Funzionalità, specificità semantiche, morfologiche e sintattiche dei verba rogandi nel Diatessaron
Sommario 1. Introduzione – 2 La tradizione manoscritta del Diatessaron – 3 Relazioni critico-
5 La resa dei verba rogandi nel Diatessaron alto tedesco di G
L’indagine semantica, morfologica e sintattica dei verba rogandi individuati nella traduzione, vale a dire eiscon, fragen, bitten e suohhen, è stata con- dotta tenendo conto delle questioni critico-testuali illustrate fino ad ora: il possibile utilizzo di un modello latino diverso da quello tramandato da G e da F, l’attribuzione della traduzione a diversi traduttori e la volontà di questi ultimi di superare la mera traduzione interlineare.
I verbi vengono analizzati in relazione al loro contesto semantico, mor- fologico e sintattico, nonché in relazione ai lemmi latini corrispondenti.
Il testo latino contenuto nel ms sangallese sarà utilizzato come testo latino di riferimento, in quanto risultano probanti le occorrenze in cui la traduzione si allontana dal testo latino contenuto in G ai fini dell’individua- zione delle questioni illustrate.
5.1 Analisi morfologica e sintattica
Sono state individuate 117 occorrenze in cui ricorrono i verba rogandi: 44 occorrenze di fragen; 3 di eiscon; 61 di bitten e 9 di suohhen.
Nella maggior parte dei casi, la traduzione alto tedesca si presenta fede- le al testo latino. In alcuni passi tale fedeltà non produce un testo tedesco coerente, come nella seguente occorrenza in cui il verbo bite è collocato in seconda posizione, pur trattandosi di una frase subordinata:
289.14-15 & non dico uobis/
quia ego rogabo patrem de uobis/
Inti ih niquidu íu/
thaz ih bite then fater fon íu
e io non vi dico che io preghi il Padre per voi In altri casi, il traduttore non ha bisogno di modificare il testo latino in quanto l’ordine delle parole latine riprodotto nello stesso ordine all’interno
D’Andrea. Verba rogandi nel Diatessaron in alto tedesco antico 141
della traduzione, produce una frase tedesca morfologicamente e sintatti- camente coerente con le consuetudini linguistiche dell’alto tedesco:
286.25-26 & nemo ex uobis/
Interrogat me quo uadis./
Inti nioman fon iu/fraget mih uua- ra feris./
E nessuno di voi mi chiede: «Dove vai»
Sono state rintracciate 44 occorrenze che presentano evidenti divergenze nella traduzione rispetto al testo latino di G:
30.30 & postulans pu- gillarem scripsit dicens./ […] bat thô scrîbsahses screib sus quedantj […] Chiese allora l’occorrente per scrivere, scris- se dicendo così: «[…] 47.6-8 Miserunt iudei ab hierusolimis/ sacerdotes & leuitas/ut Inter- rogarent eum tu quis es.
santun iudei fon hierusalem/bisco- fa Inti diacana/ thaz sie Inan
frag&in uuer bis thu/ I giudei inviarono da Gerusalemme i vescovi e i diaco- ni affinché essi chiedessero a lui: «chi sei tu? » 47.9-12 & confessus est
& non negauit./& confessus est quia non sum ego christus,/& Inter-
rogauerunt eum,/ quid ergo helias es tú
Inti biiah her thô Inti nifursuoh./ biiah thô thaz her christ niuuari./thô
frag&un sie Inan./ uuaz nu bist thu helias
E confessò egli allora e non negò. Confessò allora che egli non era il Cristo. Allora gli chiesero: «Che cosa dunque? Sei tu Elia?» 47.22-24 Et qui missi fuerant/erant ex phariseis,/& inter- rogauerunt eum & dixerunt,/
Inti thie thar gi- santa uuârun/thie uuarun fon then phariseis./thô
frag&un sie Inan Inti quadun,/
E coloro che lì furono mandati erano dei farisei. Allora lo interro- garono e dissero 55.8-11 ascendens autem
in unam nauem/ quae erat simo- nis./rogauit eum a terra/reducere pussillum.
ársteig hér thó in einaz skef/thaz thar uuas simo- nes/bát hér Inan thaz hér íz fon erdu/arleitti ein luzzil
Salì egli allora in una barca, che era di Simone, egli chiese a lui che la spostasse un poco da terra
142 D’Andrea. Verba rogandi nel Diatessaron in alto tedesco antico
65.9-11 Et quicumque tè angariauerit/mille passus.uade cum illo alia duo;/qui
p&it a té dá ei./
Inti so uuer so thih thuinge thaz thu mit imo gést/ thúsunt scrito fár mit imo andere zuene.,/ther fon thir sihuues bite gíb imo/
E se qualcuno ti costringe ad andare con lui per mille passi, va’ con lui per altri due. Dona a colui che ti chieda qualcosa.
