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La tradizione manoscritta del Diatessaron

Funzionalità, specificità semantiche, morfologiche e sintattiche dei verba rogandi nel Diatessaron

Sommario 1. Introduzione – 2 La tradizione manoscritta del Diatessaron – 3 Relazioni critico-

2 La tradizione manoscritta del Diatessaron

Gli studi sul Diatessaron hanno seguito due direttrici principali: da un lato hanno tentato di ricostruire l’originale perduto, dall’altro hanno cercato di ricostruire la trasmissione testuale dell’Armonia evangelica nell’Europa medievale (Schimd 2005, p. 5).

Il Diatessaron (dal greco διὰ τεσσάρων «attraverso quattro [Vangeli]») è un’Armonia evangelica composta nel II secolo da un apologista del Cri- stianesimo delle origini, Taziano il Siro. L’opera esprime il tentativo di ar- monizzare la narrazione dei quattro Vangeli canonici, dando vita a un unico

2 Il manoscritto è consultabile sul sito http://www.e-codices.unifr.ch/en/list/one/csg/0056/

(2014-05-28). L’edizione critica di riferimento per il presente lavoro è quella di Masser 1994.

3 Decano del monastero dall’845 e successore dell’abate Grimald (841-872), abate negli anni 872-882. Sulla figura di Hartmut, vedi Haubrichs (1973, pp. 49-112).

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racconto che segue l’ordine cronologico della vita di Gesù e ne dispone il contenuto secondo una nuova sequenza, differente sia da quella dei Vangeli sinottici che da quella del Vangelo secondo Giovanni.4

Della versione originale perduta del Diatessaron, redatta molto proba- bilmente in siriaco, rimangono solo le testimonianze indirette delle tradu- zioni in arabo e del commentario in traduzione armena di Efrem.5 L’elevato

numero dei manoscritti testimonia che il Diatessaron godette di un’ampia circolazione nei primi secoli della letteratura cristiana.6 Nell’area di lingua

greca, tuttavia, non ci sono tracce della diffusione dell’Armonia evangelica nei primi secoli di storia della Chiesa: è stato rinvenuto solamente un fram- mento dell’Armonia in greco, relativo al racconto della Passione.7

Una grande diffusione dell’Armonia evangelica si riscontra, invece, in am- bito occidentale: sono noti 24 manoscritti risalenti ad un periodo compreso fra il VI e il XIV secolo, 2 commentari del XII secolo e un testo scolastico del XIII secolo.8 I rapporti esistenti fra i diversi testimoni dell’Armonia evange-

4 Il Vangelo di Giovanni è differente dagli altri tre Vangeli, in quanto Giovanni inserisce nella Scrittura impressioni personali e segue una cronologia differente per gli eventi rac- contati (Petersen 1994).

5 I manoscritti che trasmettono la versione araba del Diatessaron sono i seguenti: Roma,

Vatican Arab 14; Roma, Vatican Arab Borg. Arab. 250; Cairo, Coptic Patriarchate ms 67; Oxford, Bodleian Library Arab e 163 1806; Aleppo, Paul Sbath No 1020 1791; Beirut, Jesuit Li- brary No 429 1332. Per quanto riguarda il commentario in armeno, si rimanda a Leloir 1964.

6 Il Diatessaron di Taziano era ancora in uso nel V secolo nelle parrocchie di lingua siriana, co- me si desume dal resoconto di Teodoro di Cirro, che ordinò più di 200 copie del Diatessaron, so- stituite in seguito dai Vangeli Separati. Per approfondimenti sull’argomento vedi Peters (1939).

7 Tale frammento è stato rinvenuto a Dura-Europos. L’importanza di questo testimone è dovuta alla sua antichità: esso risale alla prima metà del III secolo. Inizialmente, si credeva che si trattasse di una traduzione del Diatessaron di Taziano, ma studi successivi hanno dimostrato che si trattava di un’opera indipendente. Per le edizioni critiche si rimanda a Kraeling (1935), Bradford Welles (1959), Parker; Taylor; Goodacre (1999), Kirby (2006).

8 I 24 manoscritti sono: Fulda, Landesbibliothek Bonifatianus I; St. Gallen, Stiftsbibliothek Cod. 56; Kassel, Landesbibliothek theol. f. 31; Reims, Bibliothèque municipale ms 46; Mün- chen, Staatsbibliothek Clm. 23346; Arras, Bibliothèque municipale 291; Cambridge, Corp. Chr. Coll. 475; London, British Library, Royal 4 A.iv; Cambrai, Bibliothèque municipale 361; Laon, Bibliothèque municipale 100; Leipzig, Universitätsbibliothek Cod. lat. 193; London, British Library, Royal 2D xxv; London, British Library, Royal 3 A x; London, British Library, Royal 3 B viii; London, British Library, Royal 3 B xv; Oxford, Bodleian Library 2761; Leipzig, Universitätsbibliothek Cod. lat. 192; London, British Library, Royal 2 C ix; Kopenhagen, Königl. Bibliothek, Gl. Kgl. S. 1350 4to; Paris, Bibliothèque Mazarine 292; Berlin, Staatsbib-

