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La legittimità di condurre ricerche su un solo sesso

Nel documento Unione Europea Scientifiche (pagine 57-61)

In molti casi la ricerca su un solo sesso è pienamente giustificata, per esempio nella scienza medica in cui condizioni come la gravidanza esistono solo per il sesso femminile o nelle scienze sociali dove la ricerca può riguardare specificatamente e legittimamente esperienze, comportamento o opinioni di un solo sesso.Tuttavia, effettuare ricerche su un solo sesso e applicare i risultati a entrambi è un procedimento scarsamente scientifico. Si hanno esempi di questo in medicina (cfr. riquadri) e anche nelle scienze sociali, specialmente in economia, dove l'analisi del mercato del lavoro è basata solo su dati maschili. La decisione del Consiglio svedese della ricerca medica di non finanziare progetti su un solo sesso, senza debita giustificazione, dovrebbe ispirare altri organismi di finanziamento.

Equità e finanziamenti/rinnovamento della valutazione inter pares

Questione etica: la ricerca medica eseguita soltanto su uomini – I

I volontari e i pazienti oggetto di studi di ricerche mediche sono molto spesso uomini e ciò potrebbe ridurre la qualità del trattamento per le donne, ad esempio per coloro che soffrono di cardiopatie e nel caso di dosaggi di medicine non ottimali per le donne e le persone anziane, proprio in conseguenza del fatto che la maggior parte degli studi farmacologici vengono effettuati su uomini. Nel 1997, il Comitato di etica medica di Göteborg (Svezia) ha deciso di rifiutare le domande di ricerca nelle quali i ricercatori indicavano di voler effettuare analisi su persone di un unico sesso (in genere uomini), malgrado che la malattia in causa riguardasse entrambi i sessi. I ricercatori devono ora spiegare i motivi di ricerche limitate ad un solo sesso. Nel 1999 il Consiglio della ricerca medica svedese ha deciso di non accordare più finanziamenti di ricerca ai lavori concernenti soltanto un sesso.

La decisione del Comitato di etica di Göteborg è stata presa dopo che una persona (una donna) aveva contattato uno dei suoi membri criticando vivacemente una pubblicità comparsa su un giornale locale dove si faceva appello a volontari nell'ambito di uno studio sull'alcolismo. "Non voglio che le mie tasse servano a finanziare lavori di ricerca solo sugli uomini" – ha dichiarato.

Uno studio inglese sulle borse

"Il Wellcome Trust e i Consigli di Ricerca del Regno Unito collaborano in un consorzio per analizzare le procedure di candidatura del personale accademico. Dopo rapporti che mostrano che le donne chiedono borse di studio e ricerca in misura minore del previsto, abbiamo chiesto al Centro nazionale di ricerca sociale di svolgere uno studio nazionale in materia. Lo studio è in corso e il Centro ha inviato per posta un questionario a 8.000 ricercatori di tutti i livelli che lavorano in 50 università. Sia i ricercatori che le università sono stati scelti a caso. Il questionario verte sui quattro aspetti seguenti:

•Frequenza con cui uomini e donne chiedono borse

•Eventuale influenza delle strutture universitarie sulle candidature a borse

•Carico di lavoro degli uomini e delle donne

•Eventuali differenze di comportamento tra i sessi nei confronti delle candidature borse I risultati di questo studio dovrebbero essere estremamente utili per ridefinire le nostre politiche e pratiche e saranno indubbiamente utili per le università.

Lo studio è stato sostenuto dal Comitato dei rettori di università, dall'Associazione dei docenti universitari e dall'Associazione nazionale degli insegnanti dell'istruzione universitaria e superiore. La pubblicazione dei risultati è prevista nell'aprile 2000".

Lawrence Low,Wellcome Trust.

Politiche della scienza nell'Unione europea

Conclusioni

In questo capitolo abbiamo trattato numerosi temi, che meritano un ulteriore approfond-imento. Il sistema di valutazione inter pares è considerato obiettivo ed equo, ma lo studio svedese ha dimostrato che questo non è sempre vero. I risultati dello studio hanno avuto un effetto sconvolgente per gli ambienti della ricerca ed hanno condotto a riforme del sistema.

Tuttavia, il rigoroso studio di Wennerås and Wold è stato possibile solo grazie al diritto esistente in Svezia di accedere liberamente alle informazioni pubbliche e perché il sistema era basato su punteggi numerici. I Consigli di ricerca di altri Stati membri, specialmente quelli di Paesi Bassi e Danimarca, hanno condotto le loro verifiche del processo di valutazione inter pares. È essenziale che l'intera comunità accademica abbia fiducia nel sistema della valutazione inter pares. Sono indispensabili trasparenza, controlli e verifiche periodici. Questo tema dovrebbe essere affrontato urgentemente dagli organismi di finanziamento.

In secondo luogo, il controllo statistico è importante. I Consigli di ricerca e gli altri organismi di finanziamento dovrebbero monitorare il sesso dei candidati e dei vincitori con frequenza annuale o semestrale. Se, come sembra essere il caso, le domande presentate dalle donne sono poche rispetto alla loro presenza nel settore considerato, bisogna capirne le cause e porvi rimedio, eventualmente ricorrendo ad azioni positive.

