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LA VOCE DELLA CHIESA SULLA LETTERATURA MISTICO-SENSUALE

Nel documento N numero doppio (pagine 87-91)

Posso quindi dare al lettore di Sodalitium un resoconto delle

LA VOCE DELLA CHIESA SULLA LETTERATURA MISTICO-SENSUALE

Nota di Sodalitium: Pubblichiamo il testo integrale dell’Istruzione del San-t’Uffizio “Inter mala” del 3 maggio 1927, sulla “letteratura sensuale e mistico-sen-suale”. Come dimostra lo studio di Jean-Baptiste Amadieu (https://halshs.archi- ves-ouvertes.fr/halshs-01315561/docu-ment), la corrente letteraria mistico-sen-suale in questione è quella del Decadenti-smo (in questo caso di lingua francese) e del più recente “Renouveau catholique”, e gli autori presi in esame, in seguito a una denuncia fin dal 1917 dell’avvocato nizzardo Raymond Hubert (vicino al sa-cerdote Emmanuel Barbier e a padre

Congregazione del Sant’Uffizio, Istruzione “Inter mala” del 3 maggio 1927 All’episcopato di tutto il mondo, sull’editoria sensuale e mistico-sensuale.

(§ 1) Tra i mali più funesti che ai nostri giorni corrompono totalmente la morale cristiana e nuocciono moltissimo alle anime riscattate col prezioso Sangue di Gesù Cristo è sovratutto da annoverarsi la lette-ratura che favorisce le passioni sensuali, la lussuria, e un certo qual misticismo lascivo. Di questo carat-tere sono principalmente romanzi, novelle, drammi, commedie: scritti tutti che vanno oggi moltiplican-dosi in modo incredibile e si diffondono ogni giorno più, dappertutto.

(§ 2) Se questo genere letterario, per cui moltissimi, specie giovani, sono tanto attratti, fosse conte-nuto entro i limiti, non certo ristretti, del pudore e dell’onestà, potrebbe non solo innocuamente dilettare, ma giovare altresì per migliorare i costumi.

(§ 3) Ma purtroppo non può deplorarsi abbastanza, il danno gravissimo che deriva alle anime da questa colluvie di libri, quanto affascinanti altrettanto immorali. Poiché molti scrittori dipingono con colo-ri vivissimi scene impudiche e, trascurando ogni doveroso colo-riserbo, ora larvatamente, ora con aperta e raffinata spudoratezza, narrano i più osceni episodi, descrivono nei più minuti particolari i vizi sensuali più degradanti e li presentano con tutte le ricercatezze dello stile e i lenocini dell’arte, così da non la-sciare intatto nulla che appartenga alla onestà dei costumi. Ognuno vede quanto tutto questo torni perni-cioso, specialmente ai giovani, ai quali l’ardore dell’età rende più difficile la continenza. Siffatti volumi, spesso di piccola mole, sono in vendita a poco prezzo nelle librerie, per le strade e per le piazze delle città, nelle stazioni ferroviarie, libri che vanno per le mani di tutti con meravigliosa rapidità, recando fre-quentemente nelle famiglie cristiane guasti assai lacrimevoli. Chi non sa che sovreccitano la fantasia, infiammano la più sfrenata libidine e trascinano il cuore nel lezzo d’ogni turpitudine?

(§ 4) In altre storie d’amore, cose ben peggiori sono abitualmente pubblicate da coloro i quali – cosa orribile a dirsi – non temono di cercare di rendere accettabile il nutrimento di una morbosa sensualità con delle cose sacre, intrecciando amori impudichi con una certa pietà verso Dio ed un misticismo reli-gioso del tutto falso: come se la fede potesse coesistere con l’indifferenza verso le rette regole di vita e persino con la loro impudentissima negazione, e come se la virtù della religione potesse associarsi alla depravazione dei costumi.

Al contrario, è irrefutabile che nessuno può ottenere la vita eterna se, pur avendo anche fermissima fede nelle verità divinamente rivelate, non osserva i comandamenti divini, poiché non merita neppure il nome di cristiano colui che, dopo aver professato la fede di Cristo, non ne segue le orme: “la fede senza le opere è morta” (Giacomo, 2, 26) e Nostro Signore ci ha avvertiti: “Non sono coloro che mi dicono ‘Signore, Signore che entreranno nel Regno dei Cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei Cieli” (Matteo, 7, 21).