67. 28-30 scit enim pater uester/quibus opus sit uobis/ antequam p&atis eum./
uueiz íuuar fater/ uues íu thurft ist/ ér thanne ír inan
bit&./
Vostro Padre sa ciò che vi è neces- sario prima che voi glielo chie- diate
73.5-11 Aut quis est ex uobis homo/quem si p&ierit filius suus panem/ numquid lapidem porrigit ei?/aut si piscem p&it/ numquid ser- pentem porrigit ei?/Aut si ouum p&ierit/numquid porrigit illi scor- pionem?/
odo uuer ist fon íu manno/then oba bitit sín sun brotes/ía nigibit her imo stein/oba her fiskes bitit./ ia nigibit her imo thanne natrun/ oda oba her eies
bitit/ia nigibit imo
thanne scorpio- nem?/
Oppure quale uomo è fra di voi al quale se suo figlio chiede del pane forse egli (il padre) gli dà una pietra, oppure se egli (il figlio) chie- de del pesce forse egli (il padre) gli dà allora un serpente, oppure se egli (il figlio) chiede un uovo forse gli dà allora uno scorpione? 73.13-16 quanto magis pater uester/qui In caelis est.dabit bona/p&entibus sé? uuvo mihhiles mér íuuer fater/ ther in himile ist gibit guotu/Inan
bitenten./
Quanto più il Pa- dre vostro che è in cielo darà cose buone a coloro che (le) chiedono a Lui
90.30-32 Interrogabat ergo horam ab eis/in qua melius habue- rit.,/& dixerunt ei;
tho eiscota hér thia zít zi ín/in thero imo baz&a./ Inti quadun imo
Allora egli si informò presso di loro sull’ora in cui cominciò a stare meglio e gli dissero.
D’Andrea. Verba rogandi nel Diatessaron in alto tedesco antico 143
92.25-27 Qui respondens ait illis./generatio mala & adultera/ signum querit.
tho antlinginti quad ín/ubil cunni inti furlegan/
suohhit zeihhan
Allora rispon- dendo disse loro: «Una stirpe cattiva e adultera chiede un segno 105.7-10 alioquin/adhuc
illo longe agen- te/legationem mittens rogat ea/ quae pacis sunt;
nibihalt/imo noh thanne ferro farentemo/boton sententi bitit thes/zi sibbu sí. Altrimenti, men- tre quello è ancora lontano, mandando un’am- basceria, chiede ciò che sia per la pace
106.18-21 Ait autem ad illos ihesus.,/Interrogo uos si lic& sab- bato/bene facere an male. animam saluam/facere an perdere.
tho quad ther heilant zi ín/ih
fragen íuuih oba
íz arloubit sí in sambaztag/uuola tuon oda ubilo séla heila/tuon oda fúrliosan
Allora disse il Salvatore a loro: «Io domando a voi se sia lecito di sabato fare del bene o del male, salvare un’anima o perderla» 116.9-12 Rex ait puellae./
p&e a me quod uis.& dabo tibi./& iurauit illi. quia quicquid/p&ieris dabo tibi.
ther cuning quad themo magatine/ biti fon mir thaz thu uuili inti ih gibu thír./inti gi- suuor iru thaz só uuaz só thú/bitis só gibu ih thir.
Il re disse alla ragazza: «Chie- dimi ciò che vuoi e io te lo darò». E giurò a lei che: «Qualunque cosa tu chiedi io la darò a te» 116.14-15 quae cum exiss&
dixit matri sue./ quid p&am.
só siu úzgieng quad zi ira muo- ter/uúaz bitu ih
Quando ella uscì, chiese a sua madre: «Cosa chiederò?» 116.17-18 Cumque in- troiss& statim cum festinatione/ ad regem.p&iuit dicens./ […]
só siu tho íngieng sár mit ilungu/ zi themo cuninge
bát inan quedenti/ […]
Quando ella allo- ra entrò subito di corsa dal re, gli chiese dicendo: «[…]
135.30-32 interrogauerunt
ergo eum./quis est ille homo qui dicit tibi./tolle grabbattum tuum & ambula?
tho fragutun sie inan/uuer ist der man der dir quad/ nim thin draga- betti inti gang/
Allora gli chiese- ro: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi il tuo lettuccio e cam- mina?”»
