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Uno dei benefici offerti dall’analisi economica del diritto penale è quello di mitigare-attenuare i catastrofici effetti del grande divario che spesso si crea tra la realtà e l’opinione comune rispetto a temi delicati quali la criminalità e la sicurezza pubblica.

La miglior soluzione, la più efficiente, per arginare il fenomeno tos- sicodipendenza e criminalità correlata si potrà trovare solo abbando- nando l’approccio emotivo e sensazionalista che inquina quotidiana- mente i dibattiti pubblici.

Effettuando una semplice ricerca per comprendere quale sia la per- cezione sociale rispetto al fenomeno tossicodipendenza ci si può facil- mente rendere conto di quanto questo sia vissuto con elevata appren- sione, in termini di vero e proprio allarme sociale.

La persona affetta da tossicodipendenza incute timore perché è per- cepita come soggetto pericoloso e, soprattutto, irrecuperabile.

La tossicodipendenza richiama alla mente situazioni di degrado cit- tadino, di insicurezza e rischio per l’incolumità fisica e minaccia per il quieto vivere29.

La persona affetta da tossicodipendenza è diffusamente stigmatizza- ta come persona incontrollabile, disposta a qualsiasi cosa per soddisfare i propri bisogni e non redimibile.

29 Sul tema dell’errata percezione del pericolo e della insicurezza sociale si veda

anche I. BARTHOLINI, Percorsi della devianza e della diversità. Dall’«uomo atavico» a

Il soggetto affetto da tossicodipendenza a livello sociale è facilmen- te inquadrato all’interno della categoria di soggetti, come per esempio i «pedofili» o gli «stupratori», che meritano di essere imprigionati e per cui la soluzione ideale è quella di «chiudere le sbarre e buttare la chia- ve»30.

Infatti, il tema droga emerge dalle cronache come fenomeno crimi- nale più che sociale.

Riecheggiano le notizie di fatti di cronaca in cui le Forze dell’Ordi- ne sono intervenute per episodi di spaccio o di traffico; talvolta si tratta di casi di criminalità organizzata.

L’aspetto sociale, il lato socio-sanitario, ha invece un ruolo molto limitato così come le strutture assistenziali e di recupero.

La droga occupa una buona parte delle cronache dei giornali e nella grande maggioranza dei casi sono utilizzati toni allarmistici.

Grazie al costante contributo dei media, che non perdono occasione per fomentare questo già diffuso timore sociale, il fenomeno tossicodi- pendenza e della criminalità correlata, che certamente rappresenta un grave problema umano e collettivo, viene connotato da pesanti e irrevo- cabili giudizi accusatori, da condanne morali definitive e dalla diffusio- ne della convinzione che non vi sia un modo per mitigare il problema, o arginarlo.

Se poi ci si riferisce a soggetti affetti da tossicodipendenza privi di cittadinanza italiana, l’astio sociale si accende ancor di più, come se gli aggettivi identificativi del paese d’origine, puntualmente riportati e sot- tolineati dai media, fossero l’ulteriore benzina versata in un incendio già difficilmente domabile.

Questo approccio sensazionalistico al problema non è frutto del ca- so, ma fa parte di scelte di politica criminale ben ponderate che mirano ad impaurire la società, a farla sentire vulnerabile e bisognosa di una maggiore sensazione di sicurezza31.

30 Si veda L. E

USEBI, Droghe e diritto: quali risposte? L’assunzione di stupefacenti

non è un diritto, ma il tossicodipendente non è un «nemico», in La legislazione penale,

2007, vol. 2, pp. 483 e ss.

31 Si veda S. M

OCCIA, La perenne emergenza. Tendenze autoritarie nel sistema pe-

Sensazione di sicurezza, e dunque non reale sicurezza, che pronta- mente è offerta attraverso l’emanazione di leggi penali talvolta insoste- nibili, di costosa e inefficace applicazione, che soddisfano un’opinione pubblica in alcun modo informata.

Invero, considerando come l’odierno contesto giuridico sia forte- mente connotato dalla strumentalizzazione politica delle leggi penali in un’ottica di raccolta del consenso popolare e come nella maggior parte dei casi tali leggi non siano idonee a risolvere le problematiche sociali per le quali sono state emanate, si comincia a percepire l’esigenza di un nuovo approccio e di nuovi strumenti, fondati sull’analisi razionale ed oggettiva dei dati riguardanti i fenomeni criminali.

