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6.1 Anomalie nella catena nominale

8. Forme eme-sal

1.1 La documentazione medio-assira

1.1 La documentazione medio-assira

Per quanto riguarda il materiale assiro ancora fondamentale, seppur datato, rimane il contributo di Weidner (1952-53a) in cui è presentata una lista dei testi letterari medio assiri rinvenuti ad Assur che, secondo lo studioso tedesco, sarebbero stati raccolti in una biblioteca da Tiglat-Pileser I. L’attribuzione a Tiglat-Pileser I della costituzione di una biblioteca è stata discussa da Lambert210, ma in ogni caso il materiale risale ad un periodo compreso tra il regno di Tukulti-Ninurta I (1243-1207 a. C.) e quello di Tiglat-Pileser I (1114-1076 a. C.)211. Ai testi rivenuti ad Assur vanno aggiunte le tavolette medio-assire provenienti dalla biblioteca di Assurbanipal a Ninive conservate al British Museum e citate in Catalogue of the cuneiform tablets in the Kouyunjik collection of the

British museum: Second-Third Supplement (Cat. II-III suppl.). Altre fonti sono la lista di

testi bilingui compilata da Cooper (1971) e l’opera di Pedersén (1985-1986) sugli archivi di Assur.

La collezione dei testi medio-assiri, che comprende anche diverse tavolette medio-babilonesi212, contiene, come è possibile vedere dalla tabella, opere di vario genere come testi mitologici (Angim, Lugale), testi religiosi redatti sia in dialetto principale che in eme-sal, testi sapienziali, testi celebrativi del sovrano e incantesimi.

210 Lambert 1976, 85 n. 2.

211 Pedersén 1985-1986, Vol. 1, 32, 37

Sito Tavoletta Tipologia Autografia Edizione Fonte Lingua

Assur Ass. 4532 Incantesimo: KI.TU.KAM LKA 75 Borger (1967) Weidner Nr. 21 S A

Int. Assur VAT 9833 Incantesimo: UDUG.HUL KAR 24 Ebeling (1952-53), 295 Weidner Nr. 17

LSS 1 68 S A

Ninive BM 130660 Incantesimo: UDUG.HUL Geller (1980) Cat. III suppl., 78 S A

Assur VAT 10035

VAT 10038 Incantesimo KAR 91 NE Pedersen M1, 31 LSS 1, 44 S A Int.

? MLC 1301 Incantesimo YOS 11/74 (tav. LXXI) CDLI S A

Ninive Rm. 376 Incantesimo Lambert AS 16 283 Cat. II suppl. ix S A

Assur VAT 10176 Inno a Ningirsu (?) KAR 97 Ebeling (1918), 75-78 Cooper (1971), 2 S-ES A Assur VAT 9308 Inno: Nininsinna C

(ETCSL 4.22.3) KAR 15 Cohen (1975) Weidner Nr. 19 S A Int.

Assur VAT 9304 Inno: Nininsinna C (ETCSL 4.22.3) KAR 16 Cohen (1975) Ebeling (1918), 52-57 Maynard (1917), 53-58 Weidner Nr. 20 S A Int. Assur VAT 9307 Mito della creazione

(ETCSL 1.7.5) KAR 4 Weidner n° 10 Michalowski (1987),

39 n. 9

S A

Ninive BM 121117 Mito: (lugal-e?) NE Cat. II suppl., 10

Pedersén (1985-1986), Vol. I, 42

?

Ninive BM 122652 + 98745 Mito: Angim (tav. 1-4) Cooper (1978), tav. XV Cooper (1978) Weidner n° 15

Cat. II suppl., 16 S A Assur VAT 9441 (+) 10648

+ 11216 Mito: Angim (tav. 2) KAR 12 Freydank (1990) Cooper (1978) Weidner n° 16 S A

Assur VAT 8884 Mito: Angim (tav. 4) KAR 18 Cooper (1978) Weidner n° 16 S A

Ninive BM 123372 Mito: lugal-e Lugal-e tav. 60 Cat. II suppl. ???

