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LA FATTIBILITÀ PATRIMONIALE, ECONOMICA E FINANZIARIA

4) IL CASO DI STUDIO: IL GRUPPO ALPHA

4.4 LA FATTIBILITÀ PATRIMONIALE, ECONOMICA E FINANZIARIA

per il triennio 2012-2014; essendo il Gruppo Alpha una realtà internazionale, verranno inserite le tabelle estrapolate dai dati di bilancio consolidati, riconvertiti in Euro e già depurati delle poste infragruppo, dal momento che quest’ultime non producono reddito e sono solo il riflesso delle politiche fiscali e di bilancio predisposte dai soci fondatori. In Tabella 3 viene rappresentata la situazione economica storica del Gruppo concentrando le voci nelle classi più significative. Il numero di società facenti parte del Gruppo Alpha è cresciuto nel corso di questo arco temporale, passando da 3 nel 2012 (Sede centrale, Area Mercato 1 e Area Mercato 2) a 4 nel 2013 (con l’aggiunta dell’Area Mercato 3); ovviamente queste unità distaccate non sono le uniche di cui il Gruppo dispone, in quanto sotto ciascuna di esse si trovano altre sedi più piccole localizzate in altri Stati ed impegnate a monitorare il mercato locale e la sua redditività (così da pianificare futuri insediamenti di sedi indipendenti).

Tabella 3

Euro 2012 2013 2014

TOTALE RICAVI “DEM” 4.700.000 6.100.000 5.800.000

Var. % n.a. 29,8% -4,9%

Costo per servizi esterni 2.250.000 2.100.000 2.225.000 Costo del personale 1.000.000 1.500.000 1.800.000

Costo per beni di terzi 90.000 190.000 250.000

Costo per materiale di consumo 20.000 40.000 20.000 TOTALE COSTI OPERATIVI 3.360.000 3.830.000 4.295.000

Var. % n.a. 14,0% 12,1% EBITDA 1.340.000 2.270.000 1.505.000 EBIT 1.225.000 2.140.000 1.435.000 UTILE NETTO 975.000 1.765.000 1.135.000 Var. % n.a. 81,0% -35,7% Cassa disponibile 560.000 1.820.000 1.630.000 Debiti (50.000) (30.000) (20.000)

Da una prima analisi di tipo orizzontale, il fatturato è lievitato con l’apertura nell’Area Mercato 3, incrementando i ricavi del 29,8% a fronte di un aumento dei costi del 14% e non a caso il Gruppo ha incrementato l’utile dell’81%; inoltre, dal lato finanziario, la liquidità in cassa è più che triplicata (+251%) e le quote dei pochi debiti che erano stati contratti sono state pagate rispettando il relativo piano di rimborso. Sempre nel 2013 si è verificato lo spostamento della linea di comando verso l’attuale Sede centrale in modo che la “capogruppo” fiscale fosse anche la medesima società che deteneva la proprietà del software e del database utenti. Nel 2014 si assiste invece ad uno stallo della situazione economica, con un fatturato leggermente in calo rispetto all’esercizio precedente (-4,9%) ma sempre oscillante attorno a quota 6 milioni di euro; a questo si aggiunga che il Gruppo, continuando ad investire nella crescita del personale tanto nell’Area Mercato 2 (da 25.000€ a 200.000€) quanto nell’Area Mercato 3 (da 80.000€ a 260.000€), ha registrato un aumento dei costi operativi del 12,1%; la diretta conseguenza di questi due eventi è stata il calo dell’utile netto (-35,7%) per quanto si assesti ancora intorno al milione di euro. Come si è già accennato nei paragrafi precedenti, il motivo è dovuto ad una serie di problematiche insorte in quell’arco di tempo le quali, unite alle cospicue spese legali fuoriuscite per sanare tali questioni, hanno appesantito ulteriormente il bilancio dell’esercizio 2014.

