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SINTESI DEL RIUTILIZZO DEI CONÎ A FESTÒS (IN TRATTEGGIO QUELLI DUBBI O RITOCCATI) Gruppo Emissione Conio D/ Serie Conio R/ Nominale Datazione

3.3 Dati metrologic

3.3.3 La produzione in bronzo

Le monete in bronzo hanno sempre avuto un ruolo marginale nella ricerca numismatica cretese, e questo ritardo è sicuramente dovuto all’assenza di confronti metrologici, storici ed economici che possano facilitarne la lettura. Solo l’analisi della Jackson121 prima e un recente

studio di Stefanaki e Carrier122 poi hanno permesso di inquadrare per grandi linee queste

produzioni, avanzando ipotesi sull’identificazione dei nominali e sulla loro evoluzione diacronica per tutta l’isola di Creta.

Delle 37 zecche attive nella battitura del bronzo, la maggior parte produsse esclusivamente piccoli nominali e anche per queste monete sembra esserci è un sistema metrologico condiviso all’unisono dalle poleis, probabilmente per facilitare le transazioni in un mercato comune.

Restano ignote le ragioni che portarono all’introduzione del bronzo: secondo Stefanaki e Carrier, ancora una volta questo sarebbe collegato all’assenza di metallo prezioso da monetare oppure ad esigenze militari, considerando che le monete dal modulo largo potrebbero essere state coniate in occasione di eventi bellici o per finanziare la costruzione di grandi opere pubbliche. A mio avviso, queste serie si inseriscono perfettamente, e anche con un vistoso ritardo cronologico, nel contesto dei bronzi prodotti dalle zecche con cui Creta aveva contatti, quindi se pure la loro introduzione sia da ricondurre ad un evento traumatico, certamente erano ben noti i modi di utilizzo di queste monete123.

Avendo ora a disposizione le informazioni necessarie per interpretare queste emissioni, è possibile avanzare delle ipotesi. Per le monete di Gortina e Festòs, possiamo definire che la coniazione dei pezzi è effettuata ‘al marco’ e che quindi data una quantità di metallo veniva coniato un determinato numero di monete. Questo è chiaro dalle forti oscillazioni ponderali dei nominali, che restano comunque perfettamente riconoscibili dal modulo124.

La difficoltà nel leggere l’evoluzione del sistema èneo è acuito dalle diverse interpretazioni degli studiosi che generalmente si dividono in due teorie: una che privilegia un sistema basato sul calco pesante - dal valore connesso al peso del metallo - e una che considera come unità

121 JACKSON 1971a, pp. 37-51, la studiosa affronta esclusivamente lo studio della produzione di Gortina, pertanto non vi sono collegamenti con altre zecche dell’isola.

122 STEFANAKIS, CARRIER 2016, c.d.s., in questo studio è ripresa l’analisi delle emissioni in bronzo di età ellenistica, considerando la produzione in bronzo di tutte le città cretesi.

123 Per il Price, la maggior parte delle città greche iniziano la coniazione del bronzo intorno alla metà del IV secolo a.C., PRICE 1968, pp. 90-95.

136 di base un calco leggero, da intendere come moneta fiduciaria. I nominali dei due sistemi hanno anche differenti denominazioni: il primo ha come unità maggiore l’obolo, che può essere frazionato fino a giungere al calco, la seconda ha come unità più alta il calco divisibile in sottomultipli.

Ma in base ai dati desumibili dal Catalogo, si può ricavare che a Gortina i nominali pesanti in bronzo furono coniati poco dopo la fine della produzione degli oboli in argento, e che anche il decreto di Gortina (IC IV, 162) impone il cambio degli stessi (ὀδελὸνς ἀργυρίος) con monete in bronzo, che per forza di cose dovevano avere valore fiduciario125.

In base a questi elementi, mi sembra maggiormente opportuno considerare come il sistema gortinio si basi - almeno per la prima fase - su un calco leggero, di cui il nominale maggiore doveva avere convertibilità con gli oboli in argento. Ma al pari di altri sistemi, come quello lagide126 o seleucide127, non possiamo ancora interpretare la sua complessità e o proporre

paragoni stringenti con altri modelli.

Riguardo ai nominali, è possibile seguire per grandi linee lo schema recentemente proposto per le città cretesi128, pur con modifiche sulla cronologia e sulle loro caratteristiche (fig. 40).

