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6.1 Anomalie nella catena nominale

KAR 15 (VAT 9308) e KAR 16 (VAT 9304) sono due copie, entrambe bilingui

1.1.5 Testi di Tukulti-Ninurta I

Un altro errore, rilevato da Falkenstein280, si trova questa volta in Angim in [gišgal g]i-rin-na-mu gu2-en-ne-er si ða-b[a-ab-sa2-e-de3] “possa stabilire il mio puro seggio nella sala del trono” (KAR 18, 6-7 = Angim 155) in cui è indicato il caso dativo con un nome appartenente alla classe delle cose, in luogo del locativo come nella

redazione paleo-babilonese, gu2-en-na. Il Lugale così come anche l’Angim nella

recensione medio-assira rappresentano pertanto il frutto degli interventi della cultura scribale medio-babilonese sulla tradizione paleo-babilonese e nippurita in particolare281.

1.1.5 Testi di Tukulti-Ninurta I

Con testi di Tukulti-Ninurta I si intendono quelle opere redatte in onore del sovrano assiro e incentrate intorno alla sua figura. Si tratta di due bilingui, BM 98496 = Th 1905-4-9, 2 e VAT 9942 + 10103 (KAR 128 + 129) di produzione assira produzione assira, ma redatte in dialetto babilonese282.

BM 98496 è un frammento di una tavoletta divisa in due colonne con testo

sumerico a sinistra e accadico a destra283, redatta forse da Marduk-balassu-eriš autore di KAR 16 e delle tavolette di Lugale ed Angim con le quali sembra condividere la paleografia284. Nella prima parte (Ro. 1-10), il sovrano, parlando in prima persona, ricorda le dinastie precedenti secondo una sequenza che riecheggia in diversi punti la Lista reale assira285 e celebra la propria amministrazione sottolineando l’aumento delle offerte agli dei, mentre nella seconda (Ro. 11-16 e forse il Verso) vengono descritte alcune statue erette dal re. La creazione di questa opera da parte di uno scriba operante alla corte assira, e non la semplice copiatura da modelli più antichi, è evidente nell’uso non sempre corretto del sumerico. Esempio eclatante è l’utilizzo di meš come marca morfologica del plurale in mu-meš “anni” (l. 3) secondo un fenomeno osservato anche nella documentazione di Emar (§ II.6.1.3) e che come dette è compatibile con gli

276 Caplice 1980, 136-137.

277 Per questa linea cfr. Seminara 2001, 353-354.

278 Caplice 1980, 136.

279 Nota il passaggio s > š.

280 Falkenstein 1953, 3.

281 Su Lagaš dell’età di Gudea come probabile luogo di composizione del Lugale cfr. Seminara 2001, 28-30; la maggior parte dei manoscritti di età paleo-babilonese proviene in ogni caso da Nippur e della cultura nippurita sono certamente espressione i testi in nostro possesso, anche in considerazione dell’unitarietà delle fonti monolingui, cfr.Seminara 2001, 32.

282 Lambert 1976, 86. A queste due opere si potrebbe aggiungere anche K 2657, che non viene qui trattato in quanto non vi è certezza se si tratti di una copia neo-assira di una tavoletta medio-assira oppure semplicemente di una composizione neo-assira, ma in ogni caso non sarebbe un manoscritto originale del secondo millennio, cfr. Lambert 1976, 92.

283 La versione accadica conserva soltanto alcune linee frammentarie.

284 Geller 1990, 212.

sviluppi tardi della lingua. Il medesimo errore compare probabilmente anche in nu-še-ga-meš ri-ri-g[a] “che ordina i disobbedienti”, anche se in questo caso è possibile vedere in -meš semplicemente la copula. In ud-ul-li2-a-ta en a-da-min3 bala su2-li-li-ke4 “dall’inizio fino alla fine286 della dinastia di Sulili” (Ro. 6) abbiamo invece un altro esempio di -ke4 con funzione esclusivamente di genitivo (§ II.6.1.1) dato che un caso ergativo non avrebbe senso. La difficoltà nella comprensione della posizione degli elementi morfologici all’interno della catena nominale è evidente anche in igi da-šur4-ra / en an-ta-gal2 “di fronte ad Assur signore eccelso” (Ro. 6-6b), dato che il caso indicato con -a non è collocato al termine della frase bensì dopo il nome della divinità probabilmente per influenza del sistema flessivo tipico della lingua accadica287. Un