liothek Philipps 1707; Valenciennes, Bibliothèque municipale 15; München, Staatsbibliothek Clm. 7946.Per quanto riguarda i commentari, del primo Super Unum Ex Quatuor sive Con-

cordia quattuor evangelistarum di Zacharias Chrysopolitanus PL 186, 11-620, Stegmüller

segnala più di 50 manoscritti (Stegmüller 1955, p. 450) e Gerits 102 manoscritti (Gerits 1966, pp. 278-303); del secondo Super unum ex quattuor di Petrus Cantor, Stegmüller segnala circa 25 manoscritti (Stegmüller 1954, pp. 267-269).

Per quanto riguarda il testo scolastico ci si riferisce a Petrus Comestor, Historia Scholastica, PL 198, 1049-1722. Vedi Morey (1993, pp. 6-35).

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lica sono complessi da spiegare, in quanto il più antico testimone conosciuto che tramanda una versione completa di Armonia è un codice risalente alla metà del VI secolo. Si tratta del ms Fulda, Landesbibliothek Bonifatianus I, conosciuto come Codex Fuldensis (F).9 Tale manoscritto tramanda solo i

testi del Nuovo Testamento con i Vangeli nella forma armonizzata, come nel

Diatessaron. Il testo contenuto in F, tuttavia, è considerato il primo esempio

di testo di Vulgata, la versione biblica diffusa in occidente alla metà del VI secolo.10 Ad un certo punto della trasmissione il Diatessaron deve essere

entrato in contatto con la tradizione propriamente occidentale della Vulgata. Il testo contenuto in F, pertanto, può essere considerato solo una forma di rielaborazione tarda del Diatessaron di Taziano. Per tale motivo, gli studiosi hanno postulato l’esistenza di una più antica Armonia in latino, tradotta dal siriaco già prima del III secolo, che sarebbe stata modello di F e accanto a F avrebbe influenzato la tradizione occidentale dell’Armonia.11 Tale Armonia

sarebbe stata priva di elementi appartenenti alla tradizione della Vulgata. L’analisi condotta nell’ambito della tradizione più recente (medio olandese, italiana, e medio tedesca) conferma questa ipotesi: alcune lezioni si allon- tanano dal testo di F e concordano, invece, con i testi orientali più antichi. Tali varianti vengono percepite come le vestigia di una più antica versione in latino del Diatessaron (Zahn 1894, pp. 85-120).

Sebbene il testo contenuto in F rappresenti solo uno degli ultimi testimo- ni riconducibili al Diatessaron in latino, F è il più antico manoscritto di Ar- monia latina conosciuto e costituisce il punto di partenza per la collazione di tutti gli altri testimoni occidentali (Plooij 1923, p. 74; Zahn 1894, p. 115). La complessità della ricostruzione della prima versione latina del Dia-

tessaron si ripercuote sull’analisi delle relazioni critico-testuali fra il ms

F e il codice G.

9 Il codice era stato commissionato e in parte corretto dal vescovo di Capua, Vittore, che, per spiegare l’‘inusualità’ della forma armonizzata dei quattro vangeli in un testo del VI secolo, antepose al testo una prefazione. Egli venne in possesso di una Armonia evangelica che non recava né il nome del compilatore né il nome dell’autore; sulla base di ricerche successive, tuttavia, Vittore stabilì che tale Armonia, che venne poi trascritta in F, dovesse essere attribuita a Taziano. Per la descrizione del manoscritto si rimanda a Scherer (1905, pp. 6-12) e Fischer (1963, pp. 519-600); per l’edizione critica si rimanda a Ranke (1868).

10 La Vulgata ha rappresentato la traduzione ufficiale della Bibbia per la Chiesa cristiana

occidentale a partire dal V secolo fino al Concilio Vaticano II nel 1965. Essa ha gradualmen- te sostituito le versioni evangeliche latine precedenti, note con il termine Vetus latina. In particolare le tradizioni più antiche del II secolo sono indicate con il nome di Afra, in quanto provenienti dalle province romane dell’Africa del Nord. La cosiddetta Itala, proveniente dall’Europa, redatta tra il II e il III secolo, divenne di uso comune in Italia. Il carattere non ufficiale di tali versioni favorì notevolmente l’adattamento e l’interpretazione personale, producendo numerose varianti e una pluralità di versioni (Maggioni 1996).

11 Secondo alcuni studiosi, la prima traduzione del Diatessaron dal siriaco in latino sarebbe stata più tardi adattata (vulgatizzata) al tipo di testo della Vulgata (Vogels 1919, pp. 126-138; Plooij 1923; Peters 1942, pp. 181-192; Baumstark 1964; Quispel 1975).

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