144 D’Andrea. Verba rogandi nel Diatessaron in alto tedesco antico
147.10-11 & interrogauit eos/quid inter uos conquiritis
tho frageta her sie /uuaz untar iu ahtot ir
Allora egli chiese loro: «su cosa ri- flettete fra voi?» 159.23-25 & ait illi; serue
nequam/omne de- bitum dimisi tibi/ quoniam rogasti me;/
inti quad imo. abuh scalc/alla sculd uorliez thir/ uuanta thu mih
bati
E gli disse: «Ser- vo cattivo, tutto il debito ti ho can- cellato, perché tu mi hai pregato» 177.16-17 omni autem cui
multum datum est./multum
quaer&ur ab eo./
iógilichemo themo dar filo gigeban ist./filo
suochit man fon
imo./ A ognuno al quale molto è dato, molto si chiederà a quello 183.8-10 respondens au- tem ihesus/dixit eis.nescitis quid p&atis/potestis bibere calicem/ […] tho antuurtita ther heilant/quad In.niuuizzut uuaz ir bítet/mugut ir trinkan kelih/ […] Allora rispose il Salvatore, disse loro: «Non sapete ciò che voi chie- dete. Potete bere il calice […]?» 199.5-7 cum autem
perseuerarent/
Interrogantes
eum erexit sé./& dixit eis.
mit thiu sie thu- ruh uuon&un/ Inan fragente arrihta sih úf /Inti quad In.
Poiché essi conti- nuavano, chieden- do a lui, si alzò e disse loro
200.20-23 & dixit ihesus,/ omnia quae- cumque orantes p&itis/credite quia accipi&is/& ueni& uobis. thô quad ther heilant,/allu thiu Ir b&onte bitt&/ giloub& thaz Ir Inphah&./só qui- mit íu.
Allora disse il Sal- vatore: «Tutte le cose che voi chie- dete pregando, credete che voi riceverete. Così verrà a voi». 201.30-31 respondens ihe-
sus dixit illis,/In-
terrogo uós & ego unum sermonem
thô antlinginti ther heilant quad In,/ih fragen íuuih ouh eines uuor- tes.
Allora risponden- do il Salvatore disse loro: «Vi interrogo anche su una questione» 205.8 rogo té habe mé
excusatum./ ich bitu thih habe mih gisihhorotan./ Io ti prego: abbi di me giustifica- zione
205.11-12 rogo té habe mé/
excusatum. ih bitu thih habe mih/gisihhorotan. Io ti prego: abbi di me giustifica- zione
D’Andrea. Verba rogandi nel Diatessaron in alto tedesco antico 145
241-
242.31.3 Interrogatusautem/a phari- seis,/[…] respon- dit eis & dixit/
her tho gifraget/ fon then pha- riseis/ […] tho antlingita her in Inti quad/
Egli allora inter- rogato dai Farisei […], allora egli rispose loro e disse 279.12-15 Et quodcumque p&ieritis/In nomine meo hoc faciam/ut glorific&tur pa- ter/In filio. Inti so uuaz so ir
bitit/In minemo
naman thaz duon ih/thaz si gidiuri- sot ther fater/In themo sune.
E qualunque cosa voi chiederete nel mio nome ciò io farò affinché sia glorificato il Padre nel Figlio 283.21-24 Si manseritis In
me/& uerba mea In uobis manse- rint/quodcumque uolueritis/peti&is & fi& uobis./
obir uuonet In mir/Inti minu uuort In íu uuo- nent/so uuaz so ir uuollet/bittet Inti uuirdit íu./ Se voi rimarrete in me e le mie parole rimarranno in voi, qualunque cosa voi volete, chiede- te e sarà a voi. 284.26-28 Ut quodcumque petieritis/pa- trem In nomine meo/d& uobis/ thaz so uuaz so ir
bitet/then fater In
minemo namen/ gebe íu
A ffinché qua- lunque cosa voi chiedete al Padre nel mio nome, (il Padre) dia a voi 288.11-12 & dixit eis. De
hoc queritis/Inter uos
Inti quad in.fon thiu suohet ir nu/ untar íu
E disse loro: «Di cosa discutete adesso fra voi» 288.31 & in illo die me
non rogabitis quicquam
Inti in themo tage
mih ío uuihtes E in quel giorno a me nulla [chiede- rete]
289.1-6 Amen amen dico uobis/si quid
p&ieritis patrem/ In nomine meo dabit uobis./usque modo non p&istis quicquam/In no- mine meo/p&tite & accipi&is./
uuar uuar qui- dih íu/ob ir uuaz
bittet then fater/
In minemo namen gibitiz íu./unzan nu nibatut ir niouuihtes/In mi- nemo namen/bit-
tet Inti intfahet/
In verità, in verità vi dico: se chiede- te qualcosa al Pa- dre nel mio nome (Egli) ve lo darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chie- dete e riceverete 289.12-13 illo die/In nomine
meo p&itis/ In themo tage/In minemo namen
bitet ir/
In quel giorno chiederete nel mio nome
146 D’Andrea. Verba rogandi nel Diatessaron in alto tedesco antico
292.17-18 non pro his autem
rogo/tantum. sed pro eis […]
nalles furi thie
bittih/eccrodo.
