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DOMESTICA DUE STATI MEMBRI A CONFRONTO: ITALIA E GERMANIA.

4.3 Istituzionalizzazione dello sviluppo sostenibile in Germania.

4.3.2 La strategia nazionale.

Lo sviluppo e l’adozione di strategie intersettoriali di carattere integrato come quella di sviluppo sostenibile non rappresentavano una pratica comune nel sistema decisionale in Germania.350 Infatti, il policy-making si caratterizzava per essere altamente specializzato

e settoriale, con un alto grado di indipendenza dei dipartimenti. Dunque, i primi passi richiesero l’apprendimento e l’adattamento di nuovi stili, così come il riassestamento dell’assetto istituzionale richiese una nuova prospettiva. L’approccio gestionale rappresenta sicuramente una delle più considerevoli innovazioni: la strategia include un numero di obiettivi chiaramente definiti e una serie di istituzioni preposte alla loro implementazione e supporto, così come un processo di monitoraggio periodico. 351

La strategia di sviluppo sostenibile in Germania comprende un assetto istituzionale all’interno del Governo federale e del Parlamento, così come un processo di monitoraggio e di partecipazione sociale e politica. La strategia esprime specifici obiettivi per 21 aree di azione prioritaria accompagnate da indicatori e un quadro temporale coerente per il raggiungimento degli obiettivi. In ottica comparativa anche rispetto ad altre strategie nazionali, l’alto livello di specificazione degli obiettivi e degli indicatori sono percepiti come un valore aggiunto della strategia tedesca. Gli obiettivi e le modalità di gestione sono definite all’interno delle aree tematiche sulle quali si struttura la strategia che sono: equità intergenerazionale, qualità della vita, coesione sociale e responsabilità internazionale. I diversi obiettivi non ricadono solamente sotto la responsabilità del governo federale. Considerando, infatti, la differenziazione tra i diversi livelli di governo, un certo livello di integrazione verticale o di coordinamento dei livelli federale, Länder e

349 Ivi, p. 191.

350 Ad esempio la High-tech-Strategy e la Federal Climate and Energy Programme. Jacob, K.; Knopf, K.;

Kahlenborn, W.; Damm, L.; “Background Report for the Peer Review of German Policies for Sustainable Development”, Environmental Policy Research Centre FU Berlin (FFU), 2009, p. 21.

98 locale è necessaria. A livello orizzontale, i Ministeri condividono la responsabilità di intraprendere misure per raggiungere gli obiettivi, anche se le responsabilità istituzionali ad essi tradizionalmente assegnate non sono allineate con gli obiettivi della strategia. Il Comitato dei segretati di Stato guida tale processo, assume decisioni politiche e rappresenta questa responsabilità condivisa.352

La Strategia per lo sviluppo sostenibile a livello subnazionale in Germania è, contrariamente a quella federale, attuata in maniera predominante dai Ministeri dell’ambiente. Questo spesso causa la percezione che lo sviluppo sostenibile sia essenzialmente una responsabilità a livello ambientale. Di conseguenza, lo sviluppo sostenibile si frammenta in una lotta competitiva tra dipartimenti. In alcune aree in particolare, i conflitti non permettono di perseguire i medesimi obiettivi.353 Anche rispetto alla Agenda Locale 21, le ricerche mostrano che questi processi sembrano soffrire di marginalizzazione politica e la stessa strategia federale è scarsamente connessa ai processi che avvengono su scala locale.354 Quest’ultima era stata inizialmente sviluppata a livello di governo federale senza alcun coinvolgimento dei Länder e delle municipalità. Inizialmente, questo coordinamento era collocato all’interno di un gruppo di lavoro per le politiche di sviluppo sostenibile a livello amministrativo, all’interno del quadro istituzionale della Conferenza Bund-Länder dei Ministeri dell’ambiente (UMK).