British Museum - web Assur VAT 10643a-c +

VAT 10959 Mito: lugal-e KAR 370a-c + KAR 251 DCSL S A

Ninive BM 122625 +

122651 + 123380 Mito: lugal-e (tav. 13-16) Lugal-e, 7 ss., 21 s., 152 ss., tav. 64 ss. Cat. II suppl., 14

Assur VAT 10565 Mito: lugal-e (tav. 3-4) KAR 17 Weidner Nr. 13 S A Assur VAT 9710 Mito: lugal-e (tav. 9-12) KAR 14. Lugal-e II, 7, 21, 107 ss Weidner Nr. 14 S A

Assur VAT 10628 lugal-e (?) KAR 363 DCSL S A

Assur VAT 9440 + 10607 + 11573 Preghiera (ershahunga) ad Enlil KAR 9 Maul 1988, Tav. 65-66 Maul (1988), 82-89 Ebeling (1918), 57-58 Cohen (1981), 29 Weidner Nr. 23 S-ES A

Ninive BM 123365 Liturgia eme-sal (?) NE Cat. II suppl., 20 S-ES

Assur VAT 9942 + 10103 Preghiera di

Tukulti-Ninurta KAR 128-129 Chang (1981), 174-210 Ebeling (1918), 62-73 Foster (2005), 318-323

Weidner Nr. 9 S-ES A

Ninive BM 98496 = Th

1905-4-9, 2

Poema di Tukulti-Ninurta I Lambert (1976) , 93 Lambert (1976) Cat. II suppl. ix S A Assur VAT 10251 Sapienza: Proverbio KAR 103 = Lambert (1960),

tav. 58 s., tav. 67s.

Lambert (1960), 225 Cooper (1971), 2 S A Assur VAT 10810 Sapienza: Proverbio Lambert (1960), tav. 67-68 Lambert (1960), 260 S A Assur VAT 10610 Sapienziale: Inno a

Ninurta KAR 119 Ebeling (1918), 78-81 Lambert (1960), tav. 32 p.118 van Dijk (1953), 114-118

Weidner Nr. d S A Int.

Assur VAT 10066 Lettera scribale (?) KAR 113 Weidner Nr. 22

DCSL S A

Assur ?

VAT 9508 Lettera scribale (?) KAR 333 Weidner Nr. 110 S A

Ninive BM 134793 ? NE Cooper (1971), 2

Cat. II suppl., 82 DCSL

S A

1.1.1 Incantesimi

Gli incantesimi, ed in particolare quelli del tipo Udug-hul, sono tra le opere che hanno avuto maggiore fortuna nel Vicino Oriente Antico avendo una storia redazionale che può essere seguita dall’età paleo-babilonese e in alcuni casi anche da periodi più antichi213, fino al primo millennio quando vennero organizzati in serie canoniche. Tra gli esempi più interessanti dell’età medio-assira vi sono VAT 9833 (KAR 24) e BM 130660, entrambi appartenenti alla XIII tavola della serie canonica Udug-hul214.

KAR 24, è una tavoletta215 bilingue suddivisa in due colonne con testo sumerico a sinistra e accadico a destra, redatta da Marduk-kabit-aððešu uno scriba che ritroviamo

come autore anche di un manoscritto del Sillabario Sa Paleografico216. L’origine

babilonese dello scriba, sebbene il padre porti un nome presumibilmente assiro, Aššur-ittu-NE.NE, sembra trovare riscontro nella presenza di forme babilonesi come l’uso di

etellu “signore” (Ro. 18) in luogo dell’assiro etallu. Il testo sumerico si presenta privo

di scritture non ortografiche217 con l’eccezione di mu-sar-a ~ mu2-sar-ra (Vo. 4) e una grammatica formalmente corretta che però in diversi punti denuncia l’elaborazione post paleo-babilonese218. Dal punto di vista lessicale, infatti, l’espressione ða-la--dug4 = zazû “dividere” (l. 1, 3) è sconosciuta in sumerico non comparendo nemmeno tra le forme composte del verbo dug4 elencate da Attinger219; molto probabilmente si tratta di una costruzione perifrastica formata con l’ausilio dell’elemento dug4 che serve a dare valore verbale. Questa produttività lessicale è testimoniata anche da un’espressione come izi-gar sum-ma-meš = [di-pa-ru] na-an-ðu-z[u-tu šu-nu] “essi sono le torce incendiarie”, che sembra essere stata costruita ad hoc, forse come calco dall’accadico non avendo paralleli nel resto della letteratura. L’influenza della sintassi accadica che ammette una proposizione principale seguita da una dipendente introdotta dal pronome relativo è forse ravvisabile in un caso come ður-sag-gi6-gi6-ga ba-tu-ud-de3-eš / gu3-dug4-ga-bi nu-ša6 = ina KUR [e-rib dUTU-ši i-al-du] / ša2 ri-g[im-šu-nu la dam-qu] “Sono nati nelle

regione occidentali coloro il cui rumore è fastidioso” (Ro. 5-6), dove per rendere accettabile la frase sumerica è necessario porre una pausa tra le due proposizioni.