L’analisi delle singole emissioni, operata incrociando i dati sui punti di addensamento ponderale e delle dimensioni dei moduli, permette di distinguere almeno quattro momenti di produzione. Un primo è legato alla prima emissione di moneta in bronzo, composta da un unico nominale, che doveva rappresentare il mezzo privilegiato per le transazioni al dettaglio. A questo fa seguito un gruppo di grossi bronzi, dal modulo di 23-34 mm, che rientra all’interno delle produzioni con piede fenicio, e che quindi doveva seguire questo ordinamento. Tra questa serie e la precedente vi è una notevole differenza tecnica: come si è detto, le prime sono spesso di forma lenticolare, segno dell’uso di uno conio di dritto concavo; mentre queste ultime hanno tondelli piatti e con vistosi ritagli per il distacco dei codoli di fusione, a testimoniare l’utilizzo di una diversa tecnologia produttiva forse segno di una produzione non contemporanea.

125 Il fenomeno è largamente attestato in altre realtà greche, PRICE 1968, pp. 90-104. 126 PICARD, BRESC, MORRISSON 2012.

127 DOYEN 2014, pp. 261-299; dello stesso autore si veda anche lo studio sulle unità di peso utilizzate per il bronzo e l’argento in età ellenistica, DOYEN 2012.

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Gortina, emissioni in bronzo

Emissione N. esemplari Punto di addens. Modulo

LIV 136 5.01-5.25 16-18 LVII 46 5.71-5.80 23-24 LX 26 8.01-8.25 23-24 LXI 4 8.01-8.25 23-24 LXII 25 3.76-4.00 18-19 LXIII 85 1.76-2.00 12-14 LXVI 1 6.26-6.50 20 LXVII 10 1.76-2.00 12 LXXII 3 4.76-5.00 17 LXXIII 53 2.01-2.25 12-13 LXXVI 32 8.51-8.75 21-23 LXXVII 1 6.98 18 LXXVIII 1 3.87 13 LXXX 12 6.76-7.00 20-21 LXXXI 10 4.26-4.50 20 LXXXII 141 2.01-2.25 12-13 LXXXIII 99 2.01-2.25 12-13

fig. 40 - Gortina, quadro di sintesi dei nominali in bronzo

Lo stesso modulo, che doveva essere già in uso nella città, è stato poi ripreso nella creazione di un vero e proprio sistema con più valori. In questa fase dovevano distinguersi quattro nominali, in un rapporto a scalare avendo come unità il calco di circa 8.00 g e dal modulo di 23-24 mm. Il secondo nominale è attestato in un solo pezzo, ma lo si è considerato vista la differenza dei tipi e il peso confrontabile con quello delle altre zecche cretesi. Fanno seguito due nominali minori, facilmente distinguibili per le dimensioni del modulo. In sporadici casi - come per le emissioni LXI, LXXVIII, LXXX e LXXXIII - a caratterizzare le monete vi sono dei monogrammi, per i quali al momento non è possibile proporre un’interpretazione.

Nominale A Nominale B Nominale C Nominale D

Peso ± 8.00-8.25 ± 6.25-6.50 ± 3.75-4.00 ± 1.75-2.00

Modulo 23-24 20 18-19 12-14

Rapporto 1 3/4 2/4 1/4

138 Ad una fase poco successiva si riferiscono altre monete, caratterizzate da un lieve cambiamento dei pesi e dei moduli, che si datano a partire dalla fine del II secolo a.C129. Anche

in questo caso i nominali coniati sono in rapporto frazionale, con l’unità maggiore di circa 8.50 g e quella minore di circa 2.00 g.

Nominale A Nominale B Nominale C

Peso ± 8.50-8.75 ± 4.75-5.00 ± 2.00-2.25

Modulo 21-23 17-18 12-13

Rapporto 1 2/4 1/4

fig. 42 - Gortina, II fase dei nominali in bronzo

Queste monete possono essere integrate da un’altra emissione, non considerata nel Catalogo in quanto non attribuibile alla zecca di Gortina. Si tratta di un nominale intermedio dal modulo di circa 18 mm e dal peso di circa 3.50 g che sulla base del peso medio potrebbe avere un valore pari ad una volta e mezza quella del nominale inferiore (fig. 43). Secondo la Jackson130,

questa fu coniata in modo congiunto dalla zecca di Cnosso intorno al 220 a.C., ossia in occasione della Guerra di Litto. Questa stessa datazione è stata utilizzata anche come conferma dell’esistenza di un Koinon, che doveva per forza di cose unire in un’alleanza i due centri più potenti dell’isola131.

