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La suddivisione in base alla forma legale

Smirnov 0.3758 0.01970 Rifiuto Ho Accetto Ho

5.3.2. La suddivisione in base alla forma legale

L’analisi ora procede prendendo in carico un’altra variabile descrittiva discussa in questo capitolo: la forma legale. Come si potrà immaginare, le differenze che sussistono tra i diversi sottogruppi segmentati in questa maniera sono profonde sotto molteplici aspetti (dimensionali, operativi, strategici, di governance e così via). Per questo motivo le conclusioni che si potranno trarre da questo studio di efficienza relativa saranno di carattere generale, dato che è impossibile a questo proposito, ricondurre con specificità all’una o all’altra variabile le differenze di efficienza rilevate. Per avere una visione generale del posizionamento di efficienza delle banche public, private e cooperative si prenda a riferimento la tabella 5.5.

Forma Legale Efficienza complessiva Efficienza al primo stadio Efficienza al secondo stadio Public 0.36 0.34 0.32 Private 0.23 0.36 0.25 Cooperative 0.19 0.34 0.21

Tabella 5.5: Score di efficienza medi per le banche del campione suddivise in base alla forma legale. Mentre al primo stadio i diversi sottogruppi ottengono score di efficienza medi simili al secondo stadio si nota una netta predominanza delle banche public sulle concorrenti. L’apparente supremazia di questa categoria deriva dunque dalla generale miglior capacità di remunerare gli input del processo produttivo erogando prestiti e servizi superiori sia in quantità che in qualità. Si può affermare ciò grazie alle caratteristiche del modello DEA applicato, che tiene conto di eventuali rigonfiamenti indiscriminati dei prestiti concessi a discapito della loro probabilità di rientro. Si procederà ora in dettaglio analizzando a coppie le diverse forme legali per rilevarne le differenze significative. Confrontando le banche public con quelle private i test operati rifiutano

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con forza l’ipotesi Ho di omogeneità delle distribuzioni delle popolazioni da cui i sottogruppi discendono, di conseguenza la maggiore efficienza delle banche public assume significatività statistica. Si osservi la tabella 5.6.

Metodologia Valore t.oss P-value Liv. conf. 5% Liv.conf. 1% Test sulla Mediana 19.2441 1.150e-05 Rifiuto Ho Rifiuto Ho

Test di Mann-

Whitney 1521 0.0004269 Rifiuto Ho Rifiuto Ho Test di Kolmogorov-

Smirnov 0.5038 4.045e-05 Rifiuto Ho Rifiuto Ho

Tabella 5.6: Risultati dei test statistici condotti sul confronto di efficienza tra le banche public e private. Il Boxplot evidenzia queste differenze, tuttavia ci si sente di segnalare come diverse DMU appartenenti alla categoria private, con score di efficienze in linea con le banche public più efficienti, finiscono per venir ricomprese tra gli outliers. Ciò condiziona senza dubbio i risultati dei test in favore delle banche public e può portare a fuorviare le statistiche dei test.

Figura 5.12. Boxplot delle banche public e private.

Le DMU vengono considerate outliers data la distanza dei loro score di efficienza da quelle del resto del sottogruppo. Si rivela perciò il dubbio che un diverso campione, con

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magari un maggior numero di osservazioni in questa fascia compresa tra il valore massimo calcolato dal boxplot ed il primo valore degli outliers, possa portare ad un

maggior apprezzamento delle banche private in confronto a quelle public.

Figura 5.13. Q-Q plot delle banche public e private.

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Le evidenze di una maggiore efficienza delle banche public la si ritrova anche nel grafico 5.13, dove i punti si distanziano notevolmente dalla diagonale con pendenza 45 gradi in favore dei quantili delle banche public, e nel grafico 5.14, dove le due Ecdf si distanziano notevolmente e quella riferita alle banche public si posiziona più in basso rispetto a quella riferita alle banche private, segno di come le prime riescano ad ottenere score più elevati raggiungendo più velocemente il valore in cui .

La capacità delle banche public di ottenere livelli di efficienza sostanzialmente più elevati si manifesta in modo ancora più marcato nel confronto tra queste e le banche cooperative. Si prendano a riferimento i risultati dei test statistici riportati nella tabella 5.7.