BM 130660 è una tavoletta bilingue suddivisa su due colonne per lato, ciascuna

delle quali riporta il testo sumerico a sinistra e quello accadico a destra arrangiati in maniera piuttosto inusuale dato che vi è una perfetta corrispondenza dei segmenti testuali tra le linee nelle due versioni220. Come ha evidenziato Geller221 la tavoletta si

discosta dalla recensione canonica222, ma differisce notevolmente anche dall’unico

parallelo più antico finora noto, contenuto in una tavoletta di età paleo-accadica

213 Per una panoramica sul genere incantesimi v. Cunningham 1997.

214 Sebbene in Iraq 42 Geller abbia pubblicato BM 130660 come parallelo alla XII Tavola, egli stesso in Geller 2007, xi n. 3 considera BM 130660 (+) VAT 9833 come appartenenti alla XIII Tavola.

215 Il recto corrisponde a UH XIII 1-16 e il verso a UH XIII 212-230.

216 Ass. 4539, bibliografia in Pedersén 1985-1986, Vol. II, 24 n. 89.

217 ši-te-en come scrittura sillabica per šiten=mâlaku “avvisare” secondo Ebeling 1952-53, 297 Z. 27, deve essere letto come igi-te-en=itannu “rete”.

218 Cfr. ka-bur-ra-ke4 = ina pi-i [pūru] “nella bocca del vaso” dove alla preposizione ina corrisponde il caso direttivo -e in luogo del locativo.

219 Attinger 1993.

220 Geller 1980, 26.

221 Ibid., 23-24.

222 Le colonne ii-iv corrispondono a UH 13:95 ss. mentre la colonna i è frammentaria e di difficile collocazione all’interno della serie canonica, v. Ibid., 26 n. 10.

proveniente da Susa che corrisponde all’incipit del testo medio-assiro223. BM 130660 sembra dunque porsi in uno stadio intermedio224 rispetto alle recensioni paleo-accadica e neo-assira essendo espressione di una diversa tradizione sebbene si avvicini maggiormente alla versione canonica. L’incantesimo ha molto probabilmente un’origine risalente all’età paleo-babilonese malgrado non siano state finora rinvenute copie di quel periodo. Il testo accadico, come per KAR 24, è espresso dal dialetto babilonese, senza che si evidenzino elementi di origine assira225. Sfortunatamente il nome dello scriba non è stato conservato.

Le carenze evidenziate da Geller per quanto riguarda la scrittura e la versione accadica226 si possono osservare anche nel testo sumerico come in den-ki-ke4 ki-du-du =

ša2de2-a a-lak-ta-šu2 “la via di Enki” (ll. 6-7), ove il genitivo anteposto è costruito senza il pronome con funzione epanalettica. La forma den-ki-ke4 è nell’ambito di questa trattazione particolarmente interessante poiché rappresenta un caso di utilizzo di -ke4 con funzione esclusivamente di genitivo come osservato a proposito dei testi di Hattuša, Emar e Ugarit (§ II.6.1.1). L’uso di -ke4 risulta errato, seppur in maniera diversa, anche in giš.ma.nu gištukul-mað an-na-ke4 sag-ga2-na ba-ni-in-gar “pose sulla sua testa il legno

manu, la potente arma di An” (l. 75) in quanto la presenza del caso -e è ingiustificata

mentre il genitivo è già espresso da -a. Le difficoltà nell’uso dei casi si ritrovano anche in ki-nud-a-na itimama = i-na ki-iñ-ñi ma-a-a-li-šu dove all’accadico “nel santuario del suo letto” corrisponde un ordine opposto degli elementi della frase nella versione sumerico. Questa è resa complicata dalla collocazione errata (in quanto non al termine del sintagma) del pronome possessivo e del caso locativo, -a-na, che rende difficile la comprensione anche se si volesse intendere “nel letto del suo santuario” o “nel suo letto del santuario”. Un altro errore si riscontra nella prima forma verbale della linea 19, mu7-mu7 abzu a-ra-an-si3 sag-lu2-ux-lu pap-ðal-la-kam2 ba-ra-an-gar-re-eš “hanno recitato l’incantesimo dell’Abzu e lo hanno lanciato sulla testa dell’uomo infermo”, in cui viene omesso, probabilmente per un errore di copiatura, il suffisso della terza pers. plur. -eš, presente invece nel secondo verbo.

