5.1. L’industria della difesa e la sfida netcentrica:
backbone e ITB
Il panorama nazionale dell’industria della difesa da diversi anni si trova a fronteggiare la sfida della digitalizzazione, uno dei traguardi più ambi‐
ziosi per uno strumento militare contemporaneo. La capacità di produr‐
re piattaforme o assetti di qualità e di diverso tipo quali veicoli, carri, navi o aerei, è sicuramente un indice di dinamicità e capacità, ma nel contesto odierno gran parte di questi sistemi perdono la loro efficacia se non sono resi netcentrici. Il bisogno di produrre sistemi intercomuni‐
canti tra loro ed integrarli in maniera coerente è una sfida tanto per gli Stati Maggiori quanto per il mondo industriale che oggi compete su que‐
sta nuova frontiera tecnologica. In un mercato della difesa che da nazio‐
nale diventa sempre più internazionale, europeo e transatlantico, se non globale51, per l’industria è stato necessario aprirsi anche alla concorren‐
50 Roberto Cibrario Assereto, Audizione presso la Commissione Difesa del Senato della Repubblica, 9 giugno 2011, http://www.senato.it/documenti/repository/ commissioni/
comm04/documenti_acquisiti/audizione%20dr.%20Cibrario%209giu2011%20‐%202.pdf.
51 Ciò perché “la destrutturazione dei vecchi rapporti di forza e la loro progressiva ricostruzione intorno a nuovi equilibri hanno naturalmente avuto ripercussioni anche sul mercato internazionale della difesa”, come riportato in Dottori Germano, Marrone Alessandro, “Il mercato della difesa tra geopolitica e globalizzazione”, in Catalano Claudio a cura di , BARICENTRI: lo shift globale degli equilibri politici, economici e
za straniera, potendo nello stesso tempo entrare in mercati che prima non erano disponibili. La sfida della concorrenza ha così generato la na‐
scita di nuove collaborazioni fra imprese costringendo il tessuto indu‐
striale e la ricerca a migliorarsi sempre più, in modo da essere competi‐
tivi con i vari concorrenti del mercato, e fronteggiare nel contempo una diminuzione dei fondi pubblici nel comparto difesa dei paesi europei.
Il concetto NEC, adottato dalla NATO, è inevitabilmente destinato a influenzare il procurement della difesa nei prossimi anni, e quindi il re‐
lativo mercato. Le idee alla base di questo concetto hanno imposto una serie di requisiti nuovi, cui anche le industrie si sono dovute adattare:
modularità, interoperabilità, flessibilità, cooperazione industria‐mondo militare sono alcune delle nuove parole d’ordine che stanno caratteriz‐
zando l’evoluzione del mercato della difesa.
Lo strumento militare italiano nel suo complesso non è rimasto ai margini del dibattito netcentrico. La dialettica Difesa ‐ industria in que‐
sti programmi ha considerato e deve continuare a considerare una serie di elementi fondamentali:
٠ la natura delle future operazioni, sempre più joint e combined;
٠la previsione dei contesti di intervento;
٠la possibilità di cambiamenti del contesto geopolitico;
٠le differenze fra le varie Forze Armate;
٠la presenza di una serie di progetti “ante‐NEC” già in corso o operati‐
vi, quindi dell’asset legacy ;
٠l’eredità dell’approccio commerciale tradizionale e della limitata inte‐
razione fra pubblico e privato;
٠la necessità di far interagire decine di sistemi ed impianti diversi per provenienza e fornitori;
٠i limiti di bilancio, particolarmente stringenti nelle attuali condizioni economiche.
La necessità di un approccio olistico al tema NEC ha comportato una se‐
rie di riflessioni all’interno degli ambiti civile e militare, che hanno do‐
vuto tenere conto di una situazione pregressa in cui vi era stata una ac‐
tecnologici?, Roma, Finmeccanica Occasional Paper, 2010.
IL CASO ITALIANO
quisizione di assetti che già tendevano alla digitalizzazione dello spazio di manovra. Mentre tali acquisizioni procedevano in modo non coordi‐
nato, Forza NEC si è presentato fin da subito come qualcosa di diverso dalla mera fornitura di oggetti, e ha, quindi, reso il tradizionale approc‐
cio commessa‐vendita inadeguato. La stessa Difesa prima di passare all’acquisto definitivo delle capacità e tecnologie netcentriche ha voluto affrontare una fase di analisi e valutazione dei prodotti, la CD&E, nonché uno strumento come l’ITB, essenziale per svolgere in maniera continua‐
tiva le prove sui sistemi e le piattaforme.
