• Non ci sono risultati.

Commento traduttologico ai raccont

4.2 La tipologia testuale: il testo narrativo

Prima di attribuire ad una determinata tipologia testuale i testi tradotti nella presente tesi, è necessaria una premessa: a causa delle mille sfaccettature che caratterizzano ogni produzione scritta, è pressoché impossibile inserire un testo in un’unica categoria. È molto difficile incontrare al di fuori della teoria un testo per così dire “puro”; i testi che si incontrano nella realtà sono in genere caratterizzati da una molteplicità di elementi che li rendono allo stesso tempo appartenenti a più tipologie. In particolare,

un testo di narrativa implica la maggior parte dei problemi posti dagli altri tipi di testi. In un testo narrativo, si possono trovare esempi di testi convenzionali (domande, ordini, descrizioni e così via) oltre a esempi di ogni genere di atto linguistico.112

Detto ciò, al fine di individuare una tipologia testuale nella quale inserire i testi oggetto di questa tesi, possiamo prendere come riferimento la suddivisione elaborata dal prof. Newmark in A Textbook of Translation, la quale suddivide i testi in tre tipologie principali: testi espressivi, testi informativi e testi vocativi113. Il testo espressivo è quel testo il cui focus è rappresentato dal mittente, dall’autore, il quale si esprime senza aspettarsi nulla da parte del lettore; fanno parte di questa tipologia i testi letterari. Il testo informativo si focalizza sull’informazione che contiene, la quale deve essere recepita dal

112 Eco (1995), p. 12. 113 Newmark (1988), p. 39.

81

lettore nel modo più chiaro e semplice possibile; in questo testo l’autore è invisibile, tutto si concentra sull’informazione veicolata dal testo, come nel caso dei testi tecnici. I testi vocativi si focalizzano infine sul destinatario, il quale viene portato a reagire in base alla funzione attribuita al testo, mentre l’autore è invisibile; i testi pubblicitari rientrano in questa categoria.

In base a questa suddivisione delle tipologie testuali, i racconti proposti in traduzione nella presente tesi rientrano nella categoria dei testi espressivi: l’autrice infatti narra delle vicende create dalla sua immaginazione, senza alcuna pretesa di veicolare delle informazioni precise né di spingere il lettore a reagire in un determinato modo.

Prendendo inoltre in esame la sottocategorizzazione di Newmark dei testi espressivi, che li suddivide in serious imaginative literature, authoritative statements e

autobiography, essays, personal correspondence, possiamo inserire i due racconti brevi

tradotti in questa tesi nella serious imaginative literature: le quattro tipologie testuali appartenenti a questa sottocategoria sono infatti “lyrical poetry, short stories, novels, plays”114.

Un testo rientrante nella tipologia appena descritta è quanto di più si avvicina ai “testi aperti”, denominati così da Umberto Eco in contrapposizione ai “testi chiusi”. Mentre nei “testi chiusi” l’autore adotta una strategia comunicativa consistente nel “convogliare informazioni precise ad un lettore modello altrettanto preciso”115, nei “testi aperti” al contrario

il lettore non è un fruitore passivo, ma avviene un continuo lancio di ipotesi interpretative e di loro verifiche, sulla base della competenza del lettore e delle sue capacità inferenziali. […] Ogni lettore “in proprio” è responsabile delle proprie scelte interpretative soltanto di fronte a sé stesso. Se però il lettore è un critico testuale, e il frutto delle sue interpretazioni è un testo di critica che viene pubblicato, è responsabile delle proprie scelte anche di fronte ai propri lettori. Questo avviene

114 Ibidem.

82

anche se il lettore è il traduttore di quel testo in un’altra lingua. […] Il traduttore è un lettore capace di bloccare determinate possibilità interpretative del proprio lettore modello e di attivarne altre non previste nel prototesto, l’opera originale.116

È importante quindi che il traduttore letterario sia consapevole del tipo di opera che si accinge a tradurre, in quanto una sua errata interpretazione del testo potrebbe tradirne l’autore e trarre in inganno il lettore.

In sintesi, i testi tradotti nella presente tesi rientrano nella categoria dei testi espressivi e sono in particolare dei testi narrativi, in quanto raccontano una serie di eventi che avvengono secondo una precisa successione temporale e vi è una storia che lega personaggi ed azioni in una - seppur contorta - trama.

4.3

La dominante

La dominante nel campo dell’analisi del testo indica

la caratteristica essenziale del testo, intorno alla quale si costituisce il testo come sistema integrato. È una componente fondamentale dell’analisi linguistica, poiché sulla sua individuazione si basano la strategia traduttiva e la decisione di cosa tradurre nel testo e cosa nel metatesto.117

Uno dei passaggi fondamentali dell’analisi traduttiva consiste nell’individuare la dominante (e, se presenti, le sottodominanti) del prototesto; in base alla dominante individuata in esso, il traduttore sceglie l’approccio al testo che avrà nella fase di traduzione, stabilendo quali saranno gli aspetti da evidenziare e quelli da tralasciare al fine di ottenere un metatesto che sia in linea con il lettore modello designato assieme alla

116 Ivi, p. 49.

83

dominante. Come afferma Jakobson, la dominante è “the focusing component of a work of art: it rules, determines, and transforms the remaining components. It is the dominant which guarantees the integrity of the structure”118.

