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2. L'Unione Sovietica e i progetti di integrazione europea: dal “socialismo in un

2.3 La fondazione del Cominform e del Comecon

Pochi mesi dopo, nel settembre 1947, si tenne a Szklarska Poręba, in Polonia, una riunione dei rappresentanti dei partiti comunisti dell'Europa orientale più i due partiti comunisti più influenti dell'Europa occidentale, quello italiano e quello francese123. La conferenza dava vita a una nuova Internazionale comunista, il Cominform, con sede a Belgrado. La decisione di fondare un nuovo centro per il coordinamento del movimento comunista internazionale, dopo la soppressione del Comintern nel 1943, pare sia stata presa da Stalin immediatamente dopo il ritiro della delegazione sovietica dalla conferenza di Parigi124. Se a questo aggiungiamo che la “dottrina dei due campi” venne inserita nel discorso di Ždanov125 alla fondazione del Cominform solo all'ultimo momento, appare chiaro come in verità la politica sovietica di quegli anni non fosse necessariamente ostile ma, esattamente come quella americana, rispondeva a una serie di episodi, di contingenze e di fraintendimenti126. Infine un ruolo importante in questo spostamento “a sinistra” della politica sovietica – che prevedeva inoltre un irrigidimento delle posizioni dei partiti comunisti occidentali – lo ebbero Tito e il Partito comunista jugoslavo127, impegnati in quel periodo, molto più dei sovietici, a sostenere la lotta dei comunisti greci e, in generale, meno propensi dei sovietici al compromesso con gli occidentali128. In ogni caso da quel momento la situazione in Europa cominciò a precipitare.

123 Di Nolfo E., Storia delle relazioni internazionali. Dal 1918 ai giorni nostri, Bari-Roma, Editori laterza, 2008, p. 717.

124 Roberts G., Moscow and the Marshall..., op. cit., p. 1380.

125«Due campi si sono formati nel mondo: da una parte il campo imperialista e antidemocratico, che ha per obiettivo fondamentale la creazione di un dominio mondiale da parte dell'imperialismo americano e la frantumazione della democrazia; dall'altra parte, il campo antimperialista e democratico, il cui obiettivo fondamentale consiste nell'affossare l'imperialismo, nel rafforzare la democrazia, nel liquidare i resti del fascismo.» Cit. in Di Nolfo E., Dagli imperi militari..., op. cit., p. 212.

126 Roberts G., Moscow and the Marshall..., op. cit., p. 1380. 127 Ibidem.

Nel febbraio del 1948 l'Unione Sovietica portò a termine la “comunistizzazione” delle proprie conquiste in Europa centrale e orientale, creando un regime di “democrazia popolare” anche in Cecoslovacchia, unico paese del futuro blocco sovietico ancora “borghese”, affidandolo a Klement Gottwald129. Intanto, l'approfondirsi dei dissidi alleati sulla questione della Germania, doveva condurre alla definitiva spaccatura del continente. La firma, il 17 marzo, del Patto di Bruxelles tra Gran Bretagna, Francia, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo, benché in funzione formalmente antitedesca130, doveva rendere evidente la volontà in Europa occidentale di far nascere un blocco politico- militare in grado di resistere a qualsiasi futura pressione sovietica. I sovietici ebbero, indirettamente, una conferma di ciò in due occasioni: con la creazione, nell'aprile del 1948, della OECE (Organizzazione per la Cooperazione Economica Europea), nata per coordinare l'utilizzo dei fondi americani dello European Recovery Plan – in qualche modo quindi confermando i timori espressi da Molotov a Parigi – e con la riunione, il 7 maggio, a L'Aja, del “Congresso d'Europa”. Questa riunione dei movimenti europeisti ebbe importanti ripercussioni nel diffondere presso l'opinione pubblica le loro idee, sebbene i risultati concreti si dovessero rivelare piuttosto limitati131. I tre eventi infatti, sebbene non necessariamente collegati, si sovrapposero nell'immaginario collettivo132 e i sovietici non potevano non notarlo. In quei mesi inoltre iniziarono a circolare notizie in merito a un'imminente riforma monetaria che gli americani e gli inglesi avrebbero voluto portare a termine nella loro zona d'occupazione nella Germania occidentale e in quella francese133. Questa riforma avrebbe dovuto anticipare la fusione di tutte e tre le zone d'occupazione – dato che quella americana e quella britannica erano già state unificate nel gennaio dell'anno precedente – e avrebbe creato enormi problemi ai sovietici perché