Il primo obiettivo della fase CD&E è proprio il problema della proget‐
tazione architetturale e lo sviluppo del backbone C4I52, la “spina dorsa‐
le” del sistema ovvero l’ossatura delle telecomunicazioni che permette il trasporto delle informazioni tra i vari sistemi di Comando e Controllo C2 . La capacità di trasmissione e condivisione dei dati è una conditio sine qua non per tutto il programma Forza NEC: senza un robusto canale per il flusso delle informazioni, la capacità netcentrica semplicemente non esiterebbe. Così l’attenzione industriale si è subito concentrata sulla progettazione di una rete per garantire la comunicazione veloce e sicura tra tutte le forze impegnate in operazione, ottenendo una miglior cono‐
scenza dei dati sulle proprie unità e su quelle avversarie. Un backbone C4I di questo tipo, che sia anche capace di funzionare in modo joint e combined, potrebbe permettere ad un contingente multinazionale di proiettare sul terreno solo una limitata struttura di comando, mentre la restante potrebbe rimanere in patria, gestendo le attività tramite le in‐
frastrutture di rete, quali ad esempio radio e satelliti. In concreto, per la creazione del backbone servirebbe adottare le stesse tipologie di radio, router, o servizi applicativi alla base delle varie funzioni di Comando e Controllo per tutti i vari livelli di unità.
Il secondo compito per l’industria della fase di CD&E è lo sviluppo dell’ITB, come detto un ambiente composto da centri collegati attraver‐
so una rete geografica distribuita, ovvero in network, e caratterizzati dall’utilizzo di una stessa serie di strumenti, detti tool di simulazione, che garantisce l’interoperabilità tra i centri e con network analoghi. Ri‐
52 Command, Control, Communications, Computers and Intelligence.
guardo ai tool di simulazione è stato individuato un software, o core ba‐
se, comune a tutti i siti, e detto Ambiente Sintetico di Base ASB , su cui si integreranno i vari tool. Oltre a questo saranno presenti una serie di simulatori di componenti digitalizzati, come UAV e UGV, sistemi Recon‐
naissance, Surveillance, and Target Acquisition o RSTA, piattaforme vei‐
colari, pienamente integrati da un lato con l’ASB e dall’altro con i sistemi C2 e C4 inclusi nell’ITB. Vi sarà poi un terzo componente, costituito da una riproduzione dei sistemi C2 e C4 rilevanti per Forza NEC, che per‐
metterà di ospitare il software reale dei vari sistemi, prodotto dal pro‐
gramma o già esistente in Forza Armata. Esisterà infine un mini sito ITB installato in uno shelter, capace di essere spostato in ambito nazionale per le valutazioni durante le esercitazioni reali, simile nella struttura a quello del posto comando anche se con funzioni diverse53.
Dal punto di vista industriale l’ITB svolge quindi una serie di funzioni distinte ma complementari:
٠integrazione e validazione del software di C2;
٠manutenzione del software di C2 nel corso del ciclo di vita;
٠verifica delle scelte tecnologiche;
٠sperimentazione;
٠integrazione e validazione di sistema.
Come detto, il CESIVA è stato individuato come hub per Forza NEC, e di‐
sporrà quindi della sala di controllo centrale o Control Room Battle Lab Enabler CRoBLE dell’ITB per la componente Esercito, comprendendo le funzionalità per definire le verifiche da realizzare, le procedure per l’esecuzione delle stesse, le risorse umane e tecnologiche necessarie, e la supervisione dell’esecuzione. I restanti siti ITB saranno dotati ciascuno di una propria Control Room che centralizza il controllo della simula‐
zione e lo scambio di dati con altri siti, attribuendo così ad ognuno la
53 Gli shelter sono cabine metalliche idonee ad ospitare le attrezzature che permettono le funzioni di C4 di norma a livello di brigata o di reggimento. Solitamente un posto comando a livello di brigata è costituito da nove elementi, mentre quello di reggimento da tre. A livello di dotazioni gli shelter in configurazione posto comando dispongono di diversi sistemi di comunicazione, compresi quelli crittati per la trasmis‐
sione sicura dei dati. La mobilità degli shelter non è autonoma ma richiede sempre l’ausilio di un altro mezzo, di norma un autocarro o un aereo come il C130.