Un ulteriore aspetto che merita la giusta considerazione è collegato al fatto che il gruppo ha filiali sparse in tutto il mondo, quindi il problema è rendere omogenei i bilanci delle varie subsidiaries uniformando le poste in valuta a valori il più correnti possibile; questa componente valutativa viene messa in evidenza nel bilancio del gruppo nell’area finanziaria al di sotto dell’EBIT (sempre in Tabella 3), ma anche in questo caso si assistono a numeri davvero irrisori rispetto al volume d’affari che il Gruppo Alpha produce (le perdite in valuta già al netto di eventuali guadagni valutari sono nell’ordine delle decine di migliaia di euro mentre l’EBIT si assesta nell’ordine del milione di euro). Si sposti ora l’attenzione sugli Stati Patrimoniali storici illustrati dalla Tabella 4 alla pagina seguente. Essendo il Gruppo Alpha una realtà che offre servizi, la componente più rilevante dal lato dell’attivo è costituito dai crediti verso i clienti i quali sono coperti, dal lato del passivo, dalle riserve patrimoniali che la gestione produce: si noti infatti che i crediti commerciali, la cassa e le riserve di utili a patrimonio netto seguono lo stesso

andamento, a sottolineare la stretta connessione tra questi tre fattori fondamentali.

Tabella 4

Sul lato dell’Attivo è doveroso fare qualche considerazione sul capitale circolante netto. Il Gruppo ha predisposto un sistema di dilazione dei pagamenti che concede 60 giorni ai propri clienti per saldare il conto del servizio a fronte di soli 30 giorni ottenuti dai propri fornitori. Il ciclo del circolante è quindi di 30 giorni (pari alla differenza tra i giorni di dilazione concessi e quelli ottenuti) ovvero il Gruppo deve pagare due volte i propri fornitori nel tempo che i clienti saldino i propri debiti. Questa situazione richiederebbe ampie risorse per finanziare la dinamica del circolante in un’impresa di tipo industriale, nella quale i debiti commerciali sono strettamente collegati alla produzione e, di conseguenza, alle vendite, ma per una impresa di servizi questo non accade. Se si guarda infatti l’ordine di grandezza dei crediti e dei debiti commerciali, si

STATO PATRIMONIALE 2012 2013 2014

Immobilizzazioni immateriali € 35.000 € 20.000 € 10.000 Immobilizzazioni materiali € 120.000 € 170.000 € 110.000 Immobilizzazioni finanziarie € 200.000 € 220.000 € 220.000

(A) ATTIVO FISSO 355.000 410.000 340.000

Cassa e banca € 560.000 € 1.820.000 € 1.630.000

(B) Liquidità 560.000 1.820.000 1.630.000

Crediti commerciali € 1.400.000 € 2.160.000 € 2.450.000 Altri crediti a breve € 50.000 € 125.000 € 35.000

(C) Crediti correnti 1.450.000 2.285.000 2.485.000

Acconti € 10.000 € 10.000 € 10.000 Debiti commerciali € 310.000 € 955.000 € 790.000 Altri debiti a breve € 320.000 € 245.000 € 135.000

(D) Debiti correnti 640.000 1.210.000 935.000

(C-D) Capitale Circolante Operativo Netto 810.000 1.075.000 1.550.000

(E=B+C-D) CAPITALE CIRCOLANTE NETTO 1.370.000 2.895.000 3.180.000

TFR € 55.000 € 25.000 € 10.000

Accantonamenti per rischi ed altri fondi € 135.000 € 25.000 € 25.000

(F) FONDI 190.000 50.000 35.000 (G=A+E-F) CAPITALE INVESTITO NETTO 1.535.000 3.255.000 3.485.000

Capitale sociale € 110.000 € 200.000 € 200.000 Riserve € 100.000 € 100.000 € 100.000 Utile (Perdita) di periodo € 975.000 € 1.765.000 € 1.135.000 Utili (Perdite) a nuovo (esclusi dividendi) € 300.000 € 1.160.000 € 2.030.000

(H) PATRIMONIO NETTO 1.485.000 3.225.000 3.465.000

Debiti finanziari non correnti € 50.000 € 30.000 € 20.000

(I) DEBITO NON CORRENTE 50.000 30.000 20.000 (J=H+I) TOTALE FONTI A LUNGO TERMINE 1.517.356 3.239.672 3.478.382 (A+B+C) TOTALE ATTIVO 2.365.000 4.515.000 4.455.000 (D+F+H+I) TOTALE PASSIVO 2.365.000 4.515.000 4.455.000

nota subito che i primi si aggirano nell’ordine del milione di euro, mentre i secondi stanno nell’ordine delle centinaia di migliaia di euro. Questa differenza fa in modo che, nonostante i giorni di dilazione concessi siano il doppio di quelli ottenuti, l’incasso dei crediti commerciali copre abbondantemente le uscite di cassa connesse ai debiti di funzionamento, evitando le caratteristiche tensioni di liquidità che si potrebbero creare nella dinamica del circolante.

