da-marinari,trarporcatiinoppofti climi,é perlunghi viàg*
gi, fi fono abbaftantatnoftrara ne*capkoli precedeò*
ti *
Ad
accrefcere trìftetza»e
Ibiaguraal l«r geatrc diTin
il aggiunge ilmala
fanateo•Xo
eomraggou.tSà alTal di laggiarisi.pardiè' oulla fon cIvooTpeni^
il parehè qaalla
domie
«riaatatt tha-lamio'im.com<
inaficio di fa» fon-quali fempra 4oftKadi calcicova**
laoo*
B
qui noti ilii ttàttertò ora'a
tìcatcara ià*IcorpigiàfoerirakidaicoittiiiiiicatoHdalcUtna
na
iia^no
piàcapaci, fa quelladoma
'ftaini co.*loro caldi:«ensperamenti abbiano^iaià le iorgenti-dl plA aniiv:
a
paoecraiuainfenonafo
fa la latailda corrugatrici.da
aflTa uiatc pa^ porràun
frattomoHiaataAeo
8gB<fcoli irritaad delle
pani
lalatta, fieao-pid fiitali'al:coocatco degli europei; folodird
cbe
chi fiabbaa»-dooa
alleloro tufinghc, quafi fedipre fi trovaa
df^i darikttàaatddle
coofegucnzedolorofe dellavaoarevaga«-Tutto
quello è itioito veramente; mafnon
fareb*ba
il maggiordanno
, fe i mafifiari ciie fi trovano col contagio addofib, fonerò più foileciti a palefar-i.lo. Il chirurgonavalemai non lo fa in generale
non quando
il veleno hagettate profonde radici; e per lo più a lui fi fcuopronoquando
la nave è ai Miare*Or
quattoè il teiupo cheaaoca&o
i mezzi)Digitizociby
Googlc
137 pii propri per accompagnare il mercurio che deve ìnlìnuarH nella malTa del fangue,
come
farebbero ibagni, il latte, le bevande frefche e diluenti» la dieta bea aHegnata, fenza di cui ia cura
non può
dirfì che a
mezzo
, eTpeffoanchefvaDtaggiofa. 01«trealla
mancanza
di aiuti tanto (ìcurì e prudenti, fipuò
anche dire che l'ufo il piùmoderato
di quel rimedio per i'attenuante, e folvente fu;i proprietà, inetteil fangueinproffìma difponzionea pafTare pre-fiamente a fcorbutica diatefì. Quefla verità die Ciaccordacolle oflervazioni le più recenti, fu ricono-iciuta fin dall'anno 1633daGiovanni
Hurtw^nno
{a).Infatti il mercurio dato per efiinguere il fomite ve-nereo accrefce la putrida colliquazione degli umori,
a cui fon già difpofli ne'corpi
umani
fotto i climi caldi. Quindi in climi si fatti, e ne'luoghipoco
fani coloro che anno prefomolto mercurio
incontra-no
più facilmente le febbri, e lediifenterie più fa-tali in eilìche neglialtri.
Di
più,per lecagioni del grande e continuo ca-lore i corpinon
pofTono generalmente foffVire la quantità diquel rimedio che potrebberofottoun
cic-lo temperato. Anzi fi vedenon
di radoche lami-nima
porzione dieiTo, in qualunque forma introdot-to, trafportalì alla bocca, ed è ben predo portatoCaJ Fedi l'Opera fua pojluma che ha per titolo Pnxcos Cfaj^tniatricte• De Scorbuto pt 34^* Lipilz i<58}»
158
fuori dalla falivazione.
Dal
che ne viene la crafi del fangue fcompofta, iltemperamenro
peggiorato,
e renduto incapace a fopportarne la quantità necef-faria. Cosi i fìntomi deludonola forza del rimedio
,
Qucdi
fatti,ormai ^abilitianche troppo da unafu*nella efpcrienza,
debbono
necefrariamcnte condurre ad impedire più che fipuò
l'ufo del mercurio,quando
perVacutezzade*fintomi venereinonfigiudichi di un* alfoluta necefTìtà; ed in cai cafo le più minu^te diligenze, le più rifleffe cautele
debbon
effere of-fervate,onde
prevenire i finiftri cfTelti che polTono avvenire nelle coftituzionì de'corpi.
Il
metodo
chepiù prevale inIndia»percacciarfuo-ri il venefico
miafma^è
quellodella foluzionc del fu-blimato corrofivo dato per efìmzione. Quafi tutti imedici flabiliti inAfia concorrono ad approvarlo;ed io api'oggiato al loro fuffragio
me
ne fon fervito per alcuni cafì nella mia pratica,come
da alcune delle fegucnti ofTervazioni fipotrà ravvifare•XJLlla noflra partenza di Livorno fi trovavano alcuni marinari attaccati da mal venereo. Chi avea gonorrèa, chi buboni, chi gonorrèaed ulcere
infie-me
. Nelnumero
di quefti Daniel Sinkler marinaro, di ventidue anni incirca,venne ilprimo
di ottobre 1776 afarfi vifitare per un tumoreoell'inguine de«c rertano più oflinati che mai»
Oprvaiione
XXXL
139 Uro.
A
torre riofiammaiionedieflofuron cofto ^re-fcricte ie fornente, ed i cataplafmi ammollienti. In breve venne a perfetta maturità, e nel di otto fu aperto. Neltempo
che quefto fé n'andava conotti-me
fuppurazionì verfola guarigione, fen'affacciòun
altro nell'inguine finiflro, ilqualefu conparimeto-do
condotto amaturamcnto
, e ildiciotto di novem-bre tagliato.Le
fuppurazioni di quello furonmeno
Jaudevoli, epiù lunghe; e varie ricorrenti infiamma-zioni, fpeziaimenieintorno agiiorli delia piaga
tnlic-me con
qualche corruzione dcgl* integumenti delia parte, ne differirono il miglioramento.1topiciufati intutta lacura, cheCiultimòne'
pri-mi
didecembre
, furono le fila afciutte, le tiepide abluzioni delle piaghe, e I'cfarcotico al bifogno.Non
fi tralafciò di purgarlocon
qualche dofe mer-curiale, e diafTegnarli ladietade*valetudinari.Que-lla
conHde
fulle Navi in foflituirealla razionelalata» tifo, pane, burro, e farina•\Jnà
gonorrèa virulenta retrocedutacagionò a Giorgio Fabbri marinaro d'anni vcntifetteuno
fpcr-matocele il ventitre di fettembre. I cataplafmiam-mollienti,alternatidalle fornenteantiflogiftiche,fi op-pofero al corfo infiammatorio di cito.
Non
manca-rono le nitrofe bevande refrigeranti, le purghe leg-gieremercuriali, ed i cliAeri anodini. Ceifaia l'in-Ojfcrva\ìone
XXXIL
140
fiamnazione,lìnafeegli
eoo
dolentedorma
ruU'e|>l-didimo deftro.Queila fidìffipòfelicemeote,mercè
la condouazìooedelle poiché calde il giorao,U
cat»*plafma fitto
con
le quattroArine» detterifolveoti» la notte,e
ditempo
intempo
le moderate frizioni d'unguento mercuriale;e
verfo lametà
di.ottobreli rimife al Tuomeftiere.