IL CASO ITALIANO
propria flessibilità. Compito dell’ITB è la creazione di un ambiente di test e di verifica che, con il supporto di elementi di simulazione, permet‐
ta di operare sui sistemi in esame in maniera equivalente a quella del contesto operativo reale.
Tali elementi di simulazione sono costituiti da:
٠l’Ambiente Sintetico di Base ASB , insieme di tool e strumenti tra‐
sversali e di uso generale dedicati alla simulazione, controllo e analisi;
٠i Simulatori di Sistemi Digitalizzati, cioè componenti specialistici dedi‐
cati alla simulazione di un singolo sistema o componente digitalizzato.
Tra i vari componenti dell’ASB ne esiste uno specifico per la compara‐
zione dei dati, detto “Registrazione e analisi dei dati”, che consente di realizzare diverse tipologie di analisi numeriche dei dati registrati, al fi‐
ne di supportare le attività di stima delle prestazioni e delle performan‐
ces dei sistemi, quali ad esempio la misurazione dei tempi e la precisio‐
ne dei dati.
Tra i vari siti dell’Esercito usati come ITB, la SCUCAV o la SCUTI offri‐
ranno a Forza NEC strutture quali poligoni o aree addestrative in cui condurre specifiche attività di accettazione, verifica, validazione opera‐
tiva e sperimentazione, il tutto pienamente federato con gli altri siti ITB.
In questi siti sarà possibile creare un nucleo in cui sperimentare ed ela‐
borare nuovi modalità di addestramento, che siano in linea con le tecno‐
logie e le procedure netcentriche. Oltre alla creazione dei vari ITB, l’in‐
dustria sarà coinvolta anche nell’addestramento, con una prima tranche di formazione specialistica per il personale militare, cui potrà essere af‐
fiancata un’attività di formazione e collaborazione basata sull’assistenza sistemistica. Una trasformazione della portata di Forza NEC potrebbe ri‐
chiedere un’analisi particolareggiata per definire congiuntamente i re‐
quisiti di addestramento e articolarne le forme.
La fase di CD&E, tutt’ora in corso, rappresenta quindi uno snodo im‐
portante per le varie attività di Modelling & Simulation, con il risultato di incrementare la collaborazione tra Difesa e industria, sottolineata an‐
che dall’invio in teatro di personale di quest’ultima. I positivi feedback che giungono da questa combinazione avranno quindi delle ricadute su mezzi, capacità, piattaforme e la loro evoluzione.
5.2. L’organizzazione della controparte industriale
L’intervento del mondo industriale nella fornitura, testing, simulazione e verifica di sistemi e tecnologie, che avviene in siti come gli ITB, può sembrare a prima vista semplice. Se si prende come esempio un veicolo, basterà testarlo dal vivo e con i simulatori e poi trarre le conseguenze di questa attività. Un’analisi così semplicistica si scontra però con la realtà dei fatti: gran parte degli equipaggiamenti militari odierni difficilmente sono piattaforme prodotte da una singola industria. Non esiste una sola impresa che fabbrichi dai cannoni ai missili, dai veicoli alle radio, dai sensori ai sistemi di controllo, ma piuttosto diverse imprese concorrono nella fabbricazione del medesimo bene. Nel momento in cui servono una pluralità di assetti per equipaggiare una unità di livello divisionale, an‐
che comprensiva di unità logistiche, di guerra elettronica e supporti vari oltre alle tradizionali funzioni combat, è certo che occorreranno diversi fornitori. Se tutti questi attori operassero slegati fra loro, verrebbe com‐
promessa l’utilità della progettazione architetturale. Si pone poi un se‐
condo problema: la pluralità di fornitori richiede una serie di diversi contratti con l’Amministrazione Difesa. Questo può creare più difficoltà a chi riceve i vari sistemi, oltre a moltiplicare il numero di passaggi da eseguire su ogni singolo contratto.
Il programma Forza NEC ha offerto due risposte innovative, sia sul piano dell’integrazione dei sistemi che su quello contrattuale, grazie alla creazione delle figure del system integrator e del prime contractor, con compiti distinti ma unificati in un soggetto unico. Riguardo al primo a‐
spetto, cioè l’integrazione dei sistemi, va ricordato che Forza NEC è un progetto complesso ed a valenza interforze, che assume come dato stra‐
tegico la capacità di condividere informazioni e funzioni di C2. In caso contrario si avrebbero dei buchi o gap nei vari nodi capacitivi, siano essi il semplice soldato sul campo o il posto comando di brigata, che rischie‐
rebbero di compromettere seriamente le potenzialità NEC e di conse‐
guenza l’intera architettura.