129 Di Nolfo E., Storia delle..., op. cit., pp. 719-720. 130 Ivi, p. 735.

131 Olivi B., Santaniello R., Storia dell'integrazione europea, Bologna, Il Mulino, 2005, pp. 16-17. 132 Di Nolfo E., Storia delle..., op. cit., pp. 731-739.

l'introduzione di un'unica moneta per tutta la Germania occidentale avrebbe di fatto annullato il valore dei marchi emessi nella zona orientale134. Quando il 18 giugno le potenze occidentali portarono a termine la riforma monetaria, il Cremlino si decise a rischiare il blocco della città di Berlino, uno dei momenti di maggiore tensione di quegli anni. Il blocco iniziò il 24 giugno e proseguì fino al 12 maggio 1949 e un conflitto armato venne evitato con ogni probabilità solo grazie all'espediente del “ponte aereo”, il quale permise alle tre potenze occidentali di rifornire i propri settori di competenza nella ex capitale del Terzo Reich. Pochi giorni dopo l'interruzione del blocco, il 23 maggio 1949, l'Europa venne definitivamente spaccata in due con la proclamazione della Repubblica federale tedesca, precedendo di pochi mesi la proclamazione della Repubblica democratica tedesca, avvenuta il 7 ottobre. Prima ancora di quella data in ogni caso i due blocchi avevano già trovato una loro fisionomia e si erano dati forma istituzionale. I sovietici avevano infatti stipulato nel febbraio-marzo del 1948 una serie di patti militari in funzione antitedesca con Romania, Ungheria e Bulgaria in aggiunta a quelli già firmati con Cecoslovacchia e Polonia rispettivamente nel 1943 e nel 1945, e promuovendo una rete di patti analoghi tra tutti questi paesi135. Il 22 gennaio 1949 inoltre, fu fondato a Mosca il Consiglio per la Mutua Assistenza Economica (Comecon)136. Si trattava della prima organizzazione che raccoglieva l'Unione Sovietica e i suoi alleati. Il Cominform infatti era soltanto una riunione di partiti politici e a un patto militare, il Patto di Varsavia, non si sarebbe arrivati prima del 1955137. I compiti assegnati a questa organizzazione furono coerenti con le obiezioni elaborate dai

134 Ibidem.

135 Soglian F., L'integrazione europea..., op. cit., (vol. 1) p. 530.

136 Sebbene l'acronimo corretto – peraltro utilizzato in tutto il blocco orientale – fosse CMEA, dal nome inglese di questa organizzazione venne coniato il termine Comecon (Council for

Mutual Economic Assistance) che divenne molto diffuso in Occidente per via dell'analogia

con il Cominform – all'epoca ancora esistente – e il vecchio Comintern. Cfr. Leonardi S.,

L'Europa e..., op. cit., p. 17, nota 5.

137 Kaser M., COMECON. Problemi di integrazione delle economie pianificate, Milano, Franco Angeli Editore, 1972, p. 20.

sovietici in occasione del rifiuto opposto al Piano Marshall. Credo sia opportuno, a tal proposito, riportare in questa sede il testo integrale del comunicato che annunciava la creazione del Comecon.

