelly 2003, p. 62).

32 La Croce appare anche collegata al luogo stesso presso il quale, dopo la convocazione delle anime unite ai corpi, verrà «rivelata la verità», vv. 103b-105: Soþ þæt wile cyþan, | þon-

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re rispetto ad altri testi escatologici, in cui Egli è presentato come un Giudice crudele dinanzi al quale l’umanità dovrà subire passivamente il Giudizio.33 La figura di Dio in Judgement Day I invece sembra finalizzata

a esortare il pubblico a tenere un comportamento corretto, ma senza fare leva sul terrore che l’Apocalisse poteva incutere: infatti si dice che Egli, nella figura di Cristo, giudicherà secondo giustizia, in quanto conosce le buone azioni degli uomini (vv. 67b-68a: Crist ealle wat | gode dæde [Cristo conosce tutte | le buone azioni])ed è desideroso di ascoltare i loro discorsi (vv. 107b-108: georne gehyređ | heofoncyninga hyhst hæleþa dæde [il più alto dei re, in Cielo, ascolta volentieri le azioni degli uomini]). La prospet- tiva descritta pare quindi quella di una sicura e meritata ricompensa per le proprie «buone azioni» (gode dæde), piuttosto che quella di una giusta punizione per i peccati. Sul motivo della ricompensa insistono anche, in riferimento a coloro che si sono redenti, il sostantivo lean (ricompensa) e il verbo leanian (ricompensare), frequenti rispetto alla brevità del te- sto (vv. 41b, 63b e 85a). Anche l’allusione alla «quantità di buone cose» disponibile per i puri di cuore (þone godes dæl, v. 32a) e l’esplicito riferi- mento a godere della casa del Signore (v. 90a brucan þæs boldes [godete della casa], vv. 92b-94a […] þone sele […] | […] to sculon clæne, | womma

lease [quella sala […] dove andranno i puri, i virtuosi]) insistono su una

prospettiva di salvezza.