fenomeno simile compare probabilmente anche in [...] dnun-nam-nir-ra-ke4 dingir

an-ta-gal2 “... di Nunamnir dio esaltato” dove, oltre alla posizione errata del caso, si riscontra anche la sostituzione del locativo -a con il direttivo -e dato che la versione accadica riporta i-n[a...]; è possibile comunque interpretare -ke4 come semplice genitivo e ipotizzare un’omissione del caso locativo.

Anche nelle forme verbali si concentrano alcuni errori: in Ro. 8. mu-gur-gur-re nu-mu-un-ba-ba mu-un-dir-dir-re nam-bal-la2-e = ur-te-te-di ul u2-ne2-šir3 u2-[ta-ta-tir ul u2-maý-ýi] “io ne ho aggiunto, non le ho diminuite, le ho moltiplicate, non le ho ridotte”,

nam-gur-gur-re, mu-un-dir-dir-re e nam-bal-la2-e, se forme marû alla prima pers. sing., mostrano una riduzione del suffisso -en ad -e; an-ta gal2-eš-a rappresenta un altro esempio288 di forma verbale finita senza prefissi.

Un errore di tipo sintattico si ritrova in sag-giš-ra-ra ðul-zi-zi-da (Vo. 8), in cui la forma verbale non finita precede l’oggetto come avviene nella versione accadica [m]u-[na-‘]i-ir lem-ni “chi uccide i demoni”, dove il participio si trova in stato costrutto289.

Anche le scelte lessicali caratterizzano in un senso unico questo testo come nel

caso di zi-ne2-eš (Ro. 10) che costituisce un apax inquanto zen = ý…bu non trova

paralleli. Lambert propone infatti una possibile variante emesal zeb per dug3, ma è anche possibile ipotizzare che volesse essere inteso il termine zi-de3-eš “in maniera corretta” tratto presumibilmente da una lista lessicale la cui grafia è originata da

un’errata lettura di -NE- (de3) come -NI- (ne2). Altro caso è il segno -mu in

lu©LU2xSIG2.BU-mu = lahmu (Ro. 10), che sembra indicare una lettura in accadico della sequenza dei segni290. A queste attestazioni si aggiungono probabilmente anche nam-e-de3 (Vo. 4) e lu2-e-de3 (Vo. 6) interpretati da Lambert come nam/lu2-izi291, e l’equivalenza gur con redû poco attestata292.

L’analisi di quest’opera letteraria, composta nell’ultimo quarto del secondo millennio a. C. e che chiaramente non aveva modelli più antichi, ha messo in luce come anche in Mesopotamia l’elaborazione di nuovi testi sumerici comportasse notevoli difficoltà come mostrano i diversi errori293, alcuni dei quali simili a quelli osservati nella documentazione di Hattuša, Emar ed Ugarit.

286 Per il significato di a-da-min3 v. Ibid., 92: 5.

287 La funzione di en an-ta-gal2 come apposizione di da-šur4 è confermata dalla versione accadica [...] EN

ša-qi2-i che presenta l’aggettivo declinato al genitivo in quanto riferito al nome del dio Assur che era

preceduto da una preposizione del tipo ana p…ni.

