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La futurologia: previsione scientifica o utopismo?

Predire è una caratteristica tipicamente umana, una dimensione fondamentale dell'esistenza. Vivere comporta inevitabilmente dover fare delle previsioni, giacché le nostre azioni tendono ad uno scopo proiettato nel futuro. La vita ci obbliga continuamente a fare delle scelte e quindi, a fare delle previsioni. È il futuro che dà senso alla nostra vita. Purtroppo, o per fortuna, il futuro è ignoto, pertanto il massimo a cui possiamo aspirare è azzardare scommesse, fare delle stime, le quali quanto più si rivelano esatte, quanto più significa che la nostra azione sarà stata funzionale451.

Conoscere il futuro significherebbe fare sempre le scelte migliori per noi. Per questa ragione, da sempre, l'uomo ha fatto di tutto per arrivare a conoscerlo. La

449 A. Huxley, Il mondo nuovo (Brave new World, 1932), trad. it. di L. Gigli e L. Bianciardi,

Mondadori, Milano 1991, pp. 19-70.

450 Ivi, passim.

comprensione del futuro è stata affidata per millenni all'indovino, l'uomo che stabilisce con il futuro un rapporto magico. Tuttavia, questa ricerca assomiglia ad una chimera; il paradosso, infatti, è che conoscere il futuro significa presupporre che sia conoscibile, dunque determinato ed ineluttabile. Quindi non servirebbe a nulla conoscerlo. Quanto previsto, da un Dio Onnisciente e onnipotente o da un anonimo destino, accadrebbe ugualmente452. Alcune predizioni, se credute, si

avverano da sé, desiderabilmente o no. Altre, volenti o nolenti, precludono la propria realizzazione. Altre ancora sono formulate in modo “truistico”, ossia autoreferenziale per cui anche se non sono valide possono apparire sempre “vere”453. Ma preannunciare il futuro ha senso solo se questo è imprevedibile,

indeterminato. Leggere un futuro predeterminato o inventarselo ex novo rappresenta in entrambi i casi un'illusione. Ma se l'uomo si è sempre ostinato a farlo, significa che alla base ci sono delle motivazioni inconsce legate alla condizione della vita umana: eliminare l'angoscia è la ragione principale. In effetti, la cosa più importante non è l'esattezza o la precisione della previsione, ma che tale previsione riduca l'inquietudine, la disperazione, il tormento454. Per

molto tempo, infatti, le grandi profezie hanno svolto la stessa funzione: annunciare catastrofi, dall'Apocalisse fino alle profezie mariane di Fatima. lo scopo è quello di spingere i credenti ad giudicare la propria condotta a scrutare il proprio animo e a pentirsi455.

L'uomo si è dedicato alla predizione fin dalle origini della sua esistenza. Quando l'uomo primitivo disegna sulla caverna delle scene di caccia, queste rappresentano le raffigurazioni di ieri e di domani: questo gesto era al contempo un sortilegio ed un atto magico volto a garantirgli il successo nella caccia456.

Il primo futurologo nel senso nuovo può essere considerato Thomas Robert

452 Ivi, pp. 10-11.

453 Sulla falsificabilità nel metodo scientifico si vedano anche le opere di Karl Popper, in particolare

K. Popper, Logica della scoperta scientifica (Logik der Forschung, 1934); trad. it. di M. Trinchero, Einaudi, Torino 1970, passim.

454 G. Minois, Storia dell'avvenire, op. cit., p. 11. 455 Ibidem.

Malthus, che nell'ultimo decennio del Settecento proclama che la popolazione umana può raddoppiare ogni 25 anni, ma le tecniche agricole non possono raddoppiare la produzione di cibo nello stesso tempo. Egli desume, perciò che se l'umanità non avesse ridotto il tasso di crescita sarebbe stata travolta dalla fame457. L'uomo preistorico si sarebbe accontentavo di sapere se avesse o meno

catturato la selvaggina. L'uomo odierno vuole conoscere un'infinità di cose, dall'andamento di “Wall street” alle previsioni del tempo, passando per i futuri risultati della propria squadra del cuore. La condizione umana “esige” di sapere oggi per poter agire efficacemente domani, ma, siccome è impossibile conoscere, anche nell'immediato, il futuro, ci accontentiamo delle più o meno attendibili previsioni458.

La futurologia mira a divenire scienza moderna nel 1973, quando il Club di Roma, un sodalizio di magnati industriali, docenti famosi e uomini politici presieduto dall'italiano Aurelio Peccei, commissiona al Massachusetts Institute of Technology di Boston uno studio sui tempi e sulle conseguenze dell'esaurimento delle materie prime fondamentali, che gli scienziati cominciano a considerare un patrimonio finito. Applicando la nuova Teoria dei Sistemi, di cui è possibile la gestione mediante i calcolatori, allora non di largo uso, l'Istituto di Boston realizza una serie di previsioni che Dennis Meadows e Donella Meadows illustrano al pubblico del pianeta459. I due scienziati prevedono che se il consumo delle

materie prime fondamentali continuerà a dilatarsi a un ritmo esponenziale l'umanità si troverà ad affrontare gravi situazioni di penuria dopo il Duemila.

