L'ASSOCIAZIONE MEDICA SOKOS
4.1 La storia dell’organizzazione e la sua composizione interna
L'Associazione Sokos nasce nella città di Bologna nel 1993 per opera di un gruppo di medici volontari che intendevano agire per prestare assistenza sanitaria gratuita ai migranti in condizione di irregolarità, e alle persone senza dimora presenti nel territorio bolognese.
Sokos nasce come “costola” di un'altra struttura storicamente presente sul territorio e che svolgeva la medesima attività: l'Ambulatorio Irnerio Biavati attivo il città dal 1978.246 Infatti, molti dei medici fondatori di Sokos avevano maturato esperienza all'interno del Biavati. I motivi alla base del
245 Jelloun T. B., Le pareti della solitudine, Tonino, Einaudi, 1997, p. 91
246Ricordiamo che l'ambulatorio Biavati è gestito dall'organizzazione religiosa “Confraternita della Misericordia”. Una breve descrizione delle attività dell'ambulatorio è presente in questo lavoro al capitolo 2 paragrafo. Per un'accurata descrizione dell'operato di questa associazione si legga quanto contenuto nel report di ricerca dal titolo“Devo
aspettare qui?”: uno studio etnografico delle traiettorie di accesso ai servizi sanitari nella città di Bologna. Unità di
Trento Coordinatrice: Prof.ssa Silvia Gherardi Gruppo di ricerca: dott. Attila Bruni, dott. Rino Fasol.
La ricerca in questione faceva parte del un progetto ministeriale “Le disuguaglianze: i meccanismi generatori e l'identificazione di interventi possibili”.
disaccordo tra gli operatori risiedevano nel modo di interpretare l'attività medica poiché i soci fondatori di Sokos erano mossi da un'idea di “medicina libera” e indipendente dai dogmi ecclesiastici. Nella pratica essa si esplicava nei differenti atteggiamenti, a livello medico, verso alcune categorie di utenti (tipicamente prostitute e tossicodipendenti), nonché verso alcune concezioni a riguardo di aborto e contraccezione in evidente contrasto con la moralità cattolica. Anche ora i membri di Sokos, per lo meno quelli che hanno una lunga storia dentro l'Associazione, continuano a rimarcare le differenze nel modus operandi che intercorrono tra le due realtà mediche, come descritto dalle parole di una veterana dell'Associazione.
“ (…) non è presunzione questa però Sokos è una delle poche associazioni in cui ci sono dei medici che comunque lavorano e capiscono il problema dell’immigrazione. Io all’inizio ho avuto l’approccio con un’altra associazione, il Biavati, che era tutta un’altra cosa. Non so, forse sarò romantica ma qua è tutta un’altra cosa è un mondo, tra virgolette, d’amore verso queste persone perché capiamo il problema, perché abbiamo la mentalità così.” [S3]
Nel primo periodo di esistenza, Sokos non ha una sede stabile dove poter visitare i pazienti e gli operatori sono costretti a lavorare in condizioni precarie. I medici si auto-organizzano con delle vetture e con farmaci e e strumenti necessari al primo soccorso e raggiungono i migranti direttamente sul territorio. Certamente le contingenze dovute alla mancanza di una sede ambulatoriale sono determinanti, tuttavia la prassi di andare verso i soggetti bisognosi di cure mediche dipende anche, nelle fasi iniziali del lavoro dell'organizzazione, dalla necessità di raggiungere e informare una determinata categoria di soggetti: migranti irregolari e senza dimora.
“I Sokos nascono per opera proprio di medici che cominciarono allora, con la venuta degli Albanesi. Questo gruppo di medici, dove c’era allora Romeo Zendron, Rabih Chattat, Bonasera Mario, poi ce ne erano altri due o tre, incominciarono a girare un pochino per questi campi, perché anche allora c’erano questi campi di profughi ecc. E venivano un po’ da tutte quelle realtà…Romeo ad esempio aveva lavorato tantissimo in Africa per cui sentivano questo disagio sul territorio di queste persone che comunque non erano riconosciute da nessuno. Quindi hanno incominciato loro andando in giro per questi campi profughi.” [S3]
Successivamente Sokos ottiene un parziale riconoscimento da parte dell' USL ed una prima sede stabile ubicata in via Montebello negli stessi locali che ospitano il Cup, anche se da subito sorgono diversi tipi di difficoltà. Sono ancora le parole della nostra intervistata ad illustrarci chiaramente gli ostacoli quotidiani che allora complicavano il lavoro organizzativo.