(§ 5) Né si obbietterà che in molti di questi libri è veramente da lodarsi lo splendore e il pregio dello stile, che vi si insegna egregiamente la psicologia conforme a moderni trovati, che le voluttuose soddisfa-zioni del corpo vengono riprovate per ciò stesso che sono espresse nella loro reale bruttezza, oppure per-ché sono presentate talvolta congiunte coi rimorsi della coscienza, od anche perper-ché è messo in evidenza quanto spesso i piaceri turpi sogliano terminare col dolore e il pentimento. Dato che grande è la fragilità della natura umana, decaduta, e grande la tendenza ai piaceri sensuali, né eleganza di linguaggio, né no-zioni di medicina o di filosofia, se pur si dànno in siffatta letteratura, né l’intenzione, quale essa sia, degli autori, possono impedire che i lettori, presi dalle voluttà di pagine immonde, non restino a poco a poco pervertiti nella mente e depravati nel cuore, finché, lasciando libero il freno ai malvagi impulsi, cadano in ogni specie di delitti e, stanchi di una vita di turpitudini, non di rado giungano a suicidarsi.

(§ 6) Del resto non fa meraviglia che il mondo, cercatore come è di se stesso fino al disprezzo di Dio, si diletti di questi libri; ma è assai doloroso che a sì contagiosa letteratura prestino la loro opera e s’im-pegnino scrittori, che pur si vantano del nome cristiano.

È mai possibile che combattendo i princìpi morali del Vangelo si aderisca a Gesù benedetto che ha dato a tutti il precetto di crocifiggere la propria carne con i suoi vizi e le sue concupiscenze? “Se qualcuno vuol venire dietro di me – ha detto – rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Matteo 16, 24).

(§ 7) Non pochi scrittori sono giunti a tanto di audacia e di sfrontatezza da divulgare con i loro libri quegli stessi vizi che l’Apostolo vietò ai cristiani perfino di nominare: «La fornicazione ed ogni immon-dezza... nemmeno si nomini tra voi, come conviene ai santi» (Ef 5,3). Sappiano dunque costoro una buo-na volta che non possono servire a due padroni, a Dio e alla libidine, alla religione ed all’impudicizia.

«Chi non è con me — dice Gesù Signore — è contro di me» (Mt 12,30). E, non sono certo con Gesù Cri-sto quegli scrittori che con turpi descrizioni depravano il buon costume, fondamento inconcusso della società domestica e civile.

(§ 8) Atteso dunque il dilagare della letteratura sensuale, che ogni anno va sempre più inondando quasi tutte le nazioni, questa Suprema Sacra Congregazione del Sant’Offizio, cui spetta la tutela della fede e della morale, con l’Autorità Apostolica e a nome del Santo Padre, per divina Provvidenza Papa Pio XI, prescrive a tutti gli ordinari di fare il possibile per rimediare a tanto e sì urgente male.

(§ 9) Infatti spetta a loro, costituiti pastori nella Chiesa di Dio dallo Spirito Santo, vigilare con solerte diligenza su quanto si stampa e si pubblica nelle rispettive diocesi. È certamente noto a tutti che il nu-mero dei libri sparsi oggi dovunque è così grande, che è impossibile alla Santa Sede esaminarli tutti.

Perciò Pio X di s. m. nel Motu proprio Sacrorum Antistitum dispose quanto segue: “Se nelle vostre dio-cesi corrono libri perniciosi, adoperatevi con fortezza a sbandirli, facendo anche uso di solenni condan-ne. Benché questa Sede Apostolica ponga ogni opera nel togliere di mezzo siffatti scritti, tanto oggimai ne è cresciuto il numero, che a condannarli tutti non bastano le forze. Quindi accade che la medicina giunga talora troppo tardi, quando cioè pel troppo attendere il male ha già preso piede”.

(§ 10) Né inoltre la maggior parte di tali volumi ed opuscoli, quantunque dannosissimi, possono es-sere colpiti con speciale censura dalla Suprema Congregazione. Perciò gli ordinari, a norma del can.

1397, par. 4 del Codice di Diritto Canonico, direttamente o per mezzo dei Consigli di Vigilanza, istituiti dallo stesso Pio X con l’enciclica Pascendi dominici gregis, cerchino di compiere questo gravissimo do-vere con ogni premura e cura, né omettano di denunziare opportunamente questi libri, come condannati e sommamente nocivi, nei Bollettini diocesani.

