Commento traduttologico ai raccont
4.6 La macrostrategia traduttiva
Dopo aver individuato tipologia testuale, dominante (e sottodominante) e lettore modello, è giunto il momento di indicare la macrostrategia traduttiva che ha guidato il processo di traduzione.
La teoria di Toury128 a proposito individua due tipi di traduzione: la traduzione
source-oriented (orientata al prototesto) e la traduzione target-oriented (orientata al
metatesto).
Nel primo caso la traduzione, che in genere riguarda testi di tipo letterario, è orientata al testo originale: si prefigge di tradurre il testo letterario che si trova all’inizio del processo, il quale però, dopo il processo di traduzione, potrebbe non essere più artistico tanto quanto prima. In questo tipo di traduzione si applica alla traduzione letteraria il principio dell’adeguatezza: il processo traduttivo è quindi incentrato sulla
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cultura emittente ed il metatesto deve conformarsi alle norme della cultura nella quale il testo è stato concepito. In questo caso il testo presenta elementi estranei alla cultura del metatesto e si offre la possibilità al lettore di consultarlo senza omettere o modificare le caratteristiche che ne formano l’identità.
Nel secondo caso la traduzione ha come obiettivo la creazione di metatesti letterari; il principio traduttivo si concentra perciò sulla produzione di un metatesto che abbia determinate caratteristiche letterarie, spostando in secondo piano la fedeltà del metatesto al prototesto. In questo tipo di traduzione si applica il principio dell’accettabilità: il processo traduttivo è orientato sulla cultura ricevente ed ha come scopo principale una lettura scorrevole e che non presenti troppi interrogativi stranianti; la cultura in cui è stato concepito il prototesto viene quindi accantonata, e gli elementi stranianti presenti nel prototesto vengono piegati alla cultura all’interno della quale il metatesto troverà la sua diffusione: in questo modo il testo perde le tracce delle sue origini ed il traduttore agevola il lettore offrendogli elementi culturali a lui familiari.
Il criterio di scelta tra l’adeguatezza e l’accettabilità
dipende anche dai rapporti di forza in essere tra le due culture. Se la cultura del prototesto è egemonica su quella del metatesto, è più probabile che la strategia traduttiva sia improntata all’adeguatezza, poiché la cultura ricevente è interessata a scoprire i dettagli di quella emittente. Nel caso opposto, è più probabile che la strategia sia improntata all’accettabilità.129
Entrambi i principi comportano dei rischi: applicando il principio dell’adeguatezza si rischia di creare difficoltà al lettore meno interessato alla cultura d’origine del testo che sta leggendo, in quanto esso si trova davanti ad elementi che non gli sono familiari e che rendono il testo astruso e poco digeribile. Applicando invece il principio dell’accettabilità il testo perde ogni traccia della cultura diversa in cui ha avuto origine il prototesto ed il
129 Osimo (2015), p. 107.
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lettore potrà quindi convincersi erroneamente del fatto che tutte le culture straniere assomiglino alla propria.
Nella ricerca di una strategia traduttiva adatta alla traduzione di questo testo si è tenuto conto del fatto che è molto difficile trovare una strategia traduttiva “pura” che si adatti perfettamente a tutte le problematiche che si incontrano nel processo di traduzione; nonostante l’adozione di una determinata strategia traduttiva infatti, spesso si incontrano problemi che richiedono un altro tipo di approccio e che portano il traduttore ad utilizzare soluzioni prese da strategie di diversa natura. È tuttavia importante individuare una macrostrategia traduttiva che funga da linea guida nel processo di traduzione e che venga seguita il più possibile, pur ammettendo le dovute eccezioni.
La macrostrategia adottata nel processo di traduzione dei due racconti oggetto di analisi di questa tesi ha come caratteristica primaria la fedeltà al contenuto e alla forma del testo originale. Lo stile dell’autrice è molto particolare, come il contenuto delle sue opere; una modifica eccessiva di entrambi gli aspetti avrebbe portato ad una sorta di tradimento nei confronti di Can Xue e ad una perdita di peculiarità nel suo stile, di conseguenza il metatesto sarebbe apparso scialbo, confusionario ed in generale poco interessante. Nonostante in alcuni casi si siano resi necessari una semplificazione o un riordinamento di alcune parti del testo, il principio generale adottato è stato quello dell’adeguatezza: si è optato per una riproduzione integrale delle informazioni e delle forme del testo originale, allo scopo di riportare fedelmente le caratteristiche stilistiche di Can Xue. Al fine di fornire una spiegazione riguardo alcuni elementi che potrebbero risultare poco chiari al lettore, sono state inserite delle note a piè di pagina all’interno della traduzione; è stato fornito inoltre un capitolo introduttivo che contiene informazioni sull’autrice, sulle sue opere e sul suo stile, il quale potrebbe essere allegato assieme alla traduzione stessa in caso di pubblicazione dell’opera; si forniscono così al lettore degli strumenti che gli permettano di comprendere al meglio l’opera letteraria che ha davanti, assimilando gli aspetti della cultura in cui ha avuto origine il prototesto e ottenendo quindi la possibilità di vivere il testo come se ne stesse leggendo la versione originale.
Sebbene l’approccio al prototesto sia stato guidato dalla fedeltà ad esso, non mancano delle eccezioni all’interno del metatesto: sono state elaborate delle
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microstrategie mirate a risolvere i vari problemi specifici legati alla lingua, alla tipologia testuale o al contesto culturale che si sono incontrati durante il processo traduttivo; queste microstrategie traduttive verranno analizzate nei prossimi paragrafi.