288 Cfr. KAR 103 e KAR 4.

289 Per forme simili v. § II.8.

290 Lambert 1976, 92: 10.

291 Ibid., 92: 4.

292 Cfr. CAD R, 226-227.

KAR 128 (+) 129 (VAT 9942 + 10103) è una bilingue emesal su colonne

parallele con versione sumerica a sinistra e accadica a destra in dialetto babilonese, che contiene una preghiera al dio Assur in favore di Tukulti-Ninurta il cui nome compare due volte nel testo. Come nel caso di BM 98496, anche KAR 128 (+) 129 rappresenta un esempio di produzione letteraria originale, forse realizzata da uno scriba babilonese alla corte assira. L’originalità rispetto alla tradizione sumerica paleo-babilonese è chiaramente visibile nelle scelte lessicali294 come la corrispondenza tra ma-al (ES per

gal2) e nañaru “fare la guardia” (KAR 128,_Ro. 10) che è sconosciuta in sumerico

sebbene attestata nelle liste lessicali del primo millennio o quella tra šip…ru “istruzioni” e sa-par3 “cesta” basata esclusivamente sulla consonanza tra le due parole e che mostra come la versione accadica fosse primaria. Anche lo stile, che riprende quello delle preghiare ershahunga senza seguirne la struttura in tutti gli aspetti e utilizzando in alcuni punti il dialetto principale in luogo dell’emesal295, è un elemento che prova l’originalità del testo. Per quanto riguarda la grammatica ritroviamo alcuni degli errori osservati in precedenza come l’indicazione del plurale di un sostantivo attraverso -meš

in ag2-ðul-meš “i mali” (KAR 128, Ro. 42) o errori nel sistema dei casi come in

unkinum-gi-na-aš gu2 un-bar-re-eš “disprezzavano tutti (lett. l’assemblea)” (KAR 128 Ro. 18) dove è indicato l’oggetto obliquo del verbo composto con il caso terminativo -aš in luogo del dativo -ra (o direttivo in caso di sostantivo neutro). Quest’ultima linea è particolarmente interessante per la presenza della glossa um-gi con variante fonetica al termine unkin296. Altri esempi di errori sono: la presenza di -ke4 in quanto non vi è alcun genitivo in [dim2]-me-er ðul-ðul-a a-a-zu gu2 nu-gar-ra-ke4 giš-giš sag giš [...] “gli dei malvagi che non di sono sottomessi ai tuoi padri” (KAR 129 Ro. 15); la forma verbale ub-te(-)zi-ge-eš è incomprensibile e sembra formata dall’unione delle radici te.g e zi.g,

mentre ub è un’abbreviazione da u3-ub-; in me-en-nam (KAR 128 Ro.15) tradotto in

accadico con at-ta-ma, vengono probabilmente invertiti nam- e -me-en da una forma

*nam-me-en che però non è attestata297, mentre ci aspetteremmo semplicemente una

forma enclitica o una tipo ðe2-me-en o i3-me-en; l’inserimento della congiunzione enclitica accadica -ma all’interno del testo sumerico in-ne-gal2-ma (KAR 128 Vo. 3)298. A questi esempi si aggiunge anche la costruzione di forme verbali prive degli elementi della catena prefissa come abbiamo già osservato in BM 98496 soprattutto quando si tratta di terze persone plurali299: zi-ir-ra-aš “distruggono” (KAR 128 Ro. 26), su-ud-la2 -eš “dirigono lontano”, gub-ba-aš “hanno posto” (KUR 128 Ro. 31) e forse anche [...] sig2-zu zi-zi-eš mu-ni-ak-a-meš in cui, inoltre, l’espressione sumerica su--zi “avere paura”, lett. “sollevare la carne” viene rielaborata come sig2-zu--zi per l’effetto della confusione tra i segni SU e ZU che avrebbero dato vita ad una forma priva di senso come **zu--zi a cui lo scriba aggiunge sig2 col significato di “sollevare peli”300.

294 Su questo punto ringrazio il Prof. Niek Veldhuis per avermi fornito parte di un suo lavoro in pubblicazione sulla cultura scribale in Assiria.

295 Cfr. Falkenstein 1953, 4 n. 13, per l’elenco delle forme attestate nei due dialetti.

296 Nota anche ub- per u3-ub-. Cfr. -kir4qi-ri (KAR 128 Ro. 29)

297 Cfr. ePSD e DCCLT.

298 Chang 1981, 198 Z. 3.

299 Cfr. anche le forme verbali ðamýu alla terza persona plurale prive di -n- davanti alla radice: i-gub-be2 -eš (KAR 128 Ro. 12) al-dib-be2-eš (KAR 128 Ro. 16).