CAPITOLO 2 – IL SOSTEGNO PER L'INCLUSIONE ATTIVA (SIA) E LA NASCITA DEL REDDITO DI INCLUSIONE (REI)
2.3.4 La Governance e le fonti di finanziamento
Dall'analisi del percorso necessario per l'implementazione del SIA risulta evidente come questa misura sia articolata e preveda una pluralità di interventi e di attori con ruoli, competenze e funzioni diverse.
Pertanto la sua realizzazione necessita di una struttura gestionale e di governance complessa. Due sono gli elementi di complessità, fortemente correlati e interdipendenti:
- il primo è dato dall’articolazione delle fonti che finanziano le diverse componenti del SIA, come di seguito rappresentate.
-il secondo è che l’attuazione del SIA è determinata dall’organizzazione, in maniera efficace ed efficiente, di un programma multilivello e multi settoriale, con una governance interistituzionale tra Stato e Regioni/Province Autonome, nella quale ruoli e compiti siano chiaramente delineati. Infatti "la creazione di sistemi di governance territoriali, hanno portato all'inclusione graduale nei processi decisionali delle pubbliche amministrazioni, di sempre più attori territoriali, espressione non solo del mondo produttivo, ma anche della società civile organizzata e dei singoli cittadini 132".
Il SIA, come si è detto in precedenza, è una misura complessa poiché ad una forma di sostegno al reddito di tipo passivo somma una serie di interventi e misure a favore dei diversi componenti i nuclei familiari e volti a soddisfare diverse condizioni di vulnerabilità. Le Linee guida indicano come fonti di finanziamento del SIA, nelle sue diverse componenti:
• Fonti di finanziamento nazionali, disciplinate dal decreto di estensione del SIA, cui si aggiungono le risorse previste nella Legge di Stabilità 2016, destinate alla ‘componente passiva’, che rappresenta il trasferimento monetario erogato ai nuclei familiari destinatari della misura;
• Fonti di finanziamento comunitarie (con cofinanziamento nazionale), destinate nel Programma operativo Nazionale (PON) Inclusione 2014 – 2020 al supporto della ‘componente attiva’ del SIA, per il rafforzamento dei servizi e degli interventi di inclusione attiva, cui si aggiungono le risorse del Programma Operativo Fead (Fondo di aiuti europei agli indigenti), dedicate alla erogazione di materiale scolastico ai minori delle famiglie beneficiarie del SIA.
• Fonti di finanziamento regionali di derivazione istituzionale e/o comunitaria ad eventuale integrazione delle risorse nazionali sopra menzionate (Bilancio regionale; risorse FSE previste nei PO regionali per il periodo 2014 – 2020).
132E. Minardi, N. Bortoletto , a cura di, Ricercazione, innovazione sociale, sviluppo locale, saggio di Mara Maretti Franco Angeli 1° edizione 2015. p.93
Le risorse del PON Inclusione Asse I e II) andranno a finanziare progetti di supporto ai servizi e alle misure di attivazione del SIA, i cui beneficiari saranno gli Ambiti territoriali. I vari Ambiti territoriali ricevono i finanziamenti in proporzione ai destinatari del sostegno economico, con i vincoli legati alla disponibilità di risorse per tipologia di regione (più sviluppate, in transizione, meno sviluppate).
La modalità prescelta dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per l’affidamento delle risorse è quella di “bandi non competitivi”, che verranno definiti acquisendo il parere del Tavolo dei responsabili della programmazione sociale, attivato presso il Ministero stesso. Gli ambiti dovranno, quindi, presentare dei progetti in risposta ai bandi non competitivi, che dovranno essere conformi alle Linee guida ministeriali.
Dopo questo adempimento l’Autorità di gestione del PON costituirà delle commissioni di valutazione composte da rappresentanti regionali in relazione ai territori di riferimento che selezioneranno i progetti ammessi a finanziamento.
Nel caso in cui le Regioni dovessero decidere di ampliare i destinatari della misura e/o aumentare le somme corrisposte alle famiglie dovranno finanziare tali estensioni con propri fondi.
L’integrazione al fondo e il suo utilizzo andrà definito nell’ambito di apposito protocollo d’intesa con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e il Ministero dell’economia e delle finanze.
Potranno altresì decidere di realizzare con il PO regionale interventi rivolti ai destinatari del SIA (ad esempio gli ambiti territoriali potrebbero utilizzare le risorse del PON per rafforzare i servizi sociali e quelle del POR per le misure di attivazione), ovvero le modalità di integrazione con le misure regionali di attivazione.
compete alle Regioni "le quali svolgono una funzione di raccordo tra il livello di governo centrale e quello locale"133.
ll SIA, infatti, non è l'unico strumento finalizzato a contrastare la povertà perciò nella sua attuazione si dovrà avere cura di coordinarlo con gli altri e di renderlo armonico rispetto al sistema regionale di programmazione dei servizi sociali e socio sanitari e agli interventi di formazione e attivazione sul mercato del lavoro. Le Pubbliche Amministrazioni devono adottare criteri e strumenti che consentano di dare conto del loro operato sia sotto il profilo del raggiungimento dei risultati, sia sotto il profilo dell'uso corretto del denaro pubblico 134.
Nei vari Ambiti il SIA viene attuato in modo coerente con gli indirizzi regionali ed in particolare lo si coordina con gli strumenti regionali di politica attiva.
E' prevista la creazione di task force regionali, in particolare per gli interventi nell'ambito del PON inclusione, che forniranno un sostegno agli Ambiti territoriali sotto forma di assistenza tecnica per la gestione delle risorse comunitarie e settoriale per la programmazione degli interventi di inclusione attiva.
Queste task force regionali saranno coordinate da una struttura di assistenza tecnica che avrà anche il compito di supportare l’Autorità di gestione del PON.
L'Autorità di gestione del PON costituirà tali task force selezionando gli operatori in base ad accordi da specificare nei protocolli bilaterali di intesa.
Sarà possibile acquisire i servizi di assistenza settoriale direttamente dalle Regioni, usando finanziamenti previsti nell'ambito dell’Adg del PON Inclusione.
Abbiamo già visto come per una efficace attuazione del SIA è necessario un coordinamento fra sistema sociale, del lavoro, sanitario, educativo, dell'istruzione e della formazione, nonché
133V. Peragine, P. Luongo ,Misure di contrasto alla povertà in Italia, Il Mulino riviste web Fascicolo 6, novembre-dicembre 2014 p. 921
134A cura di Formstat, Significati di Governance, linea osservatorio progetto governance, 2002, p. 20, reperibile all'indirizzo www.haspi.it
fra servizi del pubblico e del privato sociale che potrà essere promosso dalle Regioni attraverso accordi inter-istituzionali.
In mancanza di contesti in cui ci sia un valido coordinamento inter-istituzionale tra Assessorati e rappresentanze delle Autonomie locali sarà possibile anche istituire un tavolo a ciò dedicato che potrà avvalersi della assistenza tecnica della task force regionale; viceversa in territori in cui le Regioni attuino la programmazione o gestione integrata dei servizi si utilizzeranno i relativi strumenti gestionali.
Gli Ambiti territoriali si avvarranno di tale coordinamento regionale tra i servizi delle aree formazione, istruzione, lavoro, sociale e sanitaria per incrementare la rete territoriale dei servizi necessaria per attuare i progetti di presa in carico del Sostegno per l’inclusione attiva e potranno costituire un “Gruppo di riferimento territoriale” composto dagli stakeholders del pubblico e del privato sociale.
Questo gruppo avrà il compito di sostenere le attività di programmazione, di monitoraggio e di valutazione dello stato di implementazione della misura.