In terzo luogo, desta preoccupazione la bassissima presenza di donne negli organismi di finanziamento della ricerca, e nella redazione delle riviste scientifiche. In questi ambiti le nomine non sono sempre trasparenti e democratiche, ma derivano piuttosto dai membri stessi che tendono a riprodurre la struttura secondo il loro gradimento. Si potrebbero stabilire degli obiettivi per garantire, come negli organi pubblici italiani, un equilibrio tra i sessi. L'impatto delle reti maschili e l'esclusione delle donne dai posti direttivi nei consigli di ricerca (argomento trattato nel capitolo 5) destano serie preoccupazioni. L'ampliamento della composizione dell'élite che determina l'eccellenza è un tema importante (cfr. capitolo 5).

In quarto luogo, destano preoccupazione le reti maschili e gli abusi di influenza nelle nomine.

I candidati che hanno "buone relazioni" tendono ad essere sopravalutati.

In conclusione, il sistema di valutazione inter pares è giustamente considerato un metodo giusto ed equo di riconoscere l'eccellenza, ma ha dei difetti che gli organismi di finanziamento della ricerca devono impegnarsi ad eliminare.

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Questione etica: la ricerca medica effettuata soltanto su uomini – II

" Ricerche mediche che escludevano le donne hanno messo a rischio la salute delle donne Americane".

Patricia Schroeder, 1990

Questione etica: la ricerca medica effettuata soltanto su uomini – III

Uno studio iniziato nel 1981 con la partecipazione di 22.000 medici generici ha mostrato i vantaggi di prendere una pastiglia di aspirina ogni due giorni per le malattie

coronariche. Nessuna donna era inclusa nello studio.

Science 248,1601. 1990.

Obiettivi politici

Stabilire criteri chiari nei concorsi.

Pubblicare dati statistici disaggregati per sesso sui candidati e sui beneficiari dei finanziamenti.

Analizzare la sottorappresentazione delle donne nelle candidature.

Imporre a tutti gli organismi di finanziamento una quota del 30% di donne nel 2002 e del 40% nel 2005.

Riesaminare i meccanismi di nomina dei membri di comitati e dei valutatori

Concorrenza aperta e mandati limitati nel tempo dei membri di qualsiasi comitato.

Esigere dai comitati un’analisi del proprio sistema di valutazione inter pares, l'elaborazione di politiche di pari opportunità e la realizzazione di analisi comparative sulle buone pratiche.

Applicare criteri rigorosi di valutazione inter pares.

Riesaminare la composizione per sesso degli organismi di finanziamento.

Aiutare i vincitori di borse post-dottorato a condurre ricerche all'estero.

Rifiutare il finanziamento di ricerche su un solo sesso, tranne se debitamente giustificate.

Equità e finanziamenti/rinnovamento della valutazione inter pares

La discriminazione è sottile (al MIT)

"La discriminazione è sottile e spesso inconsapevole. La situazione potrà cominciare veramente a cambiare soltanto quando sarà notevolmente aumentato il numero di donne scienziate e ingegneri. Ciò presuppone che le donne siano riuscite a entrare nel sistema e a diventarne parte integrante, ossia siano trattate con equità e partecipino alle decisioni a tutti i livelli dell'istituzione.

Le donne più giovani si sentono integrate e appoggiate nel loro dipartimento. La loro principale preoccupazione è l'enorme difficoltà di combinare la vita familiare e professionale.

Man mano che le donne aumentano di grado al MIT, esse cominciano a sentirsi sempre più marginalizzate ed escluse dai centri di potere dei loro dipartimenti. Dalle interviste effettuate è risultato che la diversa percezione dell'impatto di genere sulla carriera che si ha tra le donne più giovani e quelle più anziane, è una differenza che si ripete con il passare delle generazioni. Ogni generazione di giovani donne, comprese quelle ora di grado elevato, credeva inizialmente che la discriminazione in base al sesso fosse stata "risolta" dalla generazione precedente e non la riguardasse. Con il passare del tempo si sono rese conto che le regole del gioco non erano le stesse per tutti e che per fare carriera bisognava pagare un prezzo elevato, a livello personale e professionale".

Pardue et al, Nature web site on debates/women http://helix.nature.com/debates/women/

La quota minima di incarichi decisionali detenuti da donne a livello nazionale deve raggiungere la soglia critica del 30%.

(Commissione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite sulla situazione delle donne nel 1990 (citato in Human Development Report, Oxford: Oxford University Press)).

(Entro il 2000, si dovrebbe avere) '... una presenza del 25% di donne in tutti gli incarichi pubblici e negli incarichi di responsabilità nei settori della scienza, dell'ingegneria e della tecnologia, comprese le presidenze'.

(Comitato Donne nella Scienza, ingegneria e tecnologia (1994) The Rising Tide: A Report on Women in Science, Engineering and Technology, Londra: HMSO)

In che misura le donne partecipano ai comitati decisionali di alto livello che definiscono la politica scientifica dell'UE? Fondi considerevoli sono assegnati ad una vasta gamma di discipline e progetti e i risultati delle ricerche finanziate dall'UE possono incidere profondamente sulla vita di tutti i giorni. Questo capitolo esamina la partecipazione delle donne alla definizione della politica scientifica e la loro presenza nei comitati decisionali dell'UE e degli Stati membri, confronta le cifre ottenute con quelle indicate dall'UNESCO e dal rapporto The Rising Tide del governo britannico ed esamina anche come il mondo scientifico affronta il tema dell’appartenenza di genere nella ricerca.

Nel documento Unione Europea Scientifiche (pagine 57-61)