Metodologia Valore t.oss P-value Liv. conf. 5% Liv.conf. 1% Test sulla Mediana 10.9181 0.0009523 Rifiuto Ho Rifiuto Ho

Test di Mann-

Whitney 327.5 0.001236 Rifiuto Ho Rifiuto Ho Test di Kolmogorov-

Smirnov 0.6526 0.0008182 Rifiuto Ho Rifiuto Ho

Tabella 5.7: Risultati dei test statistici condotti sul confronto di efficienza tra le banche public e banche cooperative.

Ad ogni livello di si rifiuta Ho e viene dunque riconosciuta significatività statistica all’ipotesi di non uguaglianza tra le distribuzioni dei due sottogruppi. L’affermazione risulta evidente anche dai grafici 5.15, 5.16 e 5.17 che seguono.

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Figura 5.15. Boxplot delle banche public e cooperative.

Nel boxplot la massa degli score di efficienza delle cooperative si attesta sui livelli medio bassi degli score delle banche public e, a differenza del caso precedente, non si hanno evidenze di un numero consistente di outliers che potrebbe fuorviare i risultati.

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Figura 5.17. Grafico Ecdf delle banche public (linea continua) e cooperative (linea a punti). Nel confronto tra i quantili nel grafico 5.16 e tra le curve Ecdf nel grafico 5.17 si palesa nuovamente questa sostanziale e significativa differenza.

L’ultimo confronto per questa variabile vede dunque contrapporsi le banche cooperative a quelle private. Entrambe subiscono la capacità delle banche public di ottenere elevati livelli di efficienza ma tra di loro i risultati sono sostanzialmente omogenei. I test statistici (vedi tabella 5.8) sono in accordo per accettare l’ipotesi Ho. Per questo motivo non si palesano effettive differenze nei livelli di efficienza tra le due categorie di banche.

Metodologia Valore t.oss P-value Liv. conf. 5% Liv.conf. 1% Test sulla Mediana 0.3444 0.5573 Accetto Ho Accetto Ho

Test di Mann-

Whitney 543.5 0.193 Accetto Ho Accetto Ho Test di Kolmogorov-

Smirnov 0.2771 0.3716 Accetto Ho Accetto Ho

Tabella 5.8: Risultati dei test statistici condotti sul confronto di efficienza tra le banche private e quelle cooperative.

Ovviamente anche in questo caso, come si può notare dal grafico 5.18, ci si deve chiedere qual è il grado di rilevanza che si vuole attribuire agli outliers delle banche

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private. Infatti, se non si trattasse effettivamente di valori fuori limite, la predominanza sulle banche cooperative sarebbe certamente evidente.

Figura 5.18. Boxplot delle banche private e cooperative.

Per il momento ci si permette di concludere semplicemente con una leggera, e comunque non significativa, predominanza delle banche private su quelle cooperative.

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Figura 5.20. Grafico Ecdf delle banche private (linea tratteggiata) e cooperative (linea a punti). La lieve predominanza delle banche private è evidente nel grafico quantile-quantile 5.19, dove i punti si posizionano al di sotto della diagonale disegnata nel grafico. Essa si palesa con maggiori difficoltà invece dal confronto tra le Ecdf che, come si può notare nel grafico 5.20, seguono un andamento abbastanza simle.

Le conclusioni che si possono trarre alla luce dei risultati esposti nella seconda parte di questo paragrafo sono scoraggianti per le banche cooperative e private, che vedono nelle grandi banche quotate dei concorrenti in grado di ottenere risultati significativamente migliori in termini di efficienza. In particolare, il secondo stadio, quello identificato dall’impiego di depositi come materia prima per la produzione di margini di interesse e di commissioni, penalizza molto le banche cooperative. Senza dubbio, in parte ciò è dovuto alla particolare attenzione che la banca rivolge nell’erogare servizi e prestazioni ai propri soci-membri e ciò viene opportunamente rilevato dal modello. Se dunque le banche cooperative e private dovessero decidere che direzione dare alle proprie strategie di efficienza, esse dovrebbero puntare al procacciamento di nuovi clienti a cui offrire credito e servizi di qualità, sfruttando la propria già elevata efficienza nel primo stadio del processo produttivo.

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5.3.3.

L’influenza dei compensi dei dirigenti aventi