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La manutenzione dell’Adige: rapporti fra Verona,

Nel documento La pianura veronese nel medioevo (pagine 63-65)

Parte II. La bonifica e il controllo dei fium

24. La manutenzione dell’Adige: rapporti fra Verona,

rapporti fra Verona, Legnago e ville minori

Liti frequenti si svolgevano fra la città e i distretti o singole ville del territorio. Un posto a sé occupano le controversie con Legnago e Porto, che all’atto della conquista veneziana avevano ottenuto di non sottostare più a Verona, concessione di buon grado accordata in considerazione della grande importanza strategica della zona (390). Le due ville furono rette da un podestà inviato da Venezia. Non erano più te- nute a partecipare alle spese generali di manutenzione dell’Adige, mentre vi rimane- vano obbligati tutti gli altri comuni della Zosana e del Fiume Nuovo.

Non potevano tuttavia non essere interessate a quanto Verona compiva o spesso non compiva nei due distretti: eventuali rotture degli argini sulla destra o sulla sinistra dell’Adige avrebbero provocato danni consistenti al loro territorio. Perciò fin dal 1406 esse dovettero rivolgersi al governo veneto per costringere l’amministrazione veronese a mantenere in efficienza gli argini; [107] è di quell’anno infatti una lettera ducale che ordina ai Veronesi di provvedere in merito (391).

Così nel gennaio del 1421 venne definita una lite fra Verona e Legnago per le spese di riparazione degli argini ad Angiari; la rotta, avvenuta qualche tempo prima, era stata chiusa dai Legnaghesi e per tale motivo la città acconsentiva ad elargire due- cento ducati d’oro (392). Due anni dopo il podestà di Legnago e rappresentanti di Porto si presentarono nel Consiglio cittadino al fine di convincere i Veronesi a porre in opera difese valide contro le acque presso Roverchiara ed Orti: il cedimento degli argini - essi insistevano - avrebbe potuto provocare gravi danni al loro territorio, po- sto a sud delle località ora nominate, con la sommersione delle campagne (393). Non furono purtroppo cattivi profeti: nel giugno 1431 una grave rotta si verificò proprio ad Orti - ne abbiamo parlato - e per chiuderla furono chiamati dagli abitanti stessi proprio gli uomini di Porto, anche se poi il loro aiuto venne rifiutato dal giudice vero- nese dei dugali. Quest’ultimo aveva sostenuto che i lavori non dovevano essere com- piuti prima del lunedì successivo - era un sabato -, poiché era necessario che l’acqua decrescesse, ma che se gli uomini di Porto avessero voluto procedere, facessero pure ... a loro spese. Respinta perciò la richiesta di Porto, la città era tuttavia disposta a concedere una certa somma, duecento lire, per compensare delle spese effettivamente sostenute (394). La lite diede anche occasione ad un intervento ducale (395), ripetuto poco tempo dopo, a lite conclusa, con l’ammonizione ai Veronesi di riparare in modo acconcio gli argini presso Orti affinché il territorio di Porto non avesse a patire danni (396).

Disposizioni ducali avevano nel frattempo sancito che i cittadini veronesi non e-

390 C. Trecca, Legnago fino al secolo XX, Verona, 1900, pp. 62, 71.

391 A.S.Vr., Archivio del comune, Atti del consiglio, reg. n. 56, c. 68v, 1406 settembre 15. 392 Ibidem, reg. n. 57, c. 2v, 1421 gennaio 3.

393 Ibidem, c. 39v, 1423 aprile 22.

394 A.S.Vr., Archivio del comune, perg. n. 164, 1435 settembre 23.

395 A.S.Vr., Archivio del comune, Lettere ducali, reg. n. 54, c. 53v, 1433 marzo 27. 396 Ibidem, reg. n. 52, cc. 68r-68v, 1436 aprile 2.

rano tenuti a partecipare alla «sgarbatura» dei dugali nel territorio di Legnago - anno 1412 (397) -, abolendo un precedente assenso, poiché esso era stato dato contro le consuetudini e gli statuti della città (398). Nel 1421 fu invece concesso che i proprie- tari veronesi di campi fossero assoggettati alla riparazione degli argini come i Legna- ghesi (399). Infine nel 1436 (400) Legnago e Porto, come ogni abitante, ente o vil- laggio del Veronese, pur esenti, furono obbligati a contribuire, per quanto loro spet- tasse, alla chiusura della rotta di Castagnaro.