Nel gennaio di quest'anno si è tenuta a Mosca una conferenza cui hanno partecipato i delegati di Bulgaria, Ungheria, Polonia, Romania, Unione Sovietica e Cecoslovacchia138. La conferenza ha preso nota degli

importanti successi nello sviluppo delle relazioni economiche tra i Paesi partecipanti e degli accresciuti vantaggi derivanti dagli scambi. Come conseguenza di tali migliorate relazioni economiche e del rafforzarsi della cooperazione tra le democrazie popolari e l'URSS sono venute a crearsi le condizioni necessarie per accelerare la ripresa e lo sviluppo dei sistemi economici di tali Paesi. La conferenza ha altresì preso nota che i Governi degli Stati Uniti d'America, della Gran Bretagna e di taluni Stati dell'Europa occidentale hanno boicottato le relazioni commerciali con le democrazie popolari e con l'URSS in quanto tali paesi non hanno ritenuto opportuno sottomettersi alla dittatura del Piano Marshall che avrebbe violato la loro sovranità e danneggiato i loro interessi economici. Alla luce di queste circostanze i partecipanti alla riunione hanno studiato la possibilità di organizzare una più ampia cooperazione economica tra le democrazie popolari e l'URSS. Per porre in essere questa più ampia cooperazione economica tra le democrazie popolari e l'URSS la conferenza ha ritenuto opportuno creare il Comitato per l'Assistenza Economica Reciproca tra i Paesi partecipanti su una base egualitaria e con il compito di scambiarsi esperienze e conoscenze in campo economico, di prestarsi reciprocamente aiuto tecnico e assistenza nei settori delle materie prime, delle sostanze alimentari, dei macchinari, delle attrezzature ecc. I partecipanti alla riunione hanno deciso che il Comecon sarà un'organizzazione aperta a quei

138 A questo nucleo di paesi fondatori si aggiunsero l'Albania nel febbraio e la Repubblica Democratica Tedesca – creata il 7 ottobre di quell'anno – fu ammessa l'anno seguente.

paesi europei che ne condividono i principi e che desiderano allargare la cooperazione economica con i Paesi sopraricordati. Il Comecon emanerà una decisione solo quando sussista l'accordo del paese interessato. Il Comecon si riunirà periodicamente a turno nelle capitali dei Paesi firmatari e sotto la presidenza del rappresentante del Paese in cui ha luogo la riunione.139

Il Comecon fu a lungo interpretato dai suoi membri come un forum e non come un'organizzazione internazionale che dovesse dirigere il commercio tra loro, proprio per proteggerne la sovranità nazionale140. Ad esempio il Plenum di Sofia (25-27 agosto 1949) raccomandava agli Stati membri di concludere accordi bilaterali in materia di scambio di informazioni tecnologiche e accordi di commercio a lungo termine. Il Comecon tenne questo atteggiamento estremamente prudente sulle cooperazioni più approfondite e multilaterali almeno fino al Plenum del marzo 1954141.

La fondazione del Comecon rese ancora più complessa la cooperazione tra le due parti del continente, anche in quei contesti nei quali, fino a quel momento, essa aveva funzionato. Il 19 febbraio l'Unione Sovietica abbandonò l'Organizzazione Mondiale per la Sanità, seguita da Albania, Bulgaria, Cecoslovacchia, Polonia e Romania142. Successivamente essi abbandonarono anche tutti i comitati tecnici dell'ECE ed entro il gennaio del 1950 il boicottaggio dei principali organismi delle Nazioni Unite da parte dei paesi dell'Europa orientale fu completo143.

139 Kaser M., COMECON, op. cit. 1972, pp. 20-21.

140 Pryor F. L., Forms of Economic Co-operation in the european Communist Bloc: A Survey, Soviet Studies, Vol. 11, No. 2, 1959, pp. 173-194, p. 193.

141 Ivi, pp. 174-175.

142 Kaser M., COMECON, op. cit. p. 19. 143 Ibidem.

Infine la firma a Washington del Patto Atlantico, il 4 aprile 1949, permise ai sovietici di collegare logicamente ogni sviluppo cooperativo in Europa ad una precisa volontà in tal senso da parte degli Stati Uniti. Per quanto poi eccessivi potessero apparire i timori sovietici su questo punto – al punto da considerare il Piano Schuman come “dettato” direttamente dagli americani144 – non vi è dubbio però, come dimostra la stessa esistenza del Piano Marshall, che gli americani vedessero di buon occhio la creazione e promuovessero un'Europa forte e unita anche da un punto di vista militare.

2.4 La Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio