La ricchezza dell’ archivio privato di monsignor Vignoli consente di dialogare con i vari personaggi che fanno capolino tra le righe delle epistole e dei copia lettere. I suoi interlocutori sono molti, alcuni dei quali noti anche al grande pubblico: siano essi parte dell′entourage vaticano, o di circoli letterari, questi illustri personaggi si scambiano, nelle tante e varie missive «cronaca di eventi, incontri, trame, notizie erudite, informazioni librarie, progetti letterari»38.
La ricerca e identificazione dei nomi dei destinatari e dei firmatari delle lettere e dei documenti ha assunto particolare rilievo, e per fare ciò si è resa necessaria la consultazione di svariati repertori quali IBN e IBI39 e lo studio di testi che
potessero far chiarezza sul periodo storico investigato, con un΄attenzione particolare alle vicende della Biblioteca apostolica vaticana nell’arco di tempo compreso tra il 1712 e il 173040. Le ricerche tradizionali, svoltesi presso le
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37 Ibidem.
38 ALFREDO SERRAI, Domenico Passionei e la sua biblioteca, Milano, Sylvestre Bonnard, 2004, p. 40. 39 IBN Index bibliographicus notorum hominum, Pars C, Corpus alphabeticum, 1: Sectio Generalis, Osnabrück, Biblico Verlag, 1977‐1997; IBI Indice biografico italiano, a cura di Tommaso Nappo, 3a edizione corretta e ampliata, München, K.G. Saur, 2002.
40 Per la storia della Vaticana si vedano: Bibliothecae Apostolicae Vaticanae codicum manuscriptorum
catalogus in tres partes distributus… Stephanus Evodius Assemanus… et Joseph Simonius Asemanus ejusdem biblioth. Preafectus… recenuerunt digesserunt animadversionubusque illustrarunt. Partis primae tomus pimus complectens codices ebraicos et samaritanos, Romae, ex typografia Linguarum
Orientalium, 1751; JEANNE BIGNAMI ODIER, La Bibliotheque Vaticane de Sixte 4. à Pie 11. : recherches sur
l′histoire des collections de manuscrits, avec la collaboration de José Ruysschaert, Città del Vaticano,
Biblioteca Apostolica Vaticana, 1973; Bullarum diplomatum et privilegiorum sanctorum romanorum
pontificum Taurinensis editio… Tomus XXIV (Clemens XII‐ ab. an. MDCCXXXIX ad. an. MDCCXL),
Augustae Taurinorum, A. Vecco et sociis editoribus, 1872; MARCO BUONOCORE, Bibliografia dei fondi manoscritti della Biblioteca Vaticana (1968‐1980), Città del Vaticano, 1986; MASSIMO CERESA,
Bibliografia dei fondi manoscritti della Biblioteca Vaticana (1981‐1985), Città del Vaticano, 1991; LOUIS
MARIE DUCHESNE, Le liber pontificalis. Texte, introduction et commentaire par l΄Abbe L. Duchesne, Paris, E. De Boccard 1957, t. I‐II‐III; CHRISTINE MARIA GRAFINGER, Beiträge zur Geschichte der Biblioteca Vaticana, Città del Vaticano, Biblioteca apostolica vaticana, 1997; JOHN N. D. KELLY, Vite dei papi: le
biblioteche, sono state affiancate anche da varie esplorazioni nella rete, indagini fatte “rovistando” tra le possibilità offerte dai motori di ricerca e dai più classici OPAC.
Per la scelta delle intestazioni ho preso come saldo punto di riferimento il manuale delle Regole italiane di catalogazione per autori (RICA)41 – benché tali norme siano
nate in ambito catalografico e non archivistico – e le ho utilizzate per alcune categorie di nomi trattate in modo speciale: quella dei sovrani e membri di case regnanti e quella dei papi. E così ho schedato i primi «sotto il loro nome personale»42 «nella lingua del paese su cui hanno regnato, seguiti dal numero
d′ordine e dal titolo (in italiano, preceduto da una virgola)»43, facendo seguire «ai
nomi di consorti di regnanti […] la qualificazione appropriata»44. Per i nobili ho
usato il «cognome, seguito dal prenome, e se è opportuno (ai fini della distinzione da altri omonimi o perché la persona è normalmente citata con tale appellativo), dal titolo nobiliare e dall′indicazione del predicato»45 (es. Rinaldo 3. d′Este, duca di
Modena; Barberini dei Principi di Palestrina Camilla, contessa consorte di Carlo IV Borromeo, viceregina di Napoli; Caetani Gaetano Francesco, 9. duca di Sermoneta). Per i pontefici ho impiegato la lingua latina, facendo seguire al nome il numero d′ordine corrispondente e la qualificazione di papa (es. Benedictus XIII, papa). Da questi modelli traspare chiaramente che ho mantenuto vivo l’interesse per la qualificazione del nome, la quale viene separata dal primo con una virgola e graficamente differenziata46.
Per quanto concerne i prefissi, articoli o preposizioni che siano, le RICA ci informano che nei nomi italiani e francesi essi sono sempre – eccetto casi specifici
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biografie degli uomini che guidarono 2000 anni di storia della Chiesa, Casale Monferrato, Piemme, 1995;
LINA MONTALTO TENTORI, Un mecenate in Roma barocca: il cardinale Benedetto Pamphilj (1653‐1730),
Firenze, Sansoni, 1955, p. 181‐185; Notizie per l΄anno 1716… Dedicato all΄Ill[ustrissi)mo R[everendissi)mo
Sig. Monsignor Gio: Cristoforo Battelli…, Roma, nella stamperia di Gio: Francesco Chracas, 1716; Notizie per l΄anno 1729… Dedicate all΄Em(erentissi)mo Rev(erendissi)mo Principe il signor cardinale Francesco Antonio Finy…, Roma, nella stamperia del Chracas, 1729; LUDWIG VON PASTOR, Storia dei Papi dalla fine del Medio Evo: compilata col sussidio dell′Archivio segreto pontificio e di molti altri archivi. 15: Storia dei Papi nel periodo dell′Assolutismo dall′elezione di Clemente XI sino alla morte di Clemente XII (1700‐1740), versione italiana di Pio Cenci, Roma, Desclée & C. Editori pontifici, 1933; REMIGIUS
RITZLER, PIRMIN SEFRIN, Hierarchia catholica Medii aevi sive summorum pontificum, S.R.E. cardinalium, ecclesiarum antistitum series. A pontificatu Clementis Pp. 9. (1667) usque ad pontificatum Benedicti Pp. 13. (1730), Padova, Il messaggero di s. Antonio, 1952; Ruoli del Palazzo Apostolico. Inventario a cura di
Giovanni Morello, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1973, n. 1‐432. 41 Regole italiane di catalogazione per autori, Roma, ICCU, 1979. 42 Ivi, p. 91.
43 CARLO REVELLI, Il catalogo, con la collaborazione di Giulia Visentin, Nuova ed., Milano, Editrice Bibliografica, 2004, p. 230.
44 Regole italiane, cit., p. 92. 45 Ivi, p. 93.
che a noi, questa volta, non riguardano – considerati parte integrante del cognome (esempi a. e b.); il von tedesco viene, invece, rifiutato (esempio c.):
a. DEL TORRE Filippo
b. LE CAMUS Étienne
c. SCHÖNBORN Johann Philipp Franz von
Questi accorgimenti stilistici sono stati seguiti alla lettera per la stesura dell’indice dei nomi e per le intestazioni delle schede. Nell’indice si è scelto inoltre di utilizzare il rinvio, grazie al quale si segnala «che una certa forma per un punto d′accesso è stata rifiutata a favore di un′altra»47, pur riconoscendo la validità e la
legittimità della voce non accolta. Sovente i nomi sono seguiti dalle date di nascita e di morte racchiuse tra parentesi tonde; nel caso in cui non sia stato possibile risalire con certezza alle suddette date si è loro preposta l′abbreviazione ′′ca.′′ (circa), oppure ′′menz.′′ (menzionato), adottato quando le stesse si riferiscano o al periodo in cui l′interessato visse, oppure a quello in cui svolse la sua attività. Laddove ci si è trovati in presenza di pseudonimi si è scelto di utilizzare il classico ′′pseud.′′. 4.2. Lavorare sui documenti: le “medaglie” di Vignoli e lo stemmario di Lucca
Scartabellando i documenti del fondo, mi è capitato sovente di venire distolta dalla lettura degli stessi, da disegni e scarabocchi che, in alcuni casi copiosamente, in altri con velata parsimonia, adornavano una gran quantità di scritti. Vignoli infatti, oltre ad essere uno studioso e uno scrittore si dimostra anche un provetto disegnatore. I suoi schizzi sono per lo più monotematici: busti di papi o di principi romani inscritti in cerchi, tentativi artistici ben riusciti, i quali si possono agevolmente collocare nel solco della passione medaglistica e numismatica tanto in voga negli ambienti colti ed eruditi frequentati dal Vignoli. La bellezza e la perfezione di alcuni di questi tondi li avvicina a dei cammei, i quali esaltano la figura in essi rappresentata. La maggior parte dei disegni è accompagnata dal nome latino del diretto interessato: li si ritrova sia tra le pagine del Liber pontificalis, sia sparsi qua e là con o senza un testo d’accompagnamento. C’è da dire anche che Vignoli scrisse un testo, Originali del Libro delle Monete dei Papi di Monsignor Vignoli, pubblicato in prima istanza nel 1709 col titolo Antiquiores pontificum romanorum denarii nunc primum in lucem editi notisque illustrati, e poi nel 1734 (quindi postumo alla di lui morte) col titolo Antiquiores pontificum romanorum denarii olim in lucem editi, notisque illustrati a V. C. Joanne Vignolio, iterum prodeunt tertia sui parte aucti, & notis pariter illustrati studio et cura Benedicti Floravantis, nel
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quale (e voglio precisare che il discorso vale sia per il manoscritto originale che per le opere a stampa) il testo vero e proprio è preceduto da pagine esplicative sulle monete dei pontefici e sulla loro iconografia e da ritagli di carta con i disegni delle monete di alcuni papi.
Ciò detto, mi appresto in questa sede a raccontare un altro aneddoto, un’altra fase della ricerca da me condotta “a danno” del Vignoli. Alla fine del 2006 mi era, infatti, capitato tra le mani un intervento di Laura Giambastiani48 nel quale si parla
di uno stemmario proveniente dalla biblioteca del cardinale Orazio Filippo Spada (17.‐18. sec.) acquistato dall΄Archivio di Stato di Lucca nel 1993 presso la libreria antiquaria fiorentina L. Gonnelli e Figli. Questo bel codice, dice Giambastiani, presenta 138 stemmi acquerellati, disposti in ordine alfabetico, che si riferivano a papi, cardinali e alla nobiltà romana in genere.
Ora, poiché è assodato che Vignoli fu, tra le altre cose, un numismatico e un amante dell΄araldica (come già detto in precedenza erano frequenti le incursioni da disegnatore provetto nel bel mezzo di epistole, e si aggiungano gli svariati riferimenti – rintracciati nel carteggio con Filippo Del Torre, Giovan Battista Panagia, Lodovico Antonio Muratori, Domenico Passionei, ecc. – alla sua attività di numismatico, sapientemente coltivata negli anni insieme a quella di letterato e scrittore, di studioso ed erudito), e poiché non si conosce l΄artefice dello stemmario lucchese (la paternità è discutibile, ma è certo che si tratta di un personaggio della corte pontificia e non dimentichiamo che Vignoli fu in contatto con lo Spada), si era insinuato il dubbio che potesse essere proprio il pitiglianese, quel padre a lungo cercato. Purtroppo non era così.