Questo riflette il fatto che lo sviluppo sostenibile è, fino ad determinato periodo, rimasto responsabilità del Ministero dell’ambiente di tutti i Länder. A seguito della revisione della strategia nazionale nel 2008, tuttavia, il governo federale ha istituito un nuovo Consiglio, che include i responsabili di gabinetto (al posto dei Ministri dell’ambiente) dei Länder. Si è ritenuta necessaria una maggiore istituzionalizzazione della cooperazione con il livello federale al fine di accentuare la natura trasversale dello sviluppo sostenibile (al di là della sola dimensione ambientale); in questo modo, vi è una maggiore possibilità che questo abbia un impatto sulle decisioni politiche degli Stati federati. Di fatto, l’attenzione

352 Ivi, pp. 23-4.

353 Ad esempio, rispetto all’obiettivo di 30 ettari per il consumo del terreno, la strategia federale fornisce

l’impeto per lo sviluppo di politiche innovative (attraverso programmi di ricerca e sviluppo), solleva il dibattito a livello locale e funge (almeno in maniera informale) da parametro di valutazione per lo sviluppo di piani locali sull’uso del terreno. Tuttavia, fino al 2009, questo obiettivo rimane un punto di forte conflitto tra il livello federale e locale. Il governo federale sottolinea l’obiettivo e allo stesso modo le autorità locali enfatizzano la loro sovranità nella pianificazione e l’interesse dal punto di vista economico a produrre politiche di uso del terreno. Ivi, pp. 35-6.

99 a livello subnazionale è cresciuta a seguito di questa iniziativa al punto che alcuni Länder hanno creato o rilanciato specifiche strategie di sviluppo sostenibile.355

Secondo alcune interpretazioni le aree nelle quali il governo federale non è stato in grado di catalizzare gli sforzi per un’azione coordinata, hanno rappresentato delle finestre di opportunità per l’iniziativa a livello sub-nazionale. Tuttavia, in contrapposizione con l’argomento che vede una necessaria dispersione dello Stato centrale nella governance multilivello, prendendo in considerazione le azioni ed i programmi a favore dello sviluppo sostenibile appare importante sottolineare la prospettiva evidenziata dagli studi di Pierre e Peters.356 Il ruolo di guida e definizione delle priorità dello Stato centrale si

rivela un elemento critico per stabilire una forma di policy-making coordinato nel quadro dello sviluppo sostenibile. Risulta di fondamentale importanza il suo esercizio informale di potere (soprattutto in assenza di obblighi e di un meccanismo di sanzioni) con il quale può stabilire un quadro di riferimento, divenendo un catalizzatore per l’attecchimento di determinate strutture a livello sub-nazionale.357

Essenziale per il raggiungimento degli obiettivi strategici risulta essere la regolare attività di valutazione e monitoraggio per fornire resoconti sullo stato di avanzamento. Gli indicatori possono adempire questo compito solo parzialmente, poiché forniscono un canale di comunicazione sullo stato dell’arte delle politiche per lo sviluppo sostenibile ma non la possibilità di valutare i risultati delle specifiche misure. Sembrano essere più utili per la comunicazione a livello politico che per una valutazione più approfondita. La ricerca sugli indicatori è affidata all’Ufficio federale di statistica che, a partire dal 2006, ha prodotto il Report biennale sugli indicatori.358

Un monitoraggio sui progressi e risultati viene effettuato regolarmente a partire dal 2004 (successivamente nel 2008) attraverso i cosiddetti Progress Reports. Alla formulazione partecipano anche attori non governativi attraverso una consultazione aperta via Internet, fornendo la possibilità di elaborare un documento di consultazione utilizzabile in fase di redazione del documento di valutazione. Il documento di valutazione viene poi sottoposto

355 Ivi, p. 33.

356 Baker, S.; Eckerberg, K.; “In Pursuit of Sustainable Development. New governance practices at the sub-

national level in Europe”, Routledge/ ECPR studies in European political science, 2008, p. 220.

357 Ibid.

100 all’attenzione del Parlamento e diviene oggetto di dibattito. Ad esempio, nel Progress

Report del 2008 vengono incluse le indicazioni fornite dalla partecipazione di diversi

attori, inter alia il Consiglio consultivo parlamentare per lo sviluppo sostenibile, Econsense359 e la Confederazione delle Unioni dei lavoratori della Germania (DGB).360