Dopo che nel 1439 Legnago fu riassoggettata a Verona (401), quest’ultima inter- venne normalmente in materia di argini. Nel 1444 a Porto (402), nel 1458 per una rotta fra Legnago e Villabartolomea (403). Nel 1463, pur rifiutandosi per principio di rifondere le spese sostenute per la chiusura di una rotta a Legnago, poiché gli abitanti avevano compiuto l’opera prima del tempo debito, contro la consuetudine della città che era solita intervenire in inverno, quando le acque erano basse, decise tuttavia di elargire una sovvenzione di duecento ducati d’oro (404). L’anno seguente, a richiesta di Porto, fu deciso di assegnare diciotto colonne per il rifacimento del muro che co- steggiava un fossato fra l’Adige e il castello, pur protestando di non essere la città in alcun modo obbligata e ponendo bene in luce che l’episodio non doveva costituire un precedente (405).

Frequenti erano anche le liti con le comunità rurali direttamente dipendenti [109] dalla città, favorite dal fatto che al momento della dedizione a Venezia, questa aveva confermato o concesso ex novo privilegi a singole comunità o ad interi distretti.

Esenzioni erano state concesse, anche in materia di «datia» per gli argini, alle co- munità della Valpolicella (406) e delle Montagne (407), e a Roncà (408), soppresse tuttavia in occasione della chiusura della rotta di Castagnaro (409). Ciò favoriva l’insorgere di proteste, legittime o illegittime, di altre comunità o distretti; non furono tuttavia accolte le pretese delle ville della Gardesana - anno 1416 (410) -, che ritorna-

397 A.S.Vr., Archivio del comune, perg. n. 87, 1412 dicembre 19.

398 Si vedano i documenti degli anni 1410-1412 editi in Privilegia et munera serenissimi do- minii Veneti Leniacensibus concessa in quatuor libris digesta, senza luogo di stampa, 1694, pp. 5-8. 399 A.S.Vr., Archivio del comune, Lettere ducali, reg. n. 52, c. 49r, 1421 marzo 15 = reg. n. 9, c. 39r.

400 Ibidem, reg. n. 52, cc. 72r-72v, 1436 ottobre 27 = reg. n. 54, c. 68r. 401 G. Trecca, op. cit., p. 64.

402 A.S.Vr., Archivio del comune, Atti del consiglio, reg. n. 59, c. 141r, 1446 settembre 2. 403 Ibidem, reg. n. 61, c. 78v, 1458 aprile 2.

404 Ibidem, c. 227v, 1463 giugno 14; reg. n. 62, c. 9r, 1464 aprile 13. 405 Ibidem, cc. 9v-10r, 1464 maggio 10.

406 A.S.Vr., Archivio del comune, Lettere ducali, reg. n. 52, c. 15r, 1414 giugno 6; c. 22v, 1416 maggio 12, edita in Statuti, ordini cit., doc. n. 3.

407 A.S.Vr., Archivio del comune, Lettere ducali, reg. n. 52, c. 25r, 1417 aprile 20.

408 Ibidem, c. 16v, 1415 marzo 21, con riferimento ad una lettera ducale del 29 marzo 1406; reg. n. 9, c. 104v, 1423 giugno 15, con riferimenti a disposizioni del 24 ottobre 1392, 8 aprile 1419, 12 aprile 1419, 30 maggio 1422, 27 giugno 1433.

409 Cfr. sopra, note 307 e 310.

410 A.S.Vr., Archivio del comune, Lettere ducali, reg. n. 52, c. 23r, 1416 maggio 8; c. 51r, 1422 marzo 30 = reg. n. 9, c. 71v.

rono a presentarle nel 1458: esse sostennero, in questa occasione, di non essere tenute all’angaria degli argini, più precisamente al rifacimento ordinario decennale, perché impegnate in altra angaria, quella inerente alla navigazione sul lago di Garda, e per- ché creditrici verso l’officio dei dugali; venne sentenziato che la prima angaria non escludeva l’obbligo di ottemperare alla seconda, ma che per il momento esse sarebbe- ro state esonerate, in quanto risultavano effettivamente creditrici (411).

Nel documento La pianura veronese nel medioevo (pagine 63-65)