nibi furi thie the […]
Non prego solo per questi, ma per quelli che […] 297.7-8 Iterum ergo eos
Interrogaueruit/ quem queritis/
abur frageta sie/
uuenan suohet ir/ Di nuovo chiese loro: «Chi cercate voi?».
300.20-22 Quid me inter-
rogas /Interroga eos qui audierunt/ quid locutus sum ipsis
uuaz frages mih/
frage thiediz
gihortun /uuaz ich in sprahi
Perché interroghi me, interroga quelli che hanno udito ciò che io ho detto loro 303.10-12 si autem & Inter-
rogauero/non re- spondebitis mihi/ neque dimittetis/ ob ih fragen/than- ne niantuuvrtet ir mir/noch niforlaz- zet./ Se vi interrogherò (lett. interrogo) allora voi non mi risponderete (lett. rispondete) né mi libererete (lett. liberate) 310.19-23 Per diem autem
festum/con- suerat preses/ dimittere populo unum/ex uinctis/ quemcumque p&issent/ thuruh then itmalon tag/uuas giuuon ther gra- uo/zi forlazzan- ne einan themo folke/fon then notbentigon/ so uuenan sie batin/
Per l’occasione del giorno festivo era solito il gover- natore rilasciare uno del popolo fra i carcerati, chiun- que essi chiedes- sero. 311.9-12 Princeps autem sacerdotum/& seniores persua- serunt/populis ut p&erent barab- ban/ihesum uero perderent./
ther herosto thero bisgoffo/Inti thie alton spuonun/ thaz folc thaz sie
batin barabbanes/
thaz sie then hei- lant flurin./ Il sommo dei sacerdoti e gli anziani persuase- ro la folla affinché essi chiedessero Barabba, affinché essi perdessero (= facessero mo- rire) il Salvatore 321.15-16 hic accessit ad pilatum/& p&it corpus ihesu/
ther gieng zi pi- late/Inti bat thes heilantes licha- men/
Questi andò da Pilato e chiese il corpo del Salva- tore.
D’Andrea. Verba rogandi nel Diatessaron in alto tedesco antico 147
Tali occorrenze risultano probanti ai fini dell’analisi, in quanto i cambia- menti in esse avvenuti sono finalizzati alla formazione di una frase tedesca coerente con le regole della lingua d’arrivo. Trattandosi, inoltre, di frasi che non dipendono dal testo latino, ma attribuibili ai traduttori, esse for- niscono dati sullo status della lingua tedesca del IX secolo.
Dal punto di vista morfologico, per quanto riguarda la resa di tempi e modi verbali, nel corso della traduzione si assiste ad una concordanza fra tempi e modi verbali latini e tempi e modi verbali tedeschi. L’unica ecce- zione è rappresentata dall’indicativo futuro latino, che viene reso sempre con l’indicativo presente tedesco. Tale corrispondenza, tuttavia, rientrando fra le peculiarità delle lingue germaniche (Krahe, Meier Brügger 2002; Lawson 1958), non è rilevante ai fini della presente indagine.
Nelle occorrenze citate nella precedente tabella, in cui il testo tedesco si allontana dal testo latino, si registra l’uso di un tempo verbale tedesco di- verso dal tempo verbale latino nelle occorrenze 65.9-11; 177.16-17; 321.15- 16 e l’uso di un modo verbale tedesco diverso da quello latino in 283.21-24. Tale diversità nell’uso di tempi e modi verbali può essere attribuita a una scelta del traduttore o all’utilizzo di un modello latino diverso dal testo latino tramandato da G. Le scelte attribuibili a un modello latino diverso dal testo latino contenuto in G risultano le occorrenze 65.9-11; 177.16-17, illustrate di seguito.
In 65.9-11, il congiuntivo tedesco bite corrisponde al presente indica- tivo latino petit. Risulta piuttosto improbabile che la forma bite, invece del presente indicativo bitit, possa essere un errore di trascrizione, data la differenza ortografica fra le due forme. L’uso del presente congiuntivo al posto del presente indicativo non è neppure attribuibile a un modello latino diverso in cui ricorre il presente congiuntivo: in altri testimoni della Vulgata, infatti, si registra sempre una forma petit, come nel testo latino di G, sebbene non si può escludere l’esistenza di un testimone a noi sconosciuto che presentasse un congiuntivo. Sembrerebbe più plau- sibile, quindi, ipotizzare che il traduttore abbia scelto volontariamente di ricorrere al congiuntivo presente, sebbene la frase non richieda tale tempo verbale.