Per l’industria si è quindi posta una scelta:
٠ fornire una serie di elementi al cliente lasciandogli il compito di inte‐
grarli dai livelli minori, come soldato, radio, comunicazioni, sino al C4ISTAR;
٠ fornire direttamente un prodotto integrato cioè “pronto all’uso”.
IL CASO ITALIANO
Il discrimine fra la prima e la seconda modalità di fornitura riguarda quindi l’integrazione degli elementi, aspetto centrale della capacità NEC.
Per fare un esempio, nel primo caso verrebbero forniti i vari apparati separati, quali ad esempio un carro armato, una radio ed un sistema C2.
Questi si presenterebbero sotto forma di tre oggetti distinti e forniti, di norma, da tre imprese diverse: la Forza Armata che riceve i prodotti do‐
vrebbe poi integrarli, nel caso di specie installare le varie componenti sul mezzo. In teoria questo processo può sembrare semplice, ma se si pensa alla varietà di piattaforme, alla loro diversa età e livello tecnologi‐
co, ed ai problemi tecnici e tecnologici che possono sorgere, è facile im‐
maginare come questo compito richieda una forte quantità di personale e un know‐how tecnico oggi non presente nelle Forze Armate. Questa soluzione sarebbe stata, quindi, difficilmente praticabile in realtà.
Nella seconda opzione, invece, l’industria provvede autonomamente ad attrezzare ed integrare le piattaforme, qualunque esse siano, fornen‐
do poi al cliente un pacchetto completo e funzionante. In questo caso, come evidente, l’attività e l’onere di integrazione ricadono interamente sull’industria, svincolando la controparte pubblica da questo problema.
Il cliente rimane comunque responsabile della pianificazione, di cosa acquistare, con quali requisiti, in che quantità e in che arco temporale.
All’impresa tocca, invece, integrare hardware e software propri o di di‐
versa provenienza, e questo a sua volta richiede alle imprese di collabo‐
rare tra loro, per far si che le varie componenti siano tali da interagire senza problemi, o almeno con il minor numero possibile. La natura e la complessità dell’attività di integrazione ha così spinto l’Amministra‐
zione Difesa a individuare una controparte industriale unica che, con funzioni di integratore di sistemi o system integrator, fosse in grado di coniugare i vari sistemi e fornire direttamente il prodotto finito. La scel‐
ta è ricaduta su un’impresa del gruppo Finmeccanica, Selex Sistemi Inte‐
grati Selex SI , che vanta una consolidata esperienza nazionale ed in‐
ternazionale nel settore.
Lo scopo del system integrator è di:
٠ gestire l’attività di creazione di un sistema di sistemi, o System of System Engineering SoSE ;
٠ integrare la capacità di C2;
٠ integrare i sistemi attraverso l’utilizzo di tecniche di Modelling & Si‐
mulation anche nelle fasi di verifica e validazione.
Il secondo problema, ovvero la pluralità di controparti contrattuali, po‐
teva essere risolto con mezzi già sperimentati, come il Raggruppamento Temporaneo di Imprese RTI . Tuttavia il programma Forza NEC si è dimostrato innovativo anche in questo ambito, con l’istituzione della fi‐
gura del prime contractor. Dal canto suo l’industria presenta, come det‐
to, una serie di fornitori diversi, specializzati nei vari componenti, come elicotteristica, sensoristica, UAV, artiglieria contraerea, etc Ciò ha impo‐
sto di individuare, fra tutti, quale potesse essere idoneo a svolgere fun‐
zioni di coordinatore fra i vari partecipanti in posizione di primus inter pares, rappresentando tutte le altre società nei confronti dell’Ammini‐
strazione Difesa ovvero svolgendo il ruolo di prime contractor. Questo ruolo è stato affidato a Selex Sistemi Integrati, che quindi sarà al tempo stesso l’unico interlocutore ufficiale nei confronti della Difesa, cioè pri‐
me contractor, e il responsabile dell’integrazione dei vari sistemi nei confronti delle altre imprese, o system integrator. Le pregresse compe‐
tenze di integrazione di Selex SI saranno importanti per gestire la tra‐
sformazione netcentrica di tutti gli assetti e la successiva fornitura.
