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La strategia nazionale e l’organizzazione istituzionale.

DOMESTICA DUE STATI MEMBRI A CONFRONTO: ITALIA E GERMANIA.

4.4 Istituzionalizzazione dello sviluppo sostenibile in Italia.

4.4.2 La strategia nazionale e l’organizzazione istituzionale.

La Strategia d’azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia viene approvata dal Comitato Interministeriale per la Pianificazione Economica (CIPE) il 2 Agosto 2002. Pur riconoscendo nei paragrafi introduttivi la necessità di un’azione integrata nella sfera sociale ed economica, oltre che ambientale, essa si articola in quattro aree tematiche prioritarie che ricalcano quelle indicate nel Sesto Piano d’Azione Ambientale dell’UE. Le aree prioritarie identificate sono: cambiamenti climatici e protezione della fascia dell’ozono; protezione e valorizzazione sostenibile della Natura e della Biodiversità; qualità dell’Ambiente e qualità della vita negli ambienti urbani; prelievo delle risorse e

391 Un tavolo tecnico presso la CSS del CIPE venne incaricato del monitoraggio e dell’applicazione degli

strumenti per il raggiungimento degli obiettivi; inoltre, un forum delle istituzioni e della società civile avrebbe dovuto favorire una più ampia partecipazione e consultazione. Ivi, p. 114.

392 “Sebbene vi sia una certa diminuzione della congruenza, basti vedere lo smantellamento delle strutture

della Direzione Sviluppo Sostenibile presso il MATT, il governo di coalizione di centrodestra vara comunque una serie di risposte istituzionali che si possono ricondurre al paradigma della sostenibilità. La ratifica di un Protocollo di Intesa con Confindustria per la promozione dei Sistemi di Gestione Ambientale (2002), finanziato attraverso i fondi già deliberati dal precedente governo; l’istituzione di un Consiglio Economico e Sociale per le Politiche Ambientale (con poteri consultivi e nei fatti mai operativo); l’adozione del Piano Nazionale per l’assegnazione dei permessi di emissione (secondo quanto previsto dalla Direttiva CE 2003/87).” Ivi, pp. 114-115.

109 produzione di rifiuti.394 Inizialmente, al Ministero dell’ambiente venne affidata la piena responsabilità per la gestione della strategia e la creazione delle condizioni per una maggiore partecipazione. Oggi, invece, la Presidenza del Consiglio dei Ministri coordina l’implementazione di questa come di altre strategie nazionali, con il supporto del Ministero dell’ambiente per la sua implementazione. Questo cambiamento sta anche ad indicare il ruolo di maggiore rilievo che ha assunto, sebbene solo in anni recenti, la gestione a livello istituzionale dello sviluppo sostenibile.

Si tratta, come nel caso della Germania, di una strategia che non è vincolante per i livelli di governo regionale o locale. Tuttavia, il coordinamento verticale viene riconosciuto indispensabile per garantire il principio della “responsabilità condivisa” per poter “potenziare e valorizzare il ruolo di tutti gli attori in quanto destinatari ma anche protagonisti delle azioni in favore dello sviluppo sostenibile”395. Nella strategia si auspica

ad un riassetto istituzionale nel quale alle Regioni ed al sistema degli Enti locali territoriali vengano attribuite rilevanti funzioni del governo del territorio e dell’ambiente, per poter adottare Strategie di sostenibilità coerenti al quadro nazionale, assicurando la partecipazione dei cittadini e delle rispettive forme organizzate.396 L’istituzione di un Tavolo Tecnico permanente Stato-Regioni in materia di sviluppo sostenibile presso la Conferenza Stato Regioni, testimonia la volontà di modificare l’assetto istituzionale per meglio gestire la pianificazione tramite la strategia nei differenti livelli amministrativi.397398

Congiuntamente al Tavolo Tecnico, la Commissione Sviluppo Sostenibile istituita presso il CIPE è l’organismo preposto alla gestione del coordinamento orizzontale. Quest’ultima comprende i rappresentanti del Ministero dell’Economia, delle Regioni ed altri rappresentanti ministeriali le cui competenze sono rilevanti per le politiche afferenti allo sviluppo sostenibile. Un ulteriore compito di tali organismi è la revisione rispetto all’implementazione della strategia nazionale, inizialmente prevista con cadenza annuale

394 Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio; Strategia d’azione ambientale per lo sviluppo

sostenibile in Italia 2002-2010, p. 6.

395 Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio; Strategia d’azione ambientale per lo sviluppo

sostenibile in Italia 2002-2010, p. 8.

396 Ibid. 397 Ibid.

398 Gjoksi, N.; Sedlacko, M.; Berger, G.; “National Sustainable Development Strategies in Europe: Status

110 sulla base degli indicatori stabiliti. Gli indicatori adottati dalla Strategia in Italia corrispondono agli undici indicatori ambientali (Headline Indicators) definiti dalla Commissione europea nel quadro di riferimento del Sesto Piano di Azione Ambientale399. In questa direzione si orienta anche il processo nazionale di aggiornamento mediante revisioni su base regolare, il cui compito aveva come obiettivo la valutazione dell’andamento della strategia ai fini di un miglioramento.