Le linee 12-13 come già evidenziato da Geller mostrano una netta discrepanza tra le due versioni che possono derivare dalle carenze dello scriba nella traduzione del sumerico o da problemi nella tradizione del testo: al sumerico e2-ge6-ge6-ga-a-ni-še3 tir gissu du3-a lu2 nu-mu-un-ku4-ku-da “nel suo oscuro tempio verso il quale la foresta fissa l’ombra, nessuno può entrare”, corrisponde l’accadico ina E2 KU3 ina qiš-ti ša2 ñil-la-ša2 tar-ñu ma-man la i’-ir-ru “nel puro tempio nella foresta la cui ombra si

estende, dove nessuno può avvicinarsi”. Altri fraintendimenti della versione accadica si riscontrano alle linee 21 e 27 dove il verbo ðu-mu-un-da-ab-DU viene tradotto con

lil-lik “possa andare”, nonostante la presenza del suffisso -b- che è indicativo di una

forma transitiva o causativa e dell’ergativo alla linea 27 dnin-geštin-na nin-lugal-la-ke4 gir3-a ðu-mu-un-da-ab-DU227.

Ciò che traspare dall’analisi di BM 130660 è che ad una struttura del testo sostanzialmente corretta, priva di scritture non ortografiche e con una grammatica regolare, si siano sovrapposti alcune imprecisioni dovute alle scarse conoscenze dello scriba, che perlopiù possono essere fatte risalire ad errori di copiatura. Se quindi da una parte il testo sumerico sembra appartenere ad una tradizione che ha perpetrato

223 Ibid., 24-25.

224 Ibid., 38-39 n. 18-20.

225 Ibid., 25.

226 Ibid., 26, 37-38 n. 6-7, 39 n. 23-24.

227 La traduzione con kalû presente nella redazione canonica (Ibid., 23) suggerisce un’interpretazione di DU come gub.

sostanzialmente correttamente la lingua sumerica e che trova il proprio centro nel sud della Mesopotamia e in Nippur in particolare, la versione accadica palesa invece una serie di incongruenze rispetto a quella sumerica dovute forse alla mano dello stesso scriba o comunque ad una tradizione più recente legata a quelle cerchie scribali che hanno dovuto affrontare testi sumerici ereditati dall’età paleo-babilonese.

Oltre alla serie Udug-hul la documentazione medio-assira offre due altri esempi di incantesimi: Ass. 4532 (LKA 75) e Rm.376. LKA 75 è una tavoletta bilingue interlineare ad una sola colonna che contiene un incantesimo di tipo ki-utu-kam appartenente alla “terza casa” della serie b–t rimki, una delle opere letterarie sviluppatasi dopo il periodo paleo-babilonese228. La presenza di alcuni assirismi come ‡nu (l. 9)229,

‡rurušu (l. 35), d‡nšu (l. 44) all’interno di un testo redatto in dialetto babilonese, che

mostra una sostanziale omogeneità con i paralleli del primo millennio, è sicuramente indicativa dell’elaborazione da parte di uno scriba assiro a differenza degli altri incantesimi finora analizzati e della maggior parte delle opere letterarie medio-assire. La sostanziale differenza rispetto ai paralleli del primo millennio consiste nel fatto che probabilmente LKA 75 non venisse utilizzato come un rituale regale in quanto compare lu2-ux-lu in luogo di lugal (l. 44)230. In riferimento al testo sumerico, le scritture non ortografiche sono limitate a pochi esempi come bi- ~ bi2- (l. 14), -du- ~ -du3- in šu bi2 -in-du3-a231 (l. 20), -kar- ~ -gar-, quest’ultimo particolarmente interessante poiché presenta il passaggio g > k. La grammatica è sostanzialmente priva di errori con una certa tendenza, rispetto ai manoscritti del primo millennio ad elaborare forme verbali semplificate che in certi casi risultano più corrette come in a2 mu-un-da-gal2 VS a2

mu-un-da-an-gal2 (l. 39) dato che -n- davanti alla radice non sembra giustificato

trattandosi probabilmente di una forma passiva con soggetto inanimato. L’unico errore da me ravvisato si ritrova nell’ordine dei prefissi verbali in [...]-an-ba-dug4-ga (l. 35; cfr. mu-un-na-ab-dug4-ga negli altri manoscritti) con l’inversione di -ba- e -an- dovuta ovviamente alla copiatura.

