Pier Marcello Corradini fu un cardinale, giurista e archeologo che visse a cavallo tra il 17. e il 18. secolo. Notato da più pontefici per la sua vasta cultura, riuscì ad accedere a svariate cariche ecclesiastiche (referendario del Tribunale della Segnatura Apostolica, uditore alla Penitenzieria Apostolica, ecc.), ma quella che a noi interessa, è quella di prodatario presso la Dataria Apostolica, attraverso la quale aveva sviluppato competenze in materia di benefici ecclesiastici e di grazie. Corradini entra dunque in contatto con Vignoli in quest’ambito: dalla lettura del documento n. 4, serie I, Vignoli risulta commendatario di una abbreviatoria di cancelleria assegnatagli da Benedetto 13.: avrebbe avuto così l’onere e onore di abbozzare e preparare in forma compiuta le bolle papali, prima che queste venissero scritte dagli scriptores.
Per comprendere che ruolo ebbe Corradini nei confronti di Vignoli in questa vicenda, possiamo affidarci alla storia raccontataci nel documento n. 25, della medesima serie del precedente, nel quale si legge: «Le Abbreviatorie di Cancelleria son dodici, e al presente ne sono tre vacanti da più e più anni. Di una di queste tre, cioè de’ frutti e dell’Esercizio d(ell)a med(esim)a ne ha fatto N(ostro) S(ignor)e la Grazia a Mon(signor) G(iovanni) Vignoli, sua vita durante, fin dalla vigilia di S(an) Pietro: E son già due mesi, che dall’Em(inentissim)o S(igno)r Card(inale) Corradini gliene viene ritardata la spedizione, ora con un pretesto, ed ora con un altro, non senza grave pregiudizio, e danno d’esso Vignoli. Da principio mostrò sua Em(inen)za qualche dispiacere, che da S(ua) S(anti)tà gli fosse stata concessa quell’Abbreviat(ori)a, sua vita durante, dicendogli, che gli sarebbero fatti godere i frutti, e l’esercizio di essa, fin tanto che non si fosse trovata a vendere. Poi non piacendogli questo, pensò di presentare a N(ostro) S(igno)re un suo foglio, in cui esaggerando sopra tutto le angustie, nelle quali si ritruova la Camera dicea venir questa aggravata notabilm(en)te per tal grazia; mentre pagando la medesima da ducento sc(u)di l’anno per ciascuna delle sud(det)te Abbreviatorie, ed erogandosi presentem(en)te i ducento sc(u)di, che paga per questa, e per le altre due Abbreviatorie vacanti, nel pagamento de’ frutti de’ luoghi de’ monti, viene la Camera a privarti di questo sollievo. E benché questo sollievo sia tale, che non par, che dovesse meritare una tal riflessione, e si sia da Mons(ignor) Vignoli fatto intendere a Sua Em(inen)za, che avrebbe in questa parte rilevato la Camera con rilasciarle i quindici sc(u)di il mese, che la med(esi)ma gli paga d’ordine di Sua S(anti)tà per mezzo della Dispenza di Palazzo, pure non è ciò bastato a Sua Em(inen)za per rimuoverla da queste sue opposizioni, dicendo adesso, che vi sarebbe un altro pregiudizio, se non della Camera, almeno della Dataria. Ma non essendovi stato alcun pregiudizio della Dataria, allorché da N(ostro) S(igno)re si è fatta a tanti la grazia d’altri vacabili, e particolarm(en)te di una di queste med(esi)me abbreviatorie […] e di un’altra fatta donare in perpetuo dallo stesso Sig(nor) Card(inale) Corradini alla Congregaz(io)ne di Sant’Ivo […] non si sa come
possa la Dataria restare pregiudicata ad esso che da sua Santità sen’è fatta la Grazia a Mons(igno)r Vignoli, non in perpetuo, né del Capitale, ma de’ soli fruti, e fintanto che vive. Non di meno, affinchè non vi fosse a che potesse S(ua) Em(inen)za attaccarsi per contrariarlo, non ostante, che dalla santità sua gli sia stata concessa questa Abbrevit(ori)a sua vita durante, ha’ mostrato Mons(ignor) Vignoli d’esser contento di prenderla, conforme dal principio voleva l’Em(inen)za Sua, e di tenerla finchè non si truova a vendere, e non vi sia da dargli l’equivalente. Ma né pur si vede, che questo basti a togliere sua Em(inen)za da simile contrarietà, avendo ultimam(en)te proposto alla S(anti)tà Sua, che gli si dia per adessi una pensione di Spagna di cento sc(u)di, e poi un’altra di ducento perpetua in luogo dell’Abbreviatoria, la quale per testimonianza degli stessi Prelati, ch’esercitano le altre, viene a fruttare secento, e più sc(u)di l’anno, e col tempo anche più […]. Dacchè si vede, che non contento l’Em(inentissm)o S(igno)r Card(inale) Corradini di aver la soddisfazione, che da M(onsigno)r Vignoli non si ottenga l’effettuazione della Grazia stessa, qual gli è stata concessa dalla somma beneficenza di N(ostro) S(igno)re vuole avere anche l’altra di minorargliela nel compenso di più di due terzi, col dire, e supporre, che queste Abbreviatorie non rendono più di quattrocento sc(u)di l’anno, comprensivi anche i ducento della Camera, quando la loro rendita è di secento, e più, e col volere inoltre detrarre da questi quattrocento i ducento sc(u)di sud(det)ti, che sogliono pagarsi dalla stessa Camera, i quali colla variazione della Grazia, non toccandoti più cosa alcuna della Camera, non par, che debbano considerarsi. In questo particolare però, non preme tanto a Mons(igno)r Vignoli lo scapito, che gli procura del suo intervento l’Em(inentissim)o S(igno)r Card(nale) Corradini, quanto quello della prop(ri)a estimazione; mentre per conseguire dal Principe qualche Grazia, non sempre si richiede il merito, bastando talvolta la sola volontà del med(esi)mo Principe: ma per far che la Grazia, già ottenuta, e da per tutto pubblicata, come questa, venga poi ritirata, e privata del suo devoto effetto, è necessario, che nella Persona che l’ha conseguita, concorra un gran demerito, che dalla paterna benignità, e clemenza di N(ostro) Sig(no)re non par, che si riconosca nella Persona di Mons(igno)r Vignoli antico suo serv(ito)re, e famigliare, conosciuto, e praticato dalla Santità Sua molto prima, che conoscesse, ed avesse inteso nominare lo stesso Em(inentissim)o S(igno)r Card(inale) Corradini, e che quando anche non concorresse in lui altro per porre in salvo la riputazione di N(ostro) S(igno)re, che ha’ voluto in tal forma gratificarlo di cosa, che unicamente a lui spetta, e di cui è l’assoluto Padrone, ono già dieci sette anni, che con provisione assai tenue, e dimezzata, come è ben noto all’Em(inen)za sua, fù chiamato dalla Santa Mem(oria) di Papa Clem(en)te 11. al servizio della Santa Sede, in cui si ritruova ancora, con impiego assai distinto». 48