“(...) poi hanno piano piano attivato un discorso con la USL. Il primo locale fu dato in via Montebello. Mi ricordo quando io arrivai, avevano avuto da poco una pseudo convenzione con l’USl, che c’era questa stanza divisa da un paravento. Che poi quando io arrivai, si parlava di duecento, duecentocinquanta pazienti; quindi questo nove anni fa. Dopo c’è stato un crescendo veramente importante nel giro di pochissimi anni, infatti non riuscivamo più a stare lì perché l’affluenza era estremamente importante, per cui ci diedero al piano di sopra due stanze che furono adibite ad ambulatorio: un ambulatorio molto piccolo ed un’altra stanza per il ricevimento dei pazienti. Però eravamo un po’ contestati perché i pazienti facevano la fila lungo il corridoio, per cui intralciavano un pochino tutto quello che era il discorso dei pazienti che afferivano all’USL. E poi, ovviamente, noi eravamo anche molto legati all’orario dell'USL, per cui molte volte finivamo di visitare o di trascrivere medicine sulla strada. Quindi lì la nostra situazione era abbastanza drammatica, e appunto trovammo questo posto qua. Sono due anni che siamo qua.”[S3]
Ad oggi l'Associazione ha trovato una sede presso dei locali di proprietà della USL in via De' Castagnoli 10, in pieno centro storico e quindi di facile reperibilità ed accesso da parte dei migranti. Il nodo fondamentale della struttura organizzativa di “Sokos” è l'assemblea dei soci (a fine dicembre 2007 sono 50). L'assemblea dei soci elegge il presidente dell'Associazione e il gruppo di coordinamento composto da sette persone ciascuna delle quali fa da referente di una specifica area: tesoriere, responsabile della segreteria, ricerca e aggiornamento, responsabile delle attività sul territorio, direttore sanitario (carica non elettiva ma nominata dal presidente) e vice presidente.247 Di norma il gruppo di coordinamento si riunisce una volta al mese, prima della riunione dei soci, per valutare l'andamento delle attività e programmarle. Dal 2007 le riunioni del gruppo di coordinamento sono state allargate anche ai medici di Sokos che curano le visite specialistiche, con l'intento di rendere più efficace il coordinamento stesso quale momento per trovare soluzioni alle problematiche di ciascun settore.
Le assemblee dei soci sono ordinarie e straordinarie. Quelle ordinarie avvengono almeno una volta l'anno ed è obbligo dell'assemblea ordinaria dei soci trattare il bilancio. Quelle straordinarie invece sono convocate a seconda delle necessità contingenti e dei problemi che l'Associazione deve affrontare. Rispetto alla struttura organizzativa e al suo funzionamento mi limito in questa sede ad sottolineare due aspetti che sono emersi chiaramente nel corso dell'osservazione partecipante. Il primo aspetto riguarda la gerarchia dell'organizzazione. Se infatti in Sokos esiste un organigramma strutturato in senso gerarchico a cui tutti i soci fanno riferimento, nel lavoro organizzativo
247E' interessante notare come attualmente le cariche di direttore sanitario, vice presidente, tesoriere e responsabile della segreteria siano tutte ricoperte da donne.
quotidiano questa verticalità si fa più blanda lasciando il posto ad una orizzontalità decisionale che fa perno sulle capacità professionali e sull'esperienza di ciascun membro dell'organizzazione secondo una logica di cooperazione e che distribuisce i luoghi decisionali in più punti, rendendo il processo di risoluzione dei problemi rapido ed efficace. Ciò è reso possibile- e qui prendiamo in esame il secondo aspetto- grazie ad un marcato processo di socializzazione dei soci, in particolare dei neofiti, che li rende competenti e capaci di gestire autonomamente i propri compiti. L'addestramento dei soci è previsto ufficialmente nello statuto dell'organizzazione il quale stabilisce che uno dei requisiti fondamentali all'ammissione dell'aspirante socio è “ La frequenza obbligatoria fino a tre mesi a cadenza settimanale dell’ambulatorio in qualità di frequentatore affiancato ai Soci presenti (con divieto assoluto di svolgere attività clinica e burocratica autonoma di ogni tipo e partecipazione alle altre attività sociali dell’Associazione.”248 Durante l'osservazione si è notato che quanto stabilito nel regolamento statutario avviene effettivamente e che i nuovi soci sono progressivamente messi in condizione di svolgere autonomamente i compiti assegnati loro. Abbiamo constatato inoltre che la socializzazione dei nuovi membri riveste effettivamente un posto di rilievo nell'agire organizzativo. Attraverso di essa l'organizzazione non fornisce solamente ai suoi membri le conoscenze pratiche per operare ma li forma anche alla propria cultura organizzativa che si riassume nell'importanza primaria attribuita al paziente e dei suoi bisogni.