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Le conseguenze dell’avvento di internet

1.4 Internet anni

1.4.3 Le conseguenze dell’avvento di internet

Internet creò problemi all’industria cinematografica, poiché le aziende che ne facevano parte non erano disposte a vedere circolare i loro film in Internet; ad avere problemi, ancora più seri erano le case discografiche perché la diffusione in rete della musica faceva nascere problemi legati al copyright e alla pirateria: per esempio in

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Gran Bretagna venne approvata la legge Copyright and Trade Marks Law la quale prevedeva delle pene esemplari per coloro che infrangevano il copyright e la polizia aveva il compito di ricercare e sequestrare i file che contenevano musica scaricata illegalmente dal web; purtroppo queste erano delle misure ottime ma difficili da mettere in pratica. Alcuni importanti giornali tra i quali il «Times» sostenevano che dall’avvento della nuova tecnologia di Internet, si era verificato un’impennata delle violazioni del copyright; questo non solo nel campo della musica anche in quello cinematografico, artistico, nel mondo dei compositori e degli esecutori. Per fare un esempio, nel cinema hollywoodiano, nel 2007, gli sceneggiatori avevano fatto un duro e lungo sciopero contro la violazione dei diritti d’autore. La difesa del copyright da parte delle case cinematografiche e musicali è di vitale importanza di fronte all’affermarsi di Internet.

A partire dalla seconda metà degli anni 2000 iniziano a spopolare sul web i «blogger» ovvero persone che inserivano informazioni sulla rete oltre a scrivere le proprie opinioni e i propri giudizi e pregiudizi; i blog erano e sono molto facili da costruire e il costo per la pubblicazione era molto basso. Dopo un sondaggio fatto nel 2007 si attesta che in America ben 12 milioni di persone hanno un proprio blog ed in Giappone la quota di blog aperti sale ancora di più.

Un caso che ho trovato molto interessante è stata la costruzione di un sito Internet, molto particolare, da parte di Alex Tew, nel 2005 chiamato The Milion Dollar Homepage. Alex è uno studente che per mantenersi gli studi universitari decise di creare questa pagina Internet, composta da un milione di pixel, della misura di 10x10 che potevano essere cliccati e venduti ognuno al costo di un dollaro; il ricavo della vendita sarebbe stato di circa un milione di dollari e da qui deriva il nome dello spazio web. Ogni area che veniva acquistato da un cliente, si sarebbe poi trasformata in un link che riconduceva alla pagina web del sito del proprietario, il tutto era una sorta di pannello che pubblicizzava il proprio sito o la propria attività e i potenziali clienti potevano raggiungere i venditori in modo molto più veloce. Il sito suscitò molto interesse e divenne un fatto mediatico di rilevante importanza; in un anno tutti i pixel vennero venduti, con un guadagno che superava il preventivo iniziale.

Interessante, invece, è vedere il trattamento che la Cina ha riservato ad Internet, completamente diverso dal comportamento tenuto da parte degli Stati Uniti ed

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Europa; all’origine non era possibile per il popolo cinese la navigazione da casa, quindi se si voleva navigare sul web le persone dovevano recarsi in centri Internet che le autorità potevano controllare; tutto questo era legato a motivazioni politiche. I centri dove ci si poteva collegare ad Internet erano ovunque, questo non solo per i cinesi ma anche per tutte le altre popolazioni, sorgevano soprattutto in prossimità delle stazioni ferroviarie e aeroporti, ristoranti e caffè. Nel 2005 le cose cambiarono anche per la Cina, nella quale una giovane ragazza, Gary Yang, dopo una lunga esperienza di lavoro in Europa e negli Stati Uniti, aveva realizzato nel suo Paese un sito nel quale si potevano caricare video chiamato Tualoo, che in una giornata poteva essere visualizzato da ben 12 milioni di internauti e offriva 100 milioni di video. Il popolo cinese riteneva questi video una buona alternativa alla televisione e potevano essere forniti anche da coreani e giapponesi oltre che da cinesi; ovviamente tutti i video prima di essere pubblicati erano sottoposti a rigide procedure di controllo. Internet oltre ad essere tutto quello detto finora, è anche formato di piattaforme commerciali come eBay. Creata a metà anni ’90, arrivò in Italia nel 2001, e risulta ancora oggi il sito d’aste più conosciuto per vendere e comprare oggetti online, sia nuovi, sia usati; dopo solo un anno dalla sua creazione 41 mila utenti avevano acquistato e venduto merce sul sito. Fin dalla sua nascita Internet dimostrò che era ed è un mercato di enorme portata nel quale non c’era alcun oggetto che non potesse essere mercificato. L’idea che la rete forniva era quella di essere stata creata proprio per questo scopo ma in realtà era l’esatto opposto. Internet quindi negli anni, divenne anche un mercato globale, uno dei tanti aspetti che la rete assunse senza predisporlo in un piano preciso.

Un’altra azienda di commercio elettronico che si è sviluppata negli stessi anni di eBay è stata Amazon, una delle prime aziende che vendevano oggetti online, dapprima era una grande libreria digitale, poi, con il passare degli anni fino ad oggi, il sito ampliò la scelta dei prodotti partendo dall’ abbigliamento, cd, dvd e arrivando a giocattoli, arredi e molto altro ancora. Amazon si è ingrandito sempre di più e ha visto crescere gli internauti che si iscrivono e fanno acquisti in questo sito facendo crescere il fatturato di anno in anno.

Internet quindi è una grandissima rete che ospita milioni di attività e utenti che negli ultimi anni ne hanno fatto uso molteplice.

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Capitolo 2