In 177.16-17, il futuro semplice indicativo passivo latino quaeretur viene reso con un presente indicativo attivo suochit. Degno di nota il passaggio dalla diatesi passiva latina a quella attiva tedesca. In altri punti del testo, infatti, i verbi latini passivi vengono resi con la forma perifrastica costituita dal verbo ‘essere’ o ‘diventare’ e il participio passato del verbo lessicale, come accade solitamente nelle lingue germaniche (Sonderegger 2003). Nel passo in questione, 177.16-17, il traduttore non ricorre a una forma perifrastica gesuochet uuird o gesuochet ist, adeguandosi in tal modo al testo latino secondo una consuetudine germanica, ma si allontana dal testo latino e rende la diatesi passiva mediante quella attiva, con l’aggiunta del pronome personale man che funge da soggetto della frase.
148 D’Andrea. Verba rogandi nel Diatessaron in alto tedesco antico
Le divergenze della traduzione rispetto al testo latino che lasciano ipo- tizzare l’utilizzo di un modello latino diverso sono 283.21-24; 321.15-16.
In 283.21-24 si osservano quattro verbi latini coniugati al futuro an- teriore indicativo (manseritis, manserint, uolueritis, petietis) resi con il presente indicativo tedesco (uuonet, uuonent, uuollet, bittet), secondo la corrispondenza futuro indicativo latino – presente indicativo tedesco ricor- rente nella traduzione. La corrispondenza petietis – bittet, tuttavia, pone qualche problema: la forma tedesca bittet potrebbe essere un imperativo o un presente indicativo, dato il contesto sintattico e data la condivisione della desinenza in -et fra i due modi verbali. Tale forma, inoltre, traduce la forma latina petietis, che non trova alcuna corrispondenza nel latino classico, ma è piuttosto diffusa nel latino medievale (Blaise 1940). Secondo l’edizione della Nova Vulgata la frase ricorre in Giovanni 15.7 come petite16
e dunque all’imperativo, ma sono testimoniate anche delle varianti come
petieritis (futuro anteriore) e petetis (futuro semplice).17 Si potrebbe ipo-
tizzare che la forma documentata dal ms sangallese, petietis, sia un errore di trascrizione per petite, petitis o petieritis se la stessa forma petietis non fosse stata rintracciata anche all’interno del Codex Fuldensis.18 La
presenza di un imperativo o di un presente indicativo nella traduzione alto tedesca in corrispondenza di una forma latina non classica, forse corrotta di indicativo futuro, e che presenta numerose varianti in diversi testimoni della Vulgata sembrerebbe dimostrare la dipendenza del Diatessaron alto tedesco da un Diatessaron latino diverso da quello trasmesso nel codice 56. L’occorrenza 321.15-16 presenta un altro caso interessante. Il presente indicativo latino petit viene reso con il preterito indicativo tedesco bat. Se si analizza il contesto sintattico, ci si trova di fronte a una frase principale e a una coordinata alla principale. Nella frase principale si registra un verbo al perfetto indicativo accessit, reso con il preterito indicativo gieng; nella coordinata il testo latino passa al presente con petit, mentre la traduzione mantiene il tempo della principale con bat, così come richiesto dalla regola della consecutio temporum. Nel testo della Nova Vulgata, in corrispondenza del passo in questione si legge petiit, dunque un perfetto indicativo. La pre- senza del perfetto indicativo nei testi della Vulgata induce a formulare due ipotesi: in G può essersi verificato un errore di trascrizione nel testo latino, con l’omissione di una -i-, oppure il modello latino utilizzato per la traduzione mostrava una lezione diversa rispetto a quella presente nel testo latino di G.
16 http://www.vatican.va/archive/bible/nova_vulgata/documents/nova-vulgata_index_ lt.html/ (2015-05-28)
17 Vedi l’edizione della Vulgata in versione elettronica Tweedale 2005, http://vulsearch. sourceforge.net/html/ (2015-05-28).
18 Il Vangelo di Giovanni tramandato da F è disponibile all’indirizzo http://sangallensi- s56tatian.comze.com/John.pdf (2015-05-28).
D’Andrea. Verba rogandi nel Diatessaron in alto tedesco antico 149
Oltre alla resa di tempi e modi verbali, è stata analizzata la resa degli ar-