Ma sono da precisare alcuni aspetti: senza tenere conto di questa serie, è difficile ordinare quest’emissione utilizzando una cronologia così alta, e anche il collegamento con questo evento bellico è impossibile da determinare. Un’alleanza tra i due centri è sicuramente esistita in quest’occasione, ma Chaniotis132 ha dimostrato come questa abbia avuto breve durata

prima di spaccarsi. I due centri entrarono quindi in un conflitto che dovette perdurare almeno fino alla Guerra di Creta del 206-201 a.C., che si protrasse con lo scontro tra le due città fino al 195 a.C. Potremmo quindi collegare quest’emissione al 189 a.C. quando Gortina e Cnosso fondano una nuova alleanza contro Cidonia, che pure dovette interrompersi nel 184 a.C.

129 La stessa cronologia per queste serie è proposta in JACKSON 1971a, pp. 48-49; STEFANAKI, CARRIER 2016, c.d.s. 130 JACKSON 1971a, pp. 45-46, la studiosa riprende gli studi del WROTH (BMC CRETE, xvi-xvii). La Jackson utilizza come paragone anche la presenza del bordo radiato, ma è bene segnalare che questo è presente su differenti emissioni con diverse datazioni.

131 VANDER MIJNSBRUGGE 1931, pp. 58-59. 132 CHANIOTIS 2005, pp. 9-11.

139 quando i Gortinî conquistarono porzioni di territorio cnossio, oppure al 183 a.C. quando le due città divennero nuovamente alleate grazie ad un arbitrato condotto dai Romani.

fig. 43 - Boston MFA, n. inv. 65.766; 18 mm, 3.98 g, assi ore 12

Diverso è il caso della moneta in bronzo di Festòs: per queste monete sono attestate quattro emissioni, appartenenti a due diversi gruppi. Il primo è composto da un nominale maggiore dal peso di circa 5.00 g e un modulo di 17-18 mm, ossia gli stessi parametri della singola emissione LIV di Gortina; ma in questo caso è presente anche un secondo nominale di circa 3.50 g che è sicuramente coevo del primo, e anche la cronologia dei gruppi delle altre città è molto simile visto che dovrebbero collocarsi tra il 300 e il 250 a.C (fig. 44).

Di una fase successiva sono le monete delle emissioni XLV e XLVI, attestate in pochi esemplari e che potrebbero essere riferibili allo stesso gruppo dei nominali inferiori di Gortina prodotti a partire dalla fine del II secolo a.C.

Festòs, emissioni in bronzo

Emissione N. esemplari Punto di addens. Modulo

XLII 48 4.76-5.00 17-18

XLII 4 3.26-3.50 14-15

XLV 8 2.75-3.00 13-14

XLVI 2 2.75-3.25 14

fig. 44 - Festòs, quadro di sintesi dei nominali in bronzo

È bene specificare che i pochi esemplari non permettono di valutare il loro peso teorico, ma considerando le oscillazioni ponderali dei pesi noti, possono essere assimilati ai due valori più bassi prodotti da Gortina nella stessa fase 133.

133 In tal caso, l’emissione rientrerebbe nello schema proposto da Stefanaki e Carrier, sebbene con una piccola differenza cronologica, STEFANAKI, CARRIER 2016, c.d.s.

140 Non è possibile definire se questi sistemi si riferiscano a modelli cicladici o attici134, anche se -

seguendo la monetazione in argento - è probabile che le monete più tarde seguano quest’ultimo ordinamento.

3.3 Contromarcatura

Nell’analisi della produzione di entrambe le zecche, vale la pena approfondire il tema della contromarcatura.

Tra le monete di Gortina 53 sono contromarcate, ma è bene definire come 22 di queste presentano i punzoni con Toro / Apollo, delle quali è stata già spiegata la funzione in un’ottica di ritariffazione del metallo. Altri 22 sono bronzi di modulo medio-largo che hanno una contromarca con testa maschile (Apollo?) volta a d.; in altri tre casi queste sono dei segni di saggiatura; due hanno una testa di toro; uno un doppio crescente; uno un globo; uno ha sia un caduceo con lettere che un globo con puntini.

