• Non ci sono risultati.

La content analysis mista quali-quantitativa 55

Nel documento Business model pattern (pagine 56-59)

CAPITOLO 1: LA RICERCA QUALITATIVA, QUANTITATIVA E MISTA

1.4 LA CONTENT ANALYSIS 48

1.4.3 La content analysis mista quali-quantitativa 55

Come abbiamo visto nei paragrafi precedenti in origine la content analysis era una metodologia solamente quantitativa, ma con il passare del tempo si è evoluta e trasformata in base alle necessità dei ricercatori e ai nuovi settori nei quali è stata impiegata. Questo ha portato all’emergere degli approcci qualitativi. Oggi questa metodologia ha applicazioni diverse rispetto a quelle nelle quali queste distinzioni si erano sviluppate e per certi aspetti la distinzione tra content analysis qualitativa e quantitativa può ritenersi superata. Krippendorff afferma che la distinzione quantitativa/qualitativa è una dicotomia sbagliata tra i due tipi di giustificazioni dei modelli di content analysis: l'esplicitezza e l'obiettività dell'elaborazione dei dati scientifici da un lato e l'adeguatezza delle procedure utilizzate rispetto a un prescelto contesto sull’altro (Krippendorff 2004). Nella content anlysis, entrambi questi aspetti sono indispensabili.

L’approccio qualitativo si pone in opposizione alle limitazioni e ai vincoli metodologici propri dell’approccio quantitativo. Gli studiosi dichiaratamente qualitativi utilizzano la letteratura conosciuta per contestualizzare la lettura di determinati testi, riarticolando i significati di quei testi in vista dei contesti ipotizzati e permettendo che le domande e le risposte di ricerca nascano insieme nel corso del loro coinvolgimento con i testi dati (Krippendorff 2004). Il processo di

- 56 -

ricontestualizzazione, reinterpretazione e ridefinizione della domanda di ricerca continua fino a quando non viene raggiunta una qualche interpretazione che viene ritenuta soddisfacente dal ricercatore. Partendo dal presupposto che l’interpretazione e l’analisi del testo è una procedura aperta e provvisoria, gli approcci qualitativi permettono una maggiore libertà di movimento al ricercatore lasciando più spazio alla sua creatività. Proprio lo spazio lasciato alla soggettività dei ricercatori è una delle problematiche legate all’approccio dichiaratamente qualitativo. I ricercatori qualitativi supportano le loro interpretazioni per mezzo delle citazioni della letteratura analizzata sui contesti costruendo parallelismi, impegnandosi in triangolazioni e elaborando le metafore che possono identificare (Krippendorff 2004). Questa modalità è sicuramente meno solida e verificabile rispetto alle evidenze numeriche, di conseguenza i ricercatori qualitativi tendono ad applicare criteri diversi dall'affidabilità e dalla validità nell'accettare i risultati della ricerca. Non è chiaro, tuttavia, se assumano questa posizione perché la verifica intersoggettiva di tali interpretazioni è straordinariamente difficile da realizzare o se i criteri che propongono sono davvero incompatibili con la realizzazione di inferenze abduttive dai testi (Krippendorff 2004). Anche le differenze di carattere pratico individuate nel paragrafo precedente confermano una limitazione alla libertà dei ricercatori nella ricerca quantitativa in favore del rigore della ricerca. Pensiamo ad esempio alla fase di generazione delle ipotesi in cui nell’approccio quantitativo queste devono essere stabilite a priori mentre in quello qualitativo possono essere modificate in corso d’opera. Oppure al campionamento che nella ricerca qualitativa deve essere eseguito preferibilmente a campione mentre in quella qualitativa al ricercatore è lasciata la libertà di selezionare i dati rilevanti. Esempi analoghi potremmo farli anche per le fasi di codifica ed analisi dei dati codificati.

Quindi, la vera contrapposizione tra i due approcci si basa su un paradosso: da un lato l’autorevolezza e il rigore della rielaborazione dei dati con metodo scientifico

- 57 -

quantitativo, dall’altro la necessità di considerare elementi, come i contesti o le informazioni emergenti, che possono essere colti solo lasciando operare i ricercatori al di fuori di rigidi schemi prestabiliti.

Questo paradosso riprende la contrapposizione che abbiamo analizzato nel paragrafo 1.1. tra approcci qualitativi e quantitativi e sembra quindi risolvibile nello stesso modo: applicando una logica pragmatica. Approcci qualitativi e quantitativi vengono combinati negli approcci misti quali-quantitativi per beneficiare dei rispettivi punti di forza e compensare le rispettive debolezze. Allo stesso modo nella content analysis è necessario beneficiare sia del rigore quantitativo, per dare autorevolezza all’analisi, sia della flessibilità qualitativa.

Inoltre, non possiamo esimerci dal considerare che certi autori, tra i quali citiamo ancora una volta Krippendorff, in quanto uno dei massimi esponenti della content analysis, mettono in discussione l’esistenza stessa nella pratica della distinzione tra content analysis qualitativa e quantitativa. “Metto in discussione la validità e l'utilità

della distinzione tra content analysis quantitativa e qualitativa. In definitiva, tutta la lettura dei testi è qualitativa, anche quando determinati caratteri di un testo vengono successivamente convertiti in numeri. Il fatto che i computer elaborino grandi volumi di testo in un tempo molto breve non toglie la natura qualitativa dei loro algoritmi: al livello più elementare, riconoscono zeri e uno e li modificano, procedendo un passo alla volta (Krippendorff 2004).” Secondo questo pensiero ogni

content analysis al suo interno ha parti qualitative e quantitative. Considerando ad esempio la quantificazione del testo che rappresenta il punto di partenza per una content analysis il più quantitativa possibile. Nemmeno la quantificazione del testo può essere considerata come una caratteristica distintiva dell’approccio quantitativo poiché il testo inizialmente è sempre qualitativo (Krippendorff 2004). La quantificazione avviene successivamente per rendere possibile una forma di misurazione dello stesso o per comodità e convenienza nel gestire un numero elevato di dati, non dimenticando che alla fine la risposta alle domande di ricerca

- 58 -

viene data in forma verbale. Allo stesso modo, ad esempio, quando all’interno di una content analysis qualitativa il ricercatore verifica le citazioni ricevute da un articolo, utilizzando i vari software preposti come Google Scholar, per ottenere informazioni riguardo la sua rilevanza nel dibattito accademico, sta applicando una logica quantitativa nel tentativo di aumentare la validità delle sue affermazioni. In conclusione, secondo Krippendorff la content analysis quantitativa e qualitativa non possono essere definiti come due metodologie totalmente distinte. Sembrano piuttosto porsi ai margini di un continuum al quale mancano gli estremi. La content analysis puramente qualitativa, cosi come quella puramente quantitativa non hanno e non possono avere riscontri pratici, ciascuna di esse avrà inevitabilmente contaminazioni dell’altra metodologia. Questo ci porta a vedere la content analysis come un metodo misto di ricerca caratterizzato dalla supremazia di uno o dell’altro paradigma a seconda delle necessità contingenti della ricerca.

Nel documento Business model pattern (pagine 56-59)