Questo modo di procedere è positivo sotto diversi aspetti. In primo luogo, la Pubblica Amministrazione si rivolge solo al prime contractor, quindi ha un solo soggetto con cui dialogare. Si tratta di una soluzione più efficiente del RTI, che, invece, impone al cliente di tenere le fila delle iniziative, mentre con la struttura del prime contractor questo compito è in capo all’impresa che rappresenta sé stessa e tutte le altre. Con Forza NEC si può dire che si è superato il modello RTI, in cui l’integrazione era compito del committente pubblico/militare, per raggiungere un modello in teoria più efficiente, che colloca l’integrazione sin dall’inizio nella piani‐
ficazione e nell’attuazione della fornitura del prodotto, affidandola in toto alla controparte industriale. In secondo luogo, il settore industriale grazie al prime contractor può presentarsi alla Difesa in modo unito, e pertanto offrire una certa garanzia di solidità e stabilità del gruppo. Inoltre questa struttura può presentare al cliente una visione architetturale completa dei singoli elementi e assetti che compongono il programma, coordinando al meglio il team produttivo. Infine, nel caso particolare di Forza NEC, il Mi‐
SE richiedeva una singola stazione appaltante per il settore pubblico e un
IL CASO ITALIANO
unico interlocutore privato per sostenere finanziariamente l’attività di R&S, aspetto essenziale per la realizzazione del progetto.
Mediante l’istituto della “trattativa privata” si è provveduto a stilare un contratto che prevedesse un unico system integrator, il rispetto delle specificità delle singole imprese, dette Design Authorities, ed infine la presenza di un unico soggetto richiedente il mutuo. Selex SI non si sosti‐
tuisce dunque al ruolo delle singole imprese, che restano realtà distinte, ovvero Design Authorities dei loro specifici progetti, ma come system in‐
tegrator ha il ruolo di integrare in modo coerente e completo i diversi si‐
stemi già prodotti dai vari partner. Questo spiega perché il contratto CD&E del giugno 2010 sia stato stipulato fra la DAT e Selex SI: quest’ul‐
tima è delegata a rappresentare legalmente le aziende titolari di design authority, svolgendo nel contempo il ruolo di responsabile del system engineering per la componente industriale.
Il “contratto quadro” prevede quindi:
٠ un unico contraente identificato in Selex SI, con il ruolo di system in‐
tegrator;
٠ il finanziamento del MiSE, che rende disponibili i fondi sulla base del‐
la legge 421/1996;
٠ altre imprese responsabili dei singoli progetti, inquadrate come su‐
bfornitrici nominate contraenti da parte di Selex SI in qualità di pri‐
me contractor;
٠ una articolazione in lotti che coincidono con le forniture previste da ciascuno dei capitolati in cui si articolano i progetti del mandato.
Il comparto industriale vede quindi come rappresentante contrattuale la Selex SI, mentre i vari subfornitori previsti dal contratto CD&E si occu‐
peranno, ciascuno per i propri profili di competenza, di fornire i propri prodotti lasciando al system integrator il compito di far interoperare tutte le varie componenti. I subfornitori, pur occupandosi autonoma‐
mente dei sistemi in cui hanno la propria competenza, mantengono un collegamento costante con Selex SI per tenere in considerazione sin dal‐
la progettazione e produzione del lotto loro assegnato i requisiti neces‐
sari al processo di integrazione.
Sono presenti in Forza NEC le più importanti aziende italiane del settore sicurezza e difesa.
Nome dell’Impresa Competenza
SELEX SISTEMI INTEGRATI (incluso il ramo di azienda di ex ELSAG DATA-MAT)
Prime Contractor
Architettura, sistemistica, sistema C2, si-stema C2 per la logistica
MBDA ITALIA Sottosistema artiglieria contraerea
SELEX GALILEO Sistemi di C2 e navigazione,
sensoristi-ca, UAV SELEX ELSAG (risultato della fusione
ELSAG DATAMAT e SELEX COMMU-NICATIONS)
Sistemi di comunicazione e sicurezza
OTO MELARA Sistemi di digitalizzazione veicolare e di
C2 e navigazione, UGV
AGUSTAWESTLAND Integrazione piattaforme aeromobili
ELETTRONICA Sistemi di guerra elettronica
IVECO Sistemi di digitalizzazione veicolare e di
IVECO Sistemi di digitalizzazione veicolare e di