Inoltre, seguendo i propositi enunciati nella strategia, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ha sviluppato una serie di 150 indicatori che forniscono una serie di informazioni aggiuntive sulle condizioni ambientali attraverso diversi settori produttivi. Tuttavia, sebbene gli stessi indicatori principali della strategia avrebbero dovuto essere aggiornati, a distanza di otto anni dall’approvazione della strategia in Italia non sono in alcun modo stati aggiornati (in Germania, invece, un gruppo di indicatori è stato aggiornato nel 2010).400 Dal 2011, sono stati creati indicatori nell’ambito del progetto Benessere Equo e Sostenibile (BES) da parte dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) e del Consiglio Nazionale Economia e Lavoro (CNEL). La prima relazione completa di tali indicatori è stata pubblicata nel 2013, e a partire dal 2016 sono stati integrati401 nel Documento di Economia e Finanza (DEF).

Sebbene l’intento dichiarato nella Strategia a livello formale mostrasse la volontà di adeguare il processo di monitoraggio e revisione ai requisiti della governance per lo sviluppo sostenibile, dunque attraverso la produzione annuale di Progress Report, questo non ha riscontrato una effettiva attuazione. A seguito dell’aggiornamento della Strategia europea per lo sviluppo sostenibile del 2006, nella quale viene richiesto agli Stati membri un aggiornamento delle rispettive strategie nazionali per un maggiore allineamento del quadro di riferimento e degli obiettivi con la dimensione europea, in Italia viene prodotto un Rapporto sullo stato di attuazione402 (2007). Nello stesso anno si dà avvio ad un

processo per l’aggiornamento nel Settembre 2007 che, tuttavia, viene interrotto prima

399 Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio; Strategia d’azione ambientale per lo sviluppo

sostenibile in Italia 2002-2010, p. 12.

400 Gjoksi, N.; Sedlacko, M.; Berger, G.; Op. cit., p. 43.

401 Coerentemente con l’impegno di integrare tali indicatori nella programmazione economica nazionale

stabilita con la Legge 163/2016.

402 Strategie europea per lo Sviluppo Sostenibile, Rapporto 2007, Contributo degli Stati membri -ITALIA,

pp. 1-44.

[http://bancadati.italialavoro.it/bdds/download?fileName=C_21_Strumento_3844_documenti_itemName_ 0_documento.pdf&uid=31fa3784-6c2e-45e8-88d9-9a3a0951c7b2].

111 delle elezioni generali dell’Aprile 2008 non arrivando mai a compimento.403 La prima

revisione volontaria viene prodotta dall’Italia nel 2017, dunque, a seguito dell’adozione di Agenda 2030.

Considerando l’aspetto della partecipazione, infine, per la prima formulazione della strategia è stata organizzata una consultazione pubblica che ha coinvolto 140 organizzazioni nel corso di 14 incontri ufficiali e si è servita dell’utilizzo di una specifica piattaforma telematica accessibile attraverso il sito del Ministero dell’Ambiente.404 Una

vera e propria “istituzionalizzazione” della dimensione partecipativa si ha solamente a seguito dell’adozione di Agenda 2030, con la creazione, nel 2016, dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS)405 come piattaforma di collegamento tra le istituzioni e le reti della società civile, al fine di promuovere dialogo e partecipazione sui temi della sostenibilità.

Lo sviluppo e l’adozione di strategie intersettoriali di carattere integrato come quella di sviluppo sostenibile non rappresentavano una pratica comune in Italia, anche se viene riconosciuto come l’approccio tradizionale di regolazione di tipo “comando e controllo”, non rappresentasse più la condizione sufficiente per una concreta integrazione della dimensione ambientale e, dunque, dello sviluppo sostenibile. Differentemente da quanto accade in Germania, dove la verifica sullo stato di attuazione della strategia è condotta dal livello federale ogni 4 anni (a partire dalla prima strategia rispettivamente nel 2004, 2008 e 2012)406, in Italia le questioni ambientali e lo sviluppo sostenibile non entrano mai in modo deciso a fare parte dell’agenda politica.407 La stessa strategia del 2002

rimane confinata al ruolo di programma di settore e non si rivela in grado di catalizzare l’attenzione per un ulteriore aggiornamento. Il processo di revisione richiesto dall’UE, quando avviato, non è stato accompagnato da un adeguato senso di responsabilità politica da parte della classe dirigente408 e da una organizzazione istituzionale adeguata,

403 Gjoksi, N.; Sedlacko, M.; Berger, G.; Op. cit., p. 9. 404 Ivi, p. 54.

405 Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile. [https://asvis.it/].

406 European Parliament - STUDY Requested by the DEVE committee; “Europe's approach to

implementing the Sustainable Development Goals: good practices and the way forward”, DIRECTORATE- GENERAL FOR EXTERNAL POLICIES POLICY DEPARTMENT, ANNEX 1 Country Fiches.

407 Pizzimenti, E.; Op. Cit.; p. 124.

408 La scarsa attenzione riservata alla necessità di riportare a livello europeo aggiornamenti e risultati delle

112 rimanendo un “esercizio amministrativo autoreferenziale”409 che non ha apportato alcuna

modifica agli assetti iniziali.