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Le agenzie di rating del credito: cenni introduttivi

Le agenzie di rating del credito1 sono soggetti di diritto privato2 la cui attività principale e caratterizzante

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“Agenzie di rating del credito” è l’espressione completa per riferirsi ai soggetti che emettono valutazioni sul merito creditizio di emittenti e/o di singole emissioni; tuttavia, per semplicità, si è soliti elidere la parte finale (si è, cioè, soliti utilizzare la locuzione abbreviata “agenzie di rating” tout court). Si è ritenuto importante premettere questo chiarimento in quanto il termine “rating”, di per sé, indica semplicemente una misura qualitativa, che può riferirsi a vari ambiti. Oltre ai credit rating esistono, difatti, anche non credit

rating, «relativi alla valutazione di altre caratteristiche del soggetto

analizzato (ad esempio, rating assegnati alle capacità gestionali dei Cdo asset manager)» (MANCINELLI L., L’assegnazione di rating da

parte delle agenzie: significato, implicazioni e principali aspetti critici, in Bancaria 2005, 3, 55). Esempio di non credit rating è il

c.d. rating etico, ossia un giudizio relativo alle imprese basato su criteri etici, sociali o ambientali: cfr. TONELLO M., Le agenzie di rating finanziario. Il dibattito su un modello economico esposto al

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rischio di conflitto di interessi. Verso un sistema pubblico di controllo?, in Contratto e impresa 2005, 3, p. 933 ss., nonché art.

117 ter del d.lgs. n. 58 del 1998. Un tipo di rating etico è il c.d.

rating di legalità, nato nel 2012 e destinato alle imprese italiane;

per approfondimenti sul punto si rinvia al sito dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM), alla pagina dedicata al

rating di legalità: http://www.agcm.it/rating-di-legalita.html). Nel

corso del presente lavoro ci si riferirà esclusivamente al rating del merito creditizio, basato su criteri valutativi di natura finanziaria e volto a misurare la solidità economico-finanziaria di un emittente o di una singola emissione.

Si ricorda, inoltre, che l’attività di rating del credito può avere ad oggetto anche la misurazione della capacità di credito dei consumatori e, più in generale, delle persone che non svolgano attività d’impresa (cfr. DRIGO F., La responsabilità delle agenzie di rating per il danno all’informato. L’esperienza statunitense, in

Rass. dir. civ. 2006, 2, p. 505, nt. 46). Tra i sistemi informativi che

in tale ambito contribuiscono a ridurre le asimmetrie informative si ricordano le centrali rischi, che forniscono informazioni sulla posizione creditizia dei clienti; ne esistono sia di pubbliche che di private. A livello pubblico esiste la Centrale dei Rischi (CR), un sistema informativo sull’indebitamento della clientela verso le banche e le società finanziarie (intermediari) che fa capo alla Banca d’Italia. La Centrale dei Rischi ha i seguenti obiettivi: 1) migliorare il processo di valutazione del merito di credito della clientela; 2) innalzare la qualità del credito concesso dagli intermediari; 3) rafforzare la stabilità finanziaria del sistema creditizio (fonte:

http://www.bancaditalia.it/statistiche/racc_datser/intermediari/cen trarisk). La differenza tra le centrali rischi e le agenzie di rating si

coglie, oltre che nella diversità dell’oggetto della valutazione, in ciò: «[r]ispetto ai credit registries pubblici e privati (ad esempio, in Italia, la Centrale dei Rischi), che contribuiscono anch’essi alla riduzione delle asimmetrie informative fornendo notizie sulla credit history di un emittente, le agenzie di rating effettuano analisi addizionali dei fattori correnti e prospettici che possono influenzare il merito creditizio nel futuro» (MANCINELLI L., op. cit., p. 55, nt. 4).

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consiste nel rilasciare valutazioni sul merito creditizio di emittenti e/o degli strumenti finanziari dagli stessi emessi (credit rating).

Tali differenti tipologie di rating non saranno oggetto della presente trattazione.

Sulla pluralità di significati che il termine rating ha assunto cfr. PRESTI G., Take the «AAA» train: note introduttive sul rating, in

Anal. giur. econ. 2012, 2, p. 251: «Rating sta diventando

un’espressione di uso comune, specie da parte dei mass media; e, come tipicamente accade quando un termine tecnico settoriale ha successo e viene volgarizzato, la parola viene spesso utilizzata con un significato diverso da quello suo proprio nell’ambito originario, vale a dire il credit rating. Solo esemplificativamente e aneddoticamente può ricordarsi che: 1) una recente legge prevede il c.d. rating di legalità delle imprese (art. 5-ter d.l. 1/2012 conv. in l. 27/2012; 2) l’espressione è sempre più frequente nel settore universitario ove è stato avviato il c.d. rating delle riviste e delle pubblicazioni scientifiche e il termine è così diffuso che un editoriale su un noto giornale è intitolato Il rating della scuola (Simone, su “La Repubblica”, 3 ottobre 2012; 3) il maggiore quotidiano economico nazionale ha avviato un osservatorio sull’attuazione concreta delle diverse manovre del governo Monti e l’ha denominato “Rating24”; 4) mi è capitato di vedere la pubblicità del libro di un architetto intitolato Il rating

dell’involucro edilizio». 2

In particolare, «[l]e agenzie di rating si possono ascrivere alla categoria delle imprese multinazionali, infatti, esse vendono un servizio, il rating, allo scopo di ottenere un profitto» (PILUTTI E.,

Le agenzie di rating come strumento di controllo sulla global

governance, in Riv. coop. giur. int. 2012, 42, p. 189).