I testi tradotti in questa tesi sono due, ma la loro trama è molto simile: in entrambi i racconti siamo spettatori delle vicende di due ragazzini che utilizzano, a volte consciamente e a volte inconsciamente, la fantasia per evadere dalla triste realtà che li circonda, al punto che spesso non riescono a distinguere più ciò che è reale da ciò che è immaginario; vivono quindi in un perenne mondo di allucinazione che porta i sensi del lettore ad essere confusi ed inibiti tanto quanto quelli dei due protagonisti.

Per questa somiglianza nelle vicende dei ragazzini che ricoprono il ruolo di protagonista nei rispettivi racconti, i due testi hanno una unica dominante che può essere individuata nella non-distinzione tra mondo reale e mondo immaginario: i testi infatti sono permeati dalle visioni immaginarie che molto frequentemente si impossessano della mente dei due protagonisti, visioni che non hanno mai confini ben delineati, che non hanno un inizio ed una fine precisi, bensì si mescolano alla realtà quotidiana annullando qualsiasi logica e qualsiasi razionalità, coinvolgendo il lettore nello stesso vortice di allucinazioni che scompiglia le menti dei protagonisti dei due racconti.

Non sempre la dominante del prototesto coincide con quella del metatesto: a volte infatti i traduttori compiono delle scelte traduttive in base alle priorità individuate, andando ad influire su aspetti testuali che possono comprendere anche elementi fondamentali come la dominante del prototesto. Nel caso dei testi tradotti in questa tesi la dominante del prototesto e quella del metatesto coincidono: al fine di comprendere le vicende dei protagonisti dei rispettivi racconti infatti è necessario mantenere la stessa indefinitezza tra reale ed immaginario anche all’interno del metatesto, perciò nel corso della traduzione è stata prestata la massima attenzione nel trasporre tutti quegli elementi che esprimono l’indefinitezza dei confini tra realtà e immaginazione, per non perdere o venire meno a questa particolare peculiarità del testo.

118 Jakobson (1935).

84

4.4

La sottodominante

Spesso nel corso dell’analisi di un testo non si individua una sola dominante ma se ne incontrano più di una; il traduttore si occupa quindi di individuare l’aspetto più rilevante del testo, il quale fungerà da dominante, e in seguito di stabilire una gerarchia nella quale collocare le sottodominanti (se più di una) in ordine di importanza. “La scelta della gerarchia delle dominanti va fatta tenendo conto di lettore modello, strategia editoriale, tipo di pubblicazione (e implicitamente gusto del traduttore)”119: ricordiamo che in molti casi il lettore può avvicinarsi ad un’opera straniera solamente grazie al lavoro del suo traduttore, perciò ancora una volta quest’ultimo dovrà prestare estrema attenzione alle scelte che effettuerà nel corso del processo di analisi e di traduzione del testo.

Un elemento che è possibile identificare in entrambi i testi come sottodominante è l’ambiguità, componente molto importante all’interno di entrambi i testi.

In entrambi i testi infatti il lettore si ritrova immerso in un mondo fatto di visioni assurde, di eventi irreali che si mescolano alla realtà senza distinguersi da essa, catturato da un vortice di emozioni provate prima dai protagonisti delle vicende e allo stesso tempo dal lettore, il quale si ritrova a vivere lo stesso turbamento emotivo causato dall’atmosfera ambigua ed onirica in cui sono ambientati i racconti di Can Xue.

Nulla nei due racconti è preciso, nulla è ben definito e raccontato dettagliatamente; al contrario, molti elementi sono lasciati impliciti, privi di riferimento o spiegazione. L’esempio forse più eloquente della vaghezza delle informazioni si trova nel racconto

Luer de xinshi, dove nel corso di tutto il testo si parla di una “cosa” (dongxi 东西) che

sconvolge il protagonista Luer, la quale non viene mai ben specificata: è il lettore a dover immaginare di che cosa si tratti, l’autrice non svelerà il mistero nemmeno alla fine del racconto. Un elemento indefinito che si può invece incontrare nel racconto Ai sisuo de

nanzi è l’età del protagonista Zhong Dafu: di lui sappiamo che è orfano, che vive da solo

in un appartamentino del quartiere povero, che è un tipo solitario e che è dotato di una fervida immaginazione; un dato anagrafico importante come l’età non viene menzionato

119 Ivi, p. 168.

85

ma viene lasciato all’immaginazione del lettore, il quale sa solamente che si tratta di un ragazzo giovane, probabilmente intorno ai vent’anni d’età.

Questi sono solamente due tra gli elementi di ambiguità presenti nei testi, i quali sono stati lasciati inalterati in fase di traduzione; come afferma Eco, infatti, è necessario mantenere nel metatesto gli elementi di ambiguità presenti nel prototesto

[…] quando l’autore (e il testo) volevano rimanere ambigui, proprio per suscitare un’interpretazione oscillante tra due alternative. In questi casi ritengo che il traduttore debba riconoscere e rispettare l’ambiguità, e se chiarisce fa male.120