L’ostentata severità o la cosiddetta strategia della «tolleranza zero» in riferimento a determinati fenomeni sociali, quale il fenomeno tossi- codipendenza, sono strumenti legislativi utilizzati dalle cosiddette «po- litiche della paura», ove il diritto penale, sguainato come una spada dal fodero, rappresenta la pronta ed immediata risposta che il «fronte» poli- tico istituzionale offre ad una società che esige rassicurazioni perché terrorizzata o indignata a causa di allarmismi, talvolta artificiosamente creati o strumentalmente ingigantiti.

Il diritto penale che ne deriva è inevitabilmente un diritto politica- mente sovraesposto e ipertrofico utilizzato per sopperire alla crisi della politica, della morale e di tutti gli altri strumenti di controllo socio- culturale32.

La logica dell’extrema ratio, ovvero dell’utilizzo dello strumento penale come ultima possibilità, una volta constatata e riconosciuta l’as- senza più o meno consapevole di altre Istituzioni statali, sia giuridiche che non, cede all’apertura deformata verso spazi in cui il diritto penale

32 Si vedano S. B

ONINI, Quali spazi per una funzione simbolica del diritto penale?, in Indice penale, 2003, pp. 491 e ss.; ID., La funzione simbolica nel diritto penale del

bene giuridico, Trento, 2018; M. DONINI, Il diritto penale di fronte al nemico, in Cas-

sazione penale, 2006, pp. 772 e ss.; M. DONINI,Diritto penale di lotta vs. diritto penale

del nemico, in ID., Contrasto al terrorismo interno e internazionale, Torino, 2006, pp. 19 e ss.; L. FERRAJOLI, Il «diritto penale del nemico»: un’abdicazione della ragio-

ne, in A. BERNARDI,B. PASTORE,A. PUGIOTTO (a cura di), Legalità penale e crisi del

acquisisce un ruolo di supplente con una sempre più necessaria tenden- za espansiva determinata dalla sua «cartacea» capacità reattiva.

L’efficienza delle norme penali nel perseguimento degli scopi pre- fissati non sembra, dunque, essere un criterio di rilievo in sede di crea- zione delle leggi, ma a fronte delle numerose «sconfitte» in termini di scelte di politica criminale, risulta quanto mai necessario enfatizzare le sue potenzialità per il miglioramento della normativa vigente e per l’emanazione di nuove leggi33.

Le questioni ataviche, per cui si cerca da sempre soluzione, possono sinteticamente essere espresse dalle seguenti domande: è più efficace inasprire le pene o renderle più certe? Che connessione lega il tasso di criminalità al tasso di occupazione? Che connessione lega il tasso di criminalità al grado d’istruzione, al genere, all’età o più in generale alle condizioni socio-economiche? Che ruolo svolgono le norme, sociali o individuali? Quanto è opportuno investire in ordine e sicurezza?

Trovare una risposta anche solo parziale a tale elenco di domande è un’ardua impresa.

Il notevole sforzo in cui alcuni studiosi si sono cimentati è quello di verificare se uno strumento come l’analisi economica del diritto penale, possa, nonostante la diffidenza, i timori e i pregiudizi che da sempre lo accompagnano, rivelarsi un’utile fonte di risposte.

Quello che emerge dalle riflessioni fatte è che la contrapposizione tra il sentimento popolare ed un sistema giuridico che persegua i suoi obiettivi, si possa sintetizzare con il binomio «gravità delle pene» ver- sus «efficienza delle pene».

Ad un primo approccio sembra intuitivamente potersi affermare che la sola esistenza dei criminali, nonostante il diritto penale, indichi che quest’ultimo non sia adeguato per la funzione di deterrente del crimine.

In realtà, per la maggior parte della popolazione il sistema penale è certamente molto più che sufficiente a scoraggiare i comportamenti criminali. Invero, poiché il sistema penale non riesce ad inibire la rima- nente parte dei cittadini, la naturale reazione sociale è quella di chiedere un aggravamento della severità delle pene.

33 G. F

ORNASARI, F. PESCE, Il legislatore alla scuola della razionalità (tra luci e

ombre). Il modello di analisi economica del diritto penale applicato ad alcune espe- rienze legislative, in Indice Penale, 2016, vol. 2, n. 2, pp. 404 e ss.

Soluzione questa, che nella maggioranza dei casi porta a risultati evidentemente controproducenti34.

5. I dati oggettivi sul fenomeno «droga» a livello italiano e nello speci-