Il termine “agenzia”, riferito a soggetti di diritto privato, non pare essere del tutto corretto: «[a]lthough many call them agencies, this term is deceiving in that an agency is somehow attributed to the state or the government but these have nothing to do with the state, they would rather be called firms as suggested in White (2001)» (ORHAN M. e ALPAY R., op. cit., p. 2).

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Più precisamente, secondo la definizione accolta dall’art. 3, par. 1, lett. b) del Regolamento CE n. 1060 del 2009, l’ “agenzia di rating del credito” è «una persona giuridica la cui attività include l’emissione di rating del credito a livello professionale»3.

Le agenzie di rating sono, dunque, persone giuridiche che svolgono un’attività imprenditoriale privata, consistente nell’analisi e nella valutazione di dati ed

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Secondo il Codice IOSCO (Code of Conduct Fundamentals for

Credit Rating Agencies, emanato nel dicembre 2004 e rivisto nel

maggio 2008, disponibile all’indirizzo

http://www.iosco.org/library/pubdocs/pdf/IOSCOPD271.pdf),

«[f]or the purposes of the Code Fundamentals, the terms “CRA” and “credit rating agency” refer to those entities whose business is the issuance of credit ratings for the purposes of evaluating the credit risk of issuers of debt and debt-like securities. For the purposes of the Code Fundamentals, a “credit rating” is an opinion regarding the creditworthiness of an entity, a credit commitment, a debt or debt-like security or an issuer of such obligations, expressed using an established and defined ranking system. As described in the CRA Report, credit ratings are not recommendations to purchase, sell, or hold any security» (p. 3). Secondo il CRARA, Sec. 3(a)(60)(61), «‘‘(60) CREDIT RATING.—The term ‘credit rating’ means an assessment of the creditworthiness of an obligor as an entity or with respect to specific securities or money market instruments.

‘‘(61) CREDIT RATING AGENCY.—The term ‘credit rating agency’ means any person—

‘‘(A) engaged in the business of issuing credit ratings on the Internet or through another readily accessible means, for free or for a reasonable fee, but does not include a commercial credit reporting company;

‘‘(B) employing either a quantitative or qualitative model, or both, to determine credit ratings; and

‘‘(C) receiving fees from either issuers, investors, or other market participants, or a combination thereof».

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informazioni ai fini dell’emissione, del monitoraggio e della (eventuale) revisione di un rating del credito relativo ad un emittente e/o ad una singola emissione.

Lo scopo dell’attività di rating del credito è quello di superare (o, quantomeno, di ridurre) le asimmetrie informative esistenti tra i due lati del mercato (quello della domanda, rappresentato dagli investitori, e quello dell’offerta, rappresentato dalle imprese), «sia “nelle fasi di screening e di monitoraggio delle varie opportunità di finanziamento”, sia nella fase di mantenimento o di cessione dei titoli»4, offrendo una valutazione prognostica circa l’effettiva capacità dell’emittente di rimborsare puntualmente i propri debiti alla scadenza (restituzione del capitale e pagamento degli interessi).

L’appianamento (o, più realisticamente, la riduzione) del dislivello informativo produce benèfici vantaggi a favore di entrambe le parti: da una lato, gli investitori traggono vantaggio dal fatto di poter disporre di una maggior mole di informazioni sulle quali basare le proprie scelte di investimento (acquisto-mantenimento-dismissione dei titoli), scelte che saranno più informate e, quindi, più consapevoli ed aderenti agli obiettivi individuali; dall’altro, il vantaggio per gli emittenti è duplice, ossia i) da un lato, quello di ridurre i costi di raccolta del capitale di credito (a patto, però, di ottenere un giudizio positivo, di livello investment grade) 5, e ii)

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FUSARO A., Rating finanziario e responsabilità nei confronti

dell’emittente, in Contr. e impr. 2012, 1, p. 181. 5

Sulla c.d. signaling theory, che permette agli emittenti dotati di un miglior merito creditizio di comunicare questa informazione agli investitori in modo tale da ricevere una migliore valutazione dal mercato, cfr. PICARDI L., op. cit., p. 717, nt. 11, ove ulteriori riferimenti. In particolare, «[t]he basic good produced by credit rating agencies can be described from the issuers’ perspective as a

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dall’altro quello di permettere agli emittenti nuovi ed a quelli comunque meno noti al pubblico degli investitori di fare il loro ingresso sul mercato finanziario «annullando le barriere costituite dalla scarsa notorietà»6.

In conclusione, l’attività di rating del credito – ove correttamente svolta – si rivela di indubbia utilità tanto per gli investitori quanto per gli emittenti, consentendo una migliore allocazione delle risorse che va a vantaggio non solo dei singoli, ma altresì dell’intero sistema economico nel suo complesso.

signaling service. In an analytical process the agencies gather financial and other data and publish a neutral opinion about the true credit quality of an issuer or a debt security. These opinions are indicators covering the potential for credit loss resulting from delays in payment or the failure to pay» (DITTRICH, FABIAN, The

Credit Rating Industry: Competition and Regulation (June 4,

2007). Available at SSRN: http://ssrn.com/abstract=991821 or

http://dx.doi.org/10.2139/ssrn.991821, p. 10). 6

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