(§ 11) Di più, chi ignora che la Chiesa con legge generale ha già stabilito che i libri cattivi, che grave-mente e appositagrave-mente offendono la morale, debbano ritenersi tutti vietati come se fossero posti all’In-dice dei libri proibiti? Ne consegue che commettono peccato mortale coloro che senza il dovuto permes-so leggono un libro evidentemente osceno, anche se non sia stato nominatamente condannato dall’auto-rità ecclesiastica. E poiché in questa materia, certo di grandissima importanza, corrono tra i cristiani fal-se e pericolofal-se opinioni, gli ordinari procurino con pastorali ammonizioni di richiamarvi l’attenzione so-pratutto dei parroci e dei loro coadiutori, e di istruire opportunamente i fedeli.

(§ 12) Inoltre gli ordinari non dimentichino di dichiarare, secondo le necessità delle singole diocesi, quali libri nominatamente siano di loro natura proibiti. Che se, per tenere lontani i fedeli dalla lettura di qualche libro con più efficacia e celerità, lo condannano con decreto particolare: conviene del tutto l’uso di questo loro diritto, come nelle cause di maggiore importanza suol fare la S. Sede, secondo il prescritto del can. 1395, § 1 del Codice di Diritto Canonico: “È diritto e dovere dell’autorità suprema per la Chiesa e dei Concilii particolari e dei Vescovi per i loro sudditi proibire per giusta causa dei libri”.

(§ 14) Infine questa Suprema Sacra Congregazione dispone che tutti gli arcivescovi, vescovi e gli al-tri ordinari, in occasione della Relazione diocesana, riferiscano al Sant’Uffizio quanto hanno stabilito ed eseguito contro i libri immorali.

Charles Maignen, del Sodalitium Pia-num) sono, tra gli altri: Baudelaire, Ver-laine, Rimbaud, Huysmans, Barbey d’Aurevilly, Léon Bloy e Charles Péguy tra i defunti; Psichari, Montier, Claudel, Vallery-Radot, Baumann, Bourget,

Ber-nanos, Vaussard, Jammes, e Mauriac tra gli allora viventi. Il testo dell’Istruzione verrà pubblicato in una eventuale nuova edizione del libro “La vergogna della tra-dizione”, edito dal nostro Centro Librario.

Note

1) Radio Spada ovviamente non ha gradito l’in-tervento di Corrispondenza Romana. Senza fare il minimo riferimento all’articolo sul loro “tradiziona-lismo gay friedly” (tranne una criptica allusione “al fuoco amico (amico?)” che li avrebbe colpiti nel pas-sato, Radio Spada, il 15 luglio 2019, ha attaccato Corrispondenza Romana (“Attenzione a certi autori e a certe idee. ‘Libri per l’estate’ da prendere con le pin-ze”) per aver raccomandato autori come Bat Ye’or, Del Valle e Meotti, tutti scrittori “occidental-ameri-canisti, e molto israel-orientati in politica”. La critica di Radio Spada a Corrispondenza Romana, in questo caso, è certamente fondata e persino fin troppo be-nigna. Ma quello che disgusta è l’ipocrisia dei ra-diospadisti, i quali si stracciano le vesti se Corri-spondenza Romana raccomanda tre autori sionisti, mentre collabora ampiamente col prof. Viglione, che del prof. De Mattei è, potremmo dire, un allie-vo, e con la dott. Silvana De Mari, che in quanto a filo-sionismo non si fa battere da nessuno, anche nell’esaltazione, per l’appunto, del “filo-israeliano di ferro” (RS dixit) Giulio Meotti. Insomma, i filo-israeliani sono buoni o cattivi nella misura in cui sono amici di RS: in questo caso Juda non olet. Ne sa qualcosa un commerciante in diamanti collaborato-re di “Fcollaborato-ree Ebcollaborato-rei” (“rivista online di identità ebraica contemporanea”).

2) Il sito dell’associazione (unavox.it) ha una ru-brica intitolata “articoli tratti da fonti diverse”. Sul caso Radio Spada, Una vox è intervenuta due volte direttamente e una volta indirettamente. Il primo intervento (maggio 2017) ci è stato contrario, pub-blicando un articolo di Cristiano Lugli (allora – non so oggi – attivissimo in Radio Spada) intitolato

“Risposta ad una omelia critica di don Francesco Ri-cossa”. Il duro articolo di Lugli era preceduto e se-guito da una nota di Una vox: “Dopo aver ascoltato attentamente l’omelia del Reverendo Don Francesco Ricossa - a cui rimandiamo in calce - ci è sembrato opportuno ospitare il seguente articolo di Cristiano Lugli - già noto ai nostri lettori - perché mette giusta-mente il dito sulla piaga aperta da Don Francesco Ri-cossa, che definiamo piaga per comodità di linguag-gio, ma che costituisce uno di quegli inconsulti “inci-denti di percorso” in cui ogni tanto incappano i no-stri sacerdoti votati anima e corpo in difesa dell’orto-dossia cattolica. A volte capita infatti che, trascinati dalla foga e dallo zelo pastorale, alcuni sacerdoti si la-scino intrappolare in accese polemiche contro chi non la pensa esattamente come loro e come vogliono loro.

