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Le politiche europee di valorizzazione del territorio rurale

Nel corso di questo capitolo si è potuto evidenziare come il territorio e le sue produzioni agroalimentari tipiche siano strettamente correlati, ma emerge anche il bisogno di valorizzare, conoscere e gestire questa relazione e in particolare gli spazi rurali. La Comunità Europea consapevole dell’importanza del territorio rurale e delle sue produzioni ha creato delle politiche tese

50 alla loro valorizzazione. Il territorio rurale è infatti diventato il soggetto principale della politica comunitaria per l’agricoltura: oggi il suo pilastro più importante è infatti la Politica di Sviluppo Rurale4.

L’Unione Europea, già dai suoi primi anni di vita, ha creato la PAC (Politica Agricola Comunitaria). In questa politica, inizialmente orientata principalmente all’autosufficienza alimentare, uno degli elementi che venivano citati era proprio lo sviluppo delle aree rurali. Nel corso degli anni si è fatto sempre più spazio alla Politica di Sviluppo Rurale: l’importanza dell’ambiente, di un’agricoltura efficiente e sostenibile, della qualità dei prodotti e del ruolo del territorio rurale nello sviluppo locale ha infatti portato la Comunità Europea a cambiare orientamento della PAC, da una politica orientata al mercato, a una politica di sviluppo rurale. Nel documento del 1988 dell’Unione Europea “Il futuro del mondo rurale” viene introdotta la tematica del ruolo che le produzioni tipiche possono avere per lo sviluppo del territorio. In questo documento l’agricoltura assume ruoli diversi in base alle diverse realtà territoriali: si sottolineava come nelle realtà agricole più deboli la comunità europea doveva porre l’attenzione non solo sullo sviluppo del settore agricolo, ma su quello dell’intero mondo rurale. Questa posizione è stata confermata nella Conferenza di Cork del 1996. Da questa conferenza le problematiche connesse allo sviluppo del settore agroalimentare vengono ricondotte all’interno di un processo unico di sviluppo territoriale basato sulla dimensione qualitativa. In questo contesto all’agricoltura non si attribuisce più solamente la sua funzione produttiva, genera infatti esternalità positive in favore della collettività in ottica multifunzionale. Anche in Agenda 2000 si conferma l’impostazione secondo la quale l’agricoltura di qualità svolge un ruolo a garanzia dello sviluppo locale e del benessere della collettività. Questo modello di sviluppo locale si basa su un progetto di valorizzazione del territorio che fa leva sulle produzioni tipiche e biologiche che si ottengono con un’agricoltura di qualità, oltre che su altre attività extra-agricole connesse in maniera più diretta con il territorio e le sue tradizioni, il tutto seguendo una logica di sviluppo endogeno bottom-up. All’interno di questo contesto si trovano le attività di settori diversi ma che sono correlate al ruolo economico dei prodotti tipici, come il turismo e l’agriturismo.

4 Con il termine “sviluppo rurale” si intende lo sviluppo socio-economico delle aree extra-urbane caratterizzate da

svantaggi competitivi in termini territoriali, di servizi di conoscenze e di opportunità; in ambito comunitario si intende una modalità di intervento a carattere strutturale in favore del mondo agricolo.

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3.7.1 La politica della qualità

Tra i punti principali della politica di sviluppo rurale si trova la politica comunitaria della qualità. Questa politica è l’elemento della politica di sviluppo rurale che interessa i prodotti enogastronomici e la loro valorizzazione in ottica di sviluppo rurale. La Comunità Europea ha compreso l’importanza del legame del prodotto agroalimentare con il territorio e le possibilità di valorizzazione congiunta per entrambi. Le motivazioni che hanno spinto a creare la politica della qualità sono varie, oltre al già citato obiettivo di sviluppo del territorio rurale, si avvertiva l’esigenza di produrre prodotti di qualità e garantirne il livello qualitativo. Il mercato, sempre più competitivo e globale, richiede prodotti che sappiano distinguersi e siano riconosciuti tramite certificazioni, c’è inoltre la necessità di adeguarsi ai nuovi stili di vita e alle nuove esigenze dei consumatori. Il consumatore è sempre più critico ed esigente, vuole conoscere il prodotto e avere la certezza della sua qualità, è stato quindi necessario il riconoscimento di forme di tutela finalizzate a garantire la qualità e la sicurezza alimentare, oltre che a fornire più informazioni possibili ai consumatori. Ed è proprio all’interno di questo contesto che sono stati creati:

- i marchi DOP, IGP, STG e le indicazioni facoltative di qualità per i prodotti agroalimentari; - l’etichetta BIO per i prodotti da agricoltura biologica;

- la classificazione dei vini “comuni da tavola”, IGT, DOC, DOCG.

La politica europea a tutela della qualità dei prodotti agroalimentari è formata, oltre che dalle iniziative di riconoscimento e salvaguardia delle produzioni e delle rispettive aree di produzione con le denominazioni d’origine, anche da strumenti operativi volti a rafforzare, qualificare e valorizzare i sistemi territoriali di produzione tipica. Nello specifico, all’interno dei PSR (Piani di Sviluppo Rurale) regionali si trovavano delle misure d’azione specifiche per coloro che operano nei circuiti delle produzioni tipiche, come il sostegno agli agricoltori che partecipano ai sistemi di qualità e il sostegno alle associazioni di produttori per attività di informazione e promozione riguardo ai prodotti che rientrano nei sistemi di qualità. Lo scopo di questi interventi è di offrire ai consumatori informazioni sui prodotti di qualità certificata, per incrementarne la domanda finale. Oltre ad aumentare la conoscenza e l’informazione presso i consumatori, queste misure vogliono sostenere le attività volte a rinforzare e valorizzare il legame tra le produzioni di qualità, il territorio, la salvaguardia ambientale, i saperi locali in un’integrazione virtuosa di questi elementi nel paniere territoriale. (Palomba P., Nomisma, 2009)

52 Da quel che è stato esposto si può concludere che la qualità dei prodotti agroalimentari e la loro valorizzazione sono state riconosciute come delle variabili strategiche per lo sviluppo dell’agroalimentare e del territorio dalla comunità europea attraverso le politiche della PAC.

53 Capitolo 4

LA VALORIZZAZIONE DEI PRODOTTI TIPICI