Rm. 376 costituisce un eccezione nel panorama degli incantesimi medio-assiri e dei testi letterari in generale. La tavoletta divisa in due colonne per lato contiene una serie di incantesimi tra i quali uno in sumerico non ortografico (ll. 12-15) a cui è associata una sezione in accadico con le istruzioni per la realizzazione del rituale (ll. 16-18). Questo incantesimo, di difficile lettura, rappresenta il solo caso di testo redatto interamente in scrittura fonetica tra i documenti letterari in sumerico di età medio-assira. Esso mostra diverse caratteristiche analoghe a quelle osservate nei testi provenienti dalle biblioteche occidentali e di quelli non ortografici dell’età tardo paleo-babilonese:

∙ sandhi: e-re-ša-ni ~ ereš-a-ni ∙ b > p: nu-gu-pa ~ nu-gub-ba ∙ brachigrafia: zi-na ~zi-an-na ∙ p > b: ðe-pa ~ ðe2-pa3

Lambert232 aveva già sottolineato le particolarità di Rm. 376 tra cui il fatto stesso di contenere vari incantesimi tra essi molto diversi sulla medesima tavoletta.

228 Per questo tipo di composizione v. Falkenstein 1953, Kunstmann 1932, 48-53, 74-80, Laessøe 1955.

229 Le linee seguono l’edizione di Borger 1967.

230 Cfr. Cooper 1971, 10 n. 43.

231 Gli altri manoscritti hanno šu bi2-in-dib-ba, ma è più probabile che nel testo medio-assiro si volesse intendere šu--du3 piuttosto che il sinonimo šu--dib.

L’accadico, come in LKA 75, mostra, diverse forme tipiche del dialetto assiro che rimandano certamente ad una produzione locale, mentre la scrittura riprende alcune consuetudini scribali paleo-assire. Tutti questi elementi hanno pertanto guidato Lambert a ipotizzare un’origine paleo-assira per tali collezioni di incantesimi. Tra i vari testi contenuti in Rm. 376 vi è anche una redazione della composizione magica Sin e la

vacca che è attestata anche a Hattuša in KUB 4 13233.

1.1.2 Innografia

Gli inni sumerici medio-assiri finora editi sono KAR 97 e KAR 15-16.

KAR 97 (VAT 10176) è un testo bilingue dedicato a Ninurta redatto su una tavoletta divisa su due colonne per lato con versione sumerica a sinistra e accadica a destra. Come già messo in luce da Falkenstein234 la menzione della città cassita di Dur-Kurigalzu (Vo. 10) e la caratteristica di combinare all’interno di una stessa

composizione forme eme-sal e in dialetto principale235 fanno di questo testo una

composizione sicuramente di età post paleo-babilonese. L’origine babilonese ed in particolare cassita di questo inno, sebbene non sia conservato il nome dello scriba, è confermato dall’uso del dialetto babilonese nella versione accadica, mentre non sono ravvisabili elementi assiri. Per quanto concerne il testo sumerico, le scritture non ortografiche sembrano essere limitate al solo caso di ša4 (DU; Ro. 12) in luogo di ša5 (AK)236 = ðañ…ñu237, una lettura che ritroviamo anche in YOS 11, 70 iii 23238, un incantesimo di età paleo-babilonese parzialmente parallelo a Meturan III. La grammatica seppur sostanzialmente corretta presenta alcuni errori come l’utilizzo del caso dativo con un nome appartenente alla classe delle cose, e2-sag-dim3 -me-ir-e-ne-ra239, oppure l’aggiunta priva di senso del suffisso -ra senza che sia espresso un dativo in ur-sag dim3-me-er-e-ne-ra “eroe degli dei” (Vo. 4). Errori di tipo grafico sono invece il caso di superfetazione di morfemi tir-ra-an-na in luogo di tir-an-na “arcobaleno” (Ro. 5) e la scrittura brachigrafica šu-nu per šu-a-na (Vo. 13). L’impressione che si ricava è che, malgrado la grammatica e la sintassi non presentino gravi errori a parte i sopraccitati casi, lo scriba abbia fatto ampio ricorso alle liste lessicali nella stesura del testo come sembrano testimoniare il ripetitivo ricorso a forme verbali reduplicate o alcune espressioni piuttosto rare come gu2-gilim-di ga2-ga2-e-de = e-piš lem-n[a?]240.