Questo è uno di questi casi, di quelli in cui la vis pole-mica contro quelli che non piacciono porta a confon-dere l’essenziale con l’accessorio, l’insegnamento cat-tolico con l’opinione personale. Capita! In fondo sia-mo tutti uomini di questo sia-mondo”. Al termine del-l’articolo critico di Lugli, veniva onestamente se-gnalata l’Omelia oggetto della critica: “Domenica nell’ottava dell’Ascensione (28/5/2017), omelia di don

Francesco Ricossa, chiesa San Luigi Gonzaga di Alba-rea (FE): sulla processione del 3 giugno a Reggio Emi-lia https://www.youtube.com/watch?v=

bANk7eQ0GUM”.

In seguito alla pubblicazione de LVDT, Una vox ha invece pubblicato (gennaio 2019) la recen-sione di “Emmanuele Barbieri” preceduta dal se-guente commento:

“Pubblichiamo questo articolo, che è una recen-sione del libro di Don Francesco Ricossa “La vergo-gna della tradizione”, nonostante sia stato pubblica-to nel settembre 2018; perché l’argomenpubblica-to trattapubblica-to non è di poca importanza per l’edificazione dei catto-lici soprattutto giovani. L’autore spiega bene il senso del contenuto del libro scritto da Don Francesco Ri-cossa, libro che sarebbe utile che leggessero in molti, se non altro per evitare di incappare alla leggera in testi che sono principalmente perniciosi, nonostante si presentino come riflessioni culturali, e più perico-losi proprio per questo. Sul libro, Don Francesco Ri-cossa ha rilasciato un’intervista che invitiamo ad ascoltare: reperibile su youtube: https://www.youtu-be.com/watch?v=d6TBgT3XC6c”. Possiamo tran-quillamente affermare, allora, che l’omelia di don Ricossa proprio non era un “inconsulto incidente di percorso”. Oppure sì? Giacché malgrado questa presa di distanza dagli articoli pubblicati (ancor oggi) da Radio Spada, Una vox non prende però le distanze da Radio Spada. Il 27 maggio 2019 RS pubblica una intervista di Cristiano Lugli (quello di prima) e Alessandro Corsini a Calogero Cam-marata, presidente di Una vox, in occasione della conferenza di Mons. Williamson a Reggio Emilia (la città di Andrea ed Ilaria Giacobazzi). La venu-ta di Mons. Williamson in Ivenu-talia è patrocinavenu-ta da don Nitoglia, la conferenza reggiana da Radio Spa-da, edizioni Effedieffe (vicine a don Nitoglia) e da Una vox. Insomma: una associazione che diffonde tuttora un “tradizionalismo gay friendly” è fre-quentabile oppure no?

3) Sodalitium ha dedicato innumerevoli artico-li al fondatore del CESNUR ed ex-reggente nazio-nale di Alleanza Cattolica, Massimo Introvigne. In questa sede mi limito a segnalare quanto dichia-rato da Introvigne al giornalista Francesco Borgo-novo: “Premetto che per me l’espressione ‘esoteri-smo’ non ha nessun significato negativo, al contra-rio. Gli studi accademici hanno ormai riconosciuto l’esoterismo occidentale come una delle grandi tradi-zioni di pensiero europee, facendo giustizia di secoli di critiche prima protestanti (per cui l’esoterismo sarebbe il residuo pagano presente nel cattolicesi-mo), poi illuministe (esoterismo come irrazionali-smo) e quindi marxista (esoterismo come fenomeno

‘di destra’). Oggi l’anti-esoterismo, diffuso anche in certi ambienti cattolici, appare anacronistico quan-do non semplicemente sciocco” (F. BORGONOVO, Ma che progresso del diavolo. Le relazioni pericolose tra ideologia della sinistra, esoterismo e massoneria, in La Verità, 15 giugno 2020, p. 14).

Gianni Collu è morto

Nel documento N numero doppio (pagine 87-91)