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2. Il pensiero filosofico

2.1 La formazione filosofica

Il pensiero filosofico adorniano si muove all’interno della polarità tracciata da Benjamin ed Hegel, attorno a cui si dispone il confronto con una costellazione di autori che da Kant giunge fino a Horkheimer e agli autori della Scuola di Francoforte.

L’incontro con Kant risale agli anni del ginnasio, quando Adorno trascorreva il sabato pomeriggio leggendo insieme a Siegfried Kracauer la Critica della Ragion Pura.

ID., Forma come sintassi o come energia: la morfologia musicale dopo Beethoven, in AA. VV., Storia dei concetti

195

musicali. Espressione, forma, opera, a cura di G. Borio e c. Gentili, Carocci, Roma, 2008, p. 191.

Per una approfondimento sulla morfologia goethiana, cfr. L. MICHIELON, L’archetipo e le sue metamorfosi. La Bildung nei romanzi di Goethe, Il Poligrafo, Padova, 2005.

BORIO, La concezione dialettica della forma musicale, cit., p. 368.

196

ID., Forma come sintassi o come energia, cit., p. 194.

197

ID., L’impronta della filosofia hegeliana sulla teoria della forma musicale del XIX secolo, in L. MICHIELON (a cura 198

di) Die Klage des Ideellen (Il lamento dell’ideale). Beethoven e la filosofia hegeliana, EUT, Trieste, 2018, pp. 113-128. BORIO, Forma come sintassi o come energia, cit., p. 195.

199 Ivi, p. 196. 200 Ivi, p. 202. 201 Ivi, p. 203. 202

Su questi temi, cfr. anche l’ultima opera di H. SCHENKER, Der freie Satz, Universal Edition, Wien, 1935, concepita 203

Grazie all’amico, ostile a ogni forma di sistematicità e propugnatore di una filosofia concreta, attenta alle connessioni sociologiche, Adorno impara un metodo di ricerca sul testo che viene inteso come uno «scritto cifrato», prodotto di un campo di forze che agiscono al di sotto della superficie. Kracauer lo educa a scoprire il «momento espressivo» della filosofia, il «dire ciò che uno sente» 204 e gli svela un nuovo volto di Kant, capace di andare oltre il soggettivismo gnoseologico propugnato dal neokantismo.

Neokantiano era anche Hans Cornelius, il professore con cui Adorno si laurea nel 1924 a Francoforte presentando una tesi su Die Transzendenz des Dinglichen und Noematischen in Husserls Phänonenologie (La trascendenza del cosale e del normativo nella fenomenologia di Husserl).

Lo stesso Cornelius rifiuterà però la tesi di libera docenza presentata da Adorno, nel 1927, intitolata Der Begriff des Unbewussten in transzendentalen Seelenlehre (Il concetto di inconscio nella dottrina trascendentale dell’anima), considerandola poco originale.

Il debito nei confronti di Cornelius è riconosciuto dallo stesso Adorno che apprenderà dal suo 205 insegnante a leggere in senso critico la Critica della Ragion Pura e il tentativo kantiano di fondare a la possibilità dei giudizi sintetici a priori, in realtà già presupposti dalla ricerca trascendentale che dunque non può prescindere dalla coscienza e dall’analisi psicologica delle sue strutture.

Nella tesi presentata per la libera docenza Adorno segue tale impostazione individuando «nell’analisi empirica della connessione coscienziale la base della ricerca trascendentale» , teoria 206 della conoscenza fortemente psicologizzata contro cui Husserl polemizza, nel 1900, all’interno delle sue Logische Untersuchungen (Ricerche logiche).

Nonostante nel 1956, con il saggio Zur Metakritik der Erkenntnistheorie-Studien über Husserl und die phänomenologischen Antinomie , Adorno riveda le proprie posizioni su Husserl, svelando il 207 circolo vizioso in cui incorre la teoria della conoscenza fondata su basi psicologiche, la critica all’apriori kantiano rimarrà una costante del suo pensiero, come testimoniano le lezioni sulla teoria della conoscenza tenute nel 1957-58.