457 Malthus nel 1798 pubblica An essay of the principle of the population as it affects the future

improvement of society (Saggio sul principio della popolazione e i suoi effetti sullo sviluppo futuro della società), in cui sostiene che l'incremento demografico avrebbe spinto a coltivare

terre sempre meno fertili con conseguente penuria di generi di sussistenza per giungere all'arresto dello sviluppo economico. La teoria demografica di Malthus ispirerà la corrente del malthusianesimo che sosterrà il ricorso al controllo delle nascite per impedire l'impoverimento dell'umanità

458 Cfr. ivi, pp. 15-16.

459 Per un approfondimento sul tema si rimanda a D. Meadows [et al.], I limiti dello sviluppo:

rapporto del System dynamics group Massachusetts institute of technology (MIT) per il progetto del Club di Roma sui dilemmi dell’ umanità, prefazione di Aurelio Peccei, trad. it. di F. Macaluso,

Un terreno in cui dalle previsioni del futuro si dovrebbero ricavare indicazioni fondamentali per le scelte politiche è quello alimentare. Uno degli agronomi più celebri al mondo, l'americano Lester Brown, dichiara che il persistente malgoverno delle risorse di terra e di acqua impossibiliterà, entro pochi decenni, la capacità di provvedere ai bisogni alimentari dell'umanità con la facilità con cui li ha soddisfatti negli ultimi lustri460.

La divulgazione delle idee della nuova scienza della futurologia è avvenuta per merito di scrittori che hanno voluto unire il rigore metodologico delle previsioni matematiche con l'approccio più divulgativo del romanzo. Le analisi di Brown hanno costituito una delle fonti di ispirazione di Antonio Saltini, il quale, nei suoi romanzi descrive spesso la competizione in atto per controllare le ultime grandi riserve di cibo e le maggiori pianure agricole del pianeta. Questo conflitto, in un contesto multietnico, secondo Saltini, scatenerebbe nel 2057 l'ultima deflagrazione termonucleare461.

Per quanto concerne le utopie, la maggior parte di esse, nate dalla seconda metà ventesimo secolo in poi, rappresentano per lo più un'eredità del secolo precedente che contengono ben poche novità e senza conseguenze sull'opinione pubblica dell'epoca462.

Ormai, nel XX secolo, vi è una certa convinzione che l'utopia sia giunta al termine. Effettivamente si assiste ad un detrimento importante in quanto alla capacità di concepire ed immaginare il futuro. Il vuoto lasciato dal pensiero utopico è di due tipi: quello che utilizza il genere letterario utopico per delineare alcuni futuri alternativi terribili; e quello che deriva da estrapolazioni del mondo contemporaneo. Il primo si definisce contro-utopia o distopia, il secondo appartiene al campo della futurologia463.

460 A. Saltini, 2057 L'ultimo negoziato. La lotta per il grano che innescò lo scontro atomico finale,

Edizioni Spazio rurale, Roma 2005, passim.

461 Ibidem.

462 soprattutto se messi a confronto con gli effetti che hanno avuto ai loro loro tempi quelle di

Cabet, Bellamy o Morris (M. Berneri, Viaggio attraverso Utopia,op. cit., p. 339).

La futurologia è un movimento scientifico, o meglio, un insieme di tecniche per esplorare il futuro, nato negli anni Cinquanta. Diversi ricercatori vi aderiscono, nel tentativo di prevenire lo sviluppo tecnologico in modo da poter controllare gli effetti sulle relazioni tra le potenze mondiali464. In generale le previsioni politiche

ed economiche si sono avverate di rado cosicché queste teorie hanno cominciato progressivamente a perdere credito. Nei primi anni Settanta e Ottanta si sono effettuate molte ricerche sulle possibili società future del XXI secolo, sebbene le previsioni non siano molto confortanti465. Vengono definiti “neoutopisti” gli

ingegneri di sistemi, i tecnocrati sociali che programmano il futuro delle società mediante l'uso di computer. Laddove gli utopisti classici propongono una società perfetta cercando un'uscita dal triste mondo in cui vivono, i nuovi utopisti proiettano sistemi, analisi funzionali ed euristiche per arrivare ad una riduzione notevole, in termini numerici, sull'impatto dell'intervento umano all'interno di strutture operative derivate dai loro calcoli466. Le variabili che essi prendono in

considerazione riflettono una Weltanschauung, di stampo utilitarista ed efficientista.

Queste nuove utopie vengono studiate per risolvere alcuni problemi inerenti l'organizzazione sociale dell'epoca in cui sono concepite. Tuttavia, non contengono lo spirito umanistico tipico dalle utopie classiche. Spesso si tratta di concezioni visionarie che falliscono al momento della messa alla prova.