Le monete di Festòs con contromarche sono nove: due sono moderne e riferibili a Alfonso II d’Este; due presentano un caduceo con lettere; due una testa di toro; in uno è un globo con intorno puntini; una sembra essere un segno di saggiatura.

Eliminando le punzonature moderne, i segni di saggiatura e le riconiazioni, il totale delle monete contromarcate è di sei esemplari gortinî e sei festî.

Per tutti questi esemplari sembra possibile operare l’accostamento proposto da Stefanakis e Traeger, e cioè di mettere in rapporto questi tipi con quelli solitamente utilizzati per la produzione di moneta da parte di altri centri cretesi135. Per gli studiosi le monete

contromarcate con la testa di toro ornata potrebbero appartenere a Gortina, Lappa, Moda, Festòs, Polirrenia o Praisos, tuttavia il confronto più stringente mi sembra quello con gli esemplari di Polirrenia visto che solo questi presentano la protome di toro con gli stessi ornamenti distinguibili dalle contromarche con migliore leggibilità (figg. 45-48). A questa

134 La suddivisione dei nominali sarebbe in 12 frazioni per i calchi di tipo eginetico e in 8 per quelli attici, DOYEN 2012, p. 33.

135 STEFANAKIS, TRAEGER 2005, pp. 383-390, gli studiosi considerano come queste contromarche possano essere attribuite a Polirrenia o a Lappa. Ma è da sottolineare che la scarsa conoscenza della produzione di queste zecche - ancora basata sugli studi dello Svoronos - non permette un confronto esaustivo.

141 stessa zecca si può anche accostare il punzone del globo136 (o scudo ornato) con puntini,

presente sulle monete in bronzo.

fig. 45 - Catalogo Gortina, es. 82.3 fig. 46 - Polirrenia - Parigi 1985.499

fig. 47 - Catalogo Gortina, es. 84.5 fig. 48 - Polirrenia - Parigi 499

Non è possibile condurre paralleli per le contromarche con doppio crescente e con il caduceo con lettere137, ma seguendo la proposta della Stefanaki138 che ha identificato come alcune

monete di Ierapitna siano connesse con alcuni bolli d’anfora, si propongono qui due paralleli con frammenti d’anfora provenienti dall’area del Palazzo di Festòs (fig. 49). Sebbene sia un interessante indizio di ricerca, al momento non esistono ulteriori dati che possano mettere in relazione queste monete a circuiti commerciali o segni di controllo.

fig. 49 - Bolli laterizi dall’area del Palazzo di Festòs. Inventario SAIA

Diverso è il caso delle monete in bronzo punzonate al dritto con una testa a d. Secondo la Jackson139 ad essere contromarcate con questo tipo erano soltanto monete di Gortina, e la

136 È bene notare che questo appare realizzato in due maniere, infatti può essere sia con globo semplice o ornato, elemento che potrebbe richiamare le monete di Polirrenia con scudo decorato.

137 Di questo sono note cinque varianti e in alcune di queste il caduceo non ha lettere ma è alato, STEFANAKIS, TRAEGER 2005, p. 385.

138 STEFANAKI 2001, pp. 129-142. 139 JACKSON 1971a, p. 51.

142 presenza di un delta ribassato dietro la nuca permetteva di datarle all’epoca delle monete a leggenda ΘΙBOΣ, visto che anche queste presentavano al dritto un delta ribassato.

Una più attenta analisi delle monete con queste contromarche ha permesso di distinguere come in realtà il delta individuato dalla studiosa non sia presente, ma che a trarre in inganno possono essere stati i rilievi stessi del tipo che presentano in quel punto una particolare disposizione della capigliatura (fig. 50).

Inoltre, è stato verificato come questa contromarca non è presente soltanto su monete gortinie ma anche di altre zecche cretesi - sebbene sia apposta sempre con lo stesso punzone - e quindi potrebbe essere non solo non riferibile a Thibos, ma forse neanche a Gortina. In merito alla loro cronologia, queste contromarche sono diluite su quasi tutte le emissioni di bronzi di modulo medio e grande, quindi la loro datazione risale alla fine dell’età ellenistica. La maggior parte di queste monete fanno parte di collezioni pubbliche e nella maggior parte dei casi la loro acquisizione risale alla seconda metà del XIX secolo, per questo è ipotizzabile che facessero parte di un unico nucleo poi disperso.

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IV. CATALOGO DELLE EMISSIONI

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