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La legislazione e nuove prospettive per la tutela delle vittime dell’amianto

Edmondo Cirielli Deputato

Ringrazio l’Osservatorio Nazionale sull’Amianto per questa nuova occasione di confronto su un tema delicatissimo. Già nella scorsa legislatura, l’avvocato Bonanni ha avuto modo di dare un contributo da esperto di diritto e da persona estremamente sensibile su un tema così importante che riguarda la nostra società, la salute dei nostri cittadini e le stesse prospettive future del nostro ambiente.

Nella scorsa legislatura ho presentato una proposta di legge, da lui suggerita, che ho ripresentato in questa legislatura, la numero 52 del 15 marzo 2013. Mi sono sempre occupato di altri temi, Giustizia, Sicurezza, Forze Armate e Politica Estera. Purtroppo, però, come abbiamo avuto modo di sentire negli interventi precedenti, vi è un’invasività intrinseca dell’amianto e di tutti i suoi derivati, unitamente a quella di tutte le attività umane che hanno caratterizzato lo sviluppo industriale e, in genere, le realizzazioni edili, anche nel settore militare.

All’inizio dell’estate del 1943, l’allora Governo fascista fu uno dei primi al mondo che ebbe modo di intervenire sulla legislazione a tutela dei lavoratori, perché già allora si comprese con forza che il problema della malattia in sé era un problema di carattere sociale ed economico. Poi, purtroppo, per tanti decenni in Italia non si è fatto nulla. Peraltro, quanto accaduto tra gli anni ’70 e ’80, rappresenta il fatto più grave che oggi dobbiamo gestire.

La legge 257 del 1992 è stata la pietra miliare della fioritura delle iniziative legislative sul tema. Sono stati affrontati tutti gli aspetti, sia quelli sanitari - non soltanto come supporto ai malati sulla ricerca e la prevenzione, ma anche la coscienza sociale della pericolosità dell’amianto - che quelli ambientali che riguardavano una serie di interventi molti delegati alle Regioni, purtroppo dico io, e legati alla mappatura dalla situazione provocata prima del ‘92.

In particolare, la moratoria del ’92, se così possiamo chiamarla, ha invertito una tendenza molto grave messa in campo con una certa superficialità e, a volte, con malafede, soprattutto da parte dei produttori e degli importatori che evidentemente hanno goduto di larghi appoggi nella nostra società. Credo, infatti, che al di là dell’intervento giusto dei tribunali, sia quelli civili del lavoro a tutela delle vittime, che

Lotta all’amianto: il diritto incontra la scienza-Roma 20-21 marzo 2014 Camera dei Deputati – Auletta dei Gruppi Parlamentari 17

quelli penali di individuare le responsabilità, sia necessario approfondire le responsabilità politiche.

Perché, ovviamente, è giusto perseguire i datori di lavoro quando sono stati colpevoli nella gestione della sicurezza dei luoghi di lavoro, è giusto punire gli imprenditori che hanno usato e abusato, ma è altrettanto giusto, atteso che fino al ‘92 si è continuato su questa linea, che si accertino le responsabilità di chi ha consentito che in Italia ci fosse, di fatto, un’invasione d’amianto, con tutti i suoi derivati.

Allo stato attuale c’è ancora molto da fare sul piano ambientale. Sappiamo che i siti sono pochi, così come le discariche attrezzate per lo smaltimento, che meritano certamente ulteriori approfondimenti. Anzi, la proposta di legge che ho presentato, grazie all’avvocato Bonanni, mira a realizzare una mappatura chiara ed ulteriore. C’è, al tempo stesso, la necessità di investire su nuovi sistemi dello smaltimento dei rifiuti. Attualmente, esiste un problema enorme di smaltimento in tantissimi comuni. In luoghi pubblici sono conservate quantità immense di rifiuti o di prodotti derivati dall’amianto soprattutto nell’edilizia che restano lì accatastati, non solo perché non ci sono risorse adeguate - occorrerebbe un piano straordinario di finanziamento nel settore - ma anche perché non ci sono i siti. E aggiungo che sono convinto, poiché da amministratore mi sono occupato del problema del ciclo dei rifiuti, che esistono una serie di tecnologie avanzate, in grado di far decadere i rischi dell’amianto per non tramandarli alle future generazioni.

È evidente che il problema va affrontato a breve termine con siti nuovi dove poter stoccare senza rischio o con rischio controllato.

Ho presentato un’interrogazione perché in un comune della mia provincia, Angri, si è scoperta una ex scuola fatta con derivati dell’amianto e piena di rifiuti tolti da altre scuole e depositati lì. Il Comune lamenta la mancanza di fondi per rimuoverli.

Ogni ente pubblico dovrebbe fare un piano di sicurezza ambientale e accantonare una quota annuale, dato che ci sono delle emergenze ordinarie rispetto alle quali ogni ente pubblico deve adempiere.

Esiste, inoltre, la necessità di una razionalizzazione della normativa di settore. Molti interventi in materia ambientale hanno affrontato in maniera specifica il tema della bonifica dei siti. Sarebbe probabilmente necessario produrre un Testo unico in materia per dare certezza. Dico questo perché un altro dei problemi è la disparità di trattamento da parte dei tribunali. L’eccessiva produzione normativa dettata da situazioni giuste su cui intervenire spesso provoca situazioni di disparità abnormi. È capitato nella mia provincia, a Battipaglia, in una multinazionale francese.

C’è una confusione normativa e giurisprudenziale accompagnata spesso dalla difficoltà di fare eseguire le sentenze.

Infine, esiste un problema grave su cui sono ancora una volta intervenuto come deputato d’opposizione, ovvero quello del sistema idrico nazionale, realizzato con tubi fatti di un mix di cemento e d’amianto e, allo stato attuale, non sappiamo fino a che punto c’è ancora una compattezza delle fibre. Potrebbe essere semplicemente un allarme e su questo si dovrebbe intervenire, ma anche qui si finge di non vedere così come è accaduto dagli anni ‘50 agli anni ‘90.

È un crimine contro le persone, ma è anche un modo per imbrogliare lo Stato e il fisco. Sappiamo bene, però, che tutto quello che oggi risparmiamo facendo i furbetti, lo

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dovremmo ripagare con gli interessi, perché ci saranno dei danni sociali ed economici enormi non solo per la bonifica, ma anche per l’assistenza ai malati e ai superstiti, con i relativi aspetti previdenziali. Una società in tutte le sue espressioni e in cui la politica non è altro che un’espressione complessiva della società, dovrebbe smettere di pensare solo all’oggi e rimandare tutti i problemi al domani. Non solo è immorale ma anche economicamente svantaggioso.

Grazie .

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Amiantopoli: la lobby assassina.