• Non ci sono risultati.

Legittimazione internazionale e le due ipotesi a livello europeo: imbarco di militari o di contractors in funzione difensiva

L'impiego di Nuclei Militari di Protezione e di guardie giurate in funzione antipirateria

1. Legittimazione internazionale e le due ipotesi a livello europeo: imbarco di militari o di contractors in funzione difensiva

Nel precedente capitolo si è trattato l'argomento della difesa dagli attacchi pirateschi in termini di pattugliamenti e di accompagnamenti, da parte delle Marine militari di diversi Paesi, di convogli marittimi particolarmente vulnerabili (in particolare quelli che trasportano gli aiuti del PAM) che transitano in acque ad alto rischio.

Ai sensi dell'Azione Comune 2008/851 esiste però un'altra possibilità, ovvero l'imbarco di personale armato in funzione difensiva. A tal proposito, il mandato dell'operazione Atalanta (contenuto nell'articolo 2 del suddetto documento) afferma che la missione «fornisce protezione alle navi noleggiate dal PAM, anche con la presenza di elementi armati di Atalanta a bordo delle navi interessate, in particolare quando incrociano le acque territoriali della Somalia1»

Conformemente a quanto appena affermato, nel corso della missione sono stati utilizzati i Vessel Protection Detachments (VPDs), nuclei armati costituiti da personale militare imbarcati sulle navi mercantili di varia nazionalità.

Un'altra possibilità per difendere le imbarcazioni da attacchi pirateschi è l'impiego di Private Military and Security Companies (PMSCs), ovvero contractors privati.

Mentre Nazioni come gli Stati Uniti si sono rivolti principalmente a imprese private di sicurezza, a livello europeo sono state attuate entrambe le opzioni: Francia, Olanda, Germania, Regno Unito e Belgio prevedono l'imbarco di personale militare, mentre Spagna, Grecia, Cipro e Danimarca di personale civile.

Occorre però operare un distinguo tra diverse situazioni: il Regno Unito ad esempio consente l'impiego di VPDs solo su navi da guerra, mentre lo vieta sulle navi mercantili; inoltre mentre la legislazione francese non permette l'imbarco di PMSCs sulle navi battenti la propria bandiera pur non inibendo questa possibilità a quelle straniere, la normativa spagnola non esclude, oltre all'utilizzo di contractors (addestrati dalla Marina

1 Art. 2(a) dell'Azione comune 2008/851/PESC del Consiglio, del 10 novembre 2008, pubblicata in G.U.U.E. n. L 301 del 12 novembre 2008.

e sotto contratto governativo), anche quello di nuclei militari2.

La Francia non dispone di una normativa inerente alle compagnie di sicurezza privata che operano al di fuori del territorio nazionale. Tuttavia, in seguito all'adozione del documento di Montreux del 20083, nel Paese sono iniziate delle riflessioni circa il loro

impiego. Inoltre, in seguito all'incremento dell'uso di PMSCs da parte di imbarcazioni straniere, la Francia si è dotata di una regolamentazione per l'ingresso di tali imbarcazioni nei suoi porti, in particolare con riferimento a quelli di Mayotte e Réunion. Tali disposizioni, riguardanti l'uso delle armi e l'obbligo di informare le autorità francesi, mirano a prevenire un uso inappropriato della forza da parte di questi team sul territorio nazionale. Poiché circa il 30-40% delle richieste non può attualmente essere accolto per mancanza di personale militare, sono state stilate due circolari, una interministeriale e l'altra parlamentare, sugli emendamenti necessari ad adattare la legislazione vigente all'impiego di compagnie private4.

Riguardo all'Italia, come si vedrà più dettagliatamente in seguito, essa rappresenta un caso sui generis, in quanto è stata approvata una legge che prevede un sistema integrato pubblico-privato, ma con natura sussidiaria dell'opzione privata. In linea di principio anche la normativa belga è orientata a un sistema che prevede entrambe le opzioni, ma in realtà quella militare è stata utilizzata solo di rado.

Il numero dei Paesi la cui normativa non prevede l'uso di compagnie private in ragione di una forte concezione del monopolio della forza da parte dell'autorità statale si è progressivamente e drasticamente ridotto. Ciò è avvenuto in conseguenza a molteplici ragioni, tra cui il ridimensionamento dei budget statali dedicati al settore della difesa e il trend alla privatizzazione di diversi settori economici5.

Inizialmente da parte della comunità internazionale si è riscontrato un atteggiamento di scetticismo nei confronti dell'opzione civile, per timore che si verificasse un aumento della violenza e che la presenza di team armati alterasse lo status delle navi mercantili, conducendo allo stesso tempo a incidenti collegati all'uso della forza contro i pirati; l'IMO aveva pertanto suggerito misure passive non letali (come richiamato nel precedente capitolo), quali l'utilizzo di filo spinato lungo la fiancata delle imbarcazioni, 2 N. Ronzitti, Scorte armate contro la pirateria, del 4 luglio 2011, in «Affarinternazionali», Rivista elettronica dell'Istituto Affari Internazionali, Roma.

3 V. infra.

4 M. Lieber, France, in Private Military and Security Companies, 35th Round Table on Current Issues of

International Humanitarian Law, Franco Angeli, Milano, 2013, pp. 67-68.

5 B. van Ginkel, F. van der Putten, W. Molenaar, State or private protection against maritime piracy? A

Dutch perspective, Report a cura del Clingendael Institut, pubblicato da Nederlands Institute of

di idranti e cannoni ad acqua, o la costruzione di fortezze impenetrabili per permettere all'equipaggio di rifugiarvisi in caso di attacco (c. d. panic rooms). Tali misure si sono tuttavia rivelate inefficaci, pertanto, su pressione degli armatori iscritti all'IPTA (International Parcel Tanker Association), il Maritime Security Committee ha adottato, nel maggio 2011, due circolari (MSC.1/Circ.1405/REV.1 e MSC.1/Circ.1406/REV.1) per regolare l'utilizzo di personale armato a bordo delle navi6.

Oltre che nell'Azione Comune istitutiva dell'operazione EUNAVFOR Atalanta, la legittimazione internazionale dell'impiego di personale armato (sia civile che militare) a bordo di navi mercantili in funzione difensiva risiede anche nella quarta versione delle Best Management Practices dell'IMO (c. d. BMP 4) elaborate nell'agosto 2011 e nelle Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza n. 2077 (2012) e 2125 (2013), che menzionano tale pratica tra le misure da adottare per contrastare la pirateria al largo delle coste somale.

Riguardo all'efficacia di tale soluzione, occorre rilevare che nessuna imbarcazione con personale armato a bordo è stata sinora oggetto di sequestro da parte dei predoni del mare. Inoltre anche riguardo ai team militari, alla stregua di quelli privati, gli oneri sono a carico degli armatori: da ciò deriva che quale che sia la scelta privilegiata, si sta assistendo a un fenomeno di progressiva “privatizzazione” della lotta alla pirateria7.