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Il visitatore remoto o virtuale

New Media Art: l’arte creata in Internet

3.2 Il nuovo pubblico del museo

3.2.1 Il visitatore remoto o virtuale

I cambiamenti avvenuti nel museo nell’era di internet portano una trasformazione anche nei rapporti che si sono creati tra la struttura museale ed il pubblico, dando vita ad una nuova figura: il visitatore remoto o virtuale.

Questa nuova figura, non viene gratificata dall’”aura magica” che solitamente le sale espositive trasmettono assieme al clima tranquillo che in esse troviamo quando visitiamo il museo; anzi il visitatore remoto è alla ricerca di informazioni che devono essere trasmesse in un modo completamente innovativo rispetto ai tradizionali metodi di comunicazione. In questo modo nascono nuovi servizi di fruizione che il museo online deve essere in grado di creare e far usufruire al pubblico, questo richiede notevoli sforzi di innovazione da parte del personale che lavora all’interno dell’istituzione museale.

Il pubblico del museo “tradizionale” è un pubblico molto vasto sotto vari aspetti, infatti si differenzia per età, lingua, livello culturale e aspettative e, nonostante gli enormi sforzi che ogni singolo museo faccia per riuscire a soddisfare le numerose esigenze, ciò che ne risulta è che solo una parte di questo pubblico viene realmente appagato.

Il museo, nel momento in cui si apre ad internet trova un pubblico di visitatori illimitato, ancor di più di quello reale, anch’esso con aspettative, età, formazione ed interessi diversificati, che portano le strutture museali ad aumentare la loro responsabilità e quindi decidono di appoggiarsi ad internet per farsi conoscere meglio dagli utenti.

Il visitatore virtuale è stato esame di vari studi che si sono svolti per capire le motivazioni che lo spingono alla visita virtuale piuttosto che quella reale; coloro che sono stati esaminati, sono persone che almeno una volta hanno contattato il sito, ossia sono utenti che non solo navigano sul web ma hanno, fin dall’inizio della loro ricerca, una motivazione per cercare quel determinato sito. Alcune analisi inoltre non partono dalle persone che frequentemente consultato il sito web ma dai visitatori che

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contattano o visitano il museo reale, ovviamente nel caso in cui il museo esista sia realmente che virtualmente.

Infatti, le spiegazioni più frequenti delle indagini condotte sulle persone che visitano il sito web di un museo, sono molto varie, c’è chi lo fa per ricercare informazioni riguardanti la programmazione della visita museale, chi lo fa per una ricerca personale di studio o di lavoro, chi invece per cultura personale e solo una percentuale molto bassa arriva a visitare il sito web di un museo casualmente.

Fino a qualche tempo fa, una decina d’anni, molte persone non visitavano affatto il sito web di un museo, le motivazioni erano varie e la percentuale molto alta, le poche persone che lo facevano era prevalentemente per ragioni esclusivamente pratiche poiché cercavano informazioni sul costo dei biglietti, sugli orari di apertura e chiusura dell’istituto, come raggiungere il museo e solo una minima parte consultava il sito del museo per i contenuti del quale esso disponeva.

Al giorno d’oggi invece i siti dei musei vengono visitati in maniera molto più frequente, la percentuale maggiore, ossia il 33,8% dei visitatori corrisponde ai giovani con un’età compresa tra i 25 e i 44 anni, mentre gli “under 25” sono solo l’11%. Questo sta a significare che i musei non utilizzano un adeguato modo di comunicazione verso le generazioni dei giovanissimi20. Inoltre si deve aggiungere che, ai giorni nostri, c’è una maggiore frequentazione dei siti internet rispetto a qualche anno fa e questo ha portato ad un aumento delle aspettative da parte del pubblico, che quindi è molto più esigente. Tanto è vero che l’utente non vuole solo trovare informazioni pratiche ma vuole anche essere protagonista del proprio percorso all’interno del museo virtuale

Quando si realizza un sito per un museo, coloro che se ne occupano devono tenere presente le diverse categorie di utenti che usufruiranno del sito e quindi riuscire a progettare e realizzare delle pagine che riescono a soddisfare le esigenze delle diverse ricerche dei visitatori.

Quindi, riuscire a trasmettere la cultura del museo attraverso internet è un obiettivo sempre più difficile ma, trova nella rete, un mezzo di comunicazione molto efficace ed economico per arrivare ad un pubblico sempre più vasto ed esigente.

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La statistica proviene da uno studio pubblicato dall’ “Associazione Civita” in Nicoletta Bonacasa, Il

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Il museo trasferito in rete permette quindi di creare un contatto indiretto tra visitatore e collezioni d’arte, senza la necessità di una presenza fisica all’interno delle sale espositive. Al contrario del museo reale nel quale i visitatori possono costruire un rapporto diretto con le opere d’arte e percepire la già citata “aura” , nel mondo virtuale, il sito non deve e non può copiare il contatto diretto con l’opera d’arte. In altre parole, il museo nella rete non deve sostituirsi al museo reale ma deve essere considerato come uno strumento di informazione o anticipazione di quello che si può vedere nel museo reale. Infatti oggi il museo virtuale può incuriosire il visitatore che ricerca informazioni per una successiva visita reale oppure lo può spingere verso altri musei nel caso in cui in quello visitato virtualmente non trovi quello che si aspettava. Sono stati compiuti degli studi che riguardano anche le tipologie di visitatore virtuale che si possono identificare in internet: una prima categoria viene definita il turista/ frequentatore occasionale e la seconda categoria è formata dagli studiosi21.

La prima categoria fa riferimento alle persone che consultano il sito di un museo per recepire informazioni pratiche riguardanti orari e contenuti del museo che possono aiutarlo a programmare una visita all’istituto; nella seconda categoria, quella degli studiosi si fanno rientrare quegli utenti che hanno precedentemente visitato il museo e che sono alla ricerca di informazioni che trovano nella consultazione dei database online o per reperire delle immagini in formato digitale.

Una terza categoria invece può essere individuata nel pubblico in età scolare, che secondo gli studiosi sarà una tipologia di visitatori che in futuro conoscerà i musei e l’arte attraverso il filtro digitale, soprattutto grazie alla consultazione di dati ed immagini prevalentemente digitali.