L’apriorità dell’appercezione trascendentale viene messa in crisi dal momento empirico, crisi che spinge necessariamente il pensiero filosofico verso la dialettica grazie alla quale emerge l’insufficienza del primato sia dell’apriori che dell’empirico.

Le aporie dell’idealismo tedesco sono analizzate anche nel saggio su Kierkegaard , steso tra il 208 1929-30 e pubblicato nel ’33, grazie al quale Adorno rivela tutta l’originalità del proprio pensiero e ottiene finalmente la libera docenza (1931) sotto la guida di Paul Tillich.

Già nelle opere coeve emergono alcuni dei temi chiave di questa prima fase produttiva, tra cui l’idea di filosofia intesa come interpretazione (Deutung) di una costellazione di elementi in cui si intrecciano lingua e storia , e la riflessione sul mitico, concepito alla Benjamin come 209

TH. W. ADORNO, Der wunderliche Realist. Über Siegfried Kracauer, in «Neue Deutsche Hefte» (1964), n. 101;

204

ripubblicato in Noten zur Literatur III, Suhrkamp, Frankfurt am Main, 1965, p. 85. Cfr. su questo tema l’analisi di PETTAZZI, cit., pp. 40 e segg.

205

S. PETRUCCIANI, Introduzione a Adorno, Laterza, Roma-Bari, 2007, p. 6.

206

TH. W. ADORNO, Zur Metakritik der Erkenntnistheorie-Studien über Husserl und die phänomenologischen 207

Antinomie, Suhrkamp, Frankfurt a. M, 2003, trad. it. Metacritica della teoria della conoscenza. Studi su Husserl e sulle antinomie fenomenologiche, Mimesis, Milano-Udine, 2004.

ID., Kierkegaard. Konstruktion der Ästhetischen, Suhrkamp Verlag, Frankfurt am Main, 1962, trad. it. Kierkegaard. 208

la costruzione dell’estetico, a cura di A. Burger Cori, Longanesi, Milano, 1983.

ID., Die Aktualität der Philosophie, in «Frankfurter Zeitung», 7 maggio 1931, LXXXV, poi pubblicato nel vol. 18 dei 209

rovesciamento dialettico della storia in «seconda natura», capace di contenere in sé, seppure al negativo, anche la riconciliazione in grado di superare la stringente connessione naturale , in un 210 reciproco capovolgersi di natura e storia che conduce all’emersione messianica del Nuovo.

Il saggio su Kierkegaard rappresenta la prima realizzazione di questa nuova filosofia che, usando un «linguaggio immaginifico ed evocativo» e un metodo di tipo allegorico, fondato 211 sull’interpretazione di simboli, metafore e immagini, raggiunge contemporaneamente un triplice risultato: smascherare le contraddizioni insite nel pensiero del filosofo danese ; evidenziare le 212 tensioni irrisolvibili insite nell’idealismo tedesco di cui lo stesso Kierkegaard risulta essere un epigono; dimostrare, infine, i limiti dell’ontologia di Heidegger.

Se nella Dialettica negativa Adorno riprenderà l’intuizione kierkegaardiana secondo la quale la realtà non si lascia ricondurre al concetto, nel saggio giovanile l’autore sottolinea invece come nel pensiero del filosofo danese pulsi la stessa idea dello spirito dominatore sulla natura che anima l’idealismo tedesco, tema che ritornerà nei capolavori teoretici del filosofo francofortese, in particolare nella Dialettica dell’Illuminismo . 213

Costretto a vivere in un mondo ridotto a merce , al soggetto non resta altro che chiudersi nella sua 214 privatezza, sprofondando nella disperazione.

Mentre Heidegger con Essere e tempo (1927) riprende il progetto di un’ontologia soggettiva, illudendosi di trovare un senso all’interno del mondo lacerato e tralasciando di valorizzare l’orizzonte teologico e trascendente della filosofia kierkegaardiana , Adorno cerca invece la luce 215 della speranza proprio nella disperazione che disgrega l’io, poiché «solo la consapevolezza della compiuta negatività, del non darsi del senso, può rovesciarsi dialetticamente in apertura alla speranza» . 216