L’attivo fisso è costituito per lo più dagli impianti tecnologici (computer, telefoni, stampanti), dalle strutture operative di proprietà (capannoni e uffici) e da una serie di investimenti finanziari che producono qualche lieve riflesso a Conto Economico al di sotto dell’EBIT. La voce delle immobilizzazioni finanziarie comprende esclusivamente il valore del software di proprietà, che ormai figura per poche migliaia di euro essendo stato ammortizzato quasi completamente.

Dal lato del Passivo si trovano due macro classi rappresentate dal patrimonio netto e dal debito a lungo termine. Analizzando nello specifico il primo, si nota che:

la voce del capitale sociale cresce all’aumentare del numero di branch (si passa infatti dai 110.000€ della Sede Centrale, Area Mercato 1 e Area Mercato 2 nel 2012 ai 200.000€ con l’aggiunta di quella nell’Area Mercato 3 nel 2013 e la capitalizzazione della Sede centrale per complessivi 90.000€);

 non vi sono mutamenti nelle riserve, dato che le variazioni intervenute tra le valute estere rispetto all’Euro sono irrilevanti e incidono in maniera marginale;  la voce degli utili accantonati è stata da un lato alimentata dagli utili prodotti con

la gestione, dall’altro ridotta per i dividendi erogati. Anche in questo frangente è stato necessario elidere eventuali poste infragruppo (si veda Tabella 5).

Tabella 5

Per quel che riguarda invece la parte relativa ai debiti a lungo termine, il finanziamento residuo ammonta a poche decine di migliaia di euro che il Gruppo ha rimborsato nel corso del tempo seguendo il piano prestabilito dal contratto di mutuo.

Come ultimo punto dell’analisi storica, nella pagina successiva si propone la Tabella 6, la quale riassume i dati relativi ai cash flows prodotti nel triennio 2012-2014.

Dividendi Erogati nel Gruppo 250.000 300.000 895.000

Aggiustamenti Infragruppo (110.000) (185.000) 0

Si ricorda che il flusso di cassa, a prescindere dai tecnicismi richiesti da una trattazione ad hoc, si discosta sensibilmente dal risultato di esercizio, visto che a quest’ultimo vanno aggiunte algebricamente tutte quelle voci che hanno generato o assorbito cassa nel corso dell’esercizio: per esempio, la distribuzione di dividendi o l’accensione di un nuovo mutuo non generano reddito ma rientrano a tutti gli effetti nel calcolo del cash flow per gli effetti che producono sulla liquidità. Per questo motivo in Tabella 6 sono state inserite tutte le voci di conto economico e stato patrimoniale che hanno generato o assorbito cassa nel corso del relativo esercizio. In questo modo è stato anche possibile verificare che la ricostruzione patrimoniale fosse numericamente corretta, in quanto la somma del valore della cassa al 31/12 nello Stato Patrimoniale dell’esercizio precedente (t0) con il flusso netto di cassa prodotto nell’esercizio (visibile in Tabella 6) doveva risultare pari al valore della cassa inserito in Stato Patrimoniale al 31/12 dell’esercizio successivo (t1).

VOCI 2012 2013 2014

EBIT € 1.225.000 € 2.140.000 € 1.435.000 Tasse € (250.000) € (325.000) € (200.000)

EBIT AL NETTO DELLE TASSE 975.000 1.815.000 1.235.000

Svalutazioni/Ammortamenti € 70.000 € 75.000 € 70.000 Variazioni dei fondi € (15.000) € (140.000) € (15.000)

CASH FLOW OPERATIVO LORDO 1.030.000 1.750.000 1.290.000

Variazioni del Capitale Circolante Operativo Netto € (725.000) € (265.000) € (475.000)

CASH FLOW OPERATIVO NETTO 305.000 1.485.000 815.000 Variazioni nell’attivo fisso € (70.000) € (130.000) € 0

FREE CASH FLOW 235.000 1.355.000 815.000

Proventi (Oneri) straordinari € 3.000 € (33.000) € (32.000)

Utili finanziari (Perdite finanziarie) € (3.000) € (17.000) € (68.000)

Variazioni nel patrimonio netto € 0 € 90.000 € 0 Variazioni nei debiti non correnti € 20.000 € (20.000) € (10.000)

Dividendi erogati € (140.000) € (115.000) € (895.000)

FLUSSO NETTO DI CASSA 115.000 1.260.000 (190.000)

Cassa al 01/01 € 445.000 € 560.000 € 1.820.000 Cassa al 31/12 € 560.000 € 1.820.000 € 1.630.000

Debiti non correnti al 01/01 € (30.000) € (50.000) € (30.000)

Debiti non correnti al 31/12 € (50.000) € (30.000) € (20.000)

Posizione Finanziaria Netta al 31/12 € 510.000 € 1.790.000 € 1.610.000

Utile Netto (Perdita) € 975.000 € 1.765.000 € 1.135.000 Cassa al 31/12 (Inclusi Dividendi) € 700.000 € 1.935.000 € 2.525.000 Dividendi erogati € 140.000 € 115.000 € 895.000

Da un primo sguardo ai totali di colonna nei vari anni, salta subito all’occhio che il gruppo ha sempre prodotto cassa, anche per quantitativi consistenti (si veda il rigo del Free Cash Flow). Un’eccezione deve essere fatta per il 2014, anno in cui non solo la gestione non ha fruttato quanto l’anno precedente a causa delle varie motivazioni di cui si è già fatto cenno, ma in cui il gruppo ha anche erogato una cospicua somma ai suoi soci (895.000€) attingendo alle riserve iscritte a patrimonio (pari a fine 2013 a 2.925.000€, dati dalla somma dell’utile dell’anno con la riserva degli utili a nuovo). Spostando l’attenzione sugli sviluppi del Free Cash Flow, è possibile affermare che il Gruppo Alpha si trova in una situazione di crescita, dove le componenti estranee alla gestione ordinaria non incidono in maniera significativa e dove la parte più consistente di assorbimento di cassa è prodotta dalle dinamiche del circolante.

Inoltre, da questo semplice prospetto, si riesce a mettere in evidenza come la gestione corrente non abbia mai prodotto nel triennio in analisi alcuna tensione di liquidità, ma anzi ne abbia continuamente alimentato la produzione (si veda il rigo del Flusso di cassa operativo netto), a supporto di quanto precedentemente affermato a proposito della perfetta compatibilità tra la dinamica del circolante e quella della cassa.

Infine, analizzando le righe al di sotto del Free Cash Flow, bisogna spendere qualche parola sui cambiamenti avvenuti nel patrimonio netto: il consistente incremento cui si assiste nel 2013 (90.000€) è dovuto, da una parte, all’apertura della filiale nell’Area Mercato 3 (il cui capitale sociale ammonta a circa 1.000€ al tasso di cambio del 2013) e, dall’altra, alla capitalizzazione della Sede centrale (il cui capitale sociale aumenta a 89.000 €), il tutto accompagnato dalla variazione avvenuta nel tasso di cambio verso la filiale nell’Area di Mercato 1, che ha comportato una riduzione del valore delle poste a bilancio per poche centinaia di euro che non sono state qui considerate. L’anno successivo, invece, una contestuale riduzione dei tassi di cambio nelle Aree di Mercato 1 e 3 ha fatto incrementare il valore delle poste in valuta riconvertite in euro per diverse migliaia di euro, ma per la stessa ragione di cui sopra non sono state considerate. Nell’ultimo prospetto della Tabella 6 vengono riassunti i valori più rilevanti nell’analisi della liquidità, ovvero il risultato di esercizio, il valore della cassa a fine anno (comprensiva dei dividendi) e l’ammontare degli utili distribuiti ai soci. A tal proposito, vi sono tre considerazioni da fare:

 il Gruppo ha mantenuto un livello di utile davvero notevole nonostante gli eventi che ne hanno temporaneamente ingessato l’operatività, e questo lascia intendere quanto valore si nasconda all’interno di questa organizzazione;

 il fatto di mostrare la cassa comprensiva dei dividendi serve per sottolineare il trend reale della liquidità prodotta dal gruppo, senza che tale andamento venga offuscato dalle politiche di distribuzione degli utili. In ogni caso entrambi questi fattori, ovvero l’erogazione dei dividendi e la liquidità prodotta autonomamente dalla gestione, sono forti sintomi di una gestione remunerativa ed efficiente;

 la politica dei dividendi, come già detto, non segue regole precise dal momento che i soci fondatori non devono rendere conto a terzi delle scelte assunte al riguardo. In ogni caso, nel caso in cui il progetto dovesse andare in porto, è previsto il totale reinvestimento degli utili prodotti in modo da far lievitare il valore del Gruppo ancora più velocemente di quanto sarebbe possibile